Montagne di carta...
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Montagne di carta...
Ancora una volta ci siamo fidati di chi ha percorso prima di noi gli stessi passi, e da quelle montagne stampate sulla carta siamo di nuovo partiti alla ricerca delle stesse emozioni...
Spossante approccio, percorso le rare volte, cautelativamente, come variabile di discesa.
Anche in salita, tuttavia, non manca di rifondere col sapore delle antiche fatiche del Brenta, svolgendosi per quell'ampia, diretta e accanita Val di Ceda che il più comodo tornaconto del turismo ha costretto all'abbandono.
Certa cartografia ripropone le malghe Ceda bassa e Ceda alta: incrociandole si corre il rischio di non discernerle. Solamente facendo attenzione, nella lunghissima progressione in salita, al dislivello in quel momento raggiunto, si può, comparandolo alla mappa o a qualche sommario riferimento, localizzare nei dubbi ruderi l'indizio delle due casere in altri tempi fondamentalmente animate.
Ambiente oltremodo grandioso: la montagna, quando non viene mediata, è soprattutto nell'ostinazione di valloni come questo.
Precludono sempre a forti sorprese, come è il caso dell'uscita, presso il Passo di Ceda, sulla straordinaria Pozza Tramontana. La Tosa, le altre cime, da qui si osservano con privilegiata discrezione
Sicuramente l'approccio meno comune per raggiungere il rifugio Agostini (alla fine saranno più di 1700 metri di dislivello in salita). Ma tra una risalita della Val d'Ambiez (anche senza prendere la navetta, l'ambiente, per via di quella strada, delle malghe, del rifugio al Cacciatore è comunque decisamente troppo antropizzato) e una misconosciuta Val di Ceda, è bastato prendere in mano per un attimo una vecchia guida escursionistica e leggere queste poche righe per orientarsi immediatamente giusto nel vallone di fianco.
Scelta quanto mai azzeccata
Spossante approccio, percorso le rare volte, cautelativamente, come variabile di discesa.
Anche in salita, tuttavia, non manca di rifondere col sapore delle antiche fatiche del Brenta, svolgendosi per quell'ampia, diretta e accanita Val di Ceda che il più comodo tornaconto del turismo ha costretto all'abbandono.
Certa cartografia ripropone le malghe Ceda bassa e Ceda alta: incrociandole si corre il rischio di non discernerle. Solamente facendo attenzione, nella lunghissima progressione in salita, al dislivello in quel momento raggiunto, si può, comparandolo alla mappa o a qualche sommario riferimento, localizzare nei dubbi ruderi l'indizio delle due casere in altri tempi fondamentalmente animate.
Ambiente oltremodo grandioso: la montagna, quando non viene mediata, è soprattutto nell'ostinazione di valloni come questo.
Precludono sempre a forti sorprese, come è il caso dell'uscita, presso il Passo di Ceda, sulla straordinaria Pozza Tramontana. La Tosa, le altre cime, da qui si osservano con privilegiata discrezione
Sicuramente l'approccio meno comune per raggiungere il rifugio Agostini (alla fine saranno più di 1700 metri di dislivello in salita). Ma tra una risalita della Val d'Ambiez (anche senza prendere la navetta, l'ambiente, per via di quella strada, delle malghe, del rifugio al Cacciatore è comunque decisamente troppo antropizzato) e una misconosciuta Val di Ceda, è bastato prendere in mano per un attimo una vecchia guida escursionistica e leggere queste poche righe per orientarsi immediatamente giusto nel vallone di fianco.
Scelta quanto mai azzeccata
Ospite- Ospite
Re: Montagne di carta...
Io non intervengo per un conflitto d'interessi, ma la Val di Ceda
LucaVi- Messaggi : 3780
Data d'iscrizione : 11.03.12
Località : Cimolais
Re: Montagne di carta...
Vediamo se prima della neve "seria" tornerà in condizione...
Traversata integrale su per la Migotti e discesa per la normale... se a qualcuno interessa (in giornata of course ).
Traversata integrale su per la Migotti e discesa per la normale... se a qualcuno interessa (in giornata of course ).
Ospite- Ospite
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