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Cime disertate

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Messaggio  Musico Errante Dom Lug 14, 2013 8:56 pm

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 oggi con alessandro Cool 
..to be continued...stay tuned
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Messaggio  Musico Errante Mer Lug 17, 2013 11:32 am

…e dopo tante richieste eccovi sto report sulla Cima del Conte Cool 

Visto come si è svolto il weekend è doveroso raccontare anche l’antefatto e non solo la salita in sé.

Partiamo da Vicenza nel pomeriggio di sabato e per le 18 siamo al parcheggio di malga Canali. Il tempo non è dei migliori, i tuoni di un temporale giungono da sud, ma siccome la circolazione prevalente viene da nord, decidiamo di partire ugualmente.
Giusto il tempo di fare mezzora di cammino e comincia a piovere. Ci ripariamo sotto un antro roccioso e aspettiamo un’oretta e mezza mentre vediamo scatenarsi il finimondo sul Pavione. Shocked 
Appena smette di piovere l’uomo della pioggia scruta il cielo e vedendo uno squarcio di azzurro verso nord propone di ripartire.
In un’oretta di cammino arriviamo al Minazio, mentre le ultime luci del giorno ormai se ne vanno.
Ad accoglierci troviamo una strampalata compagnia di ragazzi padovano-trentino-fiorentini (già ben carburati) che un po’ si stupiscono del nostro arrivo a quell’ora.
Ci mettiamo in un angolo del tavolo a mangiare le nostre cose, quando uno della compagnia si offre di prepararci una zuppa calda; decliniamo l’invito ma questo insiste e si mette ad armeggiare con gamella e fornelletto. Purtroppo, visto le condizioni di lucidità del soggetto, scambia una bottiglietta di acqua con una di grappa e finisce per preparare la zuppa con quest’ultima.Cime disertate 1946690934 
Tralascio i dettagli del resto della serata, se non che nella notte veniamo svegliati dai conati di un altro tizio della compagnia (poi rinominato “vomitino”) che verrà assistito per tutta la notte dalla fidanzata-crocerossina mentre svuota il suo stomaco. Evil or Very Mad 

Nonostante tutto alle 6 ci svegliamo e ci avviamo verso la Cima del Conte. Risaliamo le ghiaie del vallone fino a portarci sotto alla parete che attacchiamo nel mezzo seguendo le indicazione della guida di Luca. Troviamo un primo ometto che indica la rampa inclinata verso destra che ci porta al pulpito, su cui troviamo un altro ometto. Da qui puntiamo diretti il canale che sale piegando leggermente a sinistra e che ci porta alla forcella, da cui con facili passi siamo in cima. Very Happy 

Il resto lo lascio raccontare alle foto cià 


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Messaggio  LucaVi Mer Lug 17, 2013 11:39 am

Ciao Musico, ricordo bene il fatto che ognuno dei saltini di III lungo il tiro "alpinistico" aveva un'ottima clessidra naturale per proteggersi?
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Messaggio  Musico Errante Mer Lug 17, 2013 12:00 pm

LucaVi ha scritto:Ciao Musico, ricordo bene il fatto che ognuno dei saltini di III lungo il tiro "alpinistico" aveva un'ottima clessidra naturale per proteggersi?

Ciao Luca, confermo la presenza di clessidre nei punti che lo richiedono: a parte le due attrezzate con cordoni per calata (una 20m sopra il pulpito, dove iniziano le difficoltà, e una in forcella, da noi rinforzate visto lo stato dei cordoni Rolling Eyes) ce n'erano altre due ottime in corrispondenza dello "strapiombetto" a metà del tiro nel canale.
Forse solo sul saltino appena sotto la forcella non c'erano clessidre o semplicemente non le abbiamo viste asd
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Messaggio  Michelasso Mer Lug 17, 2013 2:01 pm

Bel topico, però nella sezione sbagliata...

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Messaggio  paoloC Mer Lug 17, 2013 4:02 pm

Belle visioni ravvicinate Very Happy 

Non ho la cartina nè le bibbie sottomano però dalla cima dev'esserci un bel salto verso la val Canali...
 

Bravi! cià
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Messaggio  Ospite Mer Lug 17, 2013 8:30 pm

A me fa sempre "specie" postare in alpinismo, perché la reputo una parola "impegnativa" e poco adatta a descrivere il tipo di attività in montagna che privilegiamo. Però quest'ultimo fine settimana un poco alpinista mi sono sentito, ve lo devo sinceramente dire. Perché, almeno per me, era la prima volta che portavo autonomamente la corda in montagna. La prima volta quindi che la usavo senza che qualche volenteroso me la mettesse su... Abbiamo scelto una via appunto facile, di un solo tiro tra l'altro (mi vengono in mente le parole di Luca per descrivere il Campanile della Besauzega... "5 ore e mezza di approccio per un tiro e mezzo semplicemente", più o meno i rapporti erano gli stessi.). Via facile su di una cima poco nota, secondaria in mezzo a quegli ammassi di dolomia, ma adattissima per noi principianti, dei nanetti in mezzo a quelle pareti che portano firme prestigiose. E comunque sia l'approccio ci sembrava quello giusto, e le parole di Luca incoraggianti (ottime clessidre naturali, come poi effettivamente sarà). E così, come se stessimo interpretando un ruolo che non ci appartiene, ci ritroviamo addirittura ad usare subito il martello, quest'attrezzo fino ad ora sconosciuto, e nemmeno sulla roccia ma per gradinare un tratto di neve dura all'attacco. Mi sembra di sognare. E poi guardarsi attorno per cercare la via (la relazione, a forza di leggerla l'avevo imparata quasi a memoria... una fortuna perché, per non smentirmi mai, era rimasta intonsa in auto...). Quale canale prendere adesso? Tenersi più a sinistra forse? Ma intanto proviamo comunque ad avanzare ed ecco come un dono divino per noi poveri sprovveduti... un ometto. Su per di là allora, e passo dopo passo ritroviamo sul terreno i passaggi fondamentali della relazione (il canale tendente a sx prima, il pulpito, con relativo ometto poco dopo). Adesso la parete si fa però più ripida... due canali corrono paralleli... quale sarà quello giusto? Ma intanto mi muovo verso l'alto finchè non sbatto praticamente la testa su di una clessidrona con cordino -siamo salvi!- momenti di gioia infantile. Ci leghiamo, un solo attimo di incertezza nel superare uno strapiombetto e con un breve allungo sono già sulla cresta. Recupero Andrea su di un'altra provvidenziale clessidra, nemmeno il tempo di slegarsi che corriamo già verso la cima. Spaziosa quanto basta per rilassarsi un secondo senza subire l'angoscia dell'impressionante vuoto che si apre verso il Vallone dei Colombi. Sono piccoli momenti di gioia intensa, mentre orde di starnazzanti figure si accalcano nei pressi del bivacco. Ma volentieri li perdoniamo. Ci sentiamo felici, liberi, privilegiati. Ma è ora di pensare alla discesa, saranno per noi le prime doppie da attrezzare in autonomia e tutte su ancoraggi naturali. Giovani talmente ingenui ed entusiasti che per un eccesso di zelo ci lasciamo addirittura due cordoni quasi nuovi e un chiodo (ora che lo sapete dove andare a fare spesa... ma sono sempre 5 ore e mezzo di avvicinamento...).
-Attenzione mentre si scende a non muovere sassi sulle nuove mezze appena inaugurate- è il pensiero dominante. Ci ripariamo sotto una nicchia durante il recupero... volano giù sassi ma anche la corda -la prima è andata-. Ci caliamo anche per l'ultimo saltino, dove all'andata eravamo venuti su slegati e siamo di nuovo sul pulpito. A ritroso per le roccette del canale, elevando qua e là degli ometti. La neve, un traverso e sotto l'incredibile "spigolo giallo" della Punta Ellen finalmente seduti sull'erba a riposare. Tempo dell'impresa? Due ore e mezza, forse non arriviamo nemmeno a tre!
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Messaggio  Musico Errante Mer Lug 17, 2013 8:31 pm

Michelasso ha scritto:Bel topico, però nella sezione sbagliata...

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Messaggio  LucaVi Mer Lug 17, 2013 10:13 pm

Bel racconto alpinistico Alex! allright 
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Messaggio  panoramix Gio Lug 18, 2013 12:16 pm

Ottimo lavoro Ale, ora possiamo iniziare a prenotarti come "primo" cià
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