Jof di Montasio, Via di Dogna
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Jof di Montasio, Via di Dogna
Stimolati dalla bella apertura di "La Grande Ovest", abbiamo preso e siamo andati a ripercorre la Via di Dogna, un fantastico viaggio sulla parete ovest del Montasio aperto nel 1882 da Giacomo e Pio di Brazzà, Attilio e Domenico Pecile, Francesco Marcon, Pietro Pittini e Antonio Siega.
Già l'anno prima Giacomo Di Brazzà e Pittini tentarono la salita, ma a causa del maltempo dovettero rinunciare arrivati sul Belvedere (a 2000 metri, ben oltre la metà della salita) ripercorrendo la via in discesa.
(segue...)
Già l'anno prima Giacomo Di Brazzà e Pittini tentarono la salita, ma a causa del maltempo dovettero rinunciare arrivati sul Belvedere (a 2000 metri, ben oltre la metà della salita) ripercorrendo la via in discesa.
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AndreaVe- Messaggi : 3250
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Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
detto e fatto.
complimenti!
complimenti!
buzz- Messaggi : 7223
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Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
Si, colta al volo l'occasione!
Tecnicamente non è una via difficile, come tutti gli itinerari di fine ottocento è un lungo vagare alla ricerca dei punti deboli della montagna. Solo all'inizio e alla fine della rampa, appena passato il Bivacco Muschi e sotto i 300 metri di parete rossa (e liscia, nessuno ancora è riuscito a tracciare nulla su quella parete) abbiamo usato la corda per assicurarci: alcune relazioni danno passaggi di II-II+, altre di III e c'è anche chi ha trovato del IV. In realtà in quel tratto non si segue un percorso obbligato e può capitare di imbattersi in passaggi più o meno facili. Noi del III ne avviamo trovato all'attacco della rampa e nel tratto finale, subito dopo il Belvedere.
La difficoltà dell'itinerario sta tutta nella sua lunghezza (dalla Val di Dogna al Bivacco Suringar ci sono 1400 metri di dislivello, 1500 con le frequenti perdite di quota iniziali) e nella dimestichezza nel muoversi su terreni non proprio escursionisti dove passaggi di II assai esposti sono molto frequenti anche nel tratto basso. Un po' meno difficoltoso è l'orientamento: la parte bassa, prima nel bosco e poi per cengioni, segue una traccia ben marcata e si è facilitati anche da bolli rossi. La parte alta e più alpinistica dell'itinerario è molto logica nella sua direttrice.
Tenevamo assai il caldo, ma l'orientamento della salita ci ha garantito ombra fin dopo l'una, quando ormai eravamo alti.
Tecnicamente non è una via difficile, come tutti gli itinerari di fine ottocento è un lungo vagare alla ricerca dei punti deboli della montagna. Solo all'inizio e alla fine della rampa, appena passato il Bivacco Muschi e sotto i 300 metri di parete rossa (e liscia, nessuno ancora è riuscito a tracciare nulla su quella parete) abbiamo usato la corda per assicurarci: alcune relazioni danno passaggi di II-II+, altre di III e c'è anche chi ha trovato del IV. In realtà in quel tratto non si segue un percorso obbligato e può capitare di imbattersi in passaggi più o meno facili. Noi del III ne avviamo trovato all'attacco della rampa e nel tratto finale, subito dopo il Belvedere.
La difficoltà dell'itinerario sta tutta nella sua lunghezza (dalla Val di Dogna al Bivacco Suringar ci sono 1400 metri di dislivello, 1500 con le frequenti perdite di quota iniziali) e nella dimestichezza nel muoversi su terreni non proprio escursionisti dove passaggi di II assai esposti sono molto frequenti anche nel tratto basso. Un po' meno difficoltoso è l'orientamento: la parte bassa, prima nel bosco e poi per cengioni, segue una traccia ben marcata e si è facilitati anche da bolli rossi. La parte alta e più alpinistica dell'itinerario è molto logica nella sua direttrice.
Tenevamo assai il caldo, ma l'orientamento della salita ci ha garantito ombra fin dopo l'una, quando ormai eravamo alti.
AndreaVe- Messaggi : 3250
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Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
I primi passi esposti sulle cenge, all'uscita dal bosco
Il “Pas Cjatif” (passo cattivo). Un vecchio cavo metallico penzolante dà un minimo di sicurezza. Dopo aver fatto il passaggio si guarda giù e ci si rende conto del vuoto che sia ha sotto i piedi.
Finalmente si arriva al Bivacco Muschi, primo vero punto di riferimento della salita. Siamo a 1850 metri e il bivacco altro non è che un grande antro risistemato e reso un minimo confortevole. Dal libro del bivacco, pochi sono i passaggi (noi eravamo i secondi quest'anno) e ancora meno i pernottamenti. Un luogo comunque magico, sotto l'incombente parete rossa.
(segue...)
Il “Pas Cjatif” (passo cattivo). Un vecchio cavo metallico penzolante dà un minimo di sicurezza. Dopo aver fatto il passaggio si guarda giù e ci si rende conto del vuoto che sia ha sotto i piedi.
Finalmente si arriva al Bivacco Muschi, primo vero punto di riferimento della salita. Siamo a 1850 metri e il bivacco altro non è che un grande antro risistemato e reso un minimo confortevole. Dal libro del bivacco, pochi sono i passaggi (noi eravamo i secondi quest'anno) e ancora meno i pernottamenti. Un luogo comunque magico, sotto l'incombente parete rossa.
(segue...)
AndreaVe- Messaggi : 3250
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Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
bastardi, e io che avevo già chiesto la licenza qui a casa :-D :-D
mork- Messaggi : 1446
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Località : Bolzano
Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
La Rampa
Dal Belvedere, con l'inviolata parete Rossa sullo sfondo e l'ultimo tiro della rampa ni pressi del diedro che si forma con la parete stessa
L'uscita dalla Rampa, finalmente ci si rilassa un pochetto anche se i successivi 350 metri fino al bivacco daranno fondo alle nostre riserve di energie.
Dal Belvedere, con l'inviolata parete Rossa sullo sfondo e l'ultimo tiro della rampa ni pressi del diedro che si forma con la parete stessa
L'uscita dalla Rampa, finalmente ci si rilassa un pochetto anche se i successivi 350 metri fino al bivacco daranno fondo alle nostre riserve di energie.
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
Passaggetti, gradoni erbosi, facili paretine e il sole che ora ci pesta inesorabile ci fanno penare all'inverosimile gli ultimi 350 metri che ci portano al sentiero Amalia e al Bivacco Suringar.
La Sfinge del Montasio
La Sfinge del Montasio
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
Bell'impresa ragazzi complimenti, se questa fosse stata in val Cimoliana sarebbero stati un sacco di punti
Avete pernottato al bivacco e poi in cima la mattina?
Avete pernottato al bivacco e poi in cima la mattina?
Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
Eh, bella domanda. Avevo glissato in anticipo e ci vorrebbe un topic apposito sull'utilizzo dei bivacchi.panoramix ha scritto:Bell'impresa ragazzi complimenti, se questa fosse stata in val Cimoliana sarebbero stati un sacco di punti
Avete pernottato al bivacco e poi in cima la mattina?
Arrivati al bivacco alle 4 del pomeriggio, c'erano già tutti e 4 i posti occupati. Pochissima (nessuna...) disponibilità quantomeno a capire come potersi organizzare. Dopo un paio d'ore di riposo e con nessuna voglia di intavolare una discussione sull'uso del bivacco, anzichè salire in cima senza zaini come pensavamo di fare abbiamo preso la nostra roba e siamo scesi a Forca Disteis. Abbiamo dormito sui prati.
AndreaVe- Messaggi : 3250
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Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
bello!...complimenti
MARK12G- Messaggi : 136
Data d'iscrizione : 13.03.12
Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
Io in Giulie non ero mai stato ma cullavo da sempre, penso a causa di un vecchio Alp uscito nel '99 o nel 2000, il sogno di percorrere la via di Dogna. Senza sapere nulla del Montasio, delle valli d'accesso, delle difficoltà (tutto II a detta del Buscaini... ), del percorso... nulla di nulla. Come in quei test psicologici in cui ti chiedono di dire la prima cosa che ti viene in mente in riferimento ad un'altra... per me Alpi Giulie voleva dire la via di Dogna!
Poi tra una chiacchiera e l'altra scopro che anche per Andrea quel versante, quella parete e quella via non erano del tutto indifferenti. Approfondendo il discorso, e leggendo finalmente una relazione, il sogno e le fantasie hanno lasciato il posto al timore e al dubbio... per le difficoltà, l'esposizione, l'estremo isolamento, la paura di non essere all'altezza di una via che al di là del tratto di arrampicata vero e proprio, costringe a lunghi "facili" tratti slegati di II in un'ambiente sempre molto ripido e severo.
Ma complice l'apertura della via "La grande ovest" ad opera di Mario Di Gallo e Daniele Moroldo, non più di una decina di giorni fa, e il conseguente post di Adriano qui sul forum (poi dicono che i forum di montagna non servono più a niente... ) ritorna prepotentemente nella mia testa il pensiero della via di Dogna, probabilmente solo al livello dell'incoscio, tanto che proprio nel topic di Adriano, per vincere forse quei miei timori di prima, ricomincio a parlarne, un po' per stuzzicare Andrea, ma soprattutto perchè quel vecchio pensiero sopito ha ricominciato a rodermi dentro.
Ma è un puro esercizio di stile, tanto che (rileggete quei miei messaggi per convincervi...) rimando anche solo l'idea di provarci a settembre (quando il tempo sarà più stabile scrivo... facendo finta di non sapere che eravamo sotto una delle più grandi campane anticicloniche dell'estate ), scuse scuse scuse da parte mia.
Mi risolleva dagli impicci l'improvvisa determinazione di Andrea, ed io, che fino alla fine non volevo crederci, mi rendo conto che nel frattempo la mia mente aveva lavorato bene (e in gran segreto ) tutta la settimana per prepararmi alla salita... e così, veramente leggero e tranquillo preparo lo zaino, lo carico in un pomeriggio assurdamente torrido in auto e parto alla volta di Mestre.
Direzione nord est attraverso l'immensa pianura veneto-friulana, tappa d'obbligo in quel di Spilimbergo dove il buon Adriano ci accoglie con una buona pastasciutta e della birra fresca e i consueti racconti di incidenti mortali ed assurde tragedie in montagna (all'uscita di casa si rivolge ad una bambina sul terrazzo di fronte: "saluta quei due che è l'ultima volta che li vedi... e noi a grattarci spudoratamente )... accelero il racconto se no ci mettete di meno a farvi la via che a leggervi questa storia che siamo già alti sul Rio di Montasio e verso la "clapadorie"...
Il "pass cjatif" è più cattivo a vederlo che a farlo, tanto che ti rendi conto dell'incredibile vuoto alle spalle solamente una volta fuori...
Arriva il momento di lasciare la cengia per puntare decisamente a NO, lungo una prima facile rampa...
che ci conduce faticosamente ai piedi della "parete rossa" e della "rampa" vera e propria, dove si trova il ricovero Edvige Muschi.
La "rampa" con l'attacco (ci siamo legati per affrontare questo tratto) ed alcune altre immagini scattate durante la salita fino al "belvedere", che si effettua senza corda (passaggi mai oltre il II, su roccia buona e cenge frequenti ad interrompere la verticalità della parete).
Un attimo di respiro al "belvedere", con un occhio in basso alla lontanissima nel tempo e nello spazio strada della Val di Dogna, punto di partenza, ed uno verso l'alto a valutare l'ultimo tratto di parete e l'uscita verso gli agognati prati sommitali.
All'uscita della "rampa" ci sorprende il sole ed un prato dove sarebbe un delitto non riposare. Ingenuamente penso (o spero) che le difficoltà siano finite, ma forse complice un calo di tensione peno all'inverosimile nel risalire gli ultimi 300 metri di ripido pendio, tra roccette non sempre solide, prati ai limiti della verticalità...
il sole che dopo l'abbuffata d'ombra della mattina ora non concede tregua, e lo zaino che pesa e sbilancia con la corda e tutto... e l'enigmatico e beffardo volto della "sfinge" che pone improbabili enigmi e pretende risposte rapide pena essere divorati (dal vuoto dietro le spalle forse?)...
proprio mentre il tuo unico pensiero è invece rivolto a delle birre ghiacciate servite da giovani e fresche ragazze slovene che ti aspettano al bivacco...
Tengo duro, nonostante queste ed altre visioni più o meno mistiche ... non aiuta nemmeno Andrea che invece di portarsi a sinistra salendo, verso il sentiero Amalia s'inventa al momento un'uscita diretta verso il bivacco più adatta agli stambecchi che al sottoscritto...
Ho adesso come dei vuoti di memoria, tanto che ci ritroviamo verso il tramonto a cenare sui bellissimi prati sottostanti Forca dei Disteis, dove Andrea si abbandona all'istante alle braccia di Morfeo (che a scanso di equivoci è una divinità greca e non un pastore carnico incontrato lì...), mentre io alla luce della frontale devo intavolare una lunga discussione per mezzo di gesti, urletti e qualche sassata con un maschio di stambecco che pretendeva di grattarsi la schiena sopra un masso a nemmeno dieci metri dal sottoscritto (notte comunque splendida, impreziosita da decine di stelle cadenti, meno splendida per il freddo mattutino, che ero senza sacco a pelo ).
La mattina, mentre rassegnati aspettiamo il sorgere del sole che non arriverà mai, anticipa tutti Adriano che ci raggiunge quando ancora dobbiamo mettere via le nostre cose. I buoni propositi della giornata si affievoliscono rapidamente, così che dal voler tentare comunque la cima, oppure la normale dello Jof Fuart, passando addirittura per l'idea di un Ago di Villaco, ci ritroviamo a fare i turisti della domenica tra Sella Nevea e i laghi di Fusine, per finire dopo un lungo pellegrinaggio per riprendere l'auto, in fondo alla Val di Dogna, dove tutto è cominciato nemmeno 36 ore prima...
e dove Andrea ed Adriano si abbandonano ad imponenti opere di ingegneria idraulica
Che dire a conclusione di quest'avventura, che reputo più propriamente un "viaggio", non solo nello spazio ma anche nello spirito di una grande montagna attraverso un lungo vagabondaggio tra le pieghe di una gigantesca parete. Riuscire a passare sfruttando i pochi punti deboli del versante, passeggiare sopra ad insondabili abissi senza soffrire troppo delle proprie paure e angosce. Ammirare la bravura di questi "grandi" uomini che riuscirono più di un secolo fa ad individuare questo percorso di una logicità esemplare. Riscoprirsi piccoli di fronte a questa immensità, ma anche leggeri, silenziosi e perchè no anche felici, stupiti e riconoscenti nel ritrovare una provvidenziale vena d'acqua sotto il sole cocente o nel soffermarsi ancora una volta sopra un fiore, commovente testimonianza di colore e di vita. Di nuovo "umani" nel ritrovare il giusto valore di una stretta di mano, o di uno sguardo d'intesa, di una mezza parola scambiata quando serve o dei lunghi momenti di silenzio altrettanto preziosi. La via di Dogna è stato questo per me, e molto altro che non riuscirei però in nessun modo a spiegare per farvi capire...
e quindi mi fermo qua!
ciao!
Poi tra una chiacchiera e l'altra scopro che anche per Andrea quel versante, quella parete e quella via non erano del tutto indifferenti. Approfondendo il discorso, e leggendo finalmente una relazione, il sogno e le fantasie hanno lasciato il posto al timore e al dubbio... per le difficoltà, l'esposizione, l'estremo isolamento, la paura di non essere all'altezza di una via che al di là del tratto di arrampicata vero e proprio, costringe a lunghi "facili" tratti slegati di II in un'ambiente sempre molto ripido e severo.
Ma complice l'apertura della via "La grande ovest" ad opera di Mario Di Gallo e Daniele Moroldo, non più di una decina di giorni fa, e il conseguente post di Adriano qui sul forum (poi dicono che i forum di montagna non servono più a niente... ) ritorna prepotentemente nella mia testa il pensiero della via di Dogna, probabilmente solo al livello dell'incoscio, tanto che proprio nel topic di Adriano, per vincere forse quei miei timori di prima, ricomincio a parlarne, un po' per stuzzicare Andrea, ma soprattutto perchè quel vecchio pensiero sopito ha ricominciato a rodermi dentro.
Ma è un puro esercizio di stile, tanto che (rileggete quei miei messaggi per convincervi...) rimando anche solo l'idea di provarci a settembre (quando il tempo sarà più stabile scrivo... facendo finta di non sapere che eravamo sotto una delle più grandi campane anticicloniche dell'estate ), scuse scuse scuse da parte mia.
Mi risolleva dagli impicci l'improvvisa determinazione di Andrea, ed io, che fino alla fine non volevo crederci, mi rendo conto che nel frattempo la mia mente aveva lavorato bene (e in gran segreto ) tutta la settimana per prepararmi alla salita... e così, veramente leggero e tranquillo preparo lo zaino, lo carico in un pomeriggio assurdamente torrido in auto e parto alla volta di Mestre.
Direzione nord est attraverso l'immensa pianura veneto-friulana, tappa d'obbligo in quel di Spilimbergo dove il buon Adriano ci accoglie con una buona pastasciutta e della birra fresca e i consueti racconti di incidenti mortali ed assurde tragedie in montagna (all'uscita di casa si rivolge ad una bambina sul terrazzo di fronte: "saluta quei due che è l'ultima volta che li vedi... e noi a grattarci spudoratamente )... accelero il racconto se no ci mettete di meno a farvi la via che a leggervi questa storia che siamo già alti sul Rio di Montasio e verso la "clapadorie"...
Il "pass cjatif" è più cattivo a vederlo che a farlo, tanto che ti rendi conto dell'incredibile vuoto alle spalle solamente una volta fuori...
Arriva il momento di lasciare la cengia per puntare decisamente a NO, lungo una prima facile rampa...
che ci conduce faticosamente ai piedi della "parete rossa" e della "rampa" vera e propria, dove si trova il ricovero Edvige Muschi.
La "rampa" con l'attacco (ci siamo legati per affrontare questo tratto) ed alcune altre immagini scattate durante la salita fino al "belvedere", che si effettua senza corda (passaggi mai oltre il II, su roccia buona e cenge frequenti ad interrompere la verticalità della parete).
Un attimo di respiro al "belvedere", con un occhio in basso alla lontanissima nel tempo e nello spazio strada della Val di Dogna, punto di partenza, ed uno verso l'alto a valutare l'ultimo tratto di parete e l'uscita verso gli agognati prati sommitali.
All'uscita della "rampa" ci sorprende il sole ed un prato dove sarebbe un delitto non riposare. Ingenuamente penso (o spero) che le difficoltà siano finite, ma forse complice un calo di tensione peno all'inverosimile nel risalire gli ultimi 300 metri di ripido pendio, tra roccette non sempre solide, prati ai limiti della verticalità...
il sole che dopo l'abbuffata d'ombra della mattina ora non concede tregua, e lo zaino che pesa e sbilancia con la corda e tutto... e l'enigmatico e beffardo volto della "sfinge" che pone improbabili enigmi e pretende risposte rapide pena essere divorati (dal vuoto dietro le spalle forse?)...
proprio mentre il tuo unico pensiero è invece rivolto a delle birre ghiacciate servite da giovani e fresche ragazze slovene che ti aspettano al bivacco...
Tengo duro, nonostante queste ed altre visioni più o meno mistiche ... non aiuta nemmeno Andrea che invece di portarsi a sinistra salendo, verso il sentiero Amalia s'inventa al momento un'uscita diretta verso il bivacco più adatta agli stambecchi che al sottoscritto...
Ho adesso come dei vuoti di memoria, tanto che ci ritroviamo verso il tramonto a cenare sui bellissimi prati sottostanti Forca dei Disteis, dove Andrea si abbandona all'istante alle braccia di Morfeo (che a scanso di equivoci è una divinità greca e non un pastore carnico incontrato lì...), mentre io alla luce della frontale devo intavolare una lunga discussione per mezzo di gesti, urletti e qualche sassata con un maschio di stambecco che pretendeva di grattarsi la schiena sopra un masso a nemmeno dieci metri dal sottoscritto (notte comunque splendida, impreziosita da decine di stelle cadenti, meno splendida per il freddo mattutino, che ero senza sacco a pelo ).
La mattina, mentre rassegnati aspettiamo il sorgere del sole che non arriverà mai, anticipa tutti Adriano che ci raggiunge quando ancora dobbiamo mettere via le nostre cose. I buoni propositi della giornata si affievoliscono rapidamente, così che dal voler tentare comunque la cima, oppure la normale dello Jof Fuart, passando addirittura per l'idea di un Ago di Villaco, ci ritroviamo a fare i turisti della domenica tra Sella Nevea e i laghi di Fusine, per finire dopo un lungo pellegrinaggio per riprendere l'auto, in fondo alla Val di Dogna, dove tutto è cominciato nemmeno 36 ore prima...
e dove Andrea ed Adriano si abbandonano ad imponenti opere di ingegneria idraulica
Che dire a conclusione di quest'avventura, che reputo più propriamente un "viaggio", non solo nello spazio ma anche nello spirito di una grande montagna attraverso un lungo vagabondaggio tra le pieghe di una gigantesca parete. Riuscire a passare sfruttando i pochi punti deboli del versante, passeggiare sopra ad insondabili abissi senza soffrire troppo delle proprie paure e angosce. Ammirare la bravura di questi "grandi" uomini che riuscirono più di un secolo fa ad individuare questo percorso di una logicità esemplare. Riscoprirsi piccoli di fronte a questa immensità, ma anche leggeri, silenziosi e perchè no anche felici, stupiti e riconoscenti nel ritrovare una provvidenziale vena d'acqua sotto il sole cocente o nel soffermarsi ancora una volta sopra un fiore, commovente testimonianza di colore e di vita. Di nuovo "umani" nel ritrovare il giusto valore di una stretta di mano, o di uno sguardo d'intesa, di una mezza parola scambiata quando serve o dei lunghi momenti di silenzio altrettanto preziosi. La via di Dogna è stato questo per me, e molto altro che non riuscirei però in nessun modo a spiegare per farvi capire...
e quindi mi fermo qua!
ciao!
Ospite- Ospite
Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
Sarò breve ....
E dopo foto di fiori per non essere da meno di Adriano.
Bella li, Ale
AndreaVe- Messaggi : 3250
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Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
Complimenti ragazzi!
Poi me lo gusto tutto... ma chi era il terzo?
Poi me lo gusto tutto... ma chi era il terzo?
LucaVi- Messaggi : 3780
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Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
Ecco i fiori, per la gioia di Adriano
AndreaVe- Messaggi : 3250
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Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
@ Luca: nessun terzo, eravamo solo io e Alessandro.
E un po' di bestie raccattate per strada che ci hanno fatto compagnia anche durante la notte
E un po' di bestie raccattate per strada che ci hanno fatto compagnia anche durante la notte
AndreaVe- Messaggi : 3250
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Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
Bellissima escursione
Fantastiche anche le dighe carniche, si vede che sono un bel gradino sopra le nostre
kala- Messaggi : 1669
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Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
AndreaVe ha scritto:
E un po' di bestie raccattate per strada che ci hanno fatto compagnia anche durante la notte
Saranno passate da poco le 22 che sento dei "rumori sospetti" nelle vicinanze... c'è ancora un bagliore di luce, alzo la testa e a pochi metri si staglia perfetta la sagoma di uno stambecco, un bel esemplare maschio a giudicare dalla corna Lo abbaglio prima con la frontale: niente. Flash della macchina fotografica: non si muove. Gli faccio ssshhh: immobile. Alla fine è quasi una questione personale, mi alzo muovo due sassi e finalmente capisce e se ne va incazzato brontolando.
E tutta la notte fischi, sassi che rotolano, rumori di cornate... comunque fantastico essere testimoni di uno spettacolo unico, che non mi era mai capitato di vivere, quello di stare all'interno di un grosso branco di animali ed osservarli per lunghe ore nel loro ambiente naturale
Ospite- Ospite
Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
alessandro ha scritto:comunque fantastico essere testimoni di uno spettacolo unico, che non mi era mai capitato di vivere, quello di stare all'interno di un grosso branco di animali ed osservarli per lunghe ore nel loro ambiente naturale
A me capita ogni giorno ma non è che sia 'sto gran spettacolo
kala- Messaggi : 1669
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Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
raduni esclusialessandro ha scritto:comunque fantastico essere testimoni di uno spettacolo unico, che non mi era mai capitato di vivere, quello di stare all'interno di un grosso branco di animali ed osservarli per lunghe ore nel loro ambiente naturale
zietta- Messaggi : 927
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Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
AndreaVe ha scritto:Eh, bella domanda. Avevo glissato in anticipo e ci vorrebbe un topic apposito sull'utilizzo dei bivacchi.panoramix ha scritto:Bell'impresa ragazzi complimenti, se questa fosse stata in val Cimoliana sarebbero stati un sacco di punti
Avete pernottato al bivacco e poi in cima la mattina?
Arrivati al bivacco alle 4 del pomeriggio, c'erano già tutti e 4 i posti occupati. Pochissima (nessuna...) disponibilità quantomeno a capire come potersi organizzare. Dopo un paio d'ore di riposo e con nessuna voglia di intavolare una discussione sull'uso del bivacco, anzichè salire in cima senza zaini come pensavamo di fare abbiamo preso la nostra roba e siamo scesi a Forca Disteis. Abbiamo dormito sui prati.
ciao Andrea! come stai?
Grazie a te ed Adriano di racconto e foto.
Perdona mia ignoranza sui luoghi; qual'era l'itinerario che volevate fare ?
Te lo chiedo perchè è un Nonno-progetto... :-) ma non ci siamo mai ben chiariti le idee sull'itinerario: un'idea era di dormire al bivacco Suringar e il giorno dopo dalla cima scendere per la normale a sud e poi dopo ancora sappapparanzarci dal rifugio nei placidi pratoni attorno (l'altipiano di Montasio?); però così ci vogliono due automobili e tempo.
Voi volevate scendere dalla "ferrata" (la via Amelia) per restare dallo stesso versante, nè ?
non ho capito bene la dinamica sociale in bivacco: c'è stato scazzo con altri alpinisti già assediati e quindi siete scesi a dormire in cengia; ma poi non siete saliti in vetta ? ho capito bene ? ma perchè no-cima ? :-(
ma non siete proprio riusciti a trovare spazietto per dormire lì nel o nei pressi del bivacco ?
ci vorrebbe un topic apposito sull'utilizzo dei bivacchi.
dai dai raccontaci la dinamica!!
Nichilisticamente godo un pò a verificare quanto l'umanità (alpinistica) faccia sempre schifo,
qual che sia la quota a cui si trova (al mare come su un 4000),
quale che sia il luogo della terra (Alpi Marittime, Alpi Giulie, etc.)
:-)
A me successe anno scorso che arrivai alle 20:30 a bivacco Rossi-Volante (quota 3800 mslm) già strapieno di "stranieri" (gente abbruttita dell'est...?!...) il mio compare voleva menarsi...è un tipo violento e temevo impugnasse na picozza. io no (... non così almeno); riuscii a convincere i tipi con azione di Italica diplomazia internazionale ... presi su uno zaino cheera messo su una branda... e dissi rivolgendomi a tutti: "I'd put myself here" ...qualcuno ridacchiò e ci fecero posto... una notte d'inferno comunque :-)
Ci si vede prima o poi!
giorgino
Ultima modifica di solyaris il Mar Ago 06, 2013 9:43 am - modificato 1 volta.
Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
Bravi Ale e Andrea.
Foto, racconti e "impresa" da incorniciare!
Foto, racconti e "impresa" da incorniciare!
aletonella- Messaggi : 523
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Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
solyaris ha scritto:
ciao Andrea! come stai?
Grazie di racconto e foto.
Ciao Giorgio. Tutto bene
La Via di Dogna è un progetto storico del Nonno, so che te lo aveva anche proposto un paio di anni fa. Lo avevo anche contattato per questo we ma era occupato e non è riuscito ad aggregarsi.solyaris ha scritto:Perdona mia ignoranza sui luoghi; qual'era l'itinerario che volevate fare ?
Te lo chiedo perchè è un Nonno-progetto... :-) ma non ci siamo mai ben chiariti le idee sull'itinerario: un'idea era di dormire al bivacco Suringar e il giorno dopo dalla cima scendere per la normale a sud e poi ancora sappapparanzarci dal rifugio nei placidi pratoni attorno (l'altipiano di Montasio?); però così ci vogliono due automobili e tempo.
Voi volevate scendere dalla "ferrata" (la via Amelia) per restare dallo stesso versante ?
La Via esce comunque sul sentiero Amalia, a due passi dal Bivacco Suringar. Per il rientro le alternative classiche sono due: la discesa per l'Amalia in Val di Dogna alla macchina (decisamente lunga) o la discesa per il versante opposto ai Piani del Montasio ma qui effettivamente ci vuole la seconda macchina o un amico che ti venga a raccattare (come è successo a noi, mitico Adriano!!!!!).
Scendendo al Montasio si riesce tranquillamente a fare in giornata, per la discesa dall'Amalia si fa molto più lunga.
solyaris ha scritto:non ho capito bene la dinamica sociale in bivacco: ........
Ci si vede prima o poi!
giorgino
A questo punto apro un altro topic, inutile discuterne in questo.
Ciao
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
Adesso posso finalmente rispondere con un grosso sì alla domanda: sito mai stà in montagna?aletonella ha scritto:Bravi Ale e Andrea.
Foto, racconti e "impresa" da incorniciare!
P.S. da dopo ferragosto ho qualche giorno da spendermi in montagna. ci risentiamo per quei giorni se siete in dolomiti. Ho una casa a disposizione a borca di cadore e un paio di amici (forti) francesi che vogliono scalare
ciao!
Ospite- Ospite
Re: Jof di Montasio, Via di Dogna
alessandro ha scritto:Adesso posso finalmente rispondere con un grosso sì alla domanda: sito mai stà in montagna?aletonella ha scritto:Bravi Ale e Andrea.
Foto, racconti e "impresa" da incorniciare!
P.S. da dopo ferragosto ho qualche giorno da spendermi in montagna. ci risentiamo per quei giorni se siete in dolomiti. Ho una casa a disposizione a borca di cadore e un paio di amici (forti) francesi che vogliono scalare
ciao!
Da giovedì sono da amici a Roccapietore, fatti sentire se passi in zona!
aletonella- Messaggi : 523
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Località : Crespano del Grappa
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