Viaggio in Sassolungo
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stemanto
AndreaVe
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Viaggio in Sassolungo
Cominciamo male, non riesco a schiodarmi dalle paludi veneziane prima delle 11 di sera. Ma di rinunciare all’idea non se ne parla nemmeno : meteo ottimo, week end libero per entrambi e un po’ di allenamento nelle gambe e nella braccia non capitano in contemporanea sempre. Anzi, ultimamente sembra essere davvero eccezionale. Quindi via comunque per Passo Sella e qualche ora di sonno in macchina.
L’alba è uno spettacolo già dal parcheggio, stavolta si va all’attacco per davvero. Conoscendoci infiliamo in zaino anche il saccopelo leggero (sai mai che non si esce in giornata ) e cominciamo il nostro viaggio nel mondo fantastico del Sassolungo.
1000 metri dall’attacco alla cima, 1400 di sviluppo, 27 tiri e 200 metri a corda corta, almeno tre ore, conoscendo già l’itinerario, per tornare a valle. Difficoltà tecniche contenute (III e IV, passaggi di IV+ e uno di V-), ma impegno complessivo notevole. Insomma, un vione questa Pichl-Waizer. Una classica nel suo genere.
In tasca un paio di relazioni e altrettanti schizzi ma vale solo quello dell’ottimo Francesco Dragosei. E allora alle 8 si attacca, intenzionati ad alternarci ad ogni tiro. Non siamo i primi oggi lungo questa via: una coppia di tedeschi ha già attaccato e sta un po’ di tiri davanti a noi. Ci testiamo sul primo tiro, rigorosamente legati. Rinunciamo subito dopo e buona parte del primo terzo di via lo facciamo slegati. Ci sentiamo bene, al sole si sta che è un piacere. Dopo la piscina e la placconata iniziale cominciano i camini che caratterizzeranno tutta la parte successiva della via.
Brutta sorpresa poco sopra, prima di raggiungere la Forcella Pichl: la cordata tedesca, ormai alla seconda serie di camini, scarica di sotto di tutto e sono perfettamente in traiettoria di una fitta sassaiola mentre assicuro il Gobba. Non c’è scampo, sono troppo scoperto: maledico i crucchi e imploro il socio di far sosta da qualsiasi parte pur di farlo immediatamente…. Probabilmente ai due le orecchie sono fischiate parecchio in quei momenti . Alla forcella prima pausa, riprendiamo fiato soddisfatti di essere a buon punto e di avere ancora molte ore di luce davanti a noi. Abbiamo già fatto più o meno 17 tiri, stiamo bene.
Poco sopra primo mio blackout dentro un ennesimo camino. La testa mi si blocca e non riesco a oltrepassare il chiodo: superarlo mi spaventa, di colpo mi ha preso paura. Mi faccio calare e rompiamo l’alternanza alla guida della cordata. Riparte il Gobba e oltrepassa quel chiodo e infila un canale. Maledetto canale, mi ritrovo ancora una volta sotto una pioggia di pietre. Lo stesso canale che stavano risalendo i tedeschi mentre noi eravamo più sotto: loro non mi sentono più, ma mi scuso per la valanga di improperi che gli ho tirato addosso prima: impossibile non far muovere pietre con le corde in quel budello .
Altra serie di camini subito dopo, i due tiri che dovrebbero essere quelli chiave. Va avanti il Gobba, ma ora tocca a lui entrare in crisi e non sale. Le 8 ore di croda cominciano a farsi sentire oltre che nella testa anche nei muscoli sotto forma di crampi. Sconforto generale, ci guardiamo quasi delusi come se in silenzio cominciassimo a commentare un cocente sconfitta . Non ho mai capito cosa succeda nella testa in queste occasioni. Sta di fatto che mi sono messo davanti e, sbuffando e porconando come pochi, ho fatto quella maledetta strozzatura (IV+ o V-? Le relazioni divergono ma poco importa: era tremendamente difficile. Impossibile. Insuperabile. E manco la mitica scuola del V+/A0 vale visto che non c’è nulla su cui azzerare…). Panico durante, adrenalina dopo… recupero il Gobba e proseguo sull’onda dell’entusiasmo. Ma smetto di usare la testa e esco con anticipo dalla serie di camini, per traversare su una cengia che non era quella giusta. Altro momento di smarrimento, non ci accorgiamo dell’errore e vaghiamo alla ricerca degli ultimi due tiri senza però venirne a capo. Ormai sono le 18: di tempo per chiudere la via e raggiungere il bivacco ce ne sarebbe ma in uno sprazzo di lucidità decidiamo che per oggi può bastare così rimandando al giorno dopo la chiusura della via. Troppo stanchi e poco lucidi per fare gli ultimi tiri, i 200 metri di ravanata e la traversata della cresta per raggiungere il Bivacco del Sassolungo. Siamo su un cengione fortemente inclinato a quasi 3000 metri: troviamo una piccolo ripiano e cominciamo a sistemarci per il nostro bivacco. Non fa eccessivamente freddo, il vento disturba un po’ ma risolviamo col piccolo telo che abbiamo in zaino.
Tramonto da favola, unico rottura la musica che sale da qualche rifugio della Val Gardena. Spegniamo la luce con il sole, la frontale non la tiriamo nemmeno fuori.
( , fine prima parte )
L’alba è uno spettacolo già dal parcheggio, stavolta si va all’attacco per davvero. Conoscendoci infiliamo in zaino anche il saccopelo leggero (sai mai che non si esce in giornata ) e cominciamo il nostro viaggio nel mondo fantastico del Sassolungo.
1000 metri dall’attacco alla cima, 1400 di sviluppo, 27 tiri e 200 metri a corda corta, almeno tre ore, conoscendo già l’itinerario, per tornare a valle. Difficoltà tecniche contenute (III e IV, passaggi di IV+ e uno di V-), ma impegno complessivo notevole. Insomma, un vione questa Pichl-Waizer. Una classica nel suo genere.
In tasca un paio di relazioni e altrettanti schizzi ma vale solo quello dell’ottimo Francesco Dragosei. E allora alle 8 si attacca, intenzionati ad alternarci ad ogni tiro. Non siamo i primi oggi lungo questa via: una coppia di tedeschi ha già attaccato e sta un po’ di tiri davanti a noi. Ci testiamo sul primo tiro, rigorosamente legati. Rinunciamo subito dopo e buona parte del primo terzo di via lo facciamo slegati. Ci sentiamo bene, al sole si sta che è un piacere. Dopo la piscina e la placconata iniziale cominciano i camini che caratterizzeranno tutta la parte successiva della via.
Brutta sorpresa poco sopra, prima di raggiungere la Forcella Pichl: la cordata tedesca, ormai alla seconda serie di camini, scarica di sotto di tutto e sono perfettamente in traiettoria di una fitta sassaiola mentre assicuro il Gobba. Non c’è scampo, sono troppo scoperto: maledico i crucchi e imploro il socio di far sosta da qualsiasi parte pur di farlo immediatamente…. Probabilmente ai due le orecchie sono fischiate parecchio in quei momenti . Alla forcella prima pausa, riprendiamo fiato soddisfatti di essere a buon punto e di avere ancora molte ore di luce davanti a noi. Abbiamo già fatto più o meno 17 tiri, stiamo bene.
Poco sopra primo mio blackout dentro un ennesimo camino. La testa mi si blocca e non riesco a oltrepassare il chiodo: superarlo mi spaventa, di colpo mi ha preso paura. Mi faccio calare e rompiamo l’alternanza alla guida della cordata. Riparte il Gobba e oltrepassa quel chiodo e infila un canale. Maledetto canale, mi ritrovo ancora una volta sotto una pioggia di pietre. Lo stesso canale che stavano risalendo i tedeschi mentre noi eravamo più sotto: loro non mi sentono più, ma mi scuso per la valanga di improperi che gli ho tirato addosso prima: impossibile non far muovere pietre con le corde in quel budello .
Altra serie di camini subito dopo, i due tiri che dovrebbero essere quelli chiave. Va avanti il Gobba, ma ora tocca a lui entrare in crisi e non sale. Le 8 ore di croda cominciano a farsi sentire oltre che nella testa anche nei muscoli sotto forma di crampi. Sconforto generale, ci guardiamo quasi delusi come se in silenzio cominciassimo a commentare un cocente sconfitta . Non ho mai capito cosa succeda nella testa in queste occasioni. Sta di fatto che mi sono messo davanti e, sbuffando e porconando come pochi, ho fatto quella maledetta strozzatura (IV+ o V-? Le relazioni divergono ma poco importa: era tremendamente difficile. Impossibile. Insuperabile. E manco la mitica scuola del V+/A0 vale visto che non c’è nulla su cui azzerare…). Panico durante, adrenalina dopo… recupero il Gobba e proseguo sull’onda dell’entusiasmo. Ma smetto di usare la testa e esco con anticipo dalla serie di camini, per traversare su una cengia che non era quella giusta. Altro momento di smarrimento, non ci accorgiamo dell’errore e vaghiamo alla ricerca degli ultimi due tiri senza però venirne a capo. Ormai sono le 18: di tempo per chiudere la via e raggiungere il bivacco ce ne sarebbe ma in uno sprazzo di lucidità decidiamo che per oggi può bastare così rimandando al giorno dopo la chiusura della via. Troppo stanchi e poco lucidi per fare gli ultimi tiri, i 200 metri di ravanata e la traversata della cresta per raggiungere il Bivacco del Sassolungo. Siamo su un cengione fortemente inclinato a quasi 3000 metri: troviamo una piccolo ripiano e cominciamo a sistemarci per il nostro bivacco. Non fa eccessivamente freddo, il vento disturba un po’ ma risolviamo col piccolo telo che abbiamo in zaino.
Tramonto da favola, unico rottura la musica che sale da qualche rifugio della Val Gardena. Spegniamo la luce con il sole, la frontale non la tiriamo nemmeno fuori.
( , fine prima parte )
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Viaggio in Sassolungo
All'Hotel Pichl (5 stelle L - vista unica - serviamo cena e colazione a letto) si dorme da dio. Avevamo prenotato due piazze ma c'era disponibile solo mezza piazza per due.... Mi sveglio spesso la notte da un sonno strano. Aprendo gli occhi vedo il giallo del mio saccoapelo e dopo il vuoto che mi riporta alla realtà. Fa un certo che ritrovarsi lassù in piena parete con 800 metri di vuoto oltre i propri piedi....
Ma ci si adatta e l'alba arriva sempre e immancabilmente puntuale.
Ci rimettiamo in movimento e in breve ritroviamo il camino che la sera prima sembrava sparito. Era li, bastava usare con calma la testa
Oggi ci siamo dati il cambio: il socio ha recuperato bene durante la notte, io invece sono duro come un pezzo di marmo... Poco male, gli ultimi 3 tiri li risolve lui e finalmente usciamo dall'interminabile parete.
Raggiungiamo l'ultima forcelletta e la cima è la sopra, dopo la i 200 metri di rampa.
Con calma, oggi non abbiamo proprio nessuna fretta, ci incamminiamo verso la cima. II grado, liberamente lungo il pendio. Oh, è qui che alla fine si fanno le cazzate.... Ce lo ripetiamo un paio di volte, provando la tenuta di ogni appiglio. Per fortuna la roccia è ottima e ci rilassiamo. Finalmente usciamo in vetta!
Ci incamminiamo per la lunga discesa. Prima la cresta poi la doppia sul bivacco del Sassolungo. Rimpiangiamo ovviamente il materasso al suo interno, ma è andata così. Va bene lo stesso.
La discesa la conosco, una decina di anni fa salii per la normale. Ma la Cengia dei Fassani sembra eterna, non finisce mai. E i 50 metri da recuperare per arrivare al rifugio Demetz sono un muro imoraticabile e interminabile.
Finisce li questo fantastico viaggio in un mondo altro, davanti a un piatto fumante e una birra.
Ma ci si adatta e l'alba arriva sempre e immancabilmente puntuale.
Ci rimettiamo in movimento e in breve ritroviamo il camino che la sera prima sembrava sparito. Era li, bastava usare con calma la testa
Oggi ci siamo dati il cambio: il socio ha recuperato bene durante la notte, io invece sono duro come un pezzo di marmo... Poco male, gli ultimi 3 tiri li risolve lui e finalmente usciamo dall'interminabile parete.
Raggiungiamo l'ultima forcelletta e la cima è la sopra, dopo la i 200 metri di rampa.
Con calma, oggi non abbiamo proprio nessuna fretta, ci incamminiamo verso la cima. II grado, liberamente lungo il pendio. Oh, è qui che alla fine si fanno le cazzate.... Ce lo ripetiamo un paio di volte, provando la tenuta di ogni appiglio. Per fortuna la roccia è ottima e ci rilassiamo. Finalmente usciamo in vetta!
Ci incamminiamo per la lunga discesa. Prima la cresta poi la doppia sul bivacco del Sassolungo. Rimpiangiamo ovviamente il materasso al suo interno, ma è andata così. Va bene lo stesso.
La discesa la conosco, una decina di anni fa salii per la normale. Ma la Cengia dei Fassani sembra eterna, non finisce mai. E i 50 metri da recuperare per arrivare al rifugio Demetz sono un muro imoraticabile e interminabile.
Finisce li questo fantastico viaggio in un mondo altro, davanti a un piatto fumante e una birra.
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Viaggio in Sassolungo
Inutile aggiungere parole o commenti... parlano da sole le tue sensazioni e le immagini
Ecco, se fossi un alpinista queste sono proprio le avventure a cui andrei incontro (il bivacco in parete effettivamente mi manca...)
Bravi e un pizzico di sana invidia
ciao!
Ospite- Ospite
Re: Viaggio in Sassolungo
Bella avventura.
Anche per me un po' di sana invidia. Un bivacco in parete è una esperienza che vorrei provare... e sicuramente mi maledirei la mattina dopo :-)
Anche per me un po' di sana invidia. Un bivacco in parete è una esperienza che vorrei provare... e sicuramente mi maledirei la mattina dopo :-)
mork- Messaggi : 1446
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Paolin- Messaggi : 369
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Località : niúgierséi
Re: Viaggio in Sassolungo
...se non siete capaci state a casa
Topocane- Messaggi : 6181
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Viaggio in Sassolungo
Tu frequenti della brutta genteTopocane ha scritto:...se non siete capaci state a casa
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Viaggio in Sassolungo
sante paroleTopocane ha scritto:...se non siete capaci state a casa
Adriano- Messaggi : 602
Data d'iscrizione : 12.03.12
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Località : spilimbergo
Re: Viaggio in Sassolungo
Topocane ha scritto:...se non siete capaci state a casa
Paolin- Messaggi : 369
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Località : niúgierséi
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