Blog sul lavoro in azienda
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Blog sul lavoro in azienda
Sono di nuovo quì: voi sapete chi sono, ma ho aperto un nuovo account per essere anonimo dall'esterno.
Volevo riproporre il link del blog che ho aperto sul lavoro in azienda
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/
Inserirò quì gli aggiornamenti sui post più interessanti.
Volevo riproporre il link del blog che ho aperto sul lavoro in azienda
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Inserirò quì gli aggiornamenti sui post più interessanti.
Corto Maltese- Messaggi : 36
Data d'iscrizione : 10.06.13
Blog sul lavoro in azienda :: Commenti
Re: Blog sul lavoro in azienda
No, io invece non sono d'accordo.
Innanzitutto il lavoro nel pubblico non è sempre così, nella sanità ad esempio medici e infermieri, perennemente sotto organico fanno turni massacranti e in molte università italiane si fa attività sia di ricerca che didattica con pochissimi fondi.
Nella pubblica amministrazione effettivamente questo post conferma il sospetto che sia una area franca di privilegio, ma credo che le cause siano soprattutto politiche: sono i vertici della catena che hanno interesse che le cose si mantangano così, e nel post viene detto. Questo perchè il rimedio per evitare che ciò accada è che ogni capo servizio sia responsabile dei risultati della sua struttura e che debba garantirli: a quel punto dovrebbe perlomeno evitare che si arrivi agli estremi descritti.
Però visto che il modello di una organizzazione basata su questo tipo di meccanismo è proprio il mondo aziendale che descrivo nel blog e che ha di fatto raggiunto livelli di delirio, esclusivamente basati sulle apparenze, sulla "pubblicità del fare", piuttosto che sulla sostanza è ovvio che nessuno all'interno del pubblico si attiva verso tale modello che è evidentemente sclerotico.
Quindi la conclusione per me è che entrambi i modelli sono sbagliati, sono gli estremi di una medaglia fallata: il punto è che ci dovrebbe essere un altro modello che comporti che il lavoro, sia pubblico che privato tenda ad altri obiettivi.
Le organizzazioni lavorative dovrebbero a massimizzare il benessere e la soddisfazione delle persone che sono coinvolte e ci sono molti studi che dimostrano che ciò aumenta la produttività e i risultati delle organizzazioni.
Intervenire solo sul pubblico con operazioni punitive, di fatto renderebbe sclerotico anche quell'ambiente, senza peraltro renderlo più efficace, anche perchè probabilmente applicherebbe mere regole di profitto in ambiti che non devono operare secondo logiche di profitto (lo stanno facendo nella sanità e di fatto siamo arrivati a pressioni sui medici per limitare la prescrizione di farmaci o di interventi diagnostici alzando la soglia, anche rischiando danni alla salute dei pazienti, come esempio di logiche sbagliate).
Grazie all'obiettivo di scrivere e riflettere sul blog, sto approfondendo questi temi e mi sono accorto che c'è una vasta letteratura scientifica su questi temi e ne parlerò nei prossimi post.
Innanzitutto il lavoro nel pubblico non è sempre così, nella sanità ad esempio medici e infermieri, perennemente sotto organico fanno turni massacranti e in molte università italiane si fa attività sia di ricerca che didattica con pochissimi fondi.
Nella pubblica amministrazione effettivamente questo post conferma il sospetto che sia una area franca di privilegio, ma credo che le cause siano soprattutto politiche: sono i vertici della catena che hanno interesse che le cose si mantangano così, e nel post viene detto. Questo perchè il rimedio per evitare che ciò accada è che ogni capo servizio sia responsabile dei risultati della sua struttura e che debba garantirli: a quel punto dovrebbe perlomeno evitare che si arrivi agli estremi descritti.
Però visto che il modello di una organizzazione basata su questo tipo di meccanismo è proprio il mondo aziendale che descrivo nel blog e che ha di fatto raggiunto livelli di delirio, esclusivamente basati sulle apparenze, sulla "pubblicità del fare", piuttosto che sulla sostanza è ovvio che nessuno all'interno del pubblico si attiva verso tale modello che è evidentemente sclerotico.
Quindi la conclusione per me è che entrambi i modelli sono sbagliati, sono gli estremi di una medaglia fallata: il punto è che ci dovrebbe essere un altro modello che comporti che il lavoro, sia pubblico che privato tenda ad altri obiettivi.
Le organizzazioni lavorative dovrebbero a massimizzare il benessere e la soddisfazione delle persone che sono coinvolte e ci sono molti studi che dimostrano che ciò aumenta la produttività e i risultati delle organizzazioni.
Intervenire solo sul pubblico con operazioni punitive, di fatto renderebbe sclerotico anche quell'ambiente, senza peraltro renderlo più efficace, anche perchè probabilmente applicherebbe mere regole di profitto in ambiti che non devono operare secondo logiche di profitto (lo stanno facendo nella sanità e di fatto siamo arrivati a pressioni sui medici per limitare la prescrizione di farmaci o di interventi diagnostici alzando la soglia, anche rischiando danni alla salute dei pazienti, come esempio di logiche sbagliate).
Grazie all'obiettivo di scrivere e riflettere sul blog, sto approfondendo questi temi e mi sono accorto che c'è una vasta letteratura scientifica su questi temi e ne parlerò nei prossimi post.
Una mattina il Dipendente Riluttante deve andare a fare una radiografia, ma si è dimenticato fino all’ultimo di inserire la richiesta di permesso e purtroppo il giorno prima il Responsabile Intermedio ha fissato una serie di presentazioni interne e ha programmato che il Dipendente Riluttante deve parlare per circa mezz’ora dalle 12,30 alle 13,00 proprio in concomitanza con la radiografia......
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/01/cronache-marziane.html
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Fantastica la mania aziendale delle "Job Titles"
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/01/la-mania-dei-job-titles.html
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/01/la-mania-dei-job-titles.html
Quando il capo si interessa del mio carico di lavoro per assegnarmi una mansione che lui ritiene importante e dalla massima priorità, dopo anni e anni di convivenza lavorativa, ho capito che è in arrivo un lavoro beffa.
L’incarico beffa è, per esempio, quel lavoro da svolgere dove non devi fare niente, ma “solo” coordinare e attendere risposte da più reparti che ovviamente tarderanno le consegne o non faranno adeguatamente la loro parte di incarico. La colpa ricadrà su di te in ogni caso, pur non in tuo potere, perché è chiaro che la bassa manovalanza non può alzare la voce con i capi di altri reparti per sollecitare una consegna. Potrai al più ricordare, sollecitare e far presente che sei in attesa che altri svolgano il loro dovere. Un incarico beffa può nascondere un elevato rischio “diplomatico”.......
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/02/la-procedura-uomo-scimmia.html
L’incarico beffa è, per esempio, quel lavoro da svolgere dove non devi fare niente, ma “solo” coordinare e attendere risposte da più reparti che ovviamente tarderanno le consegne o non faranno adeguatamente la loro parte di incarico. La colpa ricadrà su di te in ogni caso, pur non in tuo potere, perché è chiaro che la bassa manovalanza non può alzare la voce con i capi di altri reparti per sollecitare una consegna. Potrai al più ricordare, sollecitare e far presente che sei in attesa che altri svolgano il loro dovere. Un incarico beffa può nascondere un elevato rischio “diplomatico”.......
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/02/la-procedura-uomo-scimmia.html
I mastini della....azienda
Caro Dipendente Riluttante,
.......
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/02/i-mastini-della-guerra.html
Caro Dipendente Riluttante,
ti leggo spesso con interesse e ora ho deciso di scriverti per dare a quanti si affacciano nel mondo del lavoro alcuni consigli, basati sulle esperienze che ho vissuto nella mia travagliata esperienza in tante aziende. Proprio in base a queste esperienze, penso che un giovane e speranzoso laureato che cercasse in questi perigliosi frangenti economici un posto sicuro in un’azienda italiana con l'aspirazione a una luminosa carriera, dovrebbe seguire il seguente piano d'azione, che però nessun "esperto" di sviluppo professionale si sognerebbe mai di suggerire.
.......
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/02/i-mastini-della-guerra.html
L'azienda contro la vita di relazione
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/03/lazienda-e-la-vita-di-relazione.html
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/03/lazienda-e-la-vita-di-relazione.html
Donne con le gonne? Non in azienda!
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/03/lazienda-e-le-donne-esclusivita-e.html
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/03/lazienda-e-le-donne-esclusivita-e.html
Le imprese impossibili? Non esistono in azienda!
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/02/limperatore-e-il-mare.html
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/02/limperatore-e-il-mare.html
Ultimamente ho letto due bei post su due blog che seguo, che si riallacciano a quello che avevo scritto qualche settimana fa. Mi ha colpito soprattutto il primo, che parla della condizione delle madri in azienda, con poche righe che raccontano casi concreti.
Ovviamente questa condizione, come purtroppo ben sappiamo, è difficile in ogni contesto lavorativo, soprattutto quelli caratterizzati dal precariato dilagante, ma ciò che è ancora più grave è che in azienda, anche per posizioni di livello medio e a tempo indeterminato, le madri vengono pesantemente discriminate e a volte anche sottoposte a forme di mobbing, come è descritto bene nel post.....
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/04/essere-madri-in-azienda.html
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/04/essere-madri-in-azienda.html
Torniamo sui presunti parallelismi con il mondo dello sport di cui l'azienda coglie a piene mani immagini, slogan e metafore.
C'è una famosa citazione di Michael Jordan che sicuramente avrete sentito.
"Avrò segnato undici volte canestri vincenti sulla sirena, e altre diciassette volte a meno di dieci secondi alla fine.
"Avrò segnato undici volte canestri vincenti sulla sirena, e altre diciassette volte a meno di dieci secondi alla fine.
Ma nella mia carriera ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, trentasei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte.
Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto".
Tempo addietro avevo letto una serie di lavori scritti assieme di Marino Badiale e Massimo Bontempelli, (per esempio questo e questo) in cui avevo trovato il concetto di “capitalismo assoluto”: il fatto cioè che negli ultimi decenni la logica capitalistica del profitto si è estesa all'intero ambito sociale. Riporto un passaggio tratto da “La Sinistra rivelata”, che sintetizza questi concetti:
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2014/05/lazienda-totale.html
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