Se son Rosen...
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Se son Rosen...
[Intro]
Non so se è una cosa che capita anche a voi, ma per me la scelta di andare su di un gruppo montuoso rispetto ad un altro non nasce mai dal caso ma dipende quasi sempre dal mio stato d’animo del momento. Ci sono cioè montagne più adatte al silenzio e all’introspezione, altre alla compagnia e alla voglia di condivisione, qualcuna per quando si è tristi, altre ancora si salgono meglio con il sorriso sulle labbra. E così sono quasi in grado di ricostruire le stagioni e gli umori degli ultimi tempi solamente ricordando le date di un’uscita in montagna o almeno ha funzionato in questo modo fino a qualche mese fa. Sì perché mi sono accorto che nell’ultimo periodo a guidarmi in montagna non è più il bisogno di trovare chissà quali risposte alle domande che mi porto dietro ma è invece di nuovo la voglia di vivere serenamente, con curiosità e stupore, la montagna, come quando avevo 13 o 14 anni e mi sembrava un mondo meraviglioso e misterioso che aspettava solamente l’arrivo dei miei passi per essere finalmente scoperto.
Senza più mete o obiettivi particolari da raggiungere, una delle cose più belle di questo periodo mi accorgo essere la possibilità di lasciarsi guidare in montagna dagli amici per esempio, sentire come propri per un momento le idee, le emozioni, i sogni della persona che ci cammina a fianco. E così è stato quest’ultimo fine settimana, che mi ha visto di nuovo in Catinaccio dove mancavo da un’infinità di tempo.
[Capitolo 1]
Immagino che per Andrea la parola Catinaccio racchiuda in sé un universo infinito di ricordi ed emozioni. Per me invece voleva dire solamente la classica toccata e fuga alla conca del Gartl per immortalare le Torri nello stesso identico modo di altre migliaia di scatti e poco altro. E così quando Hans Stabeler in persona mi appare improvvisamente sulle cenge inferiori delle Torri del Vajolet per invitarmi a salire quella che porta il suo nome...
... per me, "escursionista volgare" (a sudarmi una cima, fosse pure ancillare per dirla alla Guccini) è un’occasione troppo ghiotta da lasciarsi sfuggire, anche solo per il fatto che si tratta unicamente di seguire un paio di corde magicamente protese verso l’alto fino alla sommità...
...come effettivamente avviene, con stupore mio e di Hans soprattutto. Per una volta gli orizzonti si rovesciano e la cartolina dal Rifugio verso le Torri da quassù si vede invece al contrario così.
Purtroppo anche a queste siderali altezze non c’è spazio per sottrarsi al logorio della vita moderna…
Il sottoscritto molto più banalmente, talmente sconvolto, non è nemmeno in grado di ricordarsi come si chiama per apporre la sua firma sul libro di vetta…
Ma è gia tempo di scendere… invano per drammatici minuti vado alla ricerca del sentiero che ci riporterà a valle. Mi convinco ben presto che mi aspettano invece tre calate in doppia da brivido: la prima praticamente la eseguo in apnea… per non parlare dello spostamento in arrampicata da fare in discesa e slegati per raggiungere la seconda calata (per fortuna c’era la nebbia). Qui l’alpinista che è in me salta prepotentemente fuori e una lunga amnesia mi offusca la mente circa l’utilizzo del reverso per la calata in corda doppia Ma ci pensa prontamente il capo cordata, sempre pronto a soccorrere gli sprovveduti con giusti consigli e parole d’affetto
Ma mancano ormai solamente altri due lunghi sospiri e si è di nuovo a terra, alla meritata pastasciutta del rifugio.
Qui ci raggiunge poco dopo PaoloC e ne succedono di tutti i colori Ne parlerò forse in un’altra occasione perché meriterebbe un capitoletto a parte, forse ne avrà lui voglia di parlarne più avanti, chissà...
[Capitolo 2]
Perché infatti quello che mi interessa dire qui è legato invece a quella insana passione del ragazzo di fotografare albe e tramonti sulle cime, come immagino abbiate già avuto modo di capire qui sul forum. E così dopo un poco di festa, questa volta giù al basso delle Porte Neigre, iniziata al Rifugio Preuss e finita sull’erba sotto le stelle, passando anche per l’altro rifugio già che c’eravamo (sì perché solo qui puoi 1. offrire un giro di grappe 2. pagarle 3. berle 4. uscire dal rifugio 5. fare 20 metri di strada e ricominciare immediatamente dal punto numero 1 ).
Ma non c’è tempo per fare troppa bisboccia perché già alle 4 la sveglia suona di nuovo e si è già in cammino al chiarore della luna per raggiungere in tempo per l’alba una cima. Non ci smentiamo e perdiamo quasi immediatamente la strada Quando ce ne accorgiamo perdiamo una buona mezzora per rimediare all’errore. Paolo allora traccia mentalmente una linea immaginaria perfettamente retta tra la sua posizione attuale e la cima e fedelmente inizia a percorrerla quasi di corsa tra il mio sgomento e lo stupore
Molto più facilmente preferisco ritrovare il sentiero e seguirlo con più calma, tanto che l’alba mi sorprenderà a metà strada tra la cima il Passo delle Pope.
Ma lo spettacolo è ugualmente mozzafiato (anche a causa del forte vento...)
...e ci accompagnerà anche lungo la cresta che percorreremo in direzione questa volta del Passo di Antermoia.
[Capitolo 3]
Ma la giornata non finisce qui… Al campo base del Vajolet Paolo mi abbandona per improrogabili motivi familiari. Andrea con il resto della famiglia è di nuovo su al Gartl con la scusa dell’arrampicata (ma farà troppo freddo e rinunceranno ). Ma non mi perdo d’animo perché ben presto mi raggiungono due amici, forumisti tra l’altro (ma per salvaguardare la loro reputazione che verrebbe distrutta dal fatto di essere amici miei, non farò i nomi ) che pieni di buone intenzioni e propositi mi propongono una facile cima nei dintorni. In totale buonafede li convinco invece di tentare un’improbabile traversata verso il Larsec per la Forcella delle Pope (Andrea mi dirà poi che è impraticabile da anni, in quanto l’uscita in alto è sconvolta dalle frane il sentiero di conseguenza dismesso). Esaltato da alcuni sbiaditi segnavia e dalla notte insonne conduco dentro un ripido e friabile canale gli amici sempre meno convinti
... fino a che in ultima, un canalone pieno di neve dura mi costringe ad issare bandiera bianca. Scesi con infinita cautela il canale ci sdraiamo infine sui prati che precipitano verso il Gardeccia a contemplare questo per me ritrovato Catinaccio e a trovare nobili scuse per la vergognosa ritirata
[Epilogo]
Altre mirabolanti esperienze si succederanno fino al ritorno in quel di Padova alle undici di sera passate, ma non è questo lo spazio giusto per parlarne. Cosa rimane (tra le pagine chiare e le pagine…) infine di queste due lunghe giornate, penso sia legittimo domandarselo a questo punto. Io che da come ho introdotto questo racconto non sono più tanto alla ricerca di risposte dal mio vagabondare tra le montagne non saprei infatti cosa aggiungere. La risposta (se c’è) provate a darmela voi. Oppure niente… a me rimarrà comunque il piacere di aver condiviso qualche ora della mia vita insieme ad alcune persone, ad amici, ognuno alle prese con le proprie paure e i propri sogni. Un piccolo tratto di cammino insieme, vediamo come andrà a finire... se son Rosen(garten) fioriranno…
ciao!
Non so se è una cosa che capita anche a voi, ma per me la scelta di andare su di un gruppo montuoso rispetto ad un altro non nasce mai dal caso ma dipende quasi sempre dal mio stato d’animo del momento. Ci sono cioè montagne più adatte al silenzio e all’introspezione, altre alla compagnia e alla voglia di condivisione, qualcuna per quando si è tristi, altre ancora si salgono meglio con il sorriso sulle labbra. E così sono quasi in grado di ricostruire le stagioni e gli umori degli ultimi tempi solamente ricordando le date di un’uscita in montagna o almeno ha funzionato in questo modo fino a qualche mese fa. Sì perché mi sono accorto che nell’ultimo periodo a guidarmi in montagna non è più il bisogno di trovare chissà quali risposte alle domande che mi porto dietro ma è invece di nuovo la voglia di vivere serenamente, con curiosità e stupore, la montagna, come quando avevo 13 o 14 anni e mi sembrava un mondo meraviglioso e misterioso che aspettava solamente l’arrivo dei miei passi per essere finalmente scoperto.
Senza più mete o obiettivi particolari da raggiungere, una delle cose più belle di questo periodo mi accorgo essere la possibilità di lasciarsi guidare in montagna dagli amici per esempio, sentire come propri per un momento le idee, le emozioni, i sogni della persona che ci cammina a fianco. E così è stato quest’ultimo fine settimana, che mi ha visto di nuovo in Catinaccio dove mancavo da un’infinità di tempo.
[Capitolo 1]
Immagino che per Andrea la parola Catinaccio racchiuda in sé un universo infinito di ricordi ed emozioni. Per me invece voleva dire solamente la classica toccata e fuga alla conca del Gartl per immortalare le Torri nello stesso identico modo di altre migliaia di scatti e poco altro. E così quando Hans Stabeler in persona mi appare improvvisamente sulle cenge inferiori delle Torri del Vajolet per invitarmi a salire quella che porta il suo nome...
... per me, "escursionista volgare" (a sudarmi una cima, fosse pure ancillare per dirla alla Guccini) è un’occasione troppo ghiotta da lasciarsi sfuggire, anche solo per il fatto che si tratta unicamente di seguire un paio di corde magicamente protese verso l’alto fino alla sommità...
...come effettivamente avviene, con stupore mio e di Hans soprattutto. Per una volta gli orizzonti si rovesciano e la cartolina dal Rifugio verso le Torri da quassù si vede invece al contrario così.
Purtroppo anche a queste siderali altezze non c’è spazio per sottrarsi al logorio della vita moderna…
Il sottoscritto molto più banalmente, talmente sconvolto, non è nemmeno in grado di ricordarsi come si chiama per apporre la sua firma sul libro di vetta…
Ma è gia tempo di scendere… invano per drammatici minuti vado alla ricerca del sentiero che ci riporterà a valle. Mi convinco ben presto che mi aspettano invece tre calate in doppia da brivido: la prima praticamente la eseguo in apnea… per non parlare dello spostamento in arrampicata da fare in discesa e slegati per raggiungere la seconda calata (per fortuna c’era la nebbia). Qui l’alpinista che è in me salta prepotentemente fuori e una lunga amnesia mi offusca la mente circa l’utilizzo del reverso per la calata in corda doppia Ma ci pensa prontamente il capo cordata, sempre pronto a soccorrere gli sprovveduti con giusti consigli e parole d’affetto
Ma mancano ormai solamente altri due lunghi sospiri e si è di nuovo a terra, alla meritata pastasciutta del rifugio.
Qui ci raggiunge poco dopo PaoloC e ne succedono di tutti i colori Ne parlerò forse in un’altra occasione perché meriterebbe un capitoletto a parte, forse ne avrà lui voglia di parlarne più avanti, chissà...
[Capitolo 2]
Perché infatti quello che mi interessa dire qui è legato invece a quella insana passione del ragazzo di fotografare albe e tramonti sulle cime, come immagino abbiate già avuto modo di capire qui sul forum. E così dopo un poco di festa, questa volta giù al basso delle Porte Neigre, iniziata al Rifugio Preuss e finita sull’erba sotto le stelle, passando anche per l’altro rifugio già che c’eravamo (sì perché solo qui puoi 1. offrire un giro di grappe 2. pagarle 3. berle 4. uscire dal rifugio 5. fare 20 metri di strada e ricominciare immediatamente dal punto numero 1 ).
Ma non c’è tempo per fare troppa bisboccia perché già alle 4 la sveglia suona di nuovo e si è già in cammino al chiarore della luna per raggiungere in tempo per l’alba una cima. Non ci smentiamo e perdiamo quasi immediatamente la strada Quando ce ne accorgiamo perdiamo una buona mezzora per rimediare all’errore. Paolo allora traccia mentalmente una linea immaginaria perfettamente retta tra la sua posizione attuale e la cima e fedelmente inizia a percorrerla quasi di corsa tra il mio sgomento e lo stupore
Molto più facilmente preferisco ritrovare il sentiero e seguirlo con più calma, tanto che l’alba mi sorprenderà a metà strada tra la cima il Passo delle Pope.
Ma lo spettacolo è ugualmente mozzafiato (anche a causa del forte vento...)
...e ci accompagnerà anche lungo la cresta che percorreremo in direzione questa volta del Passo di Antermoia.
[Capitolo 3]
Ma la giornata non finisce qui… Al campo base del Vajolet Paolo mi abbandona per improrogabili motivi familiari. Andrea con il resto della famiglia è di nuovo su al Gartl con la scusa dell’arrampicata (ma farà troppo freddo e rinunceranno ). Ma non mi perdo d’animo perché ben presto mi raggiungono due amici, forumisti tra l’altro (ma per salvaguardare la loro reputazione che verrebbe distrutta dal fatto di essere amici miei, non farò i nomi ) che pieni di buone intenzioni e propositi mi propongono una facile cima nei dintorni. In totale buonafede li convinco invece di tentare un’improbabile traversata verso il Larsec per la Forcella delle Pope (Andrea mi dirà poi che è impraticabile da anni, in quanto l’uscita in alto è sconvolta dalle frane il sentiero di conseguenza dismesso). Esaltato da alcuni sbiaditi segnavia e dalla notte insonne conduco dentro un ripido e friabile canale gli amici sempre meno convinti
... fino a che in ultima, un canalone pieno di neve dura mi costringe ad issare bandiera bianca. Scesi con infinita cautela il canale ci sdraiamo infine sui prati che precipitano verso il Gardeccia a contemplare questo per me ritrovato Catinaccio e a trovare nobili scuse per la vergognosa ritirata
[Epilogo]
Altre mirabolanti esperienze si succederanno fino al ritorno in quel di Padova alle undici di sera passate, ma non è questo lo spazio giusto per parlarne. Cosa rimane (tra le pagine chiare e le pagine…) infine di queste due lunghe giornate, penso sia legittimo domandarselo a questo punto. Io che da come ho introdotto questo racconto non sono più tanto alla ricerca di risposte dal mio vagabondare tra le montagne non saprei infatti cosa aggiungere. La risposta (se c’è) provate a darmela voi. Oppure niente… a me rimarrà comunque il piacere di aver condiviso qualche ora della mia vita insieme ad alcune persone, ad amici, ognuno alle prese con le proprie paure e i propri sogni. Un piccolo tratto di cammino insieme, vediamo come andrà a finire... se son Rosen(garten) fioriranno…
ciao!
Ospite- Ospite
Re: Se son Rosen...
alessandro ha scritto:
Ma è gia tempo di scendere… invano per drammatici minuti vado alla ricerca del sentiero che ci riporterà a valle. Mi convinco ben presto che mi aspettano invece tre calate in doppia da brivido: la prima praticamente la eseguo in apnea… per non parlare dello spostamento in arrampicata da fare in discesa e slegati per raggiungere la seconda calata (per fortuna c’era la nebbia).
alessandro ha scritto:Ma la giornata non finisce qui… Al campo base del Vajolet Paolo mi abbandona per improrogabili motivi familiari. Andrea con il resto della famiglia è di nuovo su al Gartl con la scusa dell’arrampicata (ma farà troppo freddo e rinunceranno ).
Ma non mi perdo d’animo perché ben presto mi raggiungono due amici, forumisti tra l’altro (ma per salvaguardare la loro reputazione che verrebbe distrutta dal fatto di essere amici miei, non farò i nomi ) che pieni di buone intenzioni e propositi mi propongono una facile cima nei dintorni. In totale buonafede li convinco invece di tentare un’improbabile traversata verso il Larsec per la Forcella delle Pope (Andrea mi dirà poi che è impraticabile da anni, in quanto l’uscita in alto è sconvolta dalle frane il sentiero di conseguenza dismesso). Esaltato da alcuni sbiaditi segnavia e dalla notte insonne conduco dentro un ripido e friabile canale gli amici sempre meno convinti
Proprio in questo punto hai snobbato una vecchia corda fissa messa li alla bell'e meglio che ti avrebbe portato fuori dal canale
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Se son Rosen...
Bel racconto Alessandro
e meno male che dovevi tornare presto a Padova
Di seguito alcuni momenti del Capitolo 2
e meno male che dovevi tornare presto a Padova
Di seguito alcuni momenti del Capitolo 2
Re: Se son Rosen...
alessandro ha scritto:[Intro]
[...]
Ma non c’è tempo per fare troppa bisboccia perché già alle 4 la sveglia suona di nuovo e si è già in cammino al chiarore della luna per raggiungere in tempo per l’alba una cima. Non ci smentiamo e perdiamo quasi immediatamente la strada Quando ce ne accorgiamo perdiamo una buona mezzora per rimediare all’errore. Paolo allora traccia mentalmente una linea immaginaria perfettamente retta tra la sua posizione attuale e la cima e fedelmente inizia a percorrerla quasi di corsa tra il mio sgomento e lo stupore
Molto più facilmente preferisco ritrovare il sentiero e seguirlo con più calma, tanto che l’alba mi sorprenderà a metà strada tra la cima il Passo delle Pope.
Posso timidamente e prosaicamente inserirmi in questo thread privato e provante (per chi rosica a leggere certi racconti dopo essere stato respinto domenica a pochi metri dalla vetta di una semplice cima escursionistica) per chiedere se si tratta di cima Scalieret?
Michelasso- Messaggi : 395
Data d'iscrizione : 27.03.12
Re: Se son Rosen...
Esatto! La cima è proprio quellaMichelasso ha scritto:
Posso timidamente e prosaicamente inserirmi in questo thread privato e provante (per chi rosica a leggere certi racconti dopo essere stato respinto domenica a pochi metri dalla vetta di una semplice cima escursionistica) per chiedere se si tratta di cima Scalieret?
Domenica dov'eri invece per curiosità...
Ospite- Ospite
Re: Se son Rosen...
alessandro ha scritto:Esatto! La cima è proprio quellaMichelasso ha scritto:
Posso timidamente e prosaicamente inserirmi in questo thread privato e provante (per chi rosica a leggere certi racconti dopo essere stato respinto domenica a pochi metri dalla vetta di una semplice cima escursionistica) per chiedere se si tratta di cima Scalieret?
Domenica dov'eri invece per curiosità...
Cima Ombretta da Malga Ciapela, ma giunto sulla cresta finale la testa e le gambe non comunicavano più bene e ho preferito rinunciare all'ultimo tratto un po' esposto prima di arrivare in vetta.
Michelasso- Messaggi : 395
Data d'iscrizione : 27.03.12
Re: Se son Rosen...
non so se mi sia piaciuto di più il report bello e appassionato di alessandro o le foto di paolo
è una bella lotta, e cmq di sicuro entrambi hanno attirato la mia attenzione al punto da farmi riconsiderare un gruppo montuoso che da parecchio tempo evito come la peste
è una bella lotta, e cmq di sicuro entrambi hanno attirato la mia attenzione al punto da farmi riconsiderare un gruppo montuoso che da parecchio tempo evito come la peste
biemme- Messaggi : 2252
Data d'iscrizione : 13.03.12
Re: Se son Rosen...
biemme ha scritto:non so se mi sia piaciuto di più il report bello e appassionato di alessandro o le foto di paolo
è una bella lotta, e cmq di sicuro entrambi hanno attirato la mia attenzione al punto da farmi riconsiderare un gruppo montuoso che da parecchio tempo evito come la peste
Ecco, bravo. Ti consiglio qualche titolo che ti introduca al gruppo, se vuoi
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Se son Rosen...
AndreaVe ha scritto:biemme ha scritto:non so se mi sia piaciuto di più il report bello e appassionato di alessandro o le foto di paolo
è una bella lotta, e cmq di sicuro entrambi hanno attirato la mia attenzione al punto da farmi riconsiderare un gruppo montuoso che da parecchio tempo evito come la peste
Ecco, bravo. Ti consiglio qualche titolo che ti introduca al gruppo, se vuoi
Io il libro ce l'ho.
Quella che mi manca è la motivazione a salire quei cumuli di ghiaia.
Bellissimo racconto anti-epico, bellissime le foto, continuate così che mi risparmio la fatica.
Ansia Kammerlander- Messaggi : 279
Data d'iscrizione : 19.03.12
Re: Se son Rosen...
Ansia Kammerlander ha scritto:AndreaVe ha scritto:biemme ha scritto:non so se mi sia piaciuto di più il report bello e appassionato di alessandro o le foto di paolo
è una bella lotta, e cmq di sicuro entrambi hanno attirato la mia attenzione al punto da farmi riconsiderare un gruppo montuoso che da parecchio tempo evito come la peste
Ecco, bravo. Ti consiglio qualche titolo che ti introduca al gruppo, se vuoi
Io il libro ce l'ho.
Quella che mi manca è la motivazione a salire quei cumuli di ghiaia.
Bellissimo racconto anti-epico, bellissime le foto, continuate così che mi risparmio la fatica.
a me invece quello che manca è la motivazione a salire su quei cumuli di persone
@ andrea, avevo detto riconsiderare, non considerare ...
biemme- Messaggi : 2252
Data d'iscrizione : 13.03.12
Re: Se son Rosen...
biemme ha scritto:a me invece quello che manca è la motivazione a salire su quei cumuli di persone
completamente d'accordo. ma se si va fuori stagione la musica cambia
Re: Se son Rosen...
Attraversando la zona, mi pare con l'alta via 2, fermandomi ai vari rifugi... presi la decisione di chiudere con le dolomiti. Gli anni successivi emigrai verso il confine austriaco.
Invidio chi può vivere quell'ambiente stupendo fuori dai mesi di affollamento, in giorni in cui si possa assaporare il silenzio.
Invidio chi può vivere quell'ambiente stupendo fuori dai mesi di affollamento, in giorni in cui si possa assaporare il silenzio.
buzz- Messaggi : 7223
Data d'iscrizione : 25.11.11
Re: Se son Rosen...
biemme ha scritto:
a me invece quello che manca è la motivazione a salire su quei cumuli di persone
esatto... che di ghiaia buona ce ne sarebbe da salire...
mork- Messaggi : 1446
Data d'iscrizione : 12.03.12
Età : 50
Località : Bolzano
Re: Se son Rosen...
biemme ha scritto:
a me invece quello che manca è la motivazione a salire su quei cumuli di persone
@ andrea, avevo detto riconsiderare, non considerare ... [/quote]
Al di là delle battute, avevo ben letto il tuo ri, ed è proprio quello che mi sono trovato (involontariamente) a fare vagando per il gruppo.
Credevo fosso un gruppo arcinoto, senza segreti e ormai sfruttato in tutte le sue parti (valorizzato si direbbe adesso ). QUello che ho trovato, uscendo dalle autostrade sia verticali che orizzontali (su queste autostrade si trova un autogril ogni 45 minuti...), è stato un gruppo sconosciuto e in molti angoli quasi dimenticato.
Per gli amanti delle ravanate, per quelli con la E insomma, cito solo le Punte a Sella: ambiente selvaggio, solo tracce di bestie per avvicinarsi e non più di 10 firme sul libro di vetta che stava li da oltre dieci anni. Una spettacolo di paesaggio e solitudine. Sul versante opposto alla normale, 600 metri di parete con vie importanti (non alla mia portata, purtroppo) che, ovviamente, in pochi conosco e quasi nessuno ripete.
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Se son Rosen...
giggio ha scritto:e pijateve quarche giorno a settembre/ottobre che organizamo
Io c'è
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Se son Rosen...
AndreaVe ha scritto:giggio ha scritto:e pijateve quarche giorno a settembre/ottobre che organizamo
Io c'è
prafo.
quando i barbari si ritirano organizziamo un meeting "catinaggio selvaggio"
Re: Se son Rosen...
AndreaVe ha scritto:biemme ha scritto:
a me invece quello che manca è la motivazione a salire su quei cumuli di persone
@ andrea, avevo detto riconsiderare, non considerare ...
Al di là delle battute, avevo ben letto il tuo ri, ed è proprio quello che mi sono trovato (involontariamente) a fare vagando per il gruppo.
Credevo fosso un gruppo arcinoto, senza segreti e ormai sfruttato in tutte le sue parti (valorizzato si direbbe adesso ). QUello che ho trovato, uscendo dalle autostrade sia verticali che orizzontali (su queste autostrade si trova un autogril ogni 45 minuti...), è stato un gruppo sconosciuto e in molti angoli quasi dimenticato.
Per gli amanti delle ravanate, per quelli con la E insomma, cito solo le Punte a Sella: ambiente selvaggio, solo tracce di bestie per avvicinarsi e non più di 10 firme sul libro di vetta che stava li da oltre dieci anni. Una spettacolo di paesaggio e solitudine. Sul versante opposto alla normale, 600 metri di parete con vie importanti (non alla mia portata, purtroppo) che, ovviamente, in pochi conosco e quasi nessuno ripete.
si completamente d'accordo
il mio rammarico è proprio quello di averci abitato sotto per anni e non averne mai approfittato nei lunghi periodi fuori stagione ... ma è un po' come i romani che non sono mai stati a san pietro
biemme- Messaggi : 2252
Data d'iscrizione : 13.03.12
Re: Se son Rosen...
O i veneziani a San Marco.............
(a San Pietro invece ci sono stato )
(a San Pietro invece ci sono stato )
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Se son Rosen...
alessandro ha scritto:
.e a trovare nobili scuse per la vergognosa ritirata
tipo che sarebbe servito il caschetto visto il comodino smosso durante la discesa?
A parte questo, salita da ritentare sicuramente
Musico Errante- Messaggi : 328
Data d'iscrizione : 20.03.12
Località : Vicenza
Re: Se son Rosen...
giggio ha scritto:biemme ha scritto:a me invece quello che manca è la motivazione a salire su quei cumuli di persone
completamente d'accordo. ma se si va fuori stagione la musica cambia
eccome se cambia!!!!!
virgy- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Se son Rosen...
Metà aprile, qualche anno fa (un anno senza neve). Abbiamo salito la Winkler in perfetta solitudine, per tutto il giorno non si è vista anima viva in tutto il Gartl. Siamo stati più di un'ora sdraiati sulla cima a goderci il sole e il silenzio.virgy ha scritto:giggio ha scritto:biemme ha scritto:a me invece quello che manca è la motivazione a salire su quei cumuli di persone
completamente d'accordo. ma se si va fuori stagione la musica cambia
eccome se cambia!!!!!
(buon lavoro a tutti )
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Se son Rosen...
Quando ero giovine ho salito lo spigolo della Delago in novembre ed eravamo soli , chissà perchè ?
ma si stava pure bene eh
ma si stava pure bene eh
Adriano- Messaggi : 602
Data d'iscrizione : 12.03.12
Età : 65
Località : spilimbergo
Re: Se son Rosen...
virgy ha scritto:giggio ha scritto:biemme ha scritto:a me invece quello che manca è la motivazione a salire su quei cumuli di persone
completamente d'accordo. ma se si va fuori stagione la musica cambia
eccome se cambia!!!!!
tu taci , che secondo me invece siete tu e andreave che create il vuoto attorno chè a ferragosto senza vedere una cordata sul basso dall'attacco a salire e a scendere, robba che nemmanco trovare il raccordo anulare vuoto sotto natale
o ciavete poteri paranormali, o puzzate, o cosa ?
biemme- Messaggi : 2252
Data d'iscrizione : 13.03.12
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