Ritratti di Grandi Alpinisti: Wojtek Kurtyka
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Ritratti di Grandi Alpinisti: Wojtek Kurtyka
Ha detto:
"Perdere ha in sé un aspetto positivo…forse è un senso di pienezza della vita o l’accettazione definitiva della vita stessa… se sei saggio a sufficienza puoi apprezzare la condizione di perdente che ti rende più umile e disteso"
... "Il mistero è l’essenza dell’avventura. Con le corde fisse il mistero scompare, e l’avventura è salva solo se accade l’imprevisto, quando non sai cosa può aspettarti nei prossimi metri"
"Perdere ha in sé un aspetto positivo…forse è un senso di pienezza della vita o l’accettazione definitiva della vita stessa… se sei saggio a sufficienza puoi apprezzare la condizione di perdente che ti rende più umile e disteso"
... "Il mistero è l’essenza dell’avventura. Con le corde fisse il mistero scompare, e l’avventura è salva solo se accade l’imprevisto, quando non sai cosa può aspettarti nei prossimi metri"
I polacchi invasero l’Himalaya verso la fine degli anni ’70. Arrivarono in punta di piedi, anche se gli alpinisti di punta non erano ignari di alcune dure invernali già salite sulle Alpi. Il loro equipaggiamento indubbiamente inferiore a quello degli occidentali e le risicate disponibilità economiche ( conquistate lavorando in manutenzione delle ciminiere delle fabbriche polacche) erano oggetto di stupore e ammirazione, che presto si trasformò in venerazione. Erano alpinisti capaci, audaci, innovativi.
Wojtek Kurtyka fu uno dei primi a distinguersi, quando nel 1972 salì in solitaria e in stile alpino la parete Nord dell’Acher Chioch, un 7000 afghano.
Nel 1977 formò un trio da leggenda insieme all’inglese Alex Mac Intyre e all’americano John Porter, superando sempre in stile alpino la parete Nord Est del Bandaka, nell’Hindu Kush, alta 2500 metri. Fu la prima di una serie di salite superbe in cui i compagni si chiamarono, di volta in volta, Mac Intyre, Kukuzka, Shauer, Loretan, Troillet; quanto di meglio si potesse pescare da più nazioni, insomma, cordate sempre alla ricerca di linee non normali, difficili, spesso risolte in Inverno, sempre in stile alpino.
Il tentativo, con Shauer, sulla parete Ovest del Gasherbrum IV, lasciò allibiti anche i più grandi interpreti dell’Himalaysmo anni ’80. Non potendo più scendere, la loro traversata si colmò di allucinazioni, resistenza al limite, volontà al di là dell’immaginabile. Colpiti da una tempesta, senza corde fisse come lo stile alpino impone, riuscirono ad imporsi di proseguire perché fermarsi voleva dire morire. Senza cibo né acqua traversarono la gigantesca montagna per discenderne l’altro versante.
Ripercorrere la carriera di Kurtyka vuol dire anche conoscere le più belle montagne del mondo, perché Wojtek ha sempre inseguito obiettivi che avessero la bellezza al primo posto: Changabang, Trango tower, Gasherbrum IV, Broad Peak.
Carattere spigoloso e duro, Kurtyka ha sempre coltivato una forma fisica eccezionale, arrivando in arrampicata oltre l’8a.
Foto e testo: proprietà STILE ALPINO
Trittiko- Messaggi : 28
Data d'iscrizione : 25.03.12
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