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Bavella (Corsica)

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Messaggio  MauMau Mar Mag 08, 2012 10:26 pm

Ho scambiato qualche considerazione in privato con Paolo, che ho incontrato lì, ed ho pensato di condividere qualche pensiero.

Sono appena rientrato dall'ennesima campagna di Corsica. Oramai, dopo tanti anni (la prima volta ci son stato 22 anni fa), vado solo più a Bavella perchè penso che sia uno dei luoghi più magici del granito Europeo. Volevo dire il più bello, ma ovviamente non l'ho scritto e solo pensato. Wink Sebbene su queste rocce abbia aperto due vie e mezzo, quasi tre e mezzo, più ripetute una decina, non posso certo dirmi parte della storia di questo luogo che appartiene per cuore ad altri. Prendete dunque queste righe come parere di un semplice appassionato del luogo. Dicono: avvicinamenti complicati, vie ingaggiose, difficili da trovare, discese difficili, rovi, zecche, serpenti, acqua sulle placche scivolose, se prendi un temporale sei fottuto. E poi fessure faticose, placche lisce e senza prese, tafoni fragili. Forse tutto vero, forse per questo il luogo non diventerà mai alla moda, ammesso che questo sia importante...

Ma anche no, tutto è relativo. io ho visto un luogo cambiare, e se è vero che gente non ce n'è molta in più che un tempo, non si può far finta di niente sull'opera ciclopica di spittatura portata avanti dai marsigliesi in questo ultimo decennio. Spit ovunque, sulle placche ma anche tanti, troppi, nelle fessure. E sulle cenge, persino. Vie non banali, certo, finanche belle e bellissime, ma comunque più spittate che sulle Aiguilles. Quelle di Cham, intendo. Chje già avevano troppi spit, secondo qualcuno. Forse i marsigliesi volevano portare tout le monde in Corsica, e gente sicuramente ce n'è di più, i sentieri ora son segnati (per chi li conosce), ma certo non c'è stato il boom.

Io che ho conosciuto Bavella prima, ai tempi in cui ci volevano tre giorni prima di riuscire a capire come arrivare sano all'attacco delle Teghie (io tanti ce ne ho messi), ai tempi in cui speravi di non incontrare un corso per non dover spiegare perchè eri lì... mi fa un po' strano comprendere del perchè i locals storici, così sfrontatamente gelosi della loro terra, così convinti di doverla preservare dall'assalto delle masse al punto di dover nascondere i sentieri, abbiano permesso un simile cambiamento nel giro di soli 10 anni. Fino a qualche anno fa, sulla guida del sito, campeggiava la scritta che era vietato a chiunque di aprire vie. Tradizionali perchè potevano essere pericolose, ed i locals non gradivano. Sportive perchè non erano "in sintonia" con il luogo. Morale, era chiaro che non volevano scocciatori non autorizzati... mrgreen

Dopo che due anni fa, colti dalla pioggia quasi non riuscivamo a scendere dalle placche bagnate, questa volta siamo andati all'attacco con le scarpe dalla suola speciale. Ci siamo gongolati al pensiero del "non tutti salgono di qui senza queste scarpe" ma poi, mentre il mio compagno imprecava contro l'ennesimo tratto liscio ed io mi sorbivo le solite tre ore in sosta... sotto ho sentito un rumore nella macchia ed ho guardato giù pensando fosse un cinghiale. Tanto, ero convinto, nessun umano viene su da queste parti. . Sono rimasto sbalordito nel vedere una bionda che saliva in collant e bikini, ma soprattutto con le scarpette da tennis da passeggio di tela azzurrine... Ho detto al mio compagno "guarda un po' giù..."

Con le pive nel sacco siamo poi scesi bastonati e siamo saliti per cercare la bionda... era là che provava Delicatessen con suo lui, sotto la pioggia. I rinvii li lasciavano in parete, la corda la nascondevano, ogni giorno andavano su e giù leggeri per lavorare la via Shocked
Abbiamo salutato frettolosamente ed un po' imbarazzati, considerato che non sembravano gradire molto la nostra presenza, e ci siamo infilati nella macchia verso la Punta Lunarda. Senza sentiero, sotto la pioggia, ne siamo usciti tutti graffiati dopo un numero imprecisato di scivoloni e strisciamenti tipo giungla. Tornando, i due erano ancora lì, sul tiro di ottobippiù e, cosniderato che sembrava avessimo appena lottato con un mastino napoletano in una pozzanghera, ci hanno guardato con commiserazione. In quel momento ho avuto la netta sensazione di essere fuori luogo, fuori tempo. Oppure ci son due Corsica, due Bavella, non so più. Lo so bene che col tempo i luoghi perdono la propria anima originaria, ma ho anche la certezza che in fondo tutto dipenda da te.

Sulla cima della nostra via, ci siamo trovati al cospetto di un caos di pareti, molte delle quali inesplorate. Alcune non si sa neanche bene come arrivarci, e nessuno ci ha ancora pensato. Tre, quattro ora di macchia. Ma col machete. Con lo sguardo perso su questo oceano di granito è arrivato un urlo a scuotere l'aria. Ci abbiamo messo un po' a capire che non era uno che precipitava dal Dos de l'Elephant ma i francesi che avevano sbagliato per l'ennesima volta l'ottobippiù...
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Messaggio  paolo75 Mer Mag 09, 2012 11:44 pm

Quando ho visto questo post ho pensato: no! perchè parlarne? perchè fare pubblicità? E' così bello andare a scalare, la mattina, senza la preoccupazione di poter trovare qualcuno in via.
Ma poi chi se ne frega. Se ne è parlato tanto, già, e i più non ci vanno comunque, continueranno a non andarci. Un po' come dici tu. Troppo scomodo, troppo incerto, troppo faticoso, troppa placca, troppe fessure, troppo lunga la chiodatura certe volte, quando sei con i piedi spalmati e le mani sul niente (grazie Checco mrgreen ), troppo alto il rischio di ritrovarsi a vagare per ore, nella fottuta jungla, seguendo ometti che portano ovunque, chissà dove. Troppi i graffi e i buchi sulle braccia e sulle gambe, piene di sangue dopo le mezze giornate passate a lottare con la macchia. Come gli strappi che mi hanno ridotto letteralmente a brandelli i pantaloni, così che ho dovuto tenerli assieme con il nastro, per non restare in mutande, e con quelli sono andato a fare la spesa alla despar di Solenzara.
Ci vuole pazienza, e un po' di tempo, per iniziare a godersela come si deve - dopo aver capito, per esempio, che i tempi di avvicinamento riportati sulle guide sono sottostimati spesso di un'ora buona (su due!), e aver accettato il fatto che a volte serve un giorno per trovare la via, e solo il giorno successivo si potrà tornare per scalarla. E ci sono tanti altri posti, molto più comodi, in tanti sensi, che anche se meno belli continueranno a essere preferiti. Anche se poi, quando si sbuca dalla macchia, alla fine della lotta, quello che ci si ritrova davanti ripaga sempre ampiamente, della fatica fatta.

Ma la cosa più incredibile è questa:

Sulla cima della nostra via, ci siamo trovati al cospetto di un caos di pareti, molte delle quali inesplorate. Alcune non si sa neanche bene come arrivarci, e nessuno ci ha ancora pensato.

Incredibile, quando sbuchi sulla cima della via, e ti rendi conto che sei praticamente all'inizio di un mondo. Che resterà probabilmente "inesplorato" (dal punto di vista dell'arrampicata), perchè chi cavolo si caccia su per di là, quando già quaggiù (a non più di due ore dalla strada, voglio dire) c'è già molto più di quello che serve. Mi chiedo quanti posti ancora ci siano, pur così accessibili, di cui si possa dire la stessa cosa.

I miei due cent.

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Messaggio  Batman Gio Mag 10, 2012 9:53 am

MauMau ha scritto:
Oppure ci son due Corsica, due Bavella, non so più. Lo so bene che col tempo i luoghi perdono la propria anima originaria, ma ho anche la certezza che in fondo tutto dipenda da te.

Sulla cima della nostra via, ci siamo trovati al cospetto di un caos di pareti, molte delle quali inesplorate. Alcune non si sa neanche bene come arrivarci, e nessuno ci ha ancora pensato. Tre, quattro ora di macchia. Ma col machete. Con lo sguardo perso su questo oceano di granito è arrivato un urlo a scuotere l'aria. Ci abbiamo messo un po' a capire che non era uno che precipitava dal Dos de l'Elephant ma i francesi che avevano sbagliato per l'ennesima volta l'ottobippiù...

Forse ci sono due Bavella. Ma la seconda, quella dei climber in collant che lavorano l'ottobippiù e guardano schifati quelli che hanno lottato ore nella macchia, è limitata a due-tre spot alla moda. Togli il Dos d'Elephant, Jeef, Delicatessen e magari Octogenese, e nessuno sa cosa altro c'è, e dove sta.
Secondo voi quante ripetizioni hanno le vie della Taula?
La mia domanda è un'altra, parallela, e prima di tutto la faccio a me stesso, ma la giro anche a chi ama la "prima" Bavella; perché, alla fine, non ci sono/non ci siamo mai andato/i (non a Bavella, alla Taula)?
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Messaggio  paolo75 Gio Mag 10, 2012 11:02 am

Batman ha scritto:[Secondo voi quante ripetizioni hanno le vie della Taula?
La mia domanda è un'altra, parallela, e prima di tutto la faccio a me stesso, ma la giro anche a chi ama la "prima" Bavella; perché, alla fine, non ci sono/non ci siamo mai andato/i (non a Bavella, alla Taula)?

Come dicevo anche a Mau, quest'anno è il quarto anno consecutivo che ci vado (ok uno quasi non ho scalato), e il primo in cui mi fermo per più di 4 giorni: ho finalmente iniziato a capirci qualcosa, ad avere un po' più chiara (non veramente chiara, diciamo meno oscura) la geografia del posto, la disposizione delle pareti, dei sentieri, i nomi dei fiumi etc.

Mi sono messo con il dizionario e ho provato a decifrare la guida ad acquarelli di Fenouil. E ho fatto scoperte interessanti, delle quali volevo anche scriverti. Ho sempre pensato alla Bavella come un posto per arrampicata sportiva, invece quest'anno sono stato su una via di Quilici, sulla est della Tafunata, praticamente senza spit, e con qualche tratto di roccia così così. E dopo averci messo un pezzo per trovarla, ne siamo pure scesi, scornati, perchè ci mancavano "i mezzi" per passare (Bavella (Corsica) 2698994151 ). E poi ho scoperto che sul Candellu c'è una via aperta da Quilici con Afanasieff (sarà lo stesso? immagino di sì), a 4 ore di cammino, che probabilmente quindi saranno 7-8. E poi altre, su una punta di cui non ricordo il nome, dove serve un giorno per arrivarci, e delle quali Fenouil riporta solo un vago tracciato. E diversa roba trad, che magari tu conoscevi già perchè sai il francese e ti eri letto la guidina grigia, che per chi il francese non lo sa è indecifrabile. E un po' alla volta ho intenzione di andare a vedere, di sicuro!

Insomma secondo me, come dicevo, serve tempo, e pazienza, e con magari un ponte di 3-4 giorni, come succede spesso, è un posto un po' difficile, da gestire e da gustare.
Quest'anno ho preso 2 ponti, 11 giorni, e mi sono detto: così mi tolgo qualche soddisfazione, e per un po' posso evitare di andarci.
Invece è successo il contrario: ora che finalmente inizio a capire, non vedo l'ora di tornarci, sto continuando a studiarmi le guide, e già penso a qualche via esposta a nord, per quest'estate! è un mondo, non finirà mai. Laughing
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Messaggio  Batman Gio Mag 10, 2012 11:57 am

paolo75 ha scritto:
Batman ha scritto:[Secondo voi quante ripetizioni hanno le vie della Taula?
La mia domanda è un'altra, parallela, e prima di tutto la faccio a me stesso, ma la giro anche a chi ama la "prima" Bavella; perché, alla fine, non ci sono/non ci siamo mai andato/i (non a Bavella, alla Taula)?

Come dicevo anche a Mau, quest'anno è il quarto anno consecutivo che ci vado (ok uno quasi non ho scalato), e il primo in cui mi fermo per più di 4 giorni: ho finalmente iniziato a capirci qualcosa, ad avere un po' più chiara (non veramente chiara, diciamo meno oscura) la geografia del posto, la disposizione delle pareti, dei sentieri, i nomi dei fiumi etc.

Mi sono messo con il dizionario e ho provato a decifrare la guida ad acquarelli di Fenouil. E ho fatto scoperte interessanti, delle quali volevo anche scriverti. Ho sempre pensato alla Bavella come un posto per arrampicata sportiva, invece quest'anno sono stato su una via di Quilici, sulla est della Tafunata, praticamente senza spit, e con qualche tratto di roccia così così. E dopo averci messo un pezzo per trovarla, ne siamo pure scesi, scornati, perchè ci mancavano "i mezzi" per passare (Bavella (Corsica) 2698994151 ). E poi ho scoperto che sul Candellu c'è una via aperta da Quilici con Afanasieff (sarà lo stesso? immagino di sì), a 4 ore di cammino, che probabilmente quindi saranno 7-8. E poi altre, su una punta di cui non ricordo il nome, dove serve un giorno per arrivarci, e delle quali Fenouil riporta solo un vago tracciato. E diversa roba trad, che magari tu conoscevi già perchè sai il francese e ti eri letto la guidina grigia, che per chi il francese non lo sa è indecifrabile. E un po' alla volta ho intenzione di andare a vedere, di sicuro!

Insomma secondo me, come dicevo, serve tempo, e pazienza, e con magari un ponte di 3-4 giorni, come succede spesso, è un posto un po' difficile, da gestire e da gustare.
Quest'anno ho preso 2 ponti, 11 giorni, e mi sono detto: così mi tolgo qualche soddisfazione, e per un po' posso evitare di andarci.
Invece è successo il contrario: ora che finalmente inizio a capire, non vedo l'ora di tornarci, sto continuando a studiarmi le guide, e già penso a qualche via esposta a nord, per quest'estate! è un mondo, non finirà mai. Laughing

Eh già, Bavella non è un posto da "toccata e fuga". Non che non sia possibile farci giusto un salto per una delle salite sportive moderne e via (e già così magari ne vale la pena). Ma allora non entri nell'anima del posto. Che è un posto che richiede tempo, per arrivare a una familiarità che si costruisce lentamente, che esige spesso più di esplorare, in tutti i sensi, che collezionare salite. E che se sei disposto all'investimento (che comporta anche il rischio di "perdere tempo" in termini di contabilità dei risultati) ti ripaga ampiamente.
Mi sa che davanti a qualche bottiglia di Pietra ci ritroveremo presto, da quelle parti Cool

Ah, sì, è sempre "quel" Afanassieff (e se guardi i nomi degli altri non corsi che hanno imperversato nella zona in tempi passati, ci trovi una bella fetta del miglior mondo dell'arrampicata/alpinismo provenzale, quelli che hanno anche fatto la storia del Verdon...)
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