9 ottobre 1963
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buzz
paoloche
6 partecipanti
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9 ottobre 1963
L'anno prossimo sono cinquant'anni dal disastro del Vajont.
Un altro pezzo di storia italiana che inizia a diventare lontano nella memoria. Ha senso continuare a ricordare questa tragedia? Per me sì.
Tutte le volte che passo davanti a quella diga infatti, sotto quell'immensa frana, mi è comunque difficile ignorare come per l'ingordigia di pochi in un attimo siano sparite duemila vite umane.
Un altro pezzo di storia italiana che inizia a diventare lontano nella memoria. Ha senso continuare a ricordare questa tragedia? Per me sì.
Tutte le volte che passo davanti a quella diga infatti, sotto quell'immensa frana, mi è comunque difficile ignorare come per l'ingordigia di pochi in un attimo siano sparite duemila vite umane.
Ospite- Ospite
Re: 9 ottobre 1963
non avevo mai fatto caso che il 9 ottobre è anche il giorno della morte del Che
buzz- Messaggi : 7223
Data d'iscrizione : 25.11.11
Re: 9 ottobre 1963
Oggi a Longarone non si lavora, è lutto, e mia moglie è quindi a casa, per ricordare... e per vigilare!
LucaVi- Messaggi : 3780
Data d'iscrizione : 11.03.12
Località : Cimolais
Re: 9 ottobre 1963
Ogni anno c'è quello che apre il topic 9 ottobre 1963
E neanche il topic dell'anno prima, sempre uno nuovo
E fa bene, perché tra tanti insistenti messaggi promozionali che vediamo e rivediamo di continuo (anche a TV spenta, eh!) ogni pochi minuti, ripeterci, ricordare quello che successe sul Vajont solo 49 anni fa non è inutile. Per cui grazie Alessandro.
Da quando sono in grado di vedere e sentire ho sentito la storia del Vajont e ho visto quel triangolo grigio, altissimo, terribile, incastrato per pochi secondi di auto nella valle assurda. E ogni anno, sentendolo ripetere, ripetendomelo, ripetendolo ai miei figli, non credo d'averlo snaturato in una registrazione fioca senza più timbro, in un souvenir da bancarella tra coltellini svizzeri e stelle alpine intagliate nel legno, ma d'averlo tenuto come ferita viva, bruciante. Ogni tanto aggiungendo anzi un tasselo non prima conosciuto alla mia personale memoria.
Questo cinquantesimo un po' lo temo.
Già mi stan sul gozzo (per non dir sul gazzo) i numeri tondi, le ricorrenze a comando; vabbè, ma io son un caso a parte, ogni numero è bello a matematico suo. Però mi aspetto squilli di tromba e fuochi d'artificio, proclami solenni e gente col cilicio in ginocchio sui ceci. Poi aspetto il 51esimo, quello che non suona così bene perché è quasi fuori tempo; e il 52esimo, quello che forse non si cagherà nessuno. Verrà il cambio generazionale, 50 anni non son pochi ma cominciano a esser tanti, e quelli che avranno un morto da ricordare saranno sempre meno, poi nessuno. Non si possono piangere gli stessi morti per sempre del resto. Vedremo se sapremo arrabbiarci per le tante morti quotidiane che il Vajont ci ricorda.
E neanche il topic dell'anno prima, sempre uno nuovo
E fa bene, perché tra tanti insistenti messaggi promozionali che vediamo e rivediamo di continuo (anche a TV spenta, eh!) ogni pochi minuti, ripeterci, ricordare quello che successe sul Vajont solo 49 anni fa non è inutile. Per cui grazie Alessandro.
Da quando sono in grado di vedere e sentire ho sentito la storia del Vajont e ho visto quel triangolo grigio, altissimo, terribile, incastrato per pochi secondi di auto nella valle assurda. E ogni anno, sentendolo ripetere, ripetendomelo, ripetendolo ai miei figli, non credo d'averlo snaturato in una registrazione fioca senza più timbro, in un souvenir da bancarella tra coltellini svizzeri e stelle alpine intagliate nel legno, ma d'averlo tenuto come ferita viva, bruciante. Ogni tanto aggiungendo anzi un tasselo non prima conosciuto alla mia personale memoria.
Questo cinquantesimo un po' lo temo.
Già mi stan sul gozzo (per non dir sul gazzo) i numeri tondi, le ricorrenze a comando; vabbè, ma io son un caso a parte, ogni numero è bello a matematico suo. Però mi aspetto squilli di tromba e fuochi d'artificio, proclami solenni e gente col cilicio in ginocchio sui ceci. Poi aspetto il 51esimo, quello che non suona così bene perché è quasi fuori tempo; e il 52esimo, quello che forse non si cagherà nessuno. Verrà il cambio generazionale, 50 anni non son pochi ma cominciano a esser tanti, e quelli che avranno un morto da ricordare saranno sempre meno, poi nessuno. Non si possono piangere gli stessi morti per sempre del resto. Vedremo se sapremo arrabbiarci per le tante morti quotidiane che il Vajont ci ricorda.
kala- Messaggi : 1669
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: 9 ottobre 1963
"Bastano un paio di generazioni per cancellare ogni ricordo di un uomo.
Intendo ricordo diretto, o direttamente tramandato.
Se si vuol sapere di più su un uomo morto da una cinquantina d'anni bisogna compiere delle ricerche anagrafiche, interrogare molte persone e ricucire così, alla meglio, i frammenti sparsi di un ricordo che sta per scomparire definitivamente, a mano a mano che scompaiono le persone che ne sono le portatrici.
Sarà sempre un ricordo riflesso, parziale, fortemente inquinato da quelle alterazioni ed omissioni che la memoria dell'uomo opera, sotto la spinta di censure spesso inconsapevoli."
Gildo Cesco Frare
Intendo ricordo diretto, o direttamente tramandato.
Se si vuol sapere di più su un uomo morto da una cinquantina d'anni bisogna compiere delle ricerche anagrafiche, interrogare molte persone e ricucire così, alla meglio, i frammenti sparsi di un ricordo che sta per scomparire definitivamente, a mano a mano che scompaiono le persone che ne sono le portatrici.
Sarà sempre un ricordo riflesso, parziale, fortemente inquinato da quelle alterazioni ed omissioni che la memoria dell'uomo opera, sotto la spinta di censure spesso inconsapevoli."
Gildo Cesco Frare
Re: 9 ottobre 1963
ricordare fa bene...
ogni volta che ci passo mi vengono i brividi...
la storia del Vajont me la raccontò mia madre da bambino e mi rimase assi impressa...
bisogna raccontare e ricordare per tramandare, altrimenti tutto finisce nel dimenticatoio...
guardo con preoccupazione alla scomparsa dei testimoni viventi della follia nazista...
in una paese gonfio di revisionisti come il nostro...
a volte anche le testimonianze storiche vengono interpretate...
ogni volta che ci passo mi vengono i brividi...
la storia del Vajont me la raccontò mia madre da bambino e mi rimase assi impressa...
bisogna raccontare e ricordare per tramandare, altrimenti tutto finisce nel dimenticatoio...
guardo con preoccupazione alla scomparsa dei testimoni viventi della follia nazista...
in una paese gonfio di revisionisti come il nostro...
a volte anche le testimonianze storiche vengono interpretate...
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