dal sito di AGD - Il pannello per i No Big
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Vic
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dal sito di AGD - Il pannello per i No Big
Com’è un pannello (per i) No Big? Forse appoggiato? Forse appena verticale? Magari intasato di appigli e di appoggi enormi? L’argomento è di estrema attualità, considerato il fatto che l’era dei bunker casalinghi vive la più grossa crisi da quando l’arrampicata è diventata sportiva ed il bouldering è uscito dalla nicchia embrionale nel quale era confinato fino ad un lustro fa.
Ora i grandi numeri li fanno le sale, la stragrande maggioranza dei principianti inizia dalla resina e i principianti (e in no big che si collocano un gradino sopra) difficilmente affrontano questo problema in primissima persona. Nel senso che non considerano nemmeno la possibilità di trasformarsi in falegnami per costruirsi un pannello in garage come si faceva una volta: troppo sbatti, troppo costo (quanti abbonamenti annuali a una grande sala ci paghi per fare un bel pannello dove ritrovarti sempre da solo con te stesso?), troppo rischio di sbagliare inclinazioni eccetera… Meglio iscriversi a una sala e sperare che i gestori abbiano fatto le cose per bene dando a tutti i livelli la possibilità di esprimersi appieno.
Allora, ammesso e non concesso che l’abbiano fatto, qual è la zona dedicata ai no big? Come la riconosco? E una volta che l’ho individuata... come la uso?
Partiamo da qui. Partiamo dal fatto che abbiamo volutamente posto la domanda sbagliata: se c’è una zona immediatamente riconoscibile come No Big in contrapposizione ad una zona chiaramente predisposta per gli esperti… il problema non è del frequentatore schiappa, ma dei gestori poco attenti. Perché tutte le aree di una sala devono essere zone No Big, così come tutte devono essere zone per i fortissimi: placche, ribaltamenti, fortissimi strapiombi, liscioni d’aderenza sulle suole. Tutte le situazioni di un bel pannello boulder devono essere aperte a tutti. Il gestore deve approntare un mix di appigli tale da consentire a tutti di muoversi dappertutto senza sacrificare nulla delle proprie ore di allenamento disponibili.
Assai più sensata è quindi la domanda: come lo uso?
Per rispondere a questa domanda occorre generalizzare, operazione sintetica ma impropria, perché le varianti del “come lo uso” sono certamente migliaia e forse anche più.
Operiamo quindi una obbligatoria reductio che speriamo ci perdonerete, ma che ci conduce a un primo bivio: quello tra blocchi/circuiti già tracciati e blocchi/circuiti ancora da tracciare.
Il primo genere rappresenta l’autostrada, la garanzia d’accesso universale alla struttura d’arrampicata e ha fortissime valenze: per il gestore rappresenta una grande fatica ma anche un ritorno commerciale importante, perché si pone nella posizione del ristoratore che serve in tavola la pietanza già pronta e soprattutto dosata per i diversi livelli. Per l’utente no-big significa un approccio molto friendly al muro: la pappa è già pronta e compresa nel prezzo, ora bisogna solo impegnarsi ad impugnare correttamente le posate e a mettere un appiglio dietro l’altro, magari facendosi aiutare nell’interpretazione dei movimenti dagli istruttori o dagli amici più o meno forti.
La maggior parte delle sale d’arrampicata di tutto il mondo hanno abbracciato questo metodo: le singole prese sono contrassegnate, le partenze e gli arrivi evidenziati, un colore oppure un grado attribuiscono un livello di difficoltà che serve come riferimento per capire se è il caso di osare un blocco oppure un altro.
Rimaniamo per il momento in questo primo ambito e serviamoci di questo metodo più in voga per illustrare le varie fasi di un allenamento, valido sia per i no big che per i climber più evoluti. Ai blocchi/circuiti non tracciati torneremo in un secondo momento.
Il riscaldamento.
E’ una fase delicatissima della preparazione di un climber di qualsiasi livello. Ma contrariamente a quello che si può pensare la fase di riscaldamento per un no big (in questo caso vorremmo traduceste come “atleta ancora poco allenato”) è forzatamente più breve che per un semibig, in quanto l’energia dura poco se è da poco che si allena oppure se si allena di rado (tipo una volta alla settimana). Ma anche se è più breve perché più stretta è la forbice tra prestazione massima e prestazione da freddo, il riscaldamento del no big deve comunque obbedire ad una regola d’oro: scalare. A meno che abbiate tempo anche per correre un po’, fare stretching generale, fare sospensioni ecc.. (molto raro nel dopolavoro)… scalate. Partite scalando problemi molto facili su prese molto grandi e su placche o al massimo strapiombi poco accentuati, dove comunque i piedi possano scaricare gran parte del peso del corpo. Lasciate insomma perdere trazioni alla sbarra, serie di addominali, attrezzi per il fitness eccetera. I movimenti che andrete a fare durante la vostra sessione di allenamento, infatti, non saranno mai così specifici ed isolati e per essere quasi sicuri di aver scaldato la maggior parte dei gruppi muscolari che vi serviranno durante l’allenamento la strada è una sola: riscaldarsi scalando e cercando di affrontare problemi blandi ma comprensivi di tutte le possibili situazioni che lavorerete durante la sessione: dita stese, dita arcuate, bloccaggi, lanci, sospensioni, laterali, frontali, prese orizzontali e prese dritte, rovesci e tetti. Insomma scaldatevi su problemi molto più facili del vostro livello ma eterogenei, non concentrati su una zona sola della sala o (peggio) sulla stessa sequenza di dieci movimenti. Appena scendete da un problema di riscaldamento fate degli allungamenti blandi delle parti che sono state più interessate fino a quel momento e poi riattaccatevi al muro, ma senza ghisarvi.
...........
continua sul sito
Mi sembra un articolo interessante, per inaugurare questa sezione.
Ora i grandi numeri li fanno le sale, la stragrande maggioranza dei principianti inizia dalla resina e i principianti (e in no big che si collocano un gradino sopra) difficilmente affrontano questo problema in primissima persona. Nel senso che non considerano nemmeno la possibilità di trasformarsi in falegnami per costruirsi un pannello in garage come si faceva una volta: troppo sbatti, troppo costo (quanti abbonamenti annuali a una grande sala ci paghi per fare un bel pannello dove ritrovarti sempre da solo con te stesso?), troppo rischio di sbagliare inclinazioni eccetera… Meglio iscriversi a una sala e sperare che i gestori abbiano fatto le cose per bene dando a tutti i livelli la possibilità di esprimersi appieno.
Allora, ammesso e non concesso che l’abbiano fatto, qual è la zona dedicata ai no big? Come la riconosco? E una volta che l’ho individuata... come la uso?
Partiamo da qui. Partiamo dal fatto che abbiamo volutamente posto la domanda sbagliata: se c’è una zona immediatamente riconoscibile come No Big in contrapposizione ad una zona chiaramente predisposta per gli esperti… il problema non è del frequentatore schiappa, ma dei gestori poco attenti. Perché tutte le aree di una sala devono essere zone No Big, così come tutte devono essere zone per i fortissimi: placche, ribaltamenti, fortissimi strapiombi, liscioni d’aderenza sulle suole. Tutte le situazioni di un bel pannello boulder devono essere aperte a tutti. Il gestore deve approntare un mix di appigli tale da consentire a tutti di muoversi dappertutto senza sacrificare nulla delle proprie ore di allenamento disponibili.
Assai più sensata è quindi la domanda: come lo uso?
Per rispondere a questa domanda occorre generalizzare, operazione sintetica ma impropria, perché le varianti del “come lo uso” sono certamente migliaia e forse anche più.
Operiamo quindi una obbligatoria reductio che speriamo ci perdonerete, ma che ci conduce a un primo bivio: quello tra blocchi/circuiti già tracciati e blocchi/circuiti ancora da tracciare.
Il primo genere rappresenta l’autostrada, la garanzia d’accesso universale alla struttura d’arrampicata e ha fortissime valenze: per il gestore rappresenta una grande fatica ma anche un ritorno commerciale importante, perché si pone nella posizione del ristoratore che serve in tavola la pietanza già pronta e soprattutto dosata per i diversi livelli. Per l’utente no-big significa un approccio molto friendly al muro: la pappa è già pronta e compresa nel prezzo, ora bisogna solo impegnarsi ad impugnare correttamente le posate e a mettere un appiglio dietro l’altro, magari facendosi aiutare nell’interpretazione dei movimenti dagli istruttori o dagli amici più o meno forti.
La maggior parte delle sale d’arrampicata di tutto il mondo hanno abbracciato questo metodo: le singole prese sono contrassegnate, le partenze e gli arrivi evidenziati, un colore oppure un grado attribuiscono un livello di difficoltà che serve come riferimento per capire se è il caso di osare un blocco oppure un altro.
Rimaniamo per il momento in questo primo ambito e serviamoci di questo metodo più in voga per illustrare le varie fasi di un allenamento, valido sia per i no big che per i climber più evoluti. Ai blocchi/circuiti non tracciati torneremo in un secondo momento.
Il riscaldamento.
E’ una fase delicatissima della preparazione di un climber di qualsiasi livello. Ma contrariamente a quello che si può pensare la fase di riscaldamento per un no big (in questo caso vorremmo traduceste come “atleta ancora poco allenato”) è forzatamente più breve che per un semibig, in quanto l’energia dura poco se è da poco che si allena oppure se si allena di rado (tipo una volta alla settimana). Ma anche se è più breve perché più stretta è la forbice tra prestazione massima e prestazione da freddo, il riscaldamento del no big deve comunque obbedire ad una regola d’oro: scalare. A meno che abbiate tempo anche per correre un po’, fare stretching generale, fare sospensioni ecc.. (molto raro nel dopolavoro)… scalate. Partite scalando problemi molto facili su prese molto grandi e su placche o al massimo strapiombi poco accentuati, dove comunque i piedi possano scaricare gran parte del peso del corpo. Lasciate insomma perdere trazioni alla sbarra, serie di addominali, attrezzi per il fitness eccetera. I movimenti che andrete a fare durante la vostra sessione di allenamento, infatti, non saranno mai così specifici ed isolati e per essere quasi sicuri di aver scaldato la maggior parte dei gruppi muscolari che vi serviranno durante l’allenamento la strada è una sola: riscaldarsi scalando e cercando di affrontare problemi blandi ma comprensivi di tutte le possibili situazioni che lavorerete durante la sessione: dita stese, dita arcuate, bloccaggi, lanci, sospensioni, laterali, frontali, prese orizzontali e prese dritte, rovesci e tetti. Insomma scaldatevi su problemi molto più facili del vostro livello ma eterogenei, non concentrati su una zona sola della sala o (peggio) sulla stessa sequenza di dieci movimenti. Appena scendete da un problema di riscaldamento fate degli allungamenti blandi delle parti che sono state più interessate fino a quel momento e poi riattaccatevi al muro, ma senza ghisarvi.
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Mi sembra un articolo interessante, per inaugurare questa sezione.
Re: dal sito di AGD - Il pannello per i No Big
io che sono un "NoBig" ho seguito i consigli di un amico ..che dicheno si tiene, mi ha consigliato:
pannello a 40°, 8mq circa, prese medio piccole.. da utilizzare 3 volte a settimana
Inoltre tutti i giorni , due pippette (mattino e sera).
Ancora nn vedo grandi risultati in falesia, ma sicuramente ad oggi, a distanza di due mesi, posso dire dì aver migliorato la forza nelle braccia, me tengo de piu !
il metodo funziona !
pannello a 40°, 8mq circa, prese medio piccole.. da utilizzare 3 volte a settimana
Inoltre tutti i giorni , due pippette (mattino e sera).
Ancora nn vedo grandi risultati in falesia, ma sicuramente ad oggi, a distanza di due mesi, posso dire dì aver migliorato la forza nelle braccia, me tengo de piu !
il metodo funziona !
Vic- Messaggi : 28
Data d'iscrizione : 16.03.12
Re: dal sito di AGD - Il pannello per i No Big
Si interessante.
Non sono manco un po' d'accordo sulla storia del riscaldamento. Ma questo l'ho già detto altrove La specificità dei movimenti fa parte di un luogo del riscaldamento che per me non è assolutamente il primo da affrontare. E dire che "tanto non scalderai mai tutti i muscoli coinvolti" ha veramente poco senso. Scaldarne una parte, o quasi tutti (articolazioni comprese e in assenza di carico) garantisce un base solida per scaldare quelli che mancano e tenersi lontani ( il più possibile) da infortuni et similia.
La storia dei blocchi autogestiti ... secondo me ha valore come addendum. In genere quando ti tracci i blocchi te li tracci sulle tue modalità e in base a tuoi schemi motori. Se fai "a scambio" con altri tanto tanto. Ma se fai solo i tuoi più che un fattore migliorativo lo vedo come un possibile fattore limitante che non ti porta mai a "digerire" nuovi scemi motori.
Per il resto lo trovo interessante.
Ma è lo stesso minchione che vorrebbe le multe a chi insegna a un altro l'uso del grigri?
Non sono manco un po' d'accordo sulla storia del riscaldamento. Ma questo l'ho già detto altrove La specificità dei movimenti fa parte di un luogo del riscaldamento che per me non è assolutamente il primo da affrontare. E dire che "tanto non scalderai mai tutti i muscoli coinvolti" ha veramente poco senso. Scaldarne una parte, o quasi tutti (articolazioni comprese e in assenza di carico) garantisce un base solida per scaldare quelli che mancano e tenersi lontani ( il più possibile) da infortuni et similia.
La storia dei blocchi autogestiti ... secondo me ha valore come addendum. In genere quando ti tracci i blocchi te li tracci sulle tue modalità e in base a tuoi schemi motori. Se fai "a scambio" con altri tanto tanto. Ma se fai solo i tuoi più che un fattore migliorativo lo vedo come un possibile fattore limitante che non ti porta mai a "digerire" nuovi scemi motori.
Per il resto lo trovo interessante.
Ma è lo stesso minchione che vorrebbe le multe a chi insegna a un altro l'uso del grigri?
Tengri- Messaggi : 1238
Data d'iscrizione : 13.03.12
Re: dal sito di AGD - Il pannello per i No Big
Tengri ha scritto:
Ma è lo stesso minchione che vorrebbe le multe a chi insegna a un altro l'uso del grigri?
veramente non è agd che dice quello ma una sentenza
Re: dal sito di AGD - Il pannello per i No Big
espo ha scritto:Tengri ha scritto:
Ma è lo stesso minchione che vorrebbe le multe a chi insegna a un altro l'uso del grigri?
veramente non è agd che dice quello ma una sentenza
Avevo capito male allora ... sorry ...
Tengri- Messaggi : 1238
Data d'iscrizione : 13.03.12
Re: dal sito di AGD - Il pannello per i No Big
Secondo me o sono io che non ho capito una cippa del discorso di AGD o sei tu.
(o, altra alternativa, io non ho capito una cippa di quello che hai capito tu)
Lui, mi pare di aver capito, dice di non fare riscaldamento specifico ma di scalare.
quando dice: tanto non scalderai mai tutti i muscoli coinvolti
intende con il riscaldamento specifico.
dice:
il che mi pare il contrario di quello che hai capito te.
Per quanto riguarda i blocchi, lui dice di farsi anche i propri. Non solo.
(o, altra alternativa, io non ho capito una cippa di quello che hai capito tu)
Lui, mi pare di aver capito, dice di non fare riscaldamento specifico ma di scalare.
quando dice: tanto non scalderai mai tutti i muscoli coinvolti
intende con il riscaldamento specifico.
dice:
deve comunque obbedire ad una regola d’oro: scalare. A meno che abbiate
tempo anche per correre un po’, fare stretching generale, fare
sospensioni ecc.. (molto raro nel dopolavoro)… scalate. Partite scalando
problemi molto facili su prese molto grandi e su placche o al massimo
strapiombi poco accentuati, dove comunque i piedi possano scaricare gran
parte del peso del corpo. Lasciate insomma perdere trazioni alla
sbarra, serie di addominali, attrezzi per il fitness eccetera. I
movimenti che andrete a fare durante la vostra sessione di allenamento,
infatti, non saranno mai così specifici ed isolati e per essere quasi
sicuri di aver scaldato la maggior parte dei gruppi muscolari che vi
serviranno durante l’allenamento la strada è una sola: riscaldarsi
scalando e cercando di affrontare problemi blandi ma comprensivi di
tutte le possibili situazioni che lavorerete durante la sessione: dita
stese, dita arcuate, bloccaggi, lanci, sospensioni, laterali, frontali,
prese orizzontali e prese dritte, rovesci e tetti. Insomma scaldatevi su
problemi molto più facili del vostro livello ma eterogenei, non
concentrati su una zona sola della sala o (peggio) sulla stessa sequenza
di dieci movimenti. Appena scendete da un problema di riscaldamento
fate degli allungamenti blandi delle parti che sono state più
interessate fino a quel momento e poi riattaccatevi al muro, ma senza
ghisarvi.
il che mi pare il contrario di quello che hai capito te.
Per quanto riguarda i blocchi, lui dice di farsi anche i propri. Non solo.
buzz- Messaggi : 7223
Data d'iscrizione : 25.11.11
Re: dal sito di AGD - Il pannello per i No Big
Buzz ha scritto:
ec
Lui, mi pare di aver capito, dice di non fare riscaldamento specifico ma di scalare.
quando dice: tanto non scalderai mai tutti i muscoli coinvolti
intende con il riscaldamento specifico.
ho capito così anche io e concordo. cmq anche se fai riscaldamento è sempre indispensabile fare un inizio appesi molto blando
Re: dal sito di AGD - Il pannello per i No Big
Per specifico io intendevo "arrampicatorio". E non sono d'accordo. Lui per specifico intendeva esercizio specifico per un muscolo/tendine/articolazione
Anche perché in palestra cose "blande" non esistono o quasi. In falesia altro discorso. Ti metti su una placca appoggiata su roba grossa e una volta scladate le articolazioni stai apposto.
In palestra no.
Piazzarsi su una placca verticale o strapiombante, anche su prese grosse è una bella cazzata se le dita, i gomiti e le spalle (solo per parlare delle cose più evidenti) non li hai riscladati perima. E questo anche se non sei riuscito a scladare TUTTI i muscoli.
Faccio un esempio. La cuffia dei rotatori è una. Ed esistono degli esercizi specifici per riscaldare la maggior parte dei muscoli che la compongono. Questi esercizi si fanno a terra. Poi ... e solo poi ... io mi attacco alla parete. Anche per fare cose blande. A quel punto la mia bella cuffia avrà i muscoli, tendini principali caldi. L'articolazione bella oliata. A quel punto inizio a scaldare i movimenti dell'arrampicata.
Anche perché in palestra cose "blande" non esistono o quasi. In falesia altro discorso. Ti metti su una placca appoggiata su roba grossa e una volta scladate le articolazioni stai apposto.
In palestra no.
Piazzarsi su una placca verticale o strapiombante, anche su prese grosse è una bella cazzata se le dita, i gomiti e le spalle (solo per parlare delle cose più evidenti) non li hai riscladati perima. E questo anche se non sei riuscito a scladare TUTTI i muscoli.
Faccio un esempio. La cuffia dei rotatori è una. Ed esistono degli esercizi specifici per riscaldare la maggior parte dei muscoli che la compongono. Questi esercizi si fanno a terra. Poi ... e solo poi ... io mi attacco alla parete. Anche per fare cose blande. A quel punto la mia bella cuffia avrà i muscoli, tendini principali caldi. L'articolazione bella oliata. A quel punto inizio a scaldare i movimenti dell'arrampicata.
Tengri- Messaggi : 1238
Data d'iscrizione : 13.03.12
Re: dal sito di AGD - Il pannello per i No Big
Uhm non lo so.
Io provengo dalla scuola per cui il riscaldamento fa parte dell'allenamento. A meno di non avere un particolare problema ad un'articolazione, da curare appositamente, non mi metto a fare riscaldamento specifico. Anche perché se lo faccio per la cuffia dei rotatori (e io lo faccio perchè HO un problema specifico) dovrei farlo anche per le singole capsule articolari, per i polsi, per le anche, per il bacino, per le ginocchia, per le caviglie.
Se stai bene devi solo riscaldarti eseguendo con minore intensità quello che poi andrai più o meno a fare.
Così come per riscaldarti per la corsa corricchi.
Quindi concordo con l'impostazione di AGD e non con quella che sembri dare tu, per la quale bisognerebbe passare un'ora a riscaldare ogni muscolo tendine o articolazione del corpo.
Io provengo dalla scuola per cui il riscaldamento fa parte dell'allenamento. A meno di non avere un particolare problema ad un'articolazione, da curare appositamente, non mi metto a fare riscaldamento specifico. Anche perché se lo faccio per la cuffia dei rotatori (e io lo faccio perchè HO un problema specifico) dovrei farlo anche per le singole capsule articolari, per i polsi, per le anche, per il bacino, per le ginocchia, per le caviglie.
Se stai bene devi solo riscaldarti eseguendo con minore intensità quello che poi andrai più o meno a fare.
Così come per riscaldarti per la corsa corricchi.
Quindi concordo con l'impostazione di AGD e non con quella che sembri dare tu, per la quale bisognerebbe passare un'ora a riscaldare ogni muscolo tendine o articolazione del corpo.
buzz- Messaggi : 7223
Data d'iscrizione : 25.11.11
Re: dal sito di AGD - Il pannello per i No Big
Buzz ha scritto:Uhm non lo so.
Io provengo dalla scuola per cui il riscaldamento fa parte dell'allenamento. A meno di non avere un particolare problema ad un'articolazione, da curare appositamente, non mi metto a fare riscaldamento specifico. Anche perché se lo faccio per la cuffia dei rotatori (e io lo faccio perchè HO un problema specifico) dovrei farlo anche per le singole capsule articolari, per i polsi, per le anche, per il bacino, per le ginocchia, per le caviglie.
Se stai bene devi solo riscaldarti eseguendo con minore intensità quello che poi andrai più o meno a fare.
Così come per riscaldarti per la corsa corricchi.
Quindi concordo con l'impostazione di AGD e non con quella che sembri dare tu, per la quale bisognerebbe passare un'ora a riscaldare ogni muscolo tendine o articolazione del corpo.
se scaldi un ora ogni cosa alla fine dell'ora la prima che hai scaldato è fredda di nuovo....
Re: dal sito di AGD - Il pannello per i No Big
Ciao... premesso che in molti sport il riscaldamento comprende una fase GENERALE e una SPECIFICA, non vedo cosa sia stato detto di sbagliato. AGD parla di mancanza di tempo; il pannello è un mezzo di lavoro specifico o semi-specifico (se fai vie) che prepara l'organismo allo sforzo introducendo movimenti globali: sta ad ognuno di noi non esagerare nel "tirare" troppo "a freddo".
E' comunque buona norma rispettare entrambe le fasi, magari semplicemente iniziare il riscaldamento saltando la corda (ottimo per i polsi)...circonduzioni delle braccia, piegamenti (flessioni) ecc... tutte cose che non prendono molto tempo. Per quanto riguarda le sospensioni non sò quanto effettivamente siano efficagi per scaldare le dita come mi è stato detto (si i flessori delle dita).
Importante è anche il defaticamento, cosa della quale si parla poco e per la quale non si ha mai tempo.
E' comunque buona norma rispettare entrambe le fasi, magari semplicemente iniziare il riscaldamento saltando la corda (ottimo per i polsi)...circonduzioni delle braccia, piegamenti (flessioni) ecc... tutte cose che non prendono molto tempo. Per quanto riguarda le sospensioni non sò quanto effettivamente siano efficagi per scaldare le dita come mi è stato detto (si i flessori delle dita).
Importante è anche il defaticamento, cosa della quale si parla poco e per la quale non si ha mai tempo.
Stu- Messaggi : 1
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