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Super8

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A volte si fanno cose perché rimangano e poi ci si accorge che invece sono andate perdute.
A casa mia facevano filmini con il super8. Ho un ricordo di fotogrammi sbiaditi, di me ragazzino in calzoncini corti. So di essere io ma non mi riconosco. Non ricordo cosa provassi ad essere quel me, allora. Sono un perfetto estraneo anche se so di essere io.

Quando si guardano questi vecchi film per prima cosa ci si cerca.
Io che ho sempre avuto una vera e propria idiosincrasia per le riprese, nel senso che mi coprivo o mi nascondevo, lo faccio ancora oggi con le foto, resto sempre deluso perché mi si vede per pochissimo. Ben mi sta.

E poi ci si sorprende che i vecchi non siano sempre stati vecchi.
Abbiamo ricordi di quel momento in cui è stato girato quel film molto vaghi e ci ricordiamo delle persone che c’erano ed erano vecchi. Poi nel tempo che è passato sono sempre stati vecchi. Lo sono anche adesso, se sono ancora vivi. E invece guardi quelle immagini e vedi che erano giovani, più giovani di quanto sia tu ora, che li stai guardando.

Giustamente. Tu eri un bambino che non si riconosce e gli altri, quelli che allora erano gli adulti. In realtà erano giovani.

Quando facciamo questi filmati non è molto chiaro il perché li facciamo. Quando torni a casa ti sbrighi a rivedere e resti deluso. La tua voce non ti piace, non ti piaci tu. Le scene che avresti voluto riprendere non ci sono. Però ci sono interminabili inutili sequenze tremolanti.
Non è il caso di consegnarle ai posteri. In realtà non frega niente a nessuno. Frega solo a noi anche se poi ci immalinconiamo a vedere le devastazioni del tempo, e quelli che non ci sono più.

Però pensavamo di farle per un futuro ipotetico. Non bene identificato nella sua distanza nel tempo. Chissà.

E invece per la maggior parte queste cose vanno perdute.
A casa mia facevano il filmini super8. Le bobine non duravano tanto, 4-5 minuti mi pare, e poi andavano sviluppate. Una volta, le foto e i filmini, lo dico per quelli che hanno l’età di mia figlia, bisognava portarli dal fotografo. Il “fotografo” era un negozio, vicino casa mia c’e ne erano due, la cui attività principale era sviluppare i rullini, poi faceva anche foto ai matrimoni e così via. Questo penso sia rimasto, ma per questo non hanno più bisogno di avere delle botteghe aperte. E ora dove c’erano i fotografi ci sono altre attività.
A meno che non si siano riciclati facendo altro, i negozi dei fotografi hanno chiuso tutti. Annientati dal digitale.

Quando a casa mia facevano i filmini passava un mese almeno prima che il fotografo ce li restituissi sviluppati. Erano settimane spasmodiche. Mia madre quando si avvicinava la scadenza diceva a mio padre: “sei passato dal fotografo?” Sia che ci fosse passato o no, se non aveva i filmini aveva sempre qualche rimostranza, e la prendeva su con mio padre o con il fotografo.

Quando finalmente arrivavano era come una specie di orgasmo incompiuto. Perchè avevamo queste voluminose buste sul tavolo ma non potevamo farci niente. Anche se tentavamo di sbirciare fotogramma per fotogramma, guardandoli contro la lampadina della cucina. Perchè il proiettore ce lo aveva mio zio.
Mio padre e mio zio avevano comprato cinepresa e proiettore dividendosi la spesa, con la vaga promessa di scambiarsi i due macchinari. Ma sia mio padre che lo zio erano gelosi dei rispettivi acquisti e permettevano all’altro di usarli solo se c’erano loro a controllare, dare consigli e spazientirsi in caso di quella che a loro sembrava evidente incapacità.

Quindi era necessaria una riunione di famiglia per vedere i filmini. La sera, dopo cena, arrivava dopo una grande aspettativa. Si faceva il buio nella stanza, chi seduto sul divano, chi sulle sedie e chi in piedi. Si rivoluzionava la disposizione di casa perché si doveva trovare una parete bianca. Se c’era la carta da parati troppo vivace non andava assolutamente bene. Nemmeno andava bene che le immagini scorressero metà sulla parete e metà sull’armadio.

Si faceva posto al proiettore manovrato da un adulto (lo zio) e quindi i mobili si spostavano.
Quando partivano le immagini c’era sempre qualcuno che faceva dei complimenti a qualcuno che invece si scherniva.
“uh come stai bene…”
“ma che dici, ma sei matta… guarda che capelli… tu invece …”
“io??? ma stai zitta…mi sembro una vecchia…”
e via così… finché qualcuno non diceva “zitti un po’…”
e allora le frasi, che non smettevano, venivano sussurrate. Un bisbiglio da scolaresca irrequieta, fra mia madre, la sorella, la cognata.
Noi bambini aspettavamo solo il momento di rivederci, poi non ci importava niente e lasciavamo gli adulti ai loro commenti.
Quasi subito finiva il primo e toccava prima riavvolgere il tutto, poi montare l’altro. La procedura era laboriosa e portava via tempo. Le donne si spazientivano e qualcuna si metteva a sfaccendare per casa. Sparecchiare. Lavare i piatti.
“lascia! li faccio domani...” Ma quella non mollava e c'era un gomito a gomito sul lavello. Si contendevano lo spazio spalla a spalla come calciatori che attendono la palla che spiove dall'alto.

Tutto questo trambusto valeva la pena se c’era una ricorrenza particolare e si era tutti insieme. Altrimenti era troppo complicato. Se mancava qualche zio si diceva: “non ci sono Mario e Elena, vediamoli un’altra volta che Elena ci teneva tanto” e così andava alla prossima.

Poi passano gli anni, queste “pizze” ingombranti delle pellicole non si sa dove metterle. In casa, in soffitta, in garage… andavano a finire in qualche angolo e lì venivano dimenticate. Poi improvvisamente si ritrovano e ti rendi conto che il proiettore non c’è più, è stato buttato: la lampada si era bruciata. E allora che ci fai? Bisognerebbe farle riversare nel nuovo supporto VHS riportarle di nuovo dal fotografo… si… beh… ma … boh…

Erano arrivate le videocassette VHS. Quelle erano comode. Con le cineprese grosse che a portarle in giro bisognava essere in due, sì… però poi a casa tutti avevano il videoregistratore e quindi potevano essere viste sul televisore. Un notevole passo avanti.

Col VHS ognuno poteva esplorare le proprie potenzialità creative e rivederle immediatamete. Mio padre e mio zio avevano ciascuno una telecamera e potevano attaccarla direttamente alla TV. Erano autonomi e autosufficenti.
Potevamo goderci in tempo reale riprese tremolanti, sconclusionate. Imbarazzanti fuorionda quando si credeva di aver spento e invece era ancora accesa, riprendeva il tappo e qualche commento che era meglio non fosse ascoltato. E poi sembrava che ci fosse un’abilità particolare nell’operatore di riprendere momenti assolutamente noiosi ed essere altrove quando si era svolto quello che poi alla fine della giornata (o della vacanza) era risultato essere il momento migliore, quello che avresti voluto rivedere e invece regolarmente non c’era.
Per non parlare delle riprese dei matrimoni, regolarmente tutte uguali, buie e sgranate in chiesa con l’audio che non si sentiva nulla di quelli che erano ripresi perché vicino c’era la zia che diceva “come sono belli… ma che dicono? quanto è bella la sposa… è radiosa…” “S, ma ci ha i baffi….” “ma no che dici… zitto..”

Insomma se i super8 erano una trepidante attesa e poi la delusione arrivava quando si proiettavano sti pochi minuti in cui non facevi nemmeno in tempo ad annoiarti o farti venire il mal di mare, anche perché gli zoom delle cineprese super8 non erano come quelli usati e abusati dalle loro nipoti in VHS, con i VHS la delusione era immediata.
Mio padre era un maniaco dello zoom, non stava mai fermo, si spostava zoomando sia a destra che a sinistra, ma anche in basso. Raramente in alto. Cinque minuti di ripresa di mio padre equivalevano a un giro sul Rotor, una specie di centrifuga dove rimanevi attaccato alle pareti per quanto girava velocemente e poi quando si fermava barcollavi come un ubriaco.

Il Rotor era al luna park dell’Eur e mi sembrava molto coraggioso da parte mia salirci, quando avevo quindici anni.
Ma non ho riprese del Rotor. Ecco, questo è un esempio di quello che dicevo sopra. Quando dovevi riprendere non riprendevi mai.

La delusione con i VHS arrivava subito. E’ questo il vantaggio della modernità. Li riguardavi con i ricordi di quello che era appena avvenuto vividi in testa, dato che erano passate solo alcune ore, e sembrava proprio che non ci fosse nulla lì dentro. Così li mettevi via e li lasciavi stare. Passavano gli anni e non li riguardavi più.

Mio padre più volte ha registrato partite su videocassette che avrebbero dovuto restare a testimonianza di pranzi di comunione, o gite in barca. Sicuramente più di quanto io sappia, perché taceva e negava, contando sulle dimenticanze di mia madre, che se avesse saputo avrebbe chiacchierato per giorni.

Poi arrivarono altri formati e altre cineprese, sempre più piccole.
Non ho più niente in super8 ma ho ancora alcune cassette VHS che non so dove guardare e poi ho delle VHS piccole, che andavano messe in un adattatore che le trasformava in VHS normali, e non ho più l’adattatore e nemmeno il videoregistratore. Così non so che farci.

Specie perché io ho una formula che al momento in cui la uso mi pare molto conveniente per classificare che consiste nella parola “varie”. Per esempio ho decine di cd mp3 con su scritto “varie”. Nel tempo ciò mi crea dei problemi.
Alcuni non funzionano ma non mi decido a buttarli perché ne ho anche diversi con su scritto “varie” che invece funzionano perfettamente.

Eppure sono sicuro che adesso a rivedere certe cose di ventanni fa sarebbe carino. Perché mi sono dimenticato tutto. E allora quando è così effettivamente ha un senso, rivedere questi filmini. Ma ho decine di cassette con su scritto “varie” e per trovare qualcosa ci metterei giorni interi. Anche perchè quando cominci a guardarli ti perdi e non sai più cosa stavi cercando.

Ma nel frattempo sono arrivate le cineprese digitali e i film li abbiamo messi prima sui cd e poi sui dvd.
Quando uscirono i cd dissero che erano immortali, che la qualità perfetta sarebbe rimasta inalterata nel tempo.
I cd in macchina mi durano qualche mese… poi saltano.

Le vecchie cassette stereo4 che buttavi a destra e a sinistra e le lasciavi sotto al sole, non si rovinavano mai, a meno che non adassi a ravanare sul nastro. I cd se ogni volta non li rimetti nella loro custodia tenendoli come reliquie si rovinano eccome.

Per cui anche i cd e i dvd sono destinati a diventare obsoleti. Magari, se li terrai con attenzione maniacale, riposti in luogo fresco e asciutto, al riparo da fonti luminose, te li darai in faccia lo stesso perché è cambiato il supporto del lettore hardware o non è più riconosciuto il formato di compressione software.

Si, puoi sempre tenerli sull’hard disk, passarli da un backup all’altro. Ma … attenzione… che i dati negli hard disk si danneggiano… le cose spariscono senza che avvengano crash particolarmente evidenti. Solo dopo qalche tempo ti rendi conto che certe cose non si sono più. Dove sono finite? Mistero.

Ma in fondo, anche i nostri ricordi, dove sono finiti? Perduti.

Ce ne rendiamo conto quando finalmente rivediamo queste vecchie immagini. I ricordi nella nostra testa hanno fatto posto a cose nuove, cose che ci servono nella vita di tutti i giorni. Stupidaggini perlopiù.

Anzi, a volte i ricordi di altri si sono sovrapposti ai nostri. Se pensiamo a cose di molti anni fa non ricordiamo la nostra vita, ma magari cose che abbiamo visto scorrere in televisione, o al cinema, di quegli anni. I ricordi di altri, appunto.

Le nostre immagini, i nostri film, sono come i diari, vanno perduti.

Il romanzo della vita di ogni uomo non verrà raccontato perché non ci sarà nessuno che ha tempo per ascoltarlo.

Forse è giusto così, ma ci viene da dire: che tristezza. Il nostro io non lo sopporta.

Tutto, nella vita, lo facciamo pensando che rimanga. Vorremmo che rimanesse.
I figli, sono quella parte di noi, la metà esatta, che spediamo nel futuro.
Ma anche i nostri geni in poche generazione saranno diluiti. Abbiamo solo un ottavo dei geni di un bisnonno, per dire.
Tre generazioni prima di noi.
Figuriamoci i VHS.

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Super8 :: Commenti

LucaVi

Messaggio Ven Apr 06, 2012 7:56 pm  LucaVi

Cesare Pavese sosteneva che è inutile sottolineare, perché si sottolinea giusto quello che inevitabilmente si dimenticherà.

Io penso che si possa trattenere tutto o comunque molto, semplicemente ascoltando il proprio battito.

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fabri

Messaggio Ven Apr 06, 2012 7:58 pm  fabri

a casa anche io ho un sacco di super 8 ed anche 8, senza il super.. Very Happy ...ho ancora lo schermo con il treppiede ed il proiettore funzionante.

Mio padre non faceva molte riprese (ma ho trovato 1/2 ora una partita Lazio Livorno ripresa dalle tribune...Rolling Eyes ) mentre uno zio era un vero maniaco. Erano zii che sono stati per me una seconda famiglia, che mi hanno portato sempre in giro perchè i miei genitori lavoravano. Quando è morto mio padre mi sono ricapitati tra le mani questi filmini e mi son venute in mente le riunioni familiari che dicevi anche tu. Veri e propri avvenimenti.
Allora sono andato dai parenti a racimolare le bobine di tutti, compresi quelli dello zio. Ho montato il proiettore cercando di ricordarmi il passaggio della pellicola, tutto il percorso che doveva fare. Li maneggiavo con cura come vere e proprie reliquie, la paura di danneggiarli. Ho tirato su lo schermo e mi son messo a riguardarli tutti. Davanti ci ho piazzato una telecamera ed ho ripreso tutto facendone poi una unica cassetta VHS....
Inizia che ancora non sono nato, che ancora non c'ero..... la gioventù di mio padre e mia madre...le riunioni familiari.... le vendemmie tutti insieme...le mie prime corse sui prati dolomitici.... le comunioni...i compleanni....
tutte ricorrenze banali e riprese confuse e veloci che però assumono tutto un altro significato viste adesso...

E' uno dei ricordi più belli che ho di mio padre e mia madre che in genere evitavano le foto. E' anche uno dei ricordi più belli che ha di loro mia figlia.

E riguardare tutte le bobine, registrale tutte è stato un momento veramente emozionante......

Una giornata intera trascorsa nel salotto reso buio per il proiettore acceso....



E qualche hanno fa ci siamo messi con la moglie anche a scannerizzare tutte le dia della figlia facendo una raccolta delle più significative. Il tutto montato con il pc e con dissolvenze e sonoro originale mixato a musica..... certamente molto diverso dalla cassetta VHS.
Per i suoi 18 anni abbiamo fatto un filmato ... da zero a 18 anni .... e glielo abbiamo regalato ( a dire il vero con un anno di ritardo....Very Happy )
Rivederle, sceglierle e montarle è stato un altro momento veramente emozionante....

La moglie ha partecipato solo alla scelta delle dia poi io ho montato tutto il resto..... ed una volta finito l'ho invitata alla proiezione finale...
Devo dire che a me è scesa qualche lacrima... per mia moglie che invece non aveva ancora visto niente montato in sequenza la reazione è stata fortissima.... di pianto e di commozione....

Adesso sono nella libreria, una accanto all'altro, la vecchia vhs ed il nuovo cd .....

Ho numerose copie dell'una e dell'altro...per preservarle nel tempo.... Wink



ah..... anche la reazione della figlia quando l'ha visto è stata abbastanza forte.... Very Happy

ma stavolta eravamo pronti con fazzoletti e sali per rianimazione....Wink

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virgy

Messaggio Ven Apr 06, 2012 9:40 pm  virgy

leggendoti, Buzz, sono tornata indietro di tantissimi anni (3 anni Super8 3321516098)

l'atmosfera che descrivi era uguale anche a casa mia Shocked ...noi piccoli e ripresi, spesso la domenica, ma pure nelle serate normali
ricordo che da piccola era festa quasi ogni giorno, cioè c'era allegria nel fare cose semplici, anche perchè la casa era sempre piena di bimbi, di amici...e di riprese Rolling Eyes

poi appena pronto il filmato... il riunirci, il sistemare, il rivederci, i commenti, il prenderci in giro, io che odiavo la mia voce Shocked


ed io potrei ancora rivedere tutto, anche filmini degli anni 60, potrei condividere con chi non c'era, potrei ancora odiare la mia voce... Super8 2698994151
forse adesso mi commuoverei nel rivedere mia madre giovane e poi mia madre alla mia età (cioè ancora giovane Rolling Eyes ) e persone ormai lontane....
potrei rivivere parte della mia vita e quella delle persone vicine in qualsiasi momento, perchè mio fratello ha fatto un ottimo (e paziente) lavoro, come fabri, e dalle bobine le ha traferite poi tutte in dvd
i filmini vecchissimi riprodotti su un muro bianco con un proiettore, che ora non ha più, li ha ripresi nuovamente con una telecamera, trasferendoli così in vhs e poi successivamente li ha trasferiti in dvd

potrei quindi rivivere decenni e decenni fa, ma, a parte una sola volta appena finito il riversamento, poi non ho più sentito questa esigenza, come non sento più alcuna esigenza di vedere foto vecchie, eppure ne ho tante!
Quando rivado con la mente nel passato, cerco di mettere a fuoco più l'emozione che mi porta il ricordo che non mettere a fuoco i miei occhi su una posa o un'immagine!


E forse, Buzz, perdiamo la nitidezza dei nostri ricordi, ma la sfumatura delle nostre tracce non è del tutto smarrita...

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LucaVi

Messaggio Ven Apr 06, 2012 11:34 pm  LucaVi

Le ultime tue due righe sono quanto intendevo dire io. Grazie.

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fabri

Messaggio Sab Apr 07, 2012 9:12 am  fabri

virgy ha scritto:....Quando rivado con la mente nel passato, cerco di mettere a fuoco più l'emozione che mi porta il ricordo che non mettere a fuoco i miei occhi su una posa o un'immagine!...

è proprio questo il punto....
non è tanto la foto o il filmato importante.... non è l'immagine .... ma è quello che ti ricorda, è tutto il mondo che ci stava dietro.... è l'emozione...
capita di fissare una foto per decine di minuti .... ma non è quella che stai guardando.. Wink

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Messaggio Sab Apr 07, 2012 9:44 am  Admin

Si capisco. Infatti è quello che scrivevo all'inizio, quando dicevo che guardando quel me nelle immagini mi era estraneo, proprio perché non si associava ad alcun ricordo.
Negli altri casi sì e può essere un'emozione fortissima quella di sdoppiarsi fra soggettività propria e l'oggettività mostrata dalle immagini.

Ho un ricordo ad esempio, del giorno di Brasile-Italia, finale mondiale Messico 70.
Nel grande cortile di casa di una zia, noi bambini giocavamo fuori, era un giorno caldo, gli adulti ci trasmettevano questa sensazione di attesa, di eccitazione.
Poi tornò mio padre che era stato a pesca, portando un luccio da 8 kg e due più piccoli ma comunque grossi.
Era un evento eccezionale nell'evento in sé che già era quella giornata.
Io ricordo questo pesce lucido, grosso, alto quanto me quando era tenuto in piedi. La bocca piena di denti. La sensazione del suo odore di lago, e di pesce.
Lo toccai ed era freddo, viscido, sulla pancia bianca.
Tutto questo aveva una prospettiva dal basso, dagli occhi di un bambino.

Poi rividi il film, tempo fa, che mia zia aveva fatto riversare in un cd. Mi vedo mentre mi avvicino e metto la mano timoroso verso quel pesce. Faccio una smorfia, quando porto la mano al naso per annusarla. Mio padre che aveva 33 anni. Tutti lì intorno sono dei ragazzi. I nonni sono più grandi, ma non sono vecchi, con gli occhi di adesso.
E' un flusso di emozioni contrastanti difficili da accogliere tutte insieme. Difficili da analizzare. Disorientano.

C'è anche la ripresa del gol del pareggio dell'italia. Poi dopo, la sconfitta. Inattesa. Inspiegata.
Perché un giorno di festa così possa essere rovinato è una cosa che un bambino non capisce.
Anche gli adulti, che sei abituato a vedere come esseri onnipotenti, non possono nulla, restano delusi. E' questo, il punto della questione.
La presenza degli adulti alla festa, la partecipazione all'attesa, era rassicurante. Avremmo vinto, non poteva essere altrimenti.

La scoperta che anche gli dei piangano è qualcosa che resta dentro. Per questo ho un ricordo così vivido di quel giorno.
La delusione.
Non tanto la mia delusione di bambino. Quanto la delusione degli adulti.

Quel giorno ho perso l'ingenuità dell'infanzia.

Rivedere quelle immagini ha riportato dentro di me quel piccolo trauma. Mi sono compatito. Ho provato dolore per me. Per quello che quel giorno avevo irrimediabilmente perduto.

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LucaVi

Messaggio Sab Apr 07, 2012 1:35 pm  LucaVi

Mi fate pensare. E i ricordi sono una brutta bestia, che spesso non riesco a cavalcare e mi disarciona.

Un amico per esempio mi ha spedito il dischetto dove ha riversato un vecchio super8 della nostra traversata di più giorni delle Cinque Terre, da Portovenere a Bonassola, di quando eravamo giovanissimi. Allora i sentieri non erano stati ancora riaperti e mancavano di segnaletica. Un'avventura tra i rovi, i cirinali e la costa, i paesi; un mito, un eccezionale ricordo per tutti questi miei anni; finché non ho rivisto il filmino e mi sono detto: "Che cagata, come eravamo ridicoli!".

Ho il timore con un altro esempio di ritrovare la mia Alpe Veglia vissuta appassionatamente più volte, da ragazzo, una delusione qualora ci ritornassi.

Prendiamo la canzone di Battisti e Mogol Mi ritorni in mente: "...bella come sei, forse ancor di più...". Eheh, come idealizziamo certe perdite! Le rincontrassimo, soprattutto all'oggi, ci domanderemmo se ne valesse tanto la pena.

Allo stesso tempo però, se la persona ritratta realmente non c'è più, chessò, mio padre, rivedendola in un'immagine m'intenerisce ancora e non la svaluto.
Mentre le foto di mia figlia da piccolissima e piccola, riguardandole, non riesco bene ad afferrarle. Mi sorprendono, non me la rammento più così, per me è quella che vedo tutti i giorni, come se fosse la ragazzina di sempre. Mah!

Lasciamo perdere l'inconscio, di cui troppo ancora mi sfugge. La memoria invece, quella sì dev'essere per davvero selettiva. La rielaboriamo in base a quanto ci preme al momento. In quel preciso momento. Già domani questo mio post lo rileggerei diversamente.

Siamo tutta quanta la nostra vita, ma essenzialmente al presente.

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