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RACCOLTA FIRME PER IL RIPRISTINO DELLA VIA OUVERTURE SANS FIN - SPERLONGA, PILASTRO DI PONENTE

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Nel settore Pilastro di Ponente qualcuno ha recentemente spittato una via che parte a sinistra di Ouverture sans fin, uno storico itinerario aperto nel 1984 da Delisi e Brighenti, e che incrocia Ouverture a metà del secondo tiro. Il tracciato originario è stato in questo modo rovinato da una spittatura che ha coinvolto l’ultima parte del secondo ed il terzo tiro. Ouverture era una via classica aperta con poco materiale e lasciando il meno possibile sulla roccia. Questa via è stata più volte ripetuta in modo tradizionale da alcuni arrampicatori mediante l’uso di friend e dadi. Attraverso un confronto avvenuto in questi anni sui principali forum di arrampicata (Fuori via, Verticalmente, Planet mountain ecc.), è stato proposto di mantenere questa via, e quei rari itinerari “classici” che testimoniano la nascita del free climbing nel Lazio, nello stato in cui furono aperti. Anche alcune recenti guide hanno sottolineato il valore storico di questi tracciati. Mantenere queste vie rispettandone la natura originaria e il significato storico può consentire, a chi voglia ripeterle oggi o in futuro, di poterlo fare in uno stile che sia il più possibile simile a quello degli apritori. Chiediamo perciò all’autore/agli autori di questa azione di togliere tutto il materiale aggiunto (spit, compresi quelli della sosta con cordino giallo e nero) e di chiudere i buchi fatti sulla roccia. Ciò rappresenterebbe un importante precedente ed un bell’esempio di rispetto. Chiediamo che l’intervento di ripristino venga fatto nel più breve tempo possibile e comunque non oltre il termine di due mesi dalla data di questo avviso (entro il 19 febbraio 2014). Qualora non ci sia stata alcuna azione entro tale data, si darà comunque seguito all’intervento di ripristino.
Chi vuole può lasciare la sua firma in questo post.
Grazie

Per un confronto e per approfondire l'argomento, visitare la pagina http://www.verticalmente.net/t1775p90-sperlonga-d-amare#76630
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Messaggio Lun Dic 30, 2013 9:53 pm  Flow

Anch'io mi auguro che chi ha aperto la linea che si sovrappone ad Ouverture abbia un atteggiamento ragionevole. Allego un'altra foto dove si vede il cordone scuro di Delisi e Brighenti. 
Buon 2014 a tutti

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Messaggio Mar Dic 31, 2013 5:54 pm  metatarso

i fix lì sono un dispetto , ovvio

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Messaggio Gio Gen 02, 2014 12:24 pm  buzz

Secondo me più che un dispetto sono frutto di una visione superficiale della questione vie storiche.

E' una vecchia questione.
Per snaturare una via classica non serve che lungo la linea vengano messi dei fix con logica sportiva. Basta che venga meno una zona di rispetto della via nei tratti chiave.
Se fra due vie sportive un paio di metri di distanza possono anche bastare per delimitare le rispettive aree d'influenza, (sono pochi, ma non disturba eccessivamente se le due linee per poco si avvicinano) una distanza del genere fra una linea classica e una sportiva di fatto annulla la linea classica.


Ovviamente, se non si parte da una impostazione mentale di rispetto per le vie storiche classiche, ma si tende a considerare la questione una sorta di vezzo di qualche originale, non si starà a far analisi troppo accurate su dove passi effettivamente la via e su quanto spazio per respirare sia necessario lasciargli perché sopravviva.

Confrontando le immagini, una postata da Biemme all'epoca della ripetizione: ( http://www.fuorivia.com/forum/viewtopic.php?f=6&t=492&p=352902&hilit=+sciusci%C3%A0#p352902 post di cui consiglio la lettura) e l'altra postata da Kluge, secondo presumo il disegno dell'apritore, che ho saputo in questi giorni essere Riccardo Innocenti)

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appare evidente che c'è una notevole discrepanza sul tracciato di Ouverture.

Il fatto in sé non è rilevante per capire se le due vie in parte si sovrappongano o meno.
Questo è un dato acclarato, grazie alle foto postate sopra in cui si vedono chiaramente i tratti in comune.

E' rilevante invece per capire come ci sia stata faciloneria e pressappochismo nel considerare ove passasse Ouverture, dato che con tutta probabilità nn si riteneva essenziale il fatto di salvaguardarla.

Ora che è evidente che un errore è stato compiuto, mancando di rispetto non tanto alla via in sé o all'apritore,  quanto a chi invece ritiene importante salvaguardare quei piccoli segni della nostra piccola storia, come un fatto culturale, di affezione, di conoscenza, sarebbe un gesto intelligente quello di tornare indietro modificando quanto fatto.

Aldilà di come la si pensi sulla questione, ripeto, è una questione di rispetto verso una parte importante della comunità arrampicatoria.

Io posso anche pensare che non mi interessi ripercorrere l'itinerario di Delisi. Posso anche pensare che prima di tutto venga la sicurezza e quindi qualche fix qui e là sia meglio che no. Posso anche pensare che sono tutte fisime di qualche originale tradizionalista. Posso anche pensare che stiamo parlando di pochi metri di roccia "trad" in una falesia sportiva. Ecc ecc.

Ma visto che il mondo, anche quello arrampicatorio, è bello perché vario, ed è bello perché libero... voglio essere libero di pensarla in questo modo, e anche pensare che chi la pensa diversamente da me abbia la possibilità di fare ciò che pensa sia giusto.
E' una questione di civiltà e anche di democrazia.

Perché è chiaro che, in generale, oggi la maggioranza sia per asfaltare la roccia di fix. Con un'arrampicata sportiva in crescita continua, con palestre che sfornano praticanti più o meno ignari delle origini e delle radici dell'attività che vanno a fare nei weekend, è molto probabile che "la gente" veda con golosità ogni nuova fila di fix che appare sulla roccia, incurante del resto.

Ma proprio per questo, anzi a maggior ragione, nel dilagare della modernità, che ci piaccia o meno, è necessario salvaguardare come riserve quel poco che resta di altro.

Quella minoranza che ritiene importante che certe porzioni di roccia restino lì a segnare un tempo che è stato, avendo la possibilità di ripercorrerle com'erano, lasciando che altri domani possano ancora farlo, se vorranno... va rispettata. E' un fatto di civiltà.

Arrogarsi il diritto di poter fare quello che si vuole e di fregarsene delle voci che dissentono è purtroppo un segno dei tempi, ma è anche il segno di una frattura insanabile di cui sicuramente si sconteranno le conseguenze.

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