Salite leggendarie: Kurtyka - Schauer Parete Ovest del Gasherbrum IV - 1985
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Salite leggendarie: Kurtyka - Schauer Parete Ovest del Gasherbrum IV - 1985
Il 20 Luglio 1985 Wojtek Kurtyka e Robert Schauer si trovavano fra la vita e la morte, nel pieno delle allucinazioni, sulla parete Ovest del Gasherbrum IV. Una montagna di 7925 m , la cima impossibile da raggiungere, una cordata sola nell'immensità di una salita in stile alpino. Che vuol dire, nessun portatore, nessuna corda fissa, attrezzatura e cibo all'essenziale. Avevano sbagliato i calcoli? Probabilmente sì. A quel punto, la cima era un inutile miraggio, e l'ambizione aveva lasciato il posto alla necessità di sopravvivere.
Non lo sapevano, certo, ma stavano compiendo quella che la rivista Climbing indicherà come "una delle prime dieci salite del Ventesimo secolo". Classifiche a parte, un tentativo che oggi, nel 2012, varrebbe ancora certamente la nominations fra le prime sei salite dell'anno.
La parete Ovest è alta 2500 metri, ma loro dovettero percorrere 3500 metri di itinerario, dal campo base alla salvezza, traversando sotto la cima. La cima era già stata conquistata nel 1958 da Walter Bonatti e Carlo Mauri, in una spedizione epica guidata da Riccardo Cassin, e il problema della parete Ovest era sotto gli occhi di tutti. Troppo difficile, avevano sentenziato i migliori.
In un bellissimo articolo che è fra i più belli mai scritti, Schauer raccontò come entrambi furono colpiti da allucinazioni, come se un terzo compagno fosse lì con loro. Si sostennero a vicenda in momenti in cui l'altro si era lasciato andare, sfinito. La loro via percorre il lato destro della parete, e al quarto giorno senza cibo e terzo senza acqua ( avete letto bene), settimo di stile alpino in totale, illesi per miracolo da una valanga, presero la decisione di traversare verso la cresta Nord Ovest, per la discesa.
Nel primo giorno, scalarono 1200 metri senza mai legarsi, con passaggi di V e misto instabile, dovevano essere veloci. Quando presero la decisione, erano a 7800 metri, e stavano bivaccando nella neve instabile da due notti. Particolare non trascurabile, la cresta Nord Ovest non era mai stata salita...quindi, nella discesa, affrontarono un terreno totalmente ignoto. Kurtyka descrisse i bivacchi come "miserabili". I passaggi di V a 7100 e 7300 metri furono affrontati con sosta su un singolo ancoraggio.
Kurtyka affermò che quella parete era così bella che averla salita senza cima non poteva essere considerata una salita completa.
Ma tutti, proprio tutti, e anche noi, abbiamo un'opinione contraria.
(da Stile Alpino - Magazine dei Ragni di Lecco)
Non lo sapevano, certo, ma stavano compiendo quella che la rivista Climbing indicherà come "una delle prime dieci salite del Ventesimo secolo". Classifiche a parte, un tentativo che oggi, nel 2012, varrebbe ancora certamente la nominations fra le prime sei salite dell'anno.
La parete Ovest è alta 2500 metri, ma loro dovettero percorrere 3500 metri di itinerario, dal campo base alla salvezza, traversando sotto la cima. La cima era già stata conquistata nel 1958 da Walter Bonatti e Carlo Mauri, in una spedizione epica guidata da Riccardo Cassin, e il problema della parete Ovest era sotto gli occhi di tutti. Troppo difficile, avevano sentenziato i migliori.
In un bellissimo articolo che è fra i più belli mai scritti, Schauer raccontò come entrambi furono colpiti da allucinazioni, come se un terzo compagno fosse lì con loro. Si sostennero a vicenda in momenti in cui l'altro si era lasciato andare, sfinito. La loro via percorre il lato destro della parete, e al quarto giorno senza cibo e terzo senza acqua ( avete letto bene), settimo di stile alpino in totale, illesi per miracolo da una valanga, presero la decisione di traversare verso la cresta Nord Ovest, per la discesa.
Nel primo giorno, scalarono 1200 metri senza mai legarsi, con passaggi di V e misto instabile, dovevano essere veloci. Quando presero la decisione, erano a 7800 metri, e stavano bivaccando nella neve instabile da due notti. Particolare non trascurabile, la cresta Nord Ovest non era mai stata salita...quindi, nella discesa, affrontarono un terreno totalmente ignoto. Kurtyka descrisse i bivacchi come "miserabili". I passaggi di V a 7100 e 7300 metri furono affrontati con sosta su un singolo ancoraggio.
Kurtyka affermò che quella parete era così bella che averla salita senza cima non poteva essere considerata una salita completa.
Ma tutti, proprio tutti, e anche noi, abbiamo un'opinione contraria.
(da Stile Alpino - Magazine dei Ragni di Lecco)
Salite leggendarie: Kurtyka - Schauer Parete Ovest del Gasherbrum IV - 1985 :: Commenti
Re: Salite leggendarie: Kurtyka - Schauer Parete Ovest del Gasherbrum IV - 1985
per me è la salita perfetta... anche se senza la cima. Bella, alta, lunga, dura, stile cristallino, montagna bellissima attraversata per vie nuove in salita e in discesa. Sarebbe prima in qualsiasi premio alpinistico anche nel 21 secolo
Una salita incredibile. Mi viene in mente, forse per le allucinazioni, la "no return ridge" di Casarotto.
Un entrare nell'ignoto, senza ritorno, senza nemmeno immaginare ciò di cui avrai bisogno e cercandolo dentro di sè, scavando, trovando energie impensabili.
Viaggi oltre la linea d'ombra.
Un entrare nell'ignoto, senza ritorno, senza nemmeno immaginare ciò di cui avrai bisogno e cercandolo dentro di sè, scavando, trovando energie impensabili.
Viaggi oltre la linea d'ombra.
Sono stati dei grandi , una via quasi perfetta.
Ecco ! quella parete per la costola centrale sarebbe un sogno.
Ecco ! quella parete per la costola centrale sarebbe un sogno.
Adriano ha scritto:Sono stati dei grandi , una via quasi perfetta.
Ecco ! quella parete per la costola centrale sarebbe un sogno.
non è un sogno, è realtà. Coreani nel '99 mi pare..
schen ha scritto:Adriano ha scritto:Sono stati dei grandi , una via quasi perfetta.
Ecco ! quella parete per la costola centrale sarebbe un sogno.
non è un sogno, è realtà. Coreani nel '99 mi pare..
sorry.., era il 1997:
Gasherbrum IV First Ascent - West Face Central Spur
The first ascent of the Gasherbrum IV West Face Central Spur was
completed by Koreans Bang Jung-ho, Kim Tong-kwan and Yoo Huk-jae on July
18, 1997.
Jung Jae-Hag in the American Alpine Journal 1998:
The central rib of the west face previously had been attempted by
at least six other parties; though none reached the top, seven
alpinists were sacrificed to this deadly wall.
... The vertical distance from the snow plateau of Camp I [at 5400m] to
the summit was about 2500m, with only two possible places to camp on the
entire rib of the west face.
... We had to ascend about 600m on a 70 to 80m degree wall to reach the
tiny narrow snow ridge suitable for Camp II.
... On July 12, Yoo Huk-Jae and Byung Ki Choi finally established Camp
III at 6800m.
... We had been on the mountain for two months and the season was nearly
over. The clock was ticking. We realized that we had only one chance to
push to the summit.
... We planned three days to the summit and one day to get back to CIII,
which meant three bivouacs.
July 18. The summit day had come. It was a perfect day.
... After climbing 300m on the 70 degree snow-covered wall, we
approached a place called 'The Devils' Brow.'
Jung-ho took over the lead and advanced another 80m on the icy surface.'
... We could barely proceed up the 60 degree slope of ice and snow with
our beaten bodies.
... After advancing 100m, we finally reached the summit ridge. The time
was 12:26 p.m..
To the east, a wall formed a perpendicular drop downward; snow covered
its top along the summit ridge.
We crossed a distance of about 100m along the ridge toward a pinnacle in
the south that was tallest on the crest.
Hak-Jae ... noticed that six small pinnacles stuck out on the summit
ridge of GIV.
All of them appeared to be less than 10m high.
He easily distinguished the third one as the highest.
...Dong-Kwan arrived at the third pinnacle after traversing 30m along
the snow wall right below the ridge.
He placed a knife blade and bong-bong and used them to belay the others.
At 2:27, they joined him at the belay.
Above us, there was a 3m high smooth rock covered by a 2m snow cornice.
Hak-Jae realized that we could it [sic] if we demolished the cornice
before stepping on it, but it seemed too vulnerable to tackle.
The danger of its collapse made the last few metres of climbing
meaningless. As sub-leader of the team, he decided that was far as we
would go.
We took a few pictures and started descending right away.
.. In the process of retreating, the CII cornice collapsed.
Gung-Yeal was caught by a thin rope; unfortunately, he lost his backpack
that contained ten rolls of film, including then summit pictures.
After midnight, all members returned to BC.
niente camera e prove fotografiche...
Non ci credo!!!
Non ci credo!!!
a ha scritto:niente camera e prove fotografiche...
Non ci credo!!!
eh.. lo sapevo .. e non sei mica l'unico che gli ha rotto i coglioni a 'sti poveri coreani!
Comunque loro sostengono che questa è stata scattata 25 mt sotto la cima, scendendo. Se vuoi provare a triangolare con il Masherbrum sullo sfondo...
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