Ancora su Gian Piero Motti
Pagina 1 di 2
Pagina 1 di 2 • 1, 2
180412
Ancora su Gian Piero Motti
Il free climbing ha portato gli uomini a schiavitù, dogmi, imposizioni, miti e mitucci dell'uomo-muscolo alla Bronzo di Riace, glorie e gloriuzze, re e reucci di paese...
Non è un tema sorpassato. Soprattutto l'ultimo concetto, sui re e reucci di paese o di vallata, me lo ha fatto venire di nuovo in mente proprio la lettura odierna di alcuni forum di montagna.
E queste parole sono della figura più influente del Nuovo Mattino, Gian Piero Motti, scritte nell'ultima sua testimonianza Arrampicare a Caprie verso la fine del 1982.
La sua persona m'interessa tuttora. Ho cose da dire. Altre, delicatissime, da chiedere. Se troverò il coraggio lo farò.
Non è un tema sorpassato. Soprattutto l'ultimo concetto, sui re e reucci di paese o di vallata, me lo ha fatto venire di nuovo in mente proprio la lettura odierna di alcuni forum di montagna.
E queste parole sono della figura più influente del Nuovo Mattino, Gian Piero Motti, scritte nell'ultima sua testimonianza Arrampicare a Caprie verso la fine del 1982.
La sua persona m'interessa tuttora. Ho cose da dire. Altre, delicatissime, da chiedere. Se troverò il coraggio lo farò.
LucaVi- Messaggi : 3780
Data d'iscrizione : 11.03.12
Località : Cimolais
Ancora su Gian Piero Motti :: Commenti
Va letto nell'ambito del contesto alpinistico dell'epoca.. Ovvero reuccio de noantri(si dice a Roma), visto l'esiguo numero de rampicanti..
E' incredibile ma l'ho sentito di recente con le mie orecchie, un alto esponente del CAI tuonare ancora contro Gian Piero Motti responsabile di avere rovinato l'alpinismo!
comunque hanno ragione. Motti ha certificato l'esistenza delle pippe, mentre prima tutti i montanari erano eroi.
E' chiaro che da fastidio 'sta cosa..
E' chiaro che da fastidio 'sta cosa..
schen ha scritto:comunque hanno ragione. Motti ha certificato l'esistenza delle pippe, mentre prima tutti i montanari erano eroi.
E' chiaro che da fastidio 'sta cosa..
In un certo senso è davvero così.
[quote="LucaVi"]Il free climbing ha portato gli uomini a schiavitù, dogmi, imposizioni, miti e mitucci dell'uomo-muscolo alla Bronzo di Riace, glorie e gloriuzze, re e reucci di paese...
nel libro "I falliti" Motti racconta come "l'uomo utilizza l'arrampicata come mezzo per evadere dalle proprie frustrazioni, ma finisce invece per concentrarvele in una spirale ossessiva: non è infatti distogliendo lo sguardo da sé stessi per fissarlo su una propria passione che si sfugge a ciò che ci si porta dentro."
nel libro "I falliti" Motti racconta come "l'uomo utilizza l'arrampicata come mezzo per evadere dalle proprie frustrazioni, ma finisce invece per concentrarvele in una spirale ossessiva: non è infatti distogliendo lo sguardo da sé stessi per fissarlo su una propria passione che si sfugge a ciò che ci si porta dentro."
Rischio, perché so che la mia domanda sfiora la morbosità e l'indelicatezza.
Ma siccome me la sono posta spesso, ora la rendo semipubblica, in questo nostro nuovo forum.
Perché? Perché uno che era tanto e aveva tanto, si è tolto la vita? Perché Gian Piero Motti, carismatico leader del Nuovo Mattino, un principe nell'arrampicata, l'autore della migliore storia dell'alpinismo, coltissimo e stimatissimo, benestante, ha così deciso?
I piemontesi, notoriamente riservati, di lui hanno detto tutto fin quasi alla sua fine. E io che sono tuttora influenzato da questa grande persona, sono trent'anni che me lo chiedo.
Ma siccome me la sono posta spesso, ora la rendo semipubblica, in questo nostro nuovo forum.
Perché? Perché uno che era tanto e aveva tanto, si è tolto la vita? Perché Gian Piero Motti, carismatico leader del Nuovo Mattino, un principe nell'arrampicata, l'autore della migliore storia dell'alpinismo, coltissimo e stimatissimo, benestante, ha così deciso?
I piemontesi, notoriamente riservati, di lui hanno detto tutto fin quasi alla sua fine. E io che sono tuttora influenzato da questa grande persona, sono trent'anni che me lo chiedo.
A me invece questa domanda specifica non tormenta; nel senso che - pur non comprendendone le ragioni - il suicidio di Motti non mi sembra una cosa così strana.
Molte personalità acute, profonde e sensibili sono anche problematiche, inquiete ed insoddisfatte, ed alcune si sono tolte la vita (David Foster Wallace è il primo esempio che mi viene in mente).
L'avere tanto è soggettivo; chi dispone di molta intelligenza e lucidità riesce forse a vedere quantità di ignoto, negato ed irraggiungibile più grandi rispetto ad altri.
C'è che riesce a fare i conti con quello che manca attraverso il distacco, c'è chi ci riesce con l'empatia, c'è chi forse non si rassegna a perdere qualcosa.
Camus diceva: « Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta ».
Molte personalità acute, profonde e sensibili sono anche problematiche, inquiete ed insoddisfatte, ed alcune si sono tolte la vita (David Foster Wallace è il primo esempio che mi viene in mente).
L'avere tanto è soggettivo; chi dispone di molta intelligenza e lucidità riesce forse a vedere quantità di ignoto, negato ed irraggiungibile più grandi rispetto ad altri.
C'è che riesce a fare i conti con quello che manca attraverso il distacco, c'è chi ci riesce con l'empatia, c'è chi forse non si rassegna a perdere qualcosa.
Camus diceva: « Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta ».
LucaVi ha scritto:Rischio, perché so che la mia domanda sfiora la morbosità e l'indelicatezza.
Ma siccome me la sono posta spesso, ora la rendo semipubblica, in questo nostro nuovo forum.
Perché? Perché uno che era tanto e aveva tanto, si è tolto la vita? Perché Gian Piero Motti, carismatico leader del Nuovo Mattino, un principe nell'arrampicata, l'autore della migliore storia dell'alpinismo, coltissimo e stimatissimo, benestante, ha così deciso?
I piemontesi, notoriamente riservati, di lui hanno detto tutto fin quasi alla sua fine. E io che sono tuttora influenzato da questa grande persona, sono trent'anni che me lo chiedo.
è ciò che mi chiedo anch'io, luca, da sempre, di gian piero motti, come di alexander langer, come di molti altri personaggi o amici che avevo stimato oltremisura, e che hanno seguito più o meno lo stesso percorso ... sbaglierò, ma ho l'impressione che spesso indagare sui perchè della propria e dell'altrui esistenza essendo dotati di cultura, profondità e sensibilità in misura superiore alla media, porti a voler risolvere degli enigmi troppo al di sopra e al di fuori delle capacità umane ... come il voler misurare l'infinito, quasi fosse un tunnel senza via di uscita
sulle ragioni ognuno si è fatto la sua idea. Io mi sono fatto le miae ma mi sono accorto, in un convegno che si era tenuto a Ceresole quasi 15 anni fa, che il solo parlarne fa venire l'orticaria a più d'uno. Quindi mi astengo dall'esporre la mia opinione pubblicamente
M
M
il fatto che nei suoi scritti usasse molti simbolismi, metafore etc... ha fatto sì che questi venissero interpretati nelle maniere più svariate. Un po' come i vangeli, insomma. Per cui anche alla sua morte ho sentito dare i significati più bizzarri. Forse anche il Nuovo Mattino è diventata ormai una religione
TC il tuo è un tranello ma io non ci casco! Ho stabilito che Guerini è OT
Personalmente ricordo ancora con sconcerto la lettura di "Arrampicare a Caprie", in particolare la parte finale con tutti i simbolismi (freudiani?) sul padre e sulla madre. Mi ero fatto un'idea un po'... cosi' (che preferisco non riportare).
Comunque la polemica sua sul rapporto sport-arrampicata-montagna data a molto prima, basta rileggere l'introduzione alla guida della Sbarua dove parla (con un certo astio) del "Reuccio domenicale che volteggia sulle staffe" (si, allora i fighi arrampicavano in artif)...
Comunque la polemica sua sul rapporto sport-arrampicata-montagna data a molto prima, basta rileggere l'introduzione alla guida della Sbarua dove parla (con un certo astio) del "Reuccio domenicale che volteggia sulle staffe" (si, allora i fighi arrampicavano in artif)...
Vigorone ha scritto:Personalmente ricordo ancora con sconcerto la lettura di "Arrampicare a Caprie", in particolare la parte finale con tutti i simbolismi (freudiani?) sul padre e sulla madre. Mi ero fatto un'idea un po'... cosi' (che preferisco non riportare).
Comunque la polemica sua sul rapporto sport-arrampicata-montagna data a molto prima, basta rileggere l'introduzione alla guida della Sbarua dove parla (con un certo astio) del "Reuccio domenicale che volteggia sulle staffe" (si, allora i fighi arrampicavano in artif)...
e adesso quali sarebbero "i fighi"?
MauMau ha scritto:
e adesso quali sarebbero "i fighi"?
Sorry, a parte noi (ovviamente) intendevo dire che se "adesso" (anzi da un po' di anni, diciamo dai fantastici anni '80...) la "moda" e' la libera "allora" era l'artif (cosa che sanno tutti meglio di me, ma sempre bene specificare...).
Vigorone ha scritto:MauMau ha scritto:
e adesso quali sarebbero "i fighi"?
Sorry, a parte noi (ovviamente) intendevo dire che se "adesso" (anzi da un po' di anni, diciamo dai fantastici anni '80...) la "moda" e' la libera "allora" era l'artif (cosa che sanno tutti meglio di me, ma sempre bene specificare...).
Per quello che mi ricordo, negli anni 70 era "figo" chi faceva l'A0 gia le staffe erano viste male.
Personalmente penso che gli scritti di Motti, hanno avvisato di cosa poteva succedere,questo "riservato a chi aveva una levatura culturale maggiore.
Penso proprio che ci sia rimasto molto male a vedere un "Nuovo Mattino" solo di facciata......
flaviop ha scritto:
Per quello che mi ricordo, negli anni 70 era "figo" chi faceva l'A0 gia le staffe erano viste male.
La guida della Sbarua e' del '67
Vigorone ha scritto:flaviop ha scritto:
Per quello che mi ricordo, negli anni 70 era "figo" chi faceva l'A0 gia le staffe erano viste male.
La guida della Sbarua e' del '67
Ma sono abituato a parlare di quello che ho visto, non di quello che ho letto...
Non ho sotto mano il libro sul Nuovo Mattino di Enrico Camanni. Dice qualcosa a proposito dell'"ultimo" Gian Piero Motti?
Purtroppo il libro deve ancora raggiungermi a casa ( ) appeno lo recupero ci dò un'occhiata. In rete ho trovato l'indice
Indice
7 INTRODUZIONE
17 I GIORNI PICCOLI
19 La fuga dalle frustrazioni
Armando Biancardi
22 Riflessioni
Gian Piero Motti
26 I falliti
Gian Piero Motti
30 Due anni e mezzo di crisi
Alessandro Gogna
35 L'ONDA DELLA TRASGRESSIONE
37 Ritorno ai monti
Reinhold Messner
40 Tutti lottavamo per la libertà
Reinhard Karl
44 Maturità classica o sul valore
dell'esperienza
Andrea Gobetti
48 Neo alpinista
Paolo Masa
51 IL MITO AMERICANO
55 Il Nuovo Mattino
Gian Piero Motti
62 La peste si diffuse
Reinhard Karl
67 Un salvataggio, un'avventura
Gary Hemming
77 LA GEOGRAFIA DEL MOVIMENTO
79 Il sole nasce in Valle dell'Orco
Nanni Villani
86 Il miracolo della Val di Mello
Giuseppe Miotti
92 Il Sassista
Gruppo Sassisti
94 Il libero cielo triestino
Piero Spirito
100 La pace con l'alpe
Walter Giuliano
102 In montagna si può...
Carlo Possa
104 Il vento leggero del Mediterraneo
Gianni Battimelli
113 LA VOCE DEI TESTIMONI
114 Andrea Gobetti:
non volevamo morire idioti
122 Alessandro Gogna:
il '68 fatto sulle montagne
127 Ettore Pagani:
ognuno pensava di essere immortale
131 Roberto Bonelli:
eravamo cordialmente antipatici
135 Massimo Demichela:
contro l'elitarismo della stupidità
138 Ugo Manera:
e Caporal fu
143 Ivan Guerini:
la luce lontana dei cambiamenti
148 Giuseppe Miotti:
eravamo come bambini
153 Jacopo Merizzi:
una tempesta di donne nude
157 Tony Klingendrath: l'ultimo grande
movimento ottimista dell'Occidente
161 Lamberto Camurri:
una ricerca estetica
163 I TESTIMONI SENZA PAROLA
166 Le due vite di Guido Rossa
Enrico Camanni
185 RASSEGNA ALTERNATIVA
186 Eskimo, corda e penna
Enrico Camanni
192 Schegge di provocazione
Giuseppe Miotti
192 Alpinismo nuovo
Franco Brevini
196 Il Club Alpino Accademico Italiano:
«comodo teatrino per vanitose nullità»
Franco Brevini
199 Occasione perduta, occasione trovata
Mauro Mattioli
207 CONCLUSIONI:
L'ASSIMILAZIONE DELL'UTOPIA
213 FONTI BIBLIOGRAFICHE
Indice
7 INTRODUZIONE
17 I GIORNI PICCOLI
19 La fuga dalle frustrazioni
Armando Biancardi
22 Riflessioni
Gian Piero Motti
26 I falliti
Gian Piero Motti
30 Due anni e mezzo di crisi
Alessandro Gogna
35 L'ONDA DELLA TRASGRESSIONE
37 Ritorno ai monti
Reinhold Messner
40 Tutti lottavamo per la libertà
Reinhard Karl
44 Maturità classica o sul valore
dell'esperienza
Andrea Gobetti
48 Neo alpinista
Paolo Masa
51 IL MITO AMERICANO
55 Il Nuovo Mattino
Gian Piero Motti
62 La peste si diffuse
Reinhard Karl
67 Un salvataggio, un'avventura
Gary Hemming
77 LA GEOGRAFIA DEL MOVIMENTO
79 Il sole nasce in Valle dell'Orco
Nanni Villani
86 Il miracolo della Val di Mello
Giuseppe Miotti
92 Il Sassista
Gruppo Sassisti
94 Il libero cielo triestino
Piero Spirito
100 La pace con l'alpe
Walter Giuliano
102 In montagna si può...
Carlo Possa
104 Il vento leggero del Mediterraneo
Gianni Battimelli
113 LA VOCE DEI TESTIMONI
114 Andrea Gobetti:
non volevamo morire idioti
122 Alessandro Gogna:
il '68 fatto sulle montagne
127 Ettore Pagani:
ognuno pensava di essere immortale
131 Roberto Bonelli:
eravamo cordialmente antipatici
135 Massimo Demichela:
contro l'elitarismo della stupidità
138 Ugo Manera:
e Caporal fu
143 Ivan Guerini:
la luce lontana dei cambiamenti
148 Giuseppe Miotti:
eravamo come bambini
153 Jacopo Merizzi:
una tempesta di donne nude
157 Tony Klingendrath: l'ultimo grande
movimento ottimista dell'Occidente
161 Lamberto Camurri:
una ricerca estetica
163 I TESTIMONI SENZA PAROLA
166 Le due vite di Guido Rossa
Enrico Camanni
185 RASSEGNA ALTERNATIVA
186 Eskimo, corda e penna
Enrico Camanni
192 Schegge di provocazione
Giuseppe Miotti
192 Alpinismo nuovo
Franco Brevini
196 Il Club Alpino Accademico Italiano:
«comodo teatrino per vanitose nullità»
Franco Brevini
199 Occasione perduta, occasione trovata
Mauro Mattioli
207 CONCLUSIONI:
L'ASSIMILAZIONE DELL'UTOPIA
213 FONTI BIBLIOGRAFICHE
Pagina 1 di 2 • 1, 2
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
|
|