Margarete

Il regista, il fotografo e il mio capomastro sono in ufficio a discutere e programmare. La modella sul triclinio finto romano antico si è coperta con un accappatoio la lingerie rossa che indossa, oggetto dello spot che stiamo girando. Il tecnico delle luci ha spento tutto. Siamo in attesa di una qualche decisione. Mi gingillo con un piccolo scalpello. La modella si alza, me lo indica e poi mi fa segno di prestarglielo. Fuori dal set raccoglie una tavoletta residuale e vi incide con lo scalpello qualcosa. Mi avvicino alle sue spalle e leggo:
Margarete
My name – dice e mi rende lo scalpello.
A gesti, non conosco l'inglese, le chiedo se mi regala la tavoletta. Lei ride con un trillo gioioso simile al campanello di una bicicletta e mi consegna la tavoletta che metto sotto l'ascella e quasi fosse un trofeo la vado a far vedere al mio collega falegname dall'altra parte del capannone.
Antonio è impegnato: guarda appena la tavoletta e mi degna di un sorriso. Torno al mio set e mi accorgo che Margarete sta gironzolando annoiata; faccio in modo d'incontrarla all'improvviso. Le mostro un'espressione stupita, quasi che non la riconoscessi più, quindi tolgo da sotto il braccio la tavoletta e fingo di ricordare:
Ah Margarete!
Lei esplode divertita nel suo trillo gioioso, si avvicina e mi stampa un bacio sulla guancia.

Bella, proprio bella, Gongo, hai una testa avventurosa come i tuoi percorsi in montagna.

 

"Lei ride con un trillo gioioso simile al campanello di una bicicletta"