Yosemite history (1)
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Yosemite history (1)
1875 - 1945
Dal Half Dome al Higher Cathedral Spire
[testo principale tratto da "Yosemite" di Reinhard Karl]
[fotografie da www.supertopo.com, se non diversamente specificato]
Quando verso la metà del secolo scorso un numero sempre crescente di persone conosce la Yosemite Valley, sono tutti colpiti da un massiccio roccioso caratteristico in fondo alla valle. E' il Half Dome, la cui strana cupola di granito da un lato sembra tagliata da un'ascia gigantesca, mentre dagli altri è rivestito di placche tali da sembrare inaccessibile.
Half Dome (da www.images-photography-pictures.net)
II geologo Josiah Whitney nel 1865 è assolutamente sicuro che il Half Dome resterà l'unica cima che non verrà mai salita in Yosemite.
Solo pochi anni dopo, il colosso di granito risveglia la curiosità di John Conway, un colono residente in valle. Accompagnato da alcuni adolescenti,nel 1871 Conway si dirige verso il lato orientale del massiccio, che sembra presentare le migliori possibilità di salita. Uno dei giovani si azzarda su per le placche con una corda, ma non riesce a trovare nessun punto per fissarla. Comprendono rapidamente che per queste placche occorre altro e tornano indietro.
Nel 1875 lo scozzese George Anderson va a esaminare il Half Dome da vicino e trova subito la soluzione del problema, e cioè il bulino. Del resto lui ha esperienza con questi attrezzi, perché costruisce strade.
Senza gli ostacoli di natura etica che oggi tormentano gli scalatori, Anderson si mette al lavoro e perfora un buco dopo l'altro nelle placche di granito; poi con l'aiuto di fittoni di ferro e di scale di corda riesce a raggiungere la cima. George Anderson è la prima persona che mette piede sul Half Dome e dopo solo 10 anni confuta l'affermazione categorica di Whitney.
[La salita ha aspetti rocamboleschi; il San Francisco Chronicle (27 Luglio 1879, p. 1) riporta che Anderson cercò di arrampicarsi prima con le calze, poi a piedi nudi, poi indossando sacchetti pieni di pece legati attorno alle ginocchia, poi con dei mocassini con le suole spalmate di resina di pino. L'ultimo metodo si rivelò il più efficace, ma comunque produsse scarsi risultati; Anderson si trovò nella condizione di non poter più tornare sui suoi passi, in chiaro rischio di vita. Alla fine riuscì nell'impresa utilizzando una corda e 40-50 fittoni di ferro con un occhiello a cui assicurare la corda.]
George Anderson (il quarto da sinistra)
uno dei fittoni usati da Anderson
George Anderson (il primo da sinistra) assieme ad alcuni dei primi turisti che calcarono la cima dell'Half Dome
(disegno autoritratto di A. Phimister Proctor mentre lancia un lazo per oltrepassare un tratto con fittoni mancanti durante la salita del 1884)
[La storia delle prime salite all'Half Dome è raccontata con estremo dettaglio e diversi particolari curiosi qui:
http://www.stanford.edu/~galic/history/halfdome/
http://www.stanford.edu/~galic/history/halfdome/index2.html]
Nei venti anni che seguono, l'ascensione riesce ancora a diversi gruppi, utilizzando i fittoni lasciati da Anderson.
[Anderson, che vive sui monti quasi come un eremita, accompagna occasionalmente dei turisti in cima al Dome e si preoccupa di manutenere l'attrezzatura che consente l'ascensione, sostituendo le corde fisse che agevolano la salita. Arriva anche a progettare una scala con gradini di legno per rendere il percorso più agevole]
George Anderson sul Half Dome (dettaglio di una foto scattata da S. C. Walker nel 1877)
Quando il monolito attira sempre più conquistatori, il governo della California proibisce l'ascensione, sotto il pretesto che sia troppo pericolosa, e fa togliere i fittoni di ferro.
Dopo l'istituzione del Parco Nazionale nel 1864, Yosemite è divenuta un'attrazione per i turisti. La pubblicità fatta da John Muir convoglia verso il parco molti amanti della natura e persone in cerca di riposo.
John Muir (da http://mrhalfdome.wordpress.com/)
Muir non è solo un focoso sostenitore della protezione della natura, ma anche uno scrittore. Uno dei suoi primi libri, «My first summer in the High Sierra», descrive le sue avventure e le sue osservazioni nei dintorni della Yosemite Valley. Nel 1892 fonda il Sierra Club, i cui soci compiono escursioni nello Yosemite. Il Sierra Club si era costituito con fini soprattutto protezionistici e quindi le sue escursioni avevano mete più naturalistiche che alpinistiche. Va notato che invece i club alpini tedesco e austriaco avevano già dall'inizio finalità alpinistiche e di valorizzazione delle Alpi (la protezione della natura come compito istituzionale è stato introdotta dal DAV solo da cinquant'anni). Gli appassionati della montagna appartenenti al Sierra Club compiono fino agli Anni Venti lunghe escursioni in montagna, salendo al massimo qualche cima facile.
Nel 1910 l'alpinista tedesco Robert Liefmann descrive nell'annuario del DOAV il suo viaggio in America, durante il quale aveva visitato anche la Yosemite Valley. Liefmann racconta del Sentinel Dome, del North Dome e del Liberty Cap come mete facilmente raggiungibili, ma nel complesso non è particolarmente entusiasta delle possibilità alpinistiche dello Yosemite, benché abbia notato le guglie inaccesse dei Cathedral Spires.
Mentre più a nord in Canada sta iniziando il periodo d'oro dell'alpinismo nelle Rocky Mountains, nella Yosemite Valley nessuno ancora sta pensando di arrampicare. Il solo che si distingue negli anni dopo la prima guerra mondiale come alpinista é Charles Michael, il postino dello Yosemite. Sale più o meno tutto quello che appare possibile scalare senza corda né chiodi. Sui Lower Brother c'è una via che oggi è stata dedicata a lui: Michael's Ledge.
Nel 1931 Robert Underhill incontra amici alpinisti del Sierra Club. Underhill aveva già compiuto numerose ascensioni, anche nelle Alpi, e descrive nel bollettino del Sierra Club l'uso della corda, fino ad allora ignoto ai soci del Club. Per iniziativa di Francis Farquhar, Underhill organizza i primi corsi di arrampicata per il Sierra Club.
Più o meno negli stessi anni si riuniscono a Berkeley alcuni studenti e fondano il Cragmont Climbers Club, diretto dallo studente in legge Richard Leonard. L'arrampicata su roccia diviene un argomento di interesse per gli alpinisti californiani, costituendo la radice per un ampio sviluppo futuro.
Richard Leonard (le asole vicine al colletto della camicia gli servivano per riporvi i chiodi)
Piccoli roccioni da bouldering, gli Indian Rocks presso Berkeley diventano il luogo di allenamento dei «Cragmonts». Senza il peso di tradizioni o pregiudizi, si applicano con molto senso pratico finalizzato all'attività. Studiano i metodi di assicurazione descritti dagli autori europei, che propagandano l'assicurazione a spalla e soprattutto la saggezza che consiste nel non cadere mai.
Durante le loro prove pratiche delle assicurazioni, i «Cragmonts» si accorgono subito degli svantaggi considerevoli dell'assicurazione a spalla. Facendo prove con un sacco pieno di sabbia scoprono l'assicurazione dinamica intorno alla vita (hipbelay) e la mettono subito in pratica. Gli studenti affinano sui blocchi da bouldering anche la loro tecnica di arrampicata e dopo breve tempo pensano di applicare la loro abilità su obbiettivi più importanti, andando in cerca di nuove mete.
La loro scelta cade sulla Yosemite Valley, dove ci sono molte possibilita di scalata non sfruttate. Charles Michael indica loro le guglie dei Cathedral Spires, pur ritenendole impossibili. Al Labor Day 1933 Jules Eichorn, Richard Leonard e Bestor Robinson vanno in Yosemite. Il loro programma prevede l'ascensione dell'ardito ago granitico del Higher Cathedral Spire, che spunta dal versante sopra il Cathedral Rock.
Cathedral Spires (flickr)
Per il primo tentativo, la parte più adatta sembra loro quella a monte, alta circa 150 metri. Sulla ripida parete di granito essi vengono confrontati per la prima volta con le difficoltà psichiche insolite dell'andare da capocordata, poiché a Berkeley sui roccioni arrampicavano sempre assicurati dall'alto. Il loro equipaggiamento è incredibilmente sommario: qualche chiodo da falegname, qualche cordino di canapa annodato e una corda da vela di manilla. Ben presto si trovano in difficoltà, perché i chiodi si piegano sotto la sollecitazione e i cordini vengono quasi consumati dall'attrito. Dopo sette ore gli aspiranti scalatori del Higher Spire non riescono più ad andare avanti, ma hanno fatto l'esperienza di non poter conquistare il Higher Spire con quell'attrezzatura.
Ora i «Cragmonts» si trovano di fronte a un grosso problema: negli Stati Uniti non si può comperare materiale alpinistico. La soluzione del problema si trova in Europa, a Monaco, dove August Schuster possiede un commercio con spedizione in tutto il mondo di articoli per l'alpinismo. In quegli anni dopo la crisi economica i soldi sono scarsi e i tre devono risparmiare duramente per i chiodi da ordinare a Monaco con quei prezzi esorbitanti. Ma gli arrampicatori sono così entusiasti, che continuano a studiare con una lente le fotografie delle lisce successioni di placche del Higher Cathedral Spire. Finalmente arrivano i sospirati chiodi e moschettoni e vengono subito provati a Indian Rock. Poi con le nuove attrezzature i tre vanno immediatamente a compiere un altro tentativo al Higher Cathedral Spire.
Ma si scontrano subito con nuove difficoltà. Jules Eichorn arrampica con una corda sola, che fa molto attrito nei chiodi. Si ricorda tuttavia di un metodo di cui aveva letto la descrizione nel libro «Moderne Felstechnik» di Leo Maduschka e allora applica il sistema della doppia corda, aiutandosi con la trazione sui chiodi e fabbricandosi staffe di cordino. Così gli scalatori arrivano fino a metà parete, ma hanno troppo poco materiale e troppo poco tempo per raggiungere la vetta.
Nell'aprile del 1934 i «Cragmonts» compiono un nuovo tentativo. Questa volta vengono accompagnati fino all'attacco da un gruppo del Sierra Club, al quale si è unito lo stesso presidente Francis Farquhar per assistere allo spettacolo. Poiché i chiodi dell'anno precedente sono stati lasciati in posto, gli scalatori guadagnano quota rapidamente; del resto nel frattempo hanno imparato bene anche il sistema di progressione con la doppia corda. Alla fine della giornata Jules Eichorn, Richard Leonard e Bestor Robinson raggiungono la vetta del Higher Cathedral Spire, compiendo così la prima ascensione difficile dello Yosemite: la via allora era forse di A1/5.6, oggi di solito viene salita in libera ed è valutata 5.8 cioè VI- UIAA.
Jules Eichorn sulla cima della Higher Cathedral Spire, prima ascensione
Bestor Robinson sulla cima della Higher Cathedral Spire, prima ascensione
Herbert B. Blanks, Boynton Kaiser ed Elliot Sawyer sulla cima della Higher Cathedral Spire, seconda ascensione
Pochi mesi dopo, la stessa cordata riesce a salire anche il vicino torrione gemello del Lower Cathedral Spire.
Ancora più interessante e grandioso nelle proporzioni si presenta il Lost Arrow, con una parete di 500 metri che precipita sullo Yosemite Village. La guglia è al centro di un'antica leggenda. Dal margine dell'altipiano, la fanciulla indiana Tee-hee-neh si era calata fino all'intaglio del Lost Arrow, per ritrovare il cadavere del suo amico Kos-soo-kah. Per risalire al bordo dell'altipiano, l'aiutarono gli indiani della tribù, che la ricuperarono insieme all'amico morto con la corda di cuoio di cervo servitale per calarsi. Ma, di ritorno dalla sua gente, Tee-hee-neh morì di crepacuore per la scomparsa dell'amato.
Già nel 1935 alcuni alpinisti, fra i quali anche Richard Leonard, avevano esarninato il Lost Arrow dallo Yosemite Point. La scalata diretta del Lost Arrow appariva trappo difficile per un tentativo.
Del resto le altre vie aperte in quegli anni in Yosemite non si svolgono su pareti così spettacolari. L'itinerario più notevole fra questi è la via normale delle Royal Arches, aperta nell'ottobre del 1936 da Morgan Harris, Ken Adam e Kenneth Davis, che oggi grazie alle sue difficoltà moderate (5.6) è fra le più frequentate dello Yosemite.
Nel 1937 Richard Leonard e Dave Brower tentano la parete verso valle del Lost Arrow, solcata da una serie di camini; rinunciano tuttavia dopo un centinaio di metri per le difficoltà che sembrano loro troppo elevate e così Lost Arrow viene lasciato in pace ancora per qualche anno.
Comunque negli Anni Trenta l'arrampicata nello Yosemite si stava sviluppando, benché naturalmente non al livello delle ascensioni che nelle Dolomiti ebbero in quegli anni il loro periodo d'oro: basti pensare a quanto realizzarono scalatori italiani come Andrich, Detassis, Carlesso, Comici e Vinatzer, che già sapevano combinare una grande abilità in arrampicata libera con l'uso raffinato di corda e chiodi. Pareti come la sud della Torre Trieste e la nord della Cima Grande di Lavaredo sana state prestazioni di punta di un'epoca grandiosa. Allora i californiani erano ancora molta indietro rispetto all'Europa. Gli arrampicatori non superavano la trentina e le difficoltà più alte superate si aggiravano intorno al V grado.
(continua)
Dal Half Dome al Higher Cathedral Spire
[testo principale tratto da "Yosemite" di Reinhard Karl]
[fotografie da www.supertopo.com, se non diversamente specificato]
Quando verso la metà del secolo scorso un numero sempre crescente di persone conosce la Yosemite Valley, sono tutti colpiti da un massiccio roccioso caratteristico in fondo alla valle. E' il Half Dome, la cui strana cupola di granito da un lato sembra tagliata da un'ascia gigantesca, mentre dagli altri è rivestito di placche tali da sembrare inaccessibile.
Half Dome (da www.images-photography-pictures.net)
II geologo Josiah Whitney nel 1865 è assolutamente sicuro che il Half Dome resterà l'unica cima che non verrà mai salita in Yosemite.
Solo pochi anni dopo, il colosso di granito risveglia la curiosità di John Conway, un colono residente in valle. Accompagnato da alcuni adolescenti,nel 1871 Conway si dirige verso il lato orientale del massiccio, che sembra presentare le migliori possibilità di salita. Uno dei giovani si azzarda su per le placche con una corda, ma non riesce a trovare nessun punto per fissarla. Comprendono rapidamente che per queste placche occorre altro e tornano indietro.
Nel 1875 lo scozzese George Anderson va a esaminare il Half Dome da vicino e trova subito la soluzione del problema, e cioè il bulino. Del resto lui ha esperienza con questi attrezzi, perché costruisce strade.
Senza gli ostacoli di natura etica che oggi tormentano gli scalatori, Anderson si mette al lavoro e perfora un buco dopo l'altro nelle placche di granito; poi con l'aiuto di fittoni di ferro e di scale di corda riesce a raggiungere la cima. George Anderson è la prima persona che mette piede sul Half Dome e dopo solo 10 anni confuta l'affermazione categorica di Whitney.
[La salita ha aspetti rocamboleschi; il San Francisco Chronicle (27 Luglio 1879, p. 1) riporta che Anderson cercò di arrampicarsi prima con le calze, poi a piedi nudi, poi indossando sacchetti pieni di pece legati attorno alle ginocchia, poi con dei mocassini con le suole spalmate di resina di pino. L'ultimo metodo si rivelò il più efficace, ma comunque produsse scarsi risultati; Anderson si trovò nella condizione di non poter più tornare sui suoi passi, in chiaro rischio di vita. Alla fine riuscì nell'impresa utilizzando una corda e 40-50 fittoni di ferro con un occhiello a cui assicurare la corda.]
George Anderson (il quarto da sinistra)
uno dei fittoni usati da Anderson
George Anderson (il primo da sinistra) assieme ad alcuni dei primi turisti che calcarono la cima dell'Half Dome
(disegno autoritratto di A. Phimister Proctor mentre lancia un lazo per oltrepassare un tratto con fittoni mancanti durante la salita del 1884)
[La storia delle prime salite all'Half Dome è raccontata con estremo dettaglio e diversi particolari curiosi qui:
http://www.stanford.edu/~galic/history/halfdome/
http://www.stanford.edu/~galic/history/halfdome/index2.html]
Nei venti anni che seguono, l'ascensione riesce ancora a diversi gruppi, utilizzando i fittoni lasciati da Anderson.
[Anderson, che vive sui monti quasi come un eremita, accompagna occasionalmente dei turisti in cima al Dome e si preoccupa di manutenere l'attrezzatura che consente l'ascensione, sostituendo le corde fisse che agevolano la salita. Arriva anche a progettare una scala con gradini di legno per rendere il percorso più agevole]
George Anderson sul Half Dome (dettaglio di una foto scattata da S. C. Walker nel 1877)
Quando il monolito attira sempre più conquistatori, il governo della California proibisce l'ascensione, sotto il pretesto che sia troppo pericolosa, e fa togliere i fittoni di ferro.
Dopo l'istituzione del Parco Nazionale nel 1864, Yosemite è divenuta un'attrazione per i turisti. La pubblicità fatta da John Muir convoglia verso il parco molti amanti della natura e persone in cerca di riposo.
John Muir (da http://mrhalfdome.wordpress.com/)
Muir non è solo un focoso sostenitore della protezione della natura, ma anche uno scrittore. Uno dei suoi primi libri, «My first summer in the High Sierra», descrive le sue avventure e le sue osservazioni nei dintorni della Yosemite Valley. Nel 1892 fonda il Sierra Club, i cui soci compiono escursioni nello Yosemite. Il Sierra Club si era costituito con fini soprattutto protezionistici e quindi le sue escursioni avevano mete più naturalistiche che alpinistiche. Va notato che invece i club alpini tedesco e austriaco avevano già dall'inizio finalità alpinistiche e di valorizzazione delle Alpi (la protezione della natura come compito istituzionale è stato introdotta dal DAV solo da cinquant'anni). Gli appassionati della montagna appartenenti al Sierra Club compiono fino agli Anni Venti lunghe escursioni in montagna, salendo al massimo qualche cima facile.
Nel 1910 l'alpinista tedesco Robert Liefmann descrive nell'annuario del DOAV il suo viaggio in America, durante il quale aveva visitato anche la Yosemite Valley. Liefmann racconta del Sentinel Dome, del North Dome e del Liberty Cap come mete facilmente raggiungibili, ma nel complesso non è particolarmente entusiasta delle possibilità alpinistiche dello Yosemite, benché abbia notato le guglie inaccesse dei Cathedral Spires.
Mentre più a nord in Canada sta iniziando il periodo d'oro dell'alpinismo nelle Rocky Mountains, nella Yosemite Valley nessuno ancora sta pensando di arrampicare. Il solo che si distingue negli anni dopo la prima guerra mondiale come alpinista é Charles Michael, il postino dello Yosemite. Sale più o meno tutto quello che appare possibile scalare senza corda né chiodi. Sui Lower Brother c'è una via che oggi è stata dedicata a lui: Michael's Ledge.
Nel 1931 Robert Underhill incontra amici alpinisti del Sierra Club. Underhill aveva già compiuto numerose ascensioni, anche nelle Alpi, e descrive nel bollettino del Sierra Club l'uso della corda, fino ad allora ignoto ai soci del Club. Per iniziativa di Francis Farquhar, Underhill organizza i primi corsi di arrampicata per il Sierra Club.
Più o meno negli stessi anni si riuniscono a Berkeley alcuni studenti e fondano il Cragmont Climbers Club, diretto dallo studente in legge Richard Leonard. L'arrampicata su roccia diviene un argomento di interesse per gli alpinisti californiani, costituendo la radice per un ampio sviluppo futuro.
Richard Leonard (le asole vicine al colletto della camicia gli servivano per riporvi i chiodi)
Piccoli roccioni da bouldering, gli Indian Rocks presso Berkeley diventano il luogo di allenamento dei «Cragmonts». Senza il peso di tradizioni o pregiudizi, si applicano con molto senso pratico finalizzato all'attività. Studiano i metodi di assicurazione descritti dagli autori europei, che propagandano l'assicurazione a spalla e soprattutto la saggezza che consiste nel non cadere mai.
Durante le loro prove pratiche delle assicurazioni, i «Cragmonts» si accorgono subito degli svantaggi considerevoli dell'assicurazione a spalla. Facendo prove con un sacco pieno di sabbia scoprono l'assicurazione dinamica intorno alla vita (hipbelay) e la mettono subito in pratica. Gli studenti affinano sui blocchi da bouldering anche la loro tecnica di arrampicata e dopo breve tempo pensano di applicare la loro abilità su obbiettivi più importanti, andando in cerca di nuove mete.
La loro scelta cade sulla Yosemite Valley, dove ci sono molte possibilita di scalata non sfruttate. Charles Michael indica loro le guglie dei Cathedral Spires, pur ritenendole impossibili. Al Labor Day 1933 Jules Eichorn, Richard Leonard e Bestor Robinson vanno in Yosemite. Il loro programma prevede l'ascensione dell'ardito ago granitico del Higher Cathedral Spire, che spunta dal versante sopra il Cathedral Rock.
Cathedral Spires (flickr)
Per il primo tentativo, la parte più adatta sembra loro quella a monte, alta circa 150 metri. Sulla ripida parete di granito essi vengono confrontati per la prima volta con le difficoltà psichiche insolite dell'andare da capocordata, poiché a Berkeley sui roccioni arrampicavano sempre assicurati dall'alto. Il loro equipaggiamento è incredibilmente sommario: qualche chiodo da falegname, qualche cordino di canapa annodato e una corda da vela di manilla. Ben presto si trovano in difficoltà, perché i chiodi si piegano sotto la sollecitazione e i cordini vengono quasi consumati dall'attrito. Dopo sette ore gli aspiranti scalatori del Higher Spire non riescono più ad andare avanti, ma hanno fatto l'esperienza di non poter conquistare il Higher Spire con quell'attrezzatura.
Ora i «Cragmonts» si trovano di fronte a un grosso problema: negli Stati Uniti non si può comperare materiale alpinistico. La soluzione del problema si trova in Europa, a Monaco, dove August Schuster possiede un commercio con spedizione in tutto il mondo di articoli per l'alpinismo. In quegli anni dopo la crisi economica i soldi sono scarsi e i tre devono risparmiare duramente per i chiodi da ordinare a Monaco con quei prezzi esorbitanti. Ma gli arrampicatori sono così entusiasti, che continuano a studiare con una lente le fotografie delle lisce successioni di placche del Higher Cathedral Spire. Finalmente arrivano i sospirati chiodi e moschettoni e vengono subito provati a Indian Rock. Poi con le nuove attrezzature i tre vanno immediatamente a compiere un altro tentativo al Higher Cathedral Spire.
Ma si scontrano subito con nuove difficoltà. Jules Eichorn arrampica con una corda sola, che fa molto attrito nei chiodi. Si ricorda tuttavia di un metodo di cui aveva letto la descrizione nel libro «Moderne Felstechnik» di Leo Maduschka e allora applica il sistema della doppia corda, aiutandosi con la trazione sui chiodi e fabbricandosi staffe di cordino. Così gli scalatori arrivano fino a metà parete, ma hanno troppo poco materiale e troppo poco tempo per raggiungere la vetta.
Nell'aprile del 1934 i «Cragmonts» compiono un nuovo tentativo. Questa volta vengono accompagnati fino all'attacco da un gruppo del Sierra Club, al quale si è unito lo stesso presidente Francis Farquhar per assistere allo spettacolo. Poiché i chiodi dell'anno precedente sono stati lasciati in posto, gli scalatori guadagnano quota rapidamente; del resto nel frattempo hanno imparato bene anche il sistema di progressione con la doppia corda. Alla fine della giornata Jules Eichorn, Richard Leonard e Bestor Robinson raggiungono la vetta del Higher Cathedral Spire, compiendo così la prima ascensione difficile dello Yosemite: la via allora era forse di A1/5.6, oggi di solito viene salita in libera ed è valutata 5.8 cioè VI- UIAA.
Jules Eichorn sulla cima della Higher Cathedral Spire, prima ascensione
Bestor Robinson sulla cima della Higher Cathedral Spire, prima ascensione
Herbert B. Blanks, Boynton Kaiser ed Elliot Sawyer sulla cima della Higher Cathedral Spire, seconda ascensione
Pochi mesi dopo, la stessa cordata riesce a salire anche il vicino torrione gemello del Lower Cathedral Spire.
Ancora più interessante e grandioso nelle proporzioni si presenta il Lost Arrow, con una parete di 500 metri che precipita sullo Yosemite Village. La guglia è al centro di un'antica leggenda. Dal margine dell'altipiano, la fanciulla indiana Tee-hee-neh si era calata fino all'intaglio del Lost Arrow, per ritrovare il cadavere del suo amico Kos-soo-kah. Per risalire al bordo dell'altipiano, l'aiutarono gli indiani della tribù, che la ricuperarono insieme all'amico morto con la corda di cuoio di cervo servitale per calarsi. Ma, di ritorno dalla sua gente, Tee-hee-neh morì di crepacuore per la scomparsa dell'amato.
Già nel 1935 alcuni alpinisti, fra i quali anche Richard Leonard, avevano esarninato il Lost Arrow dallo Yosemite Point. La scalata diretta del Lost Arrow appariva trappo difficile per un tentativo.
Del resto le altre vie aperte in quegli anni in Yosemite non si svolgono su pareti così spettacolari. L'itinerario più notevole fra questi è la via normale delle Royal Arches, aperta nell'ottobre del 1936 da Morgan Harris, Ken Adam e Kenneth Davis, che oggi grazie alle sue difficoltà moderate (5.6) è fra le più frequentate dello Yosemite.
Nel 1937 Richard Leonard e Dave Brower tentano la parete verso valle del Lost Arrow, solcata da una serie di camini; rinunciano tuttavia dopo un centinaio di metri per le difficoltà che sembrano loro troppo elevate e così Lost Arrow viene lasciato in pace ancora per qualche anno.
Comunque negli Anni Trenta l'arrampicata nello Yosemite si stava sviluppando, benché naturalmente non al livello delle ascensioni che nelle Dolomiti ebbero in quegli anni il loro periodo d'oro: basti pensare a quanto realizzarono scalatori italiani come Andrich, Detassis, Carlesso, Comici e Vinatzer, che già sapevano combinare una grande abilità in arrampicata libera con l'uso raffinato di corda e chiodi. Pareti come la sud della Torre Trieste e la nord della Cima Grande di Lavaredo sana state prestazioni di punta di un'epoca grandiosa. Allora i californiani erano ancora molta indietro rispetto all'Europa. Gli arrampicatori non superavano la trentina e le difficoltà più alte superate si aggiravano intorno al V grado.
(continua)
Yosemite history (1) :: Commenti
sastra ha scritto:PS: ma il libro di Karl non si trova più'
è proprio per quello che - in parte - lo riporto qua
è un libro bellissimo.
Belle giggio, e in effetti il libro di Karl è una vera chicca . E molto più per il racconto delle sue esperienze sul Capitan che per l'appendice storica, che se non sbaglio non l'ha neanche scritta lui.
Per la storia (e le storie) di Yosemite il non plus ultra resta Camp Four di Steve Roper.
Poi ci sono le memorie di batman, ma quelle sono inedite
Per la storia (e le storie) di Yosemite il non plus ultra resta Camp Four di Steve Roper.
Poi ci sono le memorie di batman, ma quelle sono inedite
Batman ha scritto:
Poi ci sono le memorie di batman, ma quelle sono inedite
da cui al consueto ed abusato:
a te SDPX te fa 'na...
Batman ha scritto:Belle giggio, e in effetti il libro di Karl è una vera chicca . E molto più per il racconto delle sue esperienze sul Capitan che per l'appendice storica, che se non sbaglio non l'ha neanche scritta lui.
Per la storia (e le storie) di Yosemite il non plus ultra resta Camp Four di Steve Roper.
Poi ci sono le memorie di batman, ma quelle sono inedite
Sì, i racconti delle salite sono davvero belli, e anche le foto. In particolare mi ha colpito il capitolo su "Son of Heart".
Non sapevo che l'appendice storica non fosse farina del suo sacco...
Ma le memorie di Batman? Dopo Hellzapoppin ed il Verdon, un bel pillolone su Yosemite? Eh? Eh?
Drugo Lebowsky ha scritto:Batman ha scritto:
Poi ci sono le memorie di batman, ma quelle sono inedite
da cui al consueto ed abusato:
a te SDPX te fa 'na...
Accuso il colpo e soffro in silenzio...
Batman ha scritto:Drugo Lebowsky ha scritto:Batman ha scritto:
Poi ci sono le memorie di batman, ma quelle sono inedite
da cui al consueto ed abusato:
a te SDPX te fa 'na...
Accuso il colpo e soffro in silenzio...
Hai fatto il corso anche a SDPX ?
Bellissimo Giggio grazie veramente
Uno dei tanti posti che mi piacerebbe visitare prima o poi
Una curiosità: quando si vede quella "processione" in salita sull'Half Dome, è la via di Anderson?
ciao!
Uno dei tanti posti che mi piacerebbe visitare prima o poi
Una curiosità: quando si vede quella "processione" in salita sull'Half Dome, è la via di Anderson?
ciao!
alessandro ha scritto:Bellissimo Giggio grazie veramente
Uno dei tanti posti che mi piacerebbe visitare prima o poi
Una curiosità: quando si vede quella "processione" in salita sull'Half Dome, è la via di Anderson?
ciao!
Yes, più o meno, è da dove è salito Anderson.
Batman ha scritto:alessandro ha scritto:Bellissimo Giggio grazie veramente
Uno dei tanti posti che mi piacerebbe visitare prima o poi
Una curiosità: quando si vede quella "processione" in salita sull'Half Dome, è la via di Anderson?
ciao!
Yes, più o meno, è da dove è salito Anderson.
Dove adesso c'e' la ferratona ?
sastra ha scritto:Batman ha scritto:alessandro ha scritto:Bellissimo Giggio grazie veramente
Uno dei tanti posti che mi piacerebbe visitare prima o poi
Una curiosità: quando si vede quella "processione" in salita sull'Half Dome, è la via di Anderson?
ciao!
Yes, più o meno, è da dove è salito Anderson.
Dove adesso c'e' la ferratona ?
Exactamente. Che non è una ferratona ma una scalona vera e propria.
Tornando al libro di Karl: esiste solo in tedesco ? (trovato in vendita usato circa 150 $, sigh)
sastra ha scritto:Tornando al libro di Karl: esiste solo in tedesco ? (trovato in vendita usato circa 150 $, sigh)
no, c'è anche in italiano!
giggio ha scritto:
Non sapevo che l'appendice storica non fosse farina del suo sacco...
C'è scritto grosso così nel libro, pirlùn. All'inizio dell'ultimo capitolo: Yosemite e gli arrampicatori (di Ewald Weiss)
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