Colpo grosso a Schievenin
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Colpo grosso a Schievenin
A grande richiesta (ma di chi?), a breve su questi schermi:
COLPO GROSSO A SCHIEVENIN
Un'avventura di Escursionismo Esplorativo avanzato
Ritorno alla regia dopo grande tempo del Kala (che culo, eh?)
Guest Star (ma ne avrebbe fatto anche a meno) Ale.
Location: la valle di Schievenin
Siete avvertiti (Cit.)
COLPO GROSSO A SCHIEVENIN
Un'avventura di Escursionismo Esplorativo avanzato
Ritorno alla regia dopo grande tempo del Kala (che culo, eh?)
Guest Star (ma ne avrebbe fatto anche a meno) Ale.
Location: la valle di Schievenin
Siete avvertiti (Cit.)
kala- Messaggi : 1669
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Colpo grosso a Schievenin
Non mancherò mai di far notare, a chi fotografa una persona in montagna, l'importanza di non occultargli le gambe. Fino alle scarpe o allo scarpone!!!
Che si sposti il fotografo, o che si faccia spostare il soggetto...
Dilettanti!
Anzi, visto che si astiene l'innominabile, caiani!
Che si sposti il fotografo, o che si faccia spostare il soggetto...
Dilettanti!
Anzi, visto che si astiene l'innominabile, caiani!
LucaVi- Messaggi : 3780
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Località : Cimolais
Re: Colpo grosso a Schievenin
Tuo personalissimo feticismo, per me non è vero
Anzi, dopo ho una foto con proprio le gambe tagliate (fuori fotogramma): per me si regge comunque.
Bisogna osare, altrimenti neanche il piano americano avremmo!
Anzi, dopo ho una foto con proprio le gambe tagliate (fuori fotogramma): per me si regge comunque.
Bisogna osare, altrimenti neanche il piano americano avremmo!
kala- Messaggi : 1669
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Colpo grosso a Schievenin
LucaVi ha scritto:
Anzi, visto che si astiene l'innominabile, caiani!
lascia stare, vah...
ché in 'sti giorni sarà in depressione, azz
gli'han trombato il candidato alle comunali!
Topocane- Messaggi : 6181
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Colpo grosso a Schievenin
LucaVi ha scritto:Non mancherò mai di far notare, a chi fotografa una persona in montagna, l'importanza di non occultargli le gambe. Fino alle scarpe o allo scarpone!!!
Che si sposti il fotografo, o che si faccia spostare il soggetto...
capito Kala ed Ale, dovete tornar lassù a rifarle...
così avete modo di fotografare anche questo
che vi era "sfuggito"
Re: Colpo grosso a Schievenin
Kala... nella locandina del film manca una citazione degli effetti speciali: pioggia, fulmini, grandine e saette...
E comunque Paolo quel foro naturale non saprei ancora dove collocarlo
durante la traversata del Peurna? a meridione della cima? boh...
ciao
E comunque Paolo quel foro naturale non saprei ancora dove collocarlo
durante la traversata del Peurna? a meridione della cima? boh...
ciao
Ospite- Ospite
Re: Colpo grosso a Schievenin
alessandro ha scritto:E comunque Paolo quel foro naturale non saprei ancora dove collocarlo
durante la traversata del Peurna? a meridione della cima? boh...
ciao
più o meno nel punto indicato dalla freccia
il sentiero che avete fatto passa sotto
Re: Colpo grosso a Schievenin
Comunque mi sono innamorato di quelle creste e di quelle valli (anche il versante a settentrione, quello che scende verso Seren non è da meno quanto a bellezza e solitudine). Da tornarci al più presto, meglio in autunno, magari provando a salire anche in cima al Peurna che una visita lo merita sicuramente (ma si riesce a traversate Sud-Nord o c'è solo una via d'accesso da F.la Bassa?).
a presto! ciao
Ospite- Ospite
Re: Colpo grosso a Schievenin
Si riesce a traversare, da quel che ricordo ho trovato l'ometto solo sulla cima
Di bello lassù per me ci son la cresta del Paione (da dove è stata scattata la foto con la freccia) e anche la val Perisella, come ambiente ricorda molto i Monti del Sole, mancano le pareti però
in versante posterno del Peurna c'è un mio amico che fa spesso bracciolate in casera
Di bello lassù per me ci son la cresta del Paione (da dove è stata scattata la foto con la freccia) e anche la val Perisella, come ambiente ricorda molto i Monti del Sole, mancano le pareti però
in versante posterno del Peurna c'è un mio amico che fa spesso bracciolate in casera
Re: Colpo grosso a Schievenin
paoloC ha scritto:...così avete modo di fotografare anche questo
che vi era "sfuggito"
E' vero, mi ero pure dimenticato che c'era (avevo visto qualche foto prima di partire).
Devo dire che in quel punto del percorso avevo lo sguardo sicuramente basso e annebbiato...
Mi toccherà tornare sul serio, meglio
kala- Messaggi : 1669
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Colpo grosso a Schievenin
Atto I - Ovvero delle strategie per eludere Arabba
"Arabba mette 60-80 nel pomeriggio, ma conto sul mio proverbiale culo" - proferisco spavaldamente al telefono. "Bah, intanto quelle percentuali non valgono un tubo" - sentenzia l'Ale, lanciandosi poi in amene spiegazioni che mi passano in testa come appunto le nuvole in cielo. Ma in sostanza l'accordo è fatto: se partiamo presto in qualche modo ne usciamo senza acqua. Appuntamento dunque sulle 6:30 da qualche parte sotto i monti, meta la "solita" valle di Schievenin, a dire il vero più per il richiamo della Pizza che della Roccia. Prima delle 7 siamo in effetti in cammino, passiamo poco a valle del paese un ponte e saliamo verso l'imbocco di una vallecola al di là (verso Sud: non chiedetemi i nomi, non li sapevo allora né li ho sott'occhio adesso). La vegetazione lussureggiante addolcisce l'asprezza di una valle che sa esser serena ed anche ostica; poche case sparse e rare vestigia di antichi coltivi testimoniano della vita di un tempo, a contendere al monte secondo i ritmi delle stagioni una vita mai troppo comoda. Tra muri di sasso e tralci di vite contorti il compare si perde in prolungate riflessioni.
E si sale, parlando di questo e di quello, per sentiero mai ripido tra i prevalenti faggi; giungiamo tosto ad una sella e da lì con lungo traverso procediamo nell'altro selvaggio versante. Riagguantiamo la cresta ancora, con qualche tornante appena faticoso, ove ancora il giovane, umido bosco ci rinserra da presso e ci toglie ovunnque la visuale. Poi per mulattiera d'impronta più militare, a lungo nei pressi della cresta, per rimanere poi decisamente in versante Sud raggiungendo infine ameni pascoli nei pressi del Sasso delle Capre.
Atto II - Dove il Kala scopre i poteri dell'Uomo della Pioggia
Finalmente riusciamo a guardarci un po' attorno, e mentre si toglie di dosso con nonchalance la prima zecca l'Ale passa a spiegarmi il come e il perché dei temporali. Mentre con atteggiamento d'attore consumato riesco a palesare comprensivo interesse il compagno tenta di farmi credere che la nuvolaglia che già s'approssima all'orizzonte tarderà a portarci pioggia, ed anzi con una certa probabilità non c'investirà prima di qualche ora. Così confortato imbocco la graziosa strada militare che divalla più oltre, per abbandonarla poco dopo seguendo le indicazioni dell'Alta Via degli Eroi.
Iniziamo un percorso ancor più vario, che conduce con ameni ed a volte arditi passaggi ora da una parte ora dall'altra della tormentata cresta, lasciandoci scorgere ormai anche l'altra valle verso Fonzaso. Procedo ora con un certo affanno, un occhio al suolo a rimirare notevoli fioriture - è sempre un piacere muoversi a cavallo tra la primavera e l'estate - ed un occhio alle nuvole che da grigie si son fatte nere, vicine e cattive. E mentre al sussurrar del tuono ripasso già le vie di fuga verso la nostra valle di partenza Alessandro mi rassicura parlando di venti d'alta quota, cosiddetti "pre-fronti" e salcazzi vari. Insomma, posso stare pure tranquillo, il temporale per ora ci può al più sfiorare! E mentre arranco azzerando senza ritegno sul cordino d'acciaio, sui trocnchi di faggio e su tutto ciò che mi capita a portata di mano, calcando con passo strascicato forcellette e creste e prati sub-verticali, sento con incredulità i minacciosi borbottii sfilarci accanto senza toccarci.
Atto III - Di donne, di cenge ed altre amenità
Una selva intricata accompagna il nostro incedere in costa al Peurna, tanto che a fatica capiamo dove sia effettivamente la cima (e manchiamo pure clamorosamente il famoso arco di roccia di cui sopra). L'idea di salire fino in vetta ormai non ci sfiora neppure, e leggiadri caliamo a Forcella Bassa a metter qualcosa sotto i denti e far riposare le ginocchia urlanti.
Rassicurati sull'evoluzione del tempo riprendiamo il cammino ignorando l'ennesima possibilità di rientro. E mentre si parla di quello e di questo, e invariabilmente si arriva a parlar di figa ecco che la suddetta si materializza a portata di vista - potere d'evocazione! -, e in quantità sufficiente ad entrambi, ancorché sotto le sembianze d'un unica figura. La quale signora ormai diversamente giovine, avendole noi risolto alcuni banali perplessità circa il percorso da seguire, ritorna sui suoi passi seguendoci per faticosa salita fin Forcella Alta e poi distanziandoci vieppiù nella calata su Malga Sassuma (questo nome l'ho letto sulla mappa che ho appena visto sul WEB). Alla malga s'impone la decisione: se ripiegare con soddisfazione a valle o esagerare con l'ultima traversata. "Chissà quando torneremo qui, e poi - stanco per stanco - vada per la cengia di Prada!". Galeotto du l'orgoglio...
Procediamo su terreno finalmente più aperto, tra scorci di pendii quasi dolomitici, guadagnando quella che credo esser l'ultima quota della giornata. Ci attraggono - in alto - fantastiche stratificazioni rocciose, irresistibile richiamo per noi, navigatori inesperti. Compiamo una variante alta, affacciandoci su magnifici balconi oggi riservati non solo ai camosci.
Atto IV - Ovvero di come tutte le nuvole vengono al pettine
La cengia di Prada - che deve pur ritenersi orgogliosa d'esser stata recensita tra le 56 Vie Orizzontali Degni di Nota delle Dolomiti Tutte - si rivela di tutt'altra pasta di quel che pensavo. Meravigliosa - certo! - e mai troppo difficile sugli erti pendii, corre però con alterni sali e scendi, a volte sorprendendo con improvvisi scarti ad evitare ostici passaggi. Corre a volte su pendio aperto, più spesso nella fitta boscaglia, coperta a tratti da magnifici tetti stratificati.
S'approssima infine l'agognata meta, ove ormai il temporale - siamo già in pieno meriggio - sembra volerci dar scacco tutto intorno. Solo un ultimo malo passo sembra separarci dagli ultimi più abbordabili declivi. Impavido l'affronto.
Ci sarebbe poi da dire come il traverso durò ancora alquanto, e di come giunsi a stento alle già note Stalle di Pàoda. Vorrei illustrare degnamente come - ripresi fiato e baldanza - riuscii a seguire l'Ale finalmente giù per la cresta, e sui tornanti per la Valle di Prada, e infine sugli ultimi chilometri asfaltati eppure piacevoli. Ma le foto mi difettano, ché gli ultimi scatti mi son riusciti piuttosto umidi...
"Arabba mette 60-80 nel pomeriggio, ma conto sul mio proverbiale culo" - proferisco spavaldamente al telefono. "Bah, intanto quelle percentuali non valgono un tubo" - sentenzia l'Ale, lanciandosi poi in amene spiegazioni che mi passano in testa come appunto le nuvole in cielo. Ma in sostanza l'accordo è fatto: se partiamo presto in qualche modo ne usciamo senza acqua. Appuntamento dunque sulle 6:30 da qualche parte sotto i monti, meta la "solita" valle di Schievenin, a dire il vero più per il richiamo della Pizza che della Roccia. Prima delle 7 siamo in effetti in cammino, passiamo poco a valle del paese un ponte e saliamo verso l'imbocco di una vallecola al di là (verso Sud: non chiedetemi i nomi, non li sapevo allora né li ho sott'occhio adesso). La vegetazione lussureggiante addolcisce l'asprezza di una valle che sa esser serena ed anche ostica; poche case sparse e rare vestigia di antichi coltivi testimoniano della vita di un tempo, a contendere al monte secondo i ritmi delle stagioni una vita mai troppo comoda. Tra muri di sasso e tralci di vite contorti il compare si perde in prolungate riflessioni.
E si sale, parlando di questo e di quello, per sentiero mai ripido tra i prevalenti faggi; giungiamo tosto ad una sella e da lì con lungo traverso procediamo nell'altro selvaggio versante. Riagguantiamo la cresta ancora, con qualche tornante appena faticoso, ove ancora il giovane, umido bosco ci rinserra da presso e ci toglie ovunnque la visuale. Poi per mulattiera d'impronta più militare, a lungo nei pressi della cresta, per rimanere poi decisamente in versante Sud raggiungendo infine ameni pascoli nei pressi del Sasso delle Capre.
Atto II - Dove il Kala scopre i poteri dell'Uomo della Pioggia
Finalmente riusciamo a guardarci un po' attorno, e mentre si toglie di dosso con nonchalance la prima zecca l'Ale passa a spiegarmi il come e il perché dei temporali. Mentre con atteggiamento d'attore consumato riesco a palesare comprensivo interesse il compagno tenta di farmi credere che la nuvolaglia che già s'approssima all'orizzonte tarderà a portarci pioggia, ed anzi con una certa probabilità non c'investirà prima di qualche ora. Così confortato imbocco la graziosa strada militare che divalla più oltre, per abbandonarla poco dopo seguendo le indicazioni dell'Alta Via degli Eroi.
Iniziamo un percorso ancor più vario, che conduce con ameni ed a volte arditi passaggi ora da una parte ora dall'altra della tormentata cresta, lasciandoci scorgere ormai anche l'altra valle verso Fonzaso. Procedo ora con un certo affanno, un occhio al suolo a rimirare notevoli fioriture - è sempre un piacere muoversi a cavallo tra la primavera e l'estate - ed un occhio alle nuvole che da grigie si son fatte nere, vicine e cattive. E mentre al sussurrar del tuono ripasso già le vie di fuga verso la nostra valle di partenza Alessandro mi rassicura parlando di venti d'alta quota, cosiddetti "pre-fronti" e salcazzi vari. Insomma, posso stare pure tranquillo, il temporale per ora ci può al più sfiorare! E mentre arranco azzerando senza ritegno sul cordino d'acciaio, sui trocnchi di faggio e su tutto ciò che mi capita a portata di mano, calcando con passo strascicato forcellette e creste e prati sub-verticali, sento con incredulità i minacciosi borbottii sfilarci accanto senza toccarci.
Atto III - Di donne, di cenge ed altre amenità
Una selva intricata accompagna il nostro incedere in costa al Peurna, tanto che a fatica capiamo dove sia effettivamente la cima (e manchiamo pure clamorosamente il famoso arco di roccia di cui sopra). L'idea di salire fino in vetta ormai non ci sfiora neppure, e leggiadri caliamo a Forcella Bassa a metter qualcosa sotto i denti e far riposare le ginocchia urlanti.
Rassicurati sull'evoluzione del tempo riprendiamo il cammino ignorando l'ennesima possibilità di rientro. E mentre si parla di quello e di questo, e invariabilmente si arriva a parlar di figa ecco che la suddetta si materializza a portata di vista - potere d'evocazione! -, e in quantità sufficiente ad entrambi, ancorché sotto le sembianze d'un unica figura. La quale signora ormai diversamente giovine, avendole noi risolto alcuni banali perplessità circa il percorso da seguire, ritorna sui suoi passi seguendoci per faticosa salita fin Forcella Alta e poi distanziandoci vieppiù nella calata su Malga Sassuma (questo nome l'ho letto sulla mappa che ho appena visto sul WEB). Alla malga s'impone la decisione: se ripiegare con soddisfazione a valle o esagerare con l'ultima traversata. "Chissà quando torneremo qui, e poi - stanco per stanco - vada per la cengia di Prada!". Galeotto du l'orgoglio...
Procediamo su terreno finalmente più aperto, tra scorci di pendii quasi dolomitici, guadagnando quella che credo esser l'ultima quota della giornata. Ci attraggono - in alto - fantastiche stratificazioni rocciose, irresistibile richiamo per noi, navigatori inesperti. Compiamo una variante alta, affacciandoci su magnifici balconi oggi riservati non solo ai camosci.
Atto IV - Ovvero di come tutte le nuvole vengono al pettine
La cengia di Prada - che deve pur ritenersi orgogliosa d'esser stata recensita tra le 56 Vie Orizzontali Degni di Nota delle Dolomiti Tutte - si rivela di tutt'altra pasta di quel che pensavo. Meravigliosa - certo! - e mai troppo difficile sugli erti pendii, corre però con alterni sali e scendi, a volte sorprendendo con improvvisi scarti ad evitare ostici passaggi. Corre a volte su pendio aperto, più spesso nella fitta boscaglia, coperta a tratti da magnifici tetti stratificati.
S'approssima infine l'agognata meta, ove ormai il temporale - siamo già in pieno meriggio - sembra volerci dar scacco tutto intorno. Solo un ultimo malo passo sembra separarci dagli ultimi più abbordabili declivi. Impavido l'affronto.
Ci sarebbe poi da dire come il traverso durò ancora alquanto, e di come giunsi a stento alle già note Stalle di Pàoda. Vorrei illustrare degnamente come - ripresi fiato e baldanza - riuscii a seguire l'Ale finalmente giù per la cresta, e sui tornanti per la Valle di Prada, e infine sugli ultimi chilometri asfaltati eppure piacevoli. Ma le foto mi difettano, ché gli ultimi scatti mi son riusciti piuttosto umidi...
kala- Messaggi : 1669
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Colpo grosso a Schievenin
Percorso interessante, magari da ripetere quando Arabba da 0-20%...
Qualche indicazione sulla segnaletica da seguire?
Qualche indicazione sulla segnaletica da seguire?
Michelasso- Messaggi : 395
Data d'iscrizione : 27.03.12
Re: Colpo grosso a Schievenin
Michelasso ha scritto:Percorso interessante, magari da ripetere quando Arabba da 0-20%...
Qualche indicazione sulla segnaletica da seguire?
Le percentuali non significano nulla: magari il 20% si scarica in Valle di Schievenin ; la differenza la fa l'Uomo della Pioggia
Poco prima di arrivare in paese si passa il torrente su un ponte e si prende una strada in salita seguendo bolli CAI senza numerazione: il percorso poi è evidente. Dal Sasso delle Capre si prende dritti la strada e al primo bivio si scende a dx: da lì in poi si seguono sempre le indicazioni dell'AV degli Eroi. A Forcella Alta la bella mulattiera stranamente non è segnalata ma è evidente; dalla malga il percorso della Cengia di Prada è evidente e segnalato. Insomma, difficoltà d'orientamento zero e sentieri sempre ben battuti. La traversata intiera è sui 20Km e sui 1500m di dislivello; possibilità di rientro anticipato in più punti.
kala- Messaggi : 1669
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Colpo grosso a Schievenin
kala ha scritto:Michelasso ha scritto:Percorso interessante, magari da ripetere quando Arabba da 0-20%...
Qualche indicazione sulla segnaletica da seguire?
Le percentuali non significano nulla: magari il 20% si scarica in Valle di Schievenin ; la differenza la fa l'Uomo della Pioggia
Poco prima di arrivare in paese si passa il torrente su un ponte e si prende una strada in salita seguendo bolli CAI senza numerazione: il percorso poi è evidente. Dal Sasso delle Capre si prende dritti la strada e al primo bivio si scende a dx: da lì in poi si seguono sempre le indicazioni dell'AV degli Eroi. A Forcella Alta la bella mulattiera stranamente non è segnalata ma è evidente; dalla malga il percorso della Cengia di Prada è evidente e segnalato. Insomma, difficoltà d'orientamento zero e sentieri sempre ben battuti. La traversata intiera è sui 20Km e sui 1500m di dislivello; possibilità di rientro anticipato in più punti.
Mi sa che ho fatto bene a rinunciare all'invito di Alessandro e ad optare per una tranquilla passeggiata mattutina sui colli...
Michelasso- Messaggi : 395
Data d'iscrizione : 27.03.12
Re: Colpo grosso a Schievenin
Michelasso ha scritto:kala ha scritto:
La traversata intiera è sui 20Km e sui 1500m di dislivello; possibilità di rientro anticipato in più punti.
Mi sa che ho fatto bene a rinunciare all'invito di Alessandro e ad optare per una tranquilla passeggiata mattutina sui colli...
Macché... E' che - come si dice - l'appetito vien mangiando.
Siam partiti senza grandi pretese, poi quando abbiam visto che il tempo teneva e le gambe pure abbiamo allungato fino a fare tutto il giro.
Ma eravamo pronti (almeno io ) ad interrompere nel caso di sopraggiunto limite fisico...
kala- Messaggi : 1669
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Colpo grosso a Schievenin
gongo ha scritto:E quindi uscimmo a riveder le stelle.
Hai dimenticato (Cit.)
kala- Messaggi : 1669
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Colpo grosso a Schievenin
Bellissime foto, sono appena tornato da una pausa pranzo a Schievenin
gug- Messaggi : 133
Data d'iscrizione : 13.03.12
Re: Colpo grosso a Schievenin
Che settore gug?gug ha scritto:Bellissime foto, sono appena tornato da una pausa pranzo a Schievenin
Io conosco quasi nulla dal punto di vista arrampicatorio (ci siamo stati solo una mezza giornata un paio di settimane fa), ma mi piacerebbe approfondire, anche perchè la valle è oggettivamente bellissima!
Te dove sei stato? ciao!
Ospite- Ospite
Re: Colpo grosso a Schievenin
kala, gran bel report
foto e parole (l'Uomo della Pioggia... )
mi piacerebbe vederne di più di interventi come questo
una cosa però l'ho finalmente capita: che quando parlo non mi ascolta mai nessuno...
alla prossima. ciao!
foto e parole (l'Uomo della Pioggia... )
mi piacerebbe vederne di più di interventi come questo
una cosa però l'ho finalmente capita: che quando parlo non mi ascolta mai nessuno...
alla prossima. ciao!
Ospite- Ospite
Re: Colpo grosso a Schievenin
spigolo delle trote ?alessandro ha scritto:gug ha scritto:Bellissime foto, sono appena tornato da una pausa pranzo a Schievenin
Che settore gug?
Io conosco quasi nulla dal punto di vista arrampicatorio (ci siamo stati solo una mezza giornata un paio di settimane fa), ma mi piacerebbe approfondire, anche perchè la valle è oggettivamente bellissima!
Te dove sei stato? ciao!
Ad_adri- Messaggi : 1501
Data d'iscrizione : 21.05.12
Re: Colpo grosso a Schievenin
alessandro ha scritto:kala, gran bel report
foto e parole (l'Uomo della Pioggia... )
mi piacerebbe vederne di più di interventi come questo
Grazie, Ale, vedrò d'adoprarmi a tal fine
kala- Messaggi : 1669
Data d'iscrizione : 12.03.12
Pagina 1 di 1
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