Il cadavere
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Il cadavere
La piantina di rododendro strappata al suo poco terriccio penzolava sul vuoto del canalino avvizzendo, mentre le sorelle vicine già aprivano i boccioli; tra le radici messe a nudo dalla slavina teneva una pietra, grande come un pugno.
Faticava su per il canalone, rifiutando la tentacolare mugheta, finché un salto ostico lo costrinse all'abbraccio con i ruvidi rami prostrati. Cercò di spostarsi sotto la parete rocciosa dove sapeva che il passaggio poteva essere più agevole: lo raggiunse un odore di cadavere come un calcio nello stomaco. Tappandosi il naso salì ancora qualche metro e lo vide.
Fu sconvolgente!
Ossa a nudo con ancora qualche brandello di carne putrida; i vestiti come sacchi vuoti, vele sgonfie senza vento, anneriti dagli effetti della decomposizione; a lato del cadavere uno zaino, ma si, un Cassin rosso e nero identico al suo. S'accorse che doveva respirare: fece un gesto istintivo quasi per fuggire.
Poi un senso di responsabilità civile s'impossesso di lui: doveva chiamare qualcuno, avvertire le autorità; fine dell'escursione per oggi, causa forza maggiore. Pensò di scattare una foto, poi un'altra, una zoomata e poi via che con quell'odore non si resisteva. Allontanatosi un poco, memorizzò il luogo, guardò l'altimetro e prese nota della quota, dell'ora e di altri particolari nel notes che portava nel taschino. Scendendo aveva la testa piena di domande e supposizioni; e poi quello zaino uguale al suo! Si maledì, troppo tardi, ormai era a valle, di non aver frugato nello zaino alla ricerca di un documento per capire chi fosse quel disgraziato, ma si perdonò: l'odore di putrefazione era davvero insopportabile.
Si cambiò in fretta una volta all'auto e scese la valle fino a Cimolais; parcheggiò nei pressi della caserma dei Carabinieri; prima di uscire dall'auto recuperò il notes e la macchina fotografica: fece scorrere le immagini sullo schermo per trovare quelle del cadavere, ma in una prima carrellata non le trovò; ripeté l'operazione con più calma e del cadavere nessuna traccia! Le fece scorrere a una a una, ripensando al luogo dello scatto e s'accorse che le ultime tre ritraevano la base di una parete con mughi, però niente cadavere.
Suppose di aver sbagliato l'inquadratura per lo sconvolgimento dato dalla situazione, però ricordava perfettamente di aver visto il cadavere ripreso nel piccolo monitor e nella zoomata di aver inquadrato i poveri resti del cranio.
Che gli stava capitando?
Sapeva che la fotocamera non mentiva, non per fiducia incondizionata nella tecnologia, bensì per un ragionamento razionale. Qualcosa non funzionava e probabilmente era nel suo cervello: forse un inghippo neuronale per qualche malattia ancora non manifesta che gli aveva procurato una allucinazione.
Ma, caspita! Il ricordo di quel cadavere lassù era talmente vivido e pieno di particolari che rifiutava di essere stato vittima di un inganno del suo cervello.
Decise che per fugare tutti i dubbi doveva immediatamente ritornare sul luogo e verificare: ripartì con l'auto alla volta della valle, si infilò gli scarponi e cominciò a salire furiosamente per sopire nella fatica il vespaio di pensieri, domande, supposizioni che aveva in testa.
Giunse così al salto ostico nel canalone, riprese la via tra i mughi attendendo ogni attimo l'arrivo alle nari di quell'odore nauseabondo: non arrivò: non trovò nessun cadavere; aiutandosi con le immagini memorizzate dalla fotocamera ritrovò il punto esatto dove qualche ora prima aveva visto il cadavere; restò lì lunghi attimi attonito, cercando una spiegazione.
Il camoscio pestò noncurante la piantina di rododendro strappandone dalla terra anche le ultime barbe: la piantina rotolò un poco rilasciando la pietra grande come un pugno che prese l'abbrivio lungo il canalino e poi frullò nel vuoto dello strapiombo sottostante. Lo colpì, facendogli esplodere il cranio mentre era attonito che cercava una spiegazione.
***
Faticava su per il canalone, rifiutando la tentacolare mugheta, finché un salto ostico lo costrinse all'abbraccio con i ruvidi rami prostrati. Cercò di spostarsi sotto la parete rocciosa dove sapeva che il passaggio poteva essere più agevole: lo raggiunse un odore di cadavere come un calcio nello stomaco. Tappandosi il naso salì ancora qualche metro e lo vide.
Fu sconvolgente!
Ossa a nudo con ancora qualche brandello di carne putrida; i vestiti come sacchi vuoti, vele sgonfie senza vento, anneriti dagli effetti della decomposizione; a lato del cadavere uno zaino, ma si, un Cassin rosso e nero identico al suo. S'accorse che doveva respirare: fece un gesto istintivo quasi per fuggire.
Poi un senso di responsabilità civile s'impossesso di lui: doveva chiamare qualcuno, avvertire le autorità; fine dell'escursione per oggi, causa forza maggiore. Pensò di scattare una foto, poi un'altra, una zoomata e poi via che con quell'odore non si resisteva. Allontanatosi un poco, memorizzò il luogo, guardò l'altimetro e prese nota della quota, dell'ora e di altri particolari nel notes che portava nel taschino. Scendendo aveva la testa piena di domande e supposizioni; e poi quello zaino uguale al suo! Si maledì, troppo tardi, ormai era a valle, di non aver frugato nello zaino alla ricerca di un documento per capire chi fosse quel disgraziato, ma si perdonò: l'odore di putrefazione era davvero insopportabile.
Si cambiò in fretta una volta all'auto e scese la valle fino a Cimolais; parcheggiò nei pressi della caserma dei Carabinieri; prima di uscire dall'auto recuperò il notes e la macchina fotografica: fece scorrere le immagini sullo schermo per trovare quelle del cadavere, ma in una prima carrellata non le trovò; ripeté l'operazione con più calma e del cadavere nessuna traccia! Le fece scorrere a una a una, ripensando al luogo dello scatto e s'accorse che le ultime tre ritraevano la base di una parete con mughi, però niente cadavere.
Suppose di aver sbagliato l'inquadratura per lo sconvolgimento dato dalla situazione, però ricordava perfettamente di aver visto il cadavere ripreso nel piccolo monitor e nella zoomata di aver inquadrato i poveri resti del cranio.
Che gli stava capitando?
Sapeva che la fotocamera non mentiva, non per fiducia incondizionata nella tecnologia, bensì per un ragionamento razionale. Qualcosa non funzionava e probabilmente era nel suo cervello: forse un inghippo neuronale per qualche malattia ancora non manifesta che gli aveva procurato una allucinazione.
Ma, caspita! Il ricordo di quel cadavere lassù era talmente vivido e pieno di particolari che rifiutava di essere stato vittima di un inganno del suo cervello.
Decise che per fugare tutti i dubbi doveva immediatamente ritornare sul luogo e verificare: ripartì con l'auto alla volta della valle, si infilò gli scarponi e cominciò a salire furiosamente per sopire nella fatica il vespaio di pensieri, domande, supposizioni che aveva in testa.
Giunse così al salto ostico nel canalone, riprese la via tra i mughi attendendo ogni attimo l'arrivo alle nari di quell'odore nauseabondo: non arrivò: non trovò nessun cadavere; aiutandosi con le immagini memorizzate dalla fotocamera ritrovò il punto esatto dove qualche ora prima aveva visto il cadavere; restò lì lunghi attimi attonito, cercando una spiegazione.
***
Il camoscio pestò noncurante la piantina di rododendro strappandone dalla terra anche le ultime barbe: la piantina rotolò un poco rilasciando la pietra grande come un pugno che prese l'abbrivio lungo il canalino e poi frullò nel vuoto dello strapiombo sottostante. Lo colpì, facendogli esplodere il cranio mentre era attonito che cercava una spiegazione.
Re: Il cadavere
cavolo ..........Gongo
Bello lo scritto però ogni volta mi vengono i brividi
per fortuna metto spesso il casco
anche quella volta .....11\8\2010
Bello lo scritto però ogni volta mi vengono i brividi
per fortuna metto spesso il casco
anche quella volta .....11\8\2010
Adriano- Messaggi : 602
Data d'iscrizione : 12.03.12
Età : 66
Località : spilimbergo
Re: Il cadavere
Adriano ha scritto: .....11\8\2010
ciao Adriano!
il racconto...
Giò- Messaggi : 74
Data d'iscrizione : 13.03.12
Località : Valtellina
Re: Il cadavere
Ommiseria...
Bravo Gongo!
Bravo Gongo!
xee- Messaggi : 466
Data d'iscrizione : 16.03.12
Località : villaggio gallico di Gignod - Vallée d'Aoste
Re: Il cadavere
Direi magistrale, gran bella scrittura. Complimenti.
Roberto- Messaggi : 217
Data d'iscrizione : 22.03.12
Età : 25
Località : Cerveteri (Padania meridionale)
Re: Il cadavere
Carino
bravo!
bravo!
ascur- Messaggi : 50
Data d'iscrizione : 14.03.12
Località : Fra la via Emilia e il West
Re: Il cadavere
Caspiterina... a Cimolais!
LucaVi- Messaggi : 3780
Data d'iscrizione : 11.03.12
Località : Cimolais
Re: Il cadavere
magari lo ha ispirato un cimoliano
Adriano- Messaggi : 602
Data d'iscrizione : 12.03.12
Età : 66
Località : spilimbergo
Re: Il cadavere
steven king gli fa una pippa a gongo!
bravo bravo bravo!!!
bravo bravo bravo!!!
Mr.Orange- Messaggi : 232
Data d'iscrizione : 15.03.12
Località : Tralfamadore
Re: Il cadavere
Le frane di sassi dall'alto sono ciò che insconsciamente ora più m'impressiona, dopo una vita passata su un certo tipo di vie e di montagne. Soprattutto nelle discese, con quelle calate in doppia da noi attrezzate a volte necessariamente lungo le gole e i camini. Come ho fatto a schivarli sempre, questi sassi? Mamma mia!
LucaVi- Messaggi : 3780
Data d'iscrizione : 11.03.12
Località : Cimolais
Re: Il cadavere
Molto bello e ben scritto, bravo!
Secondo me sarebbe ancora più bello se alla fine lasciassi una sospensione... facendo solamente intuire quello che è accaduto, anziché esplicitarlo.
Secondo me sarebbe ancora più bello se alla fine lasciassi una sospensione... facendo solamente intuire quello che è accaduto, anziché esplicitarlo.
Re: Il cadavere
geniale.
certo però che "esplodere il cranio" è ben un po' splatter. Non bastava un "uccidendolo sul colpo"?
certo però che "esplodere il cranio" è ben un po' splatter. Non bastava un "uccidendolo sul colpo"?
mork- Messaggi : 1446
Data d'iscrizione : 12.03.12
Età : 50
Località : Bolzano
Re: Il cadavere
Secondo me ci sta bene.mork ha scritto:certo però che "esplodere il cranio" è ben un po' splatter...
funkazzista- Messaggi : 430
Data d'iscrizione : 15.03.12
Re: Il cadavere
Oggi questo racconto (pur nella sua bellezza) pesa...
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Il cadavere
AndreaVe ha scritto:Oggi questo racconto (pur nella sua bellezza) pesa...
già
mork- Messaggi : 1446
Data d'iscrizione : 12.03.12
Età : 50
Località : Bolzano
Re: Il cadavere
Mi spiace di aver proposto in questa circostanza tale scritto.
Ringrazio tutti per gli apprezzamenti.
Vorrei far notare che questo racconto è una metafora che se nessuno l'ha capita vuol dire che era troppo criptica e che quindi lo scrivente ha clamorosamente fallito i suoi intenti.
Il protagonista del racconto siamo noi che “vediamo” la nostra morte, ne siamo da sempre consapevoli, è l'unica certezza che abbiamo della nostra esistenza: il resto sono solo dubbi (almeno per chi non si nasconde dietro i dogmi religiosi), ricerca dei perché e del senso della vita, domande che assillano l'umanità da sempre (lo dimostrano secoli di Filosofia).
La morte ci coglierà, come accade al protagonista del racconto, mentre ancora stiamo riflettendo e cercando spiegazioni sul nostro essere vivi.
Ringrazio tutti per gli apprezzamenti.
Vorrei far notare che questo racconto è una metafora che se nessuno l'ha capita vuol dire che era troppo criptica e che quindi lo scrivente ha clamorosamente fallito i suoi intenti.
Il protagonista del racconto siamo noi che “vediamo” la nostra morte, ne siamo da sempre consapevoli, è l'unica certezza che abbiamo della nostra esistenza: il resto sono solo dubbi (almeno per chi non si nasconde dietro i dogmi religiosi), ricerca dei perché e del senso della vita, domande che assillano l'umanità da sempre (lo dimostrano secoli di Filosofia).
La morte ci coglierà, come accade al protagonista del racconto, mentre ancora stiamo riflettendo e cercando spiegazioni sul nostro essere vivi.
Re: Il cadavere
Io non trovo che tu abbia fallito i tuoi intenti.
Hai espresso nell'unico modo possibile, con un paradosso, l'inesplicabilità della morte. La domanda sospesa.
La forma che ti introduce con leggerezza e curiosità per poi colpirti brutalmente è anche questa una metafora di quella che è la nostra vita.
Non penso nemmeno che sia inappropriata, in questa triste circostanza.
Enzolino cercava sulla nord dell'Ortles un qualcosa che risuonava dentro di lui, quel significato speciale che è anche una domanda. Il seracco che cade è lo stesso sasso del racconto.
Hai espresso nell'unico modo possibile, con un paradosso, l'inesplicabilità della morte. La domanda sospesa.
La forma che ti introduce con leggerezza e curiosità per poi colpirti brutalmente è anche questa una metafora di quella che è la nostra vita.
Non penso nemmeno che sia inappropriata, in questa triste circostanza.
Enzolino cercava sulla nord dell'Ortles un qualcosa che risuonava dentro di lui, quel significato speciale che è anche una domanda. Il seracco che cade è lo stesso sasso del racconto.
buzz- Messaggi : 7223
Data d'iscrizione : 25.11.11
Re: Il cadavere
Buzz ha scritto:Io non trovo che tu abbia fallito i tuoi intenti.
Hai espresso nell'unico modo possibile, con un paradosso, l'inesplicabilità della morte. La domanda sospesa.
La forma che ti introduce con leggerezza e curiosità per poi colpirti brutalmente è anche questa una metafora di quella che è la nostra vita.
Non penso nemmeno che sia inappropriata, in questa triste circostanza.
Enzolino cercava sulla nord dell'Ortles un qualcosa che risuonava dentro di lui, quel significato speciale che è anche una domanda. Il seracco che cade è lo stesso sasso del racconto.
Non era inappropriato, anche perchè imprevedibile quello che è successo dopo.
Rileggendolo il racconto ieri il collegomento con Enzolino era fin troppo immediato. Tra sabato e ieri l'ho letto con due occhi e stati d'animo differenti.
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Il cadavere
Nemmeno io credo tu abbia fallito.
Anche se non in maniera così esplicita, la sensazione dell'inesplicabilità ed imprevedibilità della morte e dell'incredulità di fronte ad essa mi sono arrivate eccome.
Per quanto riguarda enzolino, la penso come chi ha commentato prima di me.
Anche se non in maniera così esplicita, la sensazione dell'inesplicabilità ed imprevedibilità della morte e dell'incredulità di fronte ad essa mi sono arrivate eccome.
Per quanto riguarda enzolino, la penso come chi ha commentato prima di me.
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