Diario di una strage
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antiche sere
KAZAN1975
espo
LucaVi
Nosferatu
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Diario di una strage
Visto.
Piacevole, nonostante sia romanzato.
Già avevo letto qualcosa su Pinelli e Calabresi.
L'Itaglia rimane e rimarrà il paese dei misteri.
Piacevole, nonostante sia romanzato.
Già avevo letto qualcosa su Pinelli e Calabresi.
L'Itaglia rimane e rimarrà il paese dei misteri.
Nosferatu- Messaggi : 51
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Re: Diario di una strage
Eh, ne avrei da dire su questo, ma Nosfy: è mezzanotte!
Magari ci ritornerò, anzi senz'altro ci ritornerò, perché per la mia vita vera Piazza Fontana è come prima di Cristo e dopo Cristo.
Intanto, la cosa delle due bombe è per me una balla.
Magari ci ritornerò, anzi senz'altro ci ritornerò, perché per la mia vita vera Piazza Fontana è come prima di Cristo e dopo Cristo.
Intanto, la cosa delle due bombe è per me una balla.
LucaVi- Messaggi : 3780
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Località : Cimolais
Re: Diario di una strage
LucaVi ha scritto:
Intanto, la cosa delle due bombe è per me una balla.
SÌ, e non è l'unica!
Però anche se romanzato, è un film guardabile.
Riguardo ai misteri... Per quanto una persona possa credere di conscere i fatti di piazza fontana, Ustica, P2 ecc ecc ecc credo che siano molte più le cose che non si sanno rispetto a quelle che si sanno. Per questo parlo di misteri.
Comunque è veri, è mezzanotte e domani arrampico, megio se vado a nanna.
Tu scrivi, quando puoi
Nosferatu- Messaggi : 51
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Re: Diario di una strage
E comunque scrivere col tablet è impossibile... Mi perdo empre qualche lettera.
Nosferatu- Messaggi : 51
Data d'iscrizione : 13.03.12
Re: Diario di una strage
Nosferatu ha scritto:
L'Itaglia rimane e rimarrà il paese dei misteri.
solo l'italia? o il mondo intero?
Re: Diario di una strage
espo ha scritto:Nosferatu ha scritto:
L'Itaglia rimane e rimarrà il paese dei misteri.
solo l'italia? o il mondo intero?
In italia ci si difende bene in quanto a misteri.. se poi si considera che all interno ci sta pure il vaticano...
diciamo che qua i misteri channo le gambe piu lunghe che altrove...
KAZAN1975- Messaggi : 805
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Re: Diario di una strage
KAZAN1975 ha scritto:espo ha scritto:Nosferatu ha scritto:
L'Itaglia rimane e rimarrà il paese dei misteri.
solo l'italia? o il mondo intero?
In italia ci si difende bene in quanto a misteri.. se poi si considera che all interno ci sta pure il vaticano...
diciamo che qua i misteri channo le gambe piu lunghe che altrove...
forse è solo il punto di vista che cambia. qua noi ci siamo....
Re: Diario di una strage
Non ho visto il film ma ho letto parecchio sulla sua lavorazione.
Mi sembra che cominci con la morte dell'agente Antonio Annarumma, il 19 novembre 1969, imputata dalle forze dell'ordine e dalle autorità dello Stato ai manifestanti. Be', io c'ero quel giorno in piazza a Milano dato che a scuola avevamo per l'appunto scioperato. In seguito alle cariche gratuite della polizia contro chi manifestava senza aver provocato fino a quel momento alcun incidente, Annarumma morì a causa di una manovra sbagliata della sua jeep, che andò a scontrarsi con un'altro mezzo dello stesso reparto. Contarono anche i tubolari di un ponteggio venuto giù proprio perché urtato da quegli assurdi caroselli dei jeepponi della polizia. E si diede la colpa a un fantomatico estremista che aveva scagliato quel ferro contro l'agente.
Nel seggio elettorale della caserma intitolata ad Annarumma, pochi anni dopo, il neofascista MSI risultava non a caso il partito più votato. C'era già un clima di odio "alla Diaz" verso chi contestava e lottava, tanti anni prima dei blackblok. E il retrocedere gli "Anni di piombo" al 68-69 è una distorsione storica. Le pistole in piazza arriveranno nella primavera del 77 e la cosidetta "guerriglia urbana" studentesca e operaia fino a quest'altra data fu, pur con tutti i suoi errori, meramente difensiva. Di risposta e contenimento alle brutalità degli agenti e dei neofascisti.
La repressione a quel grandioso sollevamento giovanile contro l'autoritarismo, per il diritto allo studio e soprattutto per lo statuto dei lavoratori (con quell'articolo 18 allora conquistato e che manco adesso riescono del tutto a rimuovere) si apprestava a giocare la carta di Piazza Fontana e della Strategia della tensione.
Mi sembra che cominci con la morte dell'agente Antonio Annarumma, il 19 novembre 1969, imputata dalle forze dell'ordine e dalle autorità dello Stato ai manifestanti. Be', io c'ero quel giorno in piazza a Milano dato che a scuola avevamo per l'appunto scioperato. In seguito alle cariche gratuite della polizia contro chi manifestava senza aver provocato fino a quel momento alcun incidente, Annarumma morì a causa di una manovra sbagliata della sua jeep, che andò a scontrarsi con un'altro mezzo dello stesso reparto. Contarono anche i tubolari di un ponteggio venuto giù proprio perché urtato da quegli assurdi caroselli dei jeepponi della polizia. E si diede la colpa a un fantomatico estremista che aveva scagliato quel ferro contro l'agente.
Nel seggio elettorale della caserma intitolata ad Annarumma, pochi anni dopo, il neofascista MSI risultava non a caso il partito più votato. C'era già un clima di odio "alla Diaz" verso chi contestava e lottava, tanti anni prima dei blackblok. E il retrocedere gli "Anni di piombo" al 68-69 è una distorsione storica. Le pistole in piazza arriveranno nella primavera del 77 e la cosidetta "guerriglia urbana" studentesca e operaia fino a quest'altra data fu, pur con tutti i suoi errori, meramente difensiva. Di risposta e contenimento alle brutalità degli agenti e dei neofascisti.
La repressione a quel grandioso sollevamento giovanile contro l'autoritarismo, per il diritto allo studio e soprattutto per lo statuto dei lavoratori (con quell'articolo 18 allora conquistato e che manco adesso riescono del tutto a rimuovere) si apprestava a giocare la carta di Piazza Fontana e della Strategia della tensione.
LucaVi- Messaggi : 3780
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Re: Diario di una strage
Sono al cineforum di quartiere quando, nel tardo pomeriggio del 12 dicembre 1969, arriva in sala la notizia della bomba.
Abbiamo 15 anni di età, ma ci è già quasi tutto chiaro. Un mio amico, meno timido di me, prende il microfono e lo dice energicamente: "Questa bomba è contro di noi, vogliono spaventarci, è dei fascisti e del potere".
Il posto non è scelto a caso. La Banca dell'Agricoltura è in Piazza Fontana, a un tiro dal sacro Duomo e dall'Università Statale. Nella stessa piazza c'era pure l'ex Albergo Commercio, occupato per qualche tempo dai "cappelloni" contestatori. Uno spasso, ripensandoci oggi. Una volta, ero perfino andato a visitarlo. Una scena incrdedibile. Nel pieno centro adesso della finanza e delle griffe, piani e piani di un palazzone abitato da centinaia di giovani ribelli. E la vicina Statale era un mondo. L'ho frequentata molto di più in quel periodo che non qualche anno dopo, quando mi sono iscritto propriamente a filosofia. Conoscevo ogni aula, in ogni cortile c'era fermento e si stava insieme, ci si confrontava.
Dalla sera stessa i benpensanti, quella maggioranza mai silenziosa che storicamente sostiene la vasta Destra nel nostro Paese, si scagliarono contro di noi: "Ecco, avete visto dove portano le vostre lotte, i vostri casini? Siete stati voi!".
La bomba servì agli americani per scongiurare il pericolo di un passaggio dell'Italia nella sfera d'influenza sovietica (ma a me, come alla maggioranza del movimento nato nel '68, l'URSS stava soltanto un pelino di meno sul cazzo degli USA). E servì ai nostri governanti per contrastare le nostre lotte.
Nei giorni successivi ci guardavano come se fossimo complici degli assassini. E la bomba era invece loro, cioè di quelli per cui votavano.
Cominciammo a controbattere: la strage è di Stato!
Abbiamo 15 anni di età, ma ci è già quasi tutto chiaro. Un mio amico, meno timido di me, prende il microfono e lo dice energicamente: "Questa bomba è contro di noi, vogliono spaventarci, è dei fascisti e del potere".
Il posto non è scelto a caso. La Banca dell'Agricoltura è in Piazza Fontana, a un tiro dal sacro Duomo e dall'Università Statale. Nella stessa piazza c'era pure l'ex Albergo Commercio, occupato per qualche tempo dai "cappelloni" contestatori. Uno spasso, ripensandoci oggi. Una volta, ero perfino andato a visitarlo. Una scena incrdedibile. Nel pieno centro adesso della finanza e delle griffe, piani e piani di un palazzone abitato da centinaia di giovani ribelli. E la vicina Statale era un mondo. L'ho frequentata molto di più in quel periodo che non qualche anno dopo, quando mi sono iscritto propriamente a filosofia. Conoscevo ogni aula, in ogni cortile c'era fermento e si stava insieme, ci si confrontava.
Dalla sera stessa i benpensanti, quella maggioranza mai silenziosa che storicamente sostiene la vasta Destra nel nostro Paese, si scagliarono contro di noi: "Ecco, avete visto dove portano le vostre lotte, i vostri casini? Siete stati voi!".
La bomba servì agli americani per scongiurare il pericolo di un passaggio dell'Italia nella sfera d'influenza sovietica (ma a me, come alla maggioranza del movimento nato nel '68, l'URSS stava soltanto un pelino di meno sul cazzo degli USA). E servì ai nostri governanti per contrastare le nostre lotte.
Nei giorni successivi ci guardavano come se fossimo complici degli assassini. E la bomba era invece loro, cioè di quelli per cui votavano.
Cominciammo a controbattere: la strage è di Stato!
LucaVi- Messaggi : 3780
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Re: Diario di una strage
Tre giorni dopo, il 15 dicembre, muore Giuseppe Pinelli, ferroviere mite e anarchico, padre di due bambine che adora, fermato illegalmente nei locali della questura di Milano senza che venga avvisato il magistrato di turno. Diranno che si è suicidato dal rimorso, gridando "Viva l'anarchia!" e approfittando di una finestra aperta (in dicembre...) per gettarsi dal quarto piano nel cortile della stessa questura.
Nessuno di noi ci casca. Verrà messa una lapide in Piazza Fontana, dal movimento, con su scritto: "A Giuseppe Pinelli... ucciso innocente nei locali della Questura di Milano...". Le autorità, più volte negli anni e di nascosto, la rimuoveranno sostituendola con quest'altra dicitura: "...suicidatosi...". Il movimento, sistematicamente, ripristinerà l'originaria sua versione. Adesso non so più cosa riporti, vivo lontano.
Accusano Pietro Valpreda, un altro anarchico, l'anello debole del movimento. Sbattono il mostro in prima pagina.
Sai che soddisfazione quando quattro anni dopo salteranno fuori Freda e Ventura?
Ma intanto Pinelli è stato assassinato e la repressione ha inciso.
Finisco con Calabresi. Ecco, non mi va da quanto ho capito che il film - com'è in ogni caso oggigiorno nell'aria - lo beatifichi. Non me lo ricordo affatto uno stinco di santo.
E' stato accertato dalla giustizia italiana che non fosse in quel momento nella stanza da cui Pinelli finì nel vuoto? Chi lo scagiona? I suoi sottoposti? Chi era, sempre al momento, il più alto funzionario presente in questura, cioè il comandante in capo? Chi non si premurò, per ben tre giorni, di comunicare il fermo di Pinelli ai magistrati?
Pinelli e Calabresi, visto che anche il superpoliziotto verrà in seguito tragicamente ucciso, pari e patta? Pacifichiamoci? Mi sa che non mi piacerà del tutto questo film del pur bravo Giordana.
Non soltanto Adriano Sofri e Lotta Continua, è stata quasi un'intera generazione che sui muri delle città ha scritto "Calabresi assassino".
Io a Milano, con le bombolette spry, l'ho fatto più volte.
E ho scritto anche: "Valpreda è innocente, la Strage è di Stato". Una pantera dei carabinieri, che una notte in Piazzale Lodi mi avvistò mentre lo facevo, cercò d'investirmi a piena verlocità. Sono ancora qui e non dimentico.
Nessuno di noi ci casca. Verrà messa una lapide in Piazza Fontana, dal movimento, con su scritto: "A Giuseppe Pinelli... ucciso innocente nei locali della Questura di Milano...". Le autorità, più volte negli anni e di nascosto, la rimuoveranno sostituendola con quest'altra dicitura: "...suicidatosi...". Il movimento, sistematicamente, ripristinerà l'originaria sua versione. Adesso non so più cosa riporti, vivo lontano.
Accusano Pietro Valpreda, un altro anarchico, l'anello debole del movimento. Sbattono il mostro in prima pagina.
Sai che soddisfazione quando quattro anni dopo salteranno fuori Freda e Ventura?
Ma intanto Pinelli è stato assassinato e la repressione ha inciso.
Finisco con Calabresi. Ecco, non mi va da quanto ho capito che il film - com'è in ogni caso oggigiorno nell'aria - lo beatifichi. Non me lo ricordo affatto uno stinco di santo.
E' stato accertato dalla giustizia italiana che non fosse in quel momento nella stanza da cui Pinelli finì nel vuoto? Chi lo scagiona? I suoi sottoposti? Chi era, sempre al momento, il più alto funzionario presente in questura, cioè il comandante in capo? Chi non si premurò, per ben tre giorni, di comunicare il fermo di Pinelli ai magistrati?
Pinelli e Calabresi, visto che anche il superpoliziotto verrà in seguito tragicamente ucciso, pari e patta? Pacifichiamoci? Mi sa che non mi piacerà del tutto questo film del pur bravo Giordana.
Non soltanto Adriano Sofri e Lotta Continua, è stata quasi un'intera generazione che sui muri delle città ha scritto "Calabresi assassino".
Io a Milano, con le bombolette spry, l'ho fatto più volte.
E ho scritto anche: "Valpreda è innocente, la Strage è di Stato". Una pantera dei carabinieri, che una notte in Piazzale Lodi mi avvistò mentre lo facevo, cercò d'investirmi a piena verlocità. Sono ancora qui e non dimentico.
LucaVi- Messaggi : 3780
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Re: Diario di una strage
Grazie Luca, preziosissime le tue testimonianze. Soprattutto per chi come me non ha vissuto sulla pelle quegli anni. E abbiamo bisogno, come generazione, di non dimenticare. Per questo apprezzo ancor di più chi si ostina a interrogarsi ancora su quel periodo. Nel mio piccolo cerco anch'io di portare avanti questo bisogno di verità. E quando magari in bicicletta a Padova, torno a casa passando per il Duomo, ricordo sempre agli amici che sono con me che in quella valigeria in centro vennero acquistate da Freda e Ventura le valigie usate nell'attentato di Piazza Fontana. Ciao!
Ospite- Ospite
Re: Diario di una strage
Un film è un film. L'obiettivo del lavoro di Giordana è ravvivare le coscienze addomesticate e far conoscere a chi non c'era e a chi non sa uno dei momenti più difficili ed oscuri della nostra storia. Altrimenti si farebbe un documentario e non un film. Straordinaria la prova d'attore di Gifuni nell'interpretare Moro.
In ogni caso il film ripercorre in maniera ortodossa gli avvenimenti con solo due sbavature che sono peraltro interpretazioni del regista e quindi rispettabili. La prima è l'ipotesi delle due bombe, già avanzata in anni addietro ma che non trova riscontri negli elementi giudiziari e storici; la seconda è un Saragat quasi colluso e compiacente nei confronti della parte dei servizi segreti del tempo che depistarono ed occultarono. Saragat era certo fortemente anticomunista ma era ancor di più "ferocemenete" antifascista, basta la sua storia di socialista durante il ventennio per poter fugare qualsiasi dubbio su di lui.
Detto questo il mio consiglio è, se si vuole approfondire e capire quel periodo della nostra storia di leggere e documentarsi facendosi una propria personale convinzione. Verificare di persona, informarsi e leggere.
Personalmente dissento su quasi tutto quanto scritto da LucaVi. a cui imputo un reducismo nostalgico non dissimile da quello di Pisano'. I fatti, sia giudiziari che storici smentiscono molte affermazioni di LucaVi sia sulla vicenda in specifico sia su altre riportate.
Riporto una piccola scintilla:
" Se vogliono far emettere un francobollo in memoria dell'anarchico Pinelli facciano pure perchè tutti a distanza di anni hanno diritto a una commemorazione. Ma se questo dovesse servire per cavalcare di nuovo la tesi dell'omicidio volontario, allora sono dei pazzi che vanno fuori strada. Perchè sarebbe come uccidere una seconda volta Calabresi, il quale tra l'altro non era nemmeno presente nella stanza della Questura"
Queste parole sono di Gerardo D'Ambrosio al tempo Giudice Istruttore con il PM Emilio Alessandrini (che verrà ucciso da Prima Linea). I primi a intuire che la pista anarchica era un clamoroso depistaggio e tutti e due non certo riferibili alla magistratura fascista tanto cara come termine al tempo. D'Ambrosio al termine della sua carriera in Magistratura si candiderà senatore con l'Ulivo.
Le parole sono raccolte da un bravo giornalista, Dino Martirano che tutto si può definire tranne che di destra.
Personalmente per cultura, ambiente sociale e contesto anche religioso ho sempre rivolto il mio pensiero politico a sinistra. La mia opinione è che i movimenti extraparlamentari di sinistra dei due decenni abbiamo prodotto dei guasti e dei danni incalcolabili alla democratizzazione e alle conquiste sociali di questa nostra povera Italia soprattutto priva di memoria.
Chiunque in quei tempi abbia scritto sui muri "Calabresi assassino" porta sulla coscienza una scintilla di responsabilità morale nell'omicidio.
In ogni caso il film ripercorre in maniera ortodossa gli avvenimenti con solo due sbavature che sono peraltro interpretazioni del regista e quindi rispettabili. La prima è l'ipotesi delle due bombe, già avanzata in anni addietro ma che non trova riscontri negli elementi giudiziari e storici; la seconda è un Saragat quasi colluso e compiacente nei confronti della parte dei servizi segreti del tempo che depistarono ed occultarono. Saragat era certo fortemente anticomunista ma era ancor di più "ferocemenete" antifascista, basta la sua storia di socialista durante il ventennio per poter fugare qualsiasi dubbio su di lui.
Detto questo il mio consiglio è, se si vuole approfondire e capire quel periodo della nostra storia di leggere e documentarsi facendosi una propria personale convinzione. Verificare di persona, informarsi e leggere.
Personalmente dissento su quasi tutto quanto scritto da LucaVi. a cui imputo un reducismo nostalgico non dissimile da quello di Pisano'. I fatti, sia giudiziari che storici smentiscono molte affermazioni di LucaVi sia sulla vicenda in specifico sia su altre riportate.
Riporto una piccola scintilla:
" Se vogliono far emettere un francobollo in memoria dell'anarchico Pinelli facciano pure perchè tutti a distanza di anni hanno diritto a una commemorazione. Ma se questo dovesse servire per cavalcare di nuovo la tesi dell'omicidio volontario, allora sono dei pazzi che vanno fuori strada. Perchè sarebbe come uccidere una seconda volta Calabresi, il quale tra l'altro non era nemmeno presente nella stanza della Questura"
Queste parole sono di Gerardo D'Ambrosio al tempo Giudice Istruttore con il PM Emilio Alessandrini (che verrà ucciso da Prima Linea). I primi a intuire che la pista anarchica era un clamoroso depistaggio e tutti e due non certo riferibili alla magistratura fascista tanto cara come termine al tempo. D'Ambrosio al termine della sua carriera in Magistratura si candiderà senatore con l'Ulivo.
Le parole sono raccolte da un bravo giornalista, Dino Martirano che tutto si può definire tranne che di destra.
Personalmente per cultura, ambiente sociale e contesto anche religioso ho sempre rivolto il mio pensiero politico a sinistra. La mia opinione è che i movimenti extraparlamentari di sinistra dei due decenni abbiamo prodotto dei guasti e dei danni incalcolabili alla democratizzazione e alle conquiste sociali di questa nostra povera Italia soprattutto priva di memoria.
Chiunque in quei tempi abbia scritto sui muri "Calabresi assassino" porta sulla coscienza una scintilla di responsabilità morale nell'omicidio.
Ultima modifica di antiche sere il Dom Apr 08, 2012 8:43 pm - modificato 1 volta.
Re: Diario di una strage
E io non sono quasi per niente d'accordo con te.
Ma intanto, chiamami LucaVi.
Ma intanto, chiamami LucaVi.
LucaVi- Messaggi : 3780
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Località : Cimolais
Re: Diario di una strage
LucaVi ha scritto:E io non sono quasi per niente d'accordo con te.
Ma intanto, chiamami LucaVi.
Editato
Re: Diario di una strage
Sarebbe una discussione infinita.
Ma qualche altra opinione possiamo provare a scambiarcela.
Già poco tempo dopo il 12 dicembre 1969 era chiaro per tutto il movimento che la strage fosse di Stato. E D’Ambrosio, che peraltro mi piace anche per il suo gran lavoro nella successiva indagine di Mani Pulite, non è stato di certo il primo a intuire che Valpreda fosse innocente. Non è comunque Dio, è stato un buon magistrato ed è un bravo riformista.
L’essere democratici, appartenere a un partito che non si può di certo definire fascista, non comporta di per sé comunque la verità assoluta o l’intento di perseguirla obiettivamente. Com’è che pur avendo nel frattempo avuto il nostro Paese ben due presidenti del consiglio di centrosinistra non è saltato fuori nulla dei segreti di Stato che nascondono tante malefatte senz’altro documentate? Per accordi o fini politici, sembra che si possa far scivolare indietro anche i faldoni che avrebbero inchiodato anzitempo la cricca di Bossi. E si può, come per la politica della fermezza, sacrificare Moro.
Non sono i fatti a smentirmi, ma le versioni ufficiali (giudiziarie e storiche).
All’oggi. Un oggi in cui ancora nessun vero colpevole è stato compiutamente individuato e condannato per le stragi.
Pinelli? Lì sequestrato da tre giorni, dato che il magistrato di turno non era stato informato come la legge imponeva, o si è buttato, e non lo credo, o qualcun altro lo ha buttato fuori dalla finestra. Non c’è una via di mezzo. Via, non è accidentalmente scivolato! Calabresi – già responsabile di questo sequestro, perché da “bravo” poliziotto avrebbe dovuto informarlo, il magistrato – non era al momento in quella stanza? Sì, l’ho letto nei documenti processuali. Chi ha testimoniato in tal senso? I suoi sottoposti? Lo ripeto: i suoi colleghi di grado inferiore? Perché, in ogni caso, il comandante in capo in quel momento e in quei locali – vabbé, non sarà stato in quei minuti esatti in quella stanza precisa precisa… – a me risulta essere proprio Calabresi, senza con ciò sentirmi reduce o nostalgico, e tanto meno Pisanò. Ma potrei anche sbagliarmi, essere meno informato di te, e in tal caso chiedo scusa.
Dopo di che è evidente che noi due abbiamo una visione molto diversa di quegli anni.
Io, per esempio, ritengo che i maggiori danni li abbia fatti il PCI con la politica del compromesso storico con la DC, una politica che per me ha disarmato i lavoratori, tu invece penserai che siamo stati soltanto noi della nuova sinistra ad armare i terroristi. Ah, con questi ultimi, se necessario, ti rassicuro che non ho mai avuto niente da spartire! Trovo strumentale che tu mi ricordi Alessandrini ucciso da Prima Linea. E non mi sento sulla coscienza nemmeno Calabresi.
Ma qualche altra opinione possiamo provare a scambiarcela.
Già poco tempo dopo il 12 dicembre 1969 era chiaro per tutto il movimento che la strage fosse di Stato. E D’Ambrosio, che peraltro mi piace anche per il suo gran lavoro nella successiva indagine di Mani Pulite, non è stato di certo il primo a intuire che Valpreda fosse innocente. Non è comunque Dio, è stato un buon magistrato ed è un bravo riformista.
L’essere democratici, appartenere a un partito che non si può di certo definire fascista, non comporta di per sé comunque la verità assoluta o l’intento di perseguirla obiettivamente. Com’è che pur avendo nel frattempo avuto il nostro Paese ben due presidenti del consiglio di centrosinistra non è saltato fuori nulla dei segreti di Stato che nascondono tante malefatte senz’altro documentate? Per accordi o fini politici, sembra che si possa far scivolare indietro anche i faldoni che avrebbero inchiodato anzitempo la cricca di Bossi. E si può, come per la politica della fermezza, sacrificare Moro.
Non sono i fatti a smentirmi, ma le versioni ufficiali (giudiziarie e storiche).
All’oggi. Un oggi in cui ancora nessun vero colpevole è stato compiutamente individuato e condannato per le stragi.
Pinelli? Lì sequestrato da tre giorni, dato che il magistrato di turno non era stato informato come la legge imponeva, o si è buttato, e non lo credo, o qualcun altro lo ha buttato fuori dalla finestra. Non c’è una via di mezzo. Via, non è accidentalmente scivolato! Calabresi – già responsabile di questo sequestro, perché da “bravo” poliziotto avrebbe dovuto informarlo, il magistrato – non era al momento in quella stanza? Sì, l’ho letto nei documenti processuali. Chi ha testimoniato in tal senso? I suoi sottoposti? Lo ripeto: i suoi colleghi di grado inferiore? Perché, in ogni caso, il comandante in capo in quel momento e in quei locali – vabbé, non sarà stato in quei minuti esatti in quella stanza precisa precisa… – a me risulta essere proprio Calabresi, senza con ciò sentirmi reduce o nostalgico, e tanto meno Pisanò. Ma potrei anche sbagliarmi, essere meno informato di te, e in tal caso chiedo scusa.
Dopo di che è evidente che noi due abbiamo una visione molto diversa di quegli anni.
Io, per esempio, ritengo che i maggiori danni li abbia fatti il PCI con la politica del compromesso storico con la DC, una politica che per me ha disarmato i lavoratori, tu invece penserai che siamo stati soltanto noi della nuova sinistra ad armare i terroristi. Ah, con questi ultimi, se necessario, ti rassicuro che non ho mai avuto niente da spartire! Trovo strumentale che tu mi ricordi Alessandrini ucciso da Prima Linea. E non mi sento sulla coscienza nemmeno Calabresi.
Ultima modifica di LucaVi il Dom Apr 08, 2012 10:48 pm - modificato 1 volta.
LucaVi- Messaggi : 3780
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Re: Diario di una strage
LucaVi ha scritto:..risulta essere proprio Calabresi, senza con ciò sentirmi reduce o nostalgico, e tanto meno Pisanò. Ma potrei anche sbagliarmi, essere meno informato di te, e in tal caso chiedo scusa.
Dopo di che è evidente che noi due abbiamo una visione molto diversa di quegli anni.
Io, per esempio, ritengo che i maggiori danni li abbia fatti il PCI con la politica del compromesso storico con la DC, una politica che per me ha disarmato i lavoratori, tu invece penserai che siamo stati soltanto noi della nuova sinistra ad armare i terroristi. Ah, con questi ultimi, se necessario, ti rassicuro che non ho mai avuto niente da spartire! Trovo strumentale che tu mi ricordi Alessandrini ucciso da Prima Linea. E non mi sento sulla coscienza nemmeno Calabresi.
Velocemente in quanto non ho il tempo al momento di sviluppare bene i concetti citando anche scritti e riflessioni di chi fu protagonista.
Il reducismo nostalgico era riferito ai tuoi post e non, in specifico alla vicenda Calabresi/Pinelli che comunque contiene degli errori. Con calma in un altro momento vorrei approfondire.
Sulle visioni diverse, sono appunto diverse e quindi oggetto di discussione infinita, ma anche qui con calma se avrò il tempo lascerò qualche piccola scintilla riportando scritti attuali dei protagonisti del tempo.
Il senso di questo post è solo sottolineare che non ho mai pensato che tu abbia mai avuto a che fare con l'ala estremista ma solo che il patos dei tuoi post mi puzza proprio di reducismo nostalgico intriso oltremodo da un senso assolutorio. "Formidabili quegli anni?" La citazione probabilmente la riconosci....il punto interrogativo è invece mio.
La citazione di Alessandrini ucciso da Prima Linea aveva solo valore storico e non allusivo e non potrebbe essere altrimenti.
Re: Diario di una strage
Ok, alla prossima, buonanotte.
LucaVi- Messaggi : 3780
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Località : Cimolais
Re: Diario di una strage
Per chi pensa che "mani pulite" fu sostanzialmente eterodiretto con una magistratura servizievole nel muoversi nelle direzioni indicate e solo in quelle, essere un magistrato che ne ha fatto parte ed essere anche un magistrato che assolse tutti, relativamente al fatto Pinelli, non è affatto in contraddizione.
buzz- Messaggi : 7223
Data d'iscrizione : 25.11.11
Re: Diario di una strage
LucaVi, aspettavo di leggere cosa ne pensavi.
Certo che su Calabresi ci vai pesante eh.
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Ma poi i rapporti tra Calabresi e Pinelli erano così buoni? Anche dal libro di Calabresi figlio (Spostando la notte più in là) sembra di sì ma...
Ma Moro era davvero così ?
Certo che su Calabresi ci vai pesante eh.
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Ma poi i rapporti tra Calabresi e Pinelli erano così buoni? Anche dal libro di Calabresi figlio (Spostando la notte più in là) sembra di sì ma...
antiche sere ha scritto:Straordinaria la prova d'attore di Gifuni nell'interpretare Moro.
Ma Moro era davvero così ?
Nosferatu- Messaggi : 51
Data d'iscrizione : 13.03.12
Re: Diario di una strage
Nonostante le varie versioni e le opinioni che rimangono tali (ovvero non fatti) su ciò che accadde all'anarchico volante, mi sembra che la questione centrale sia la bomaba di Piazza Fontana.
La lettura di LucaVi mi sembra lucida e accettabile. Confermata per altro da tutti gli eventi successivi. Parte di una strategia che arriva fino ai giorni nostri. Anche perché alcuni dei registi e attori di quella sceneggiatura sono ancora lì. hanno cambiato divisa, magari prima giocavano in primo piano ora tirano le fila nell'ombra. Ma sono lì.
Il trucco della "ferita autoinferta" che giustifica la cura a suon di repressione, cariche e tagli alle libertà civili ... Quando non si organizzi poi addirittura una bella guerra .... E' un trucco militare vecchio come la storia dell'uomo. Utilizzato da qualunque "forza" desiderosa di sferrare un attacco ingiustificabile agli occhi del popolo.
Non devo di certo fare un elenco, da Alessandro Magno in poi ... per far capire di cosa parlo.
La lettura di LucaVi mi sembra lucida e accettabile. Confermata per altro da tutti gli eventi successivi. Parte di una strategia che arriva fino ai giorni nostri. Anche perché alcuni dei registi e attori di quella sceneggiatura sono ancora lì. hanno cambiato divisa, magari prima giocavano in primo piano ora tirano le fila nell'ombra. Ma sono lì.
Il trucco della "ferita autoinferta" che giustifica la cura a suon di repressione, cariche e tagli alle libertà civili ... Quando non si organizzi poi addirittura una bella guerra .... E' un trucco militare vecchio come la storia dell'uomo. Utilizzato da qualunque "forza" desiderosa di sferrare un attacco ingiustificabile agli occhi del popolo.
Non devo di certo fare un elenco, da Alessandro Magno in poi ... per far capire di cosa parlo.
Tengri- Messaggi : 1238
Data d'iscrizione : 13.03.12
Re: Diario di una strage
leggendo le vostre riflessioni e recensioni varie,
ho l'impressione che sia un film da non vedere,
malgrado venga quotato 4 stelle, in un quotidiano ieri.
i film di ricostruzione storica, quando romanzano ...
sia i fatti sociali che quelli alpinistici, mi fanno ribrezzo.
[off topic]
Mi viene in mente un altro film penoso su quegli anni ... "Guido che sfidò le brigate Rosse"
http://it.wikipedia.org/wiki/Guido_che_sfid%C3%B2_le_Brigate_Rosse
che racconta la storia di Guido Rossa, sindacalista, alpinista.
Lo ho visto recentemente,
- incuriosito da alcune cose interessanti che mi dissero persone che conobbero Rossa come alpinista,
- perchè un istruttore CAI si vantava di aver fatto da controfigura nel film nelle scene dove Rossa arrampica nudo (eh?! a me sembra che ci sia una sequenza di qualche secondo e bon...)
- perchè è stato girato nella mia città ovviamente.
Un film scadente assai.
Regia pessima. attori pessimi. addirittura vengono fatti recitare in dialetto genovese attori palesemente non liguri, con effetto ridicolo assai... sopratutto mi è sembrata insopportabile l'assenza di una analisi psicologica dei personaggi, dei ruoli...
Rossa viene descritto come un cazzarone che stava tutto il tempo ad arrampicarsi sui ponteggi e convincere gli operai ad andare ad arrampicare la domenica... mha magari era davvero così ma non mi par...
I brigatisti tutti brutti pazzi, violentissimi, cattivissimi,
I sindacalisti tutti buoni e simpatici e di buonsenso.
Gli operai tutti da un'altra parte e non si accorgevano mai di niente.
BELIN...?! ((((((((((((((((
Comunquea parte sto film,
ricordo che quando Rossa fu ucciso
ci fu il più vasto, imponente, unito corteo, mai visto a Genova.
c'ero anch'io, probabilmente marinando scuola era un giorno di fine Gennaio 1979
ho l'impressione che sia un film da non vedere,
malgrado venga quotato 4 stelle, in un quotidiano ieri.
i film di ricostruzione storica, quando romanzano ...
sia i fatti sociali che quelli alpinistici, mi fanno ribrezzo.
[off topic]
Mi viene in mente un altro film penoso su quegli anni ... "Guido che sfidò le brigate Rosse"
http://it.wikipedia.org/wiki/Guido_che_sfid%C3%B2_le_Brigate_Rosse
che racconta la storia di Guido Rossa, sindacalista, alpinista.
Lo ho visto recentemente,
- incuriosito da alcune cose interessanti che mi dissero persone che conobbero Rossa come alpinista,
- perchè un istruttore CAI si vantava di aver fatto da controfigura nel film nelle scene dove Rossa arrampica nudo (eh?! a me sembra che ci sia una sequenza di qualche secondo e bon...)
- perchè è stato girato nella mia città ovviamente.
Un film scadente assai.
Regia pessima. attori pessimi. addirittura vengono fatti recitare in dialetto genovese attori palesemente non liguri, con effetto ridicolo assai... sopratutto mi è sembrata insopportabile l'assenza di una analisi psicologica dei personaggi, dei ruoli...
Rossa viene descritto come un cazzarone che stava tutto il tempo ad arrampicarsi sui ponteggi e convincere gli operai ad andare ad arrampicare la domenica... mha magari era davvero così ma non mi par...
I brigatisti tutti brutti pazzi, violentissimi, cattivissimi,
I sindacalisti tutti buoni e simpatici e di buonsenso.
Gli operai tutti da un'altra parte e non si accorgevano mai di niente.
BELIN...?! ((((((((((((((((
Comunquea parte sto film,
ricordo che quando Rossa fu ucciso
ci fu il più vasto, imponente, unito corteo, mai visto a Genova.
c'ero anch'io, probabilmente marinando scuola era un giorno di fine Gennaio 1979
Re: Diario di una strage
ma sì che si può vedere, non è un capolavoro ma si può vedere
forse il contesto non mi sembra che si riesca bene a percepirlo, per questo meglio informarsi bene su alcune parole chiave di quegli anni: centro sinistra, sovranità limitata, De Lorenzo, 68, autunno caldo, Borghese...
la figura del commissario sembra effettivamente edulcorata, direi quasi agiografica ... nel senso che sembra proprio un santo
è un po' difficile credere che in quel clima ci fosse gente così negli apparati, ma d'altronde si tratta di capire se è più fantasiosa questa immagine o quella di chi lo considerava disumano al punto da pensare che il farlo fuori non era omicidio ( )
mah
forse il contesto non mi sembra che si riesca bene a percepirlo, per questo meglio informarsi bene su alcune parole chiave di quegli anni: centro sinistra, sovranità limitata, De Lorenzo, 68, autunno caldo, Borghese...
la figura del commissario sembra effettivamente edulcorata, direi quasi agiografica ... nel senso che sembra proprio un santo
è un po' difficile credere che in quel clima ci fosse gente così negli apparati, ma d'altronde si tratta di capire se è più fantasiosa questa immagine o quella di chi lo considerava disumano al punto da pensare che il farlo fuori non era omicidio ( )
mah
Re: Diario di una strage
Come dici tu... è impossibile, quasi del tutto, rendere il clima di quegli anni e di quelli a venire.
Un film, in due ore scarse, non può farlo. Per questo non andrò a vedere quel film come non sono mai andato a vedere alcun film che parlasse per dritto o per rovescio di quegli anni.
Nemmeno i libri, in generale, ci riescono.
Però possono esprimere dei punti di vista, e se se ne leggono un po', con mentalità aperta, forse si riesce a farsi un'idea pur vaga.
Io ho vissuto quegli anni da una parte. Poi ho cercato di mettermi nei panni di chi stava dall'altra.
E' chiaro che in tutte le storie, come in tutti noi, c'è il chiaro e lo scuro. Ogni uomo ha una zona d'ombra.
Le motivazioni che ci spingono non sono mai univoche: sono ammassi ingarbugliati di pulsioni, afflati, opportunismi, codardie, inerzie, imitazioni, disperazioni, necessità.
Poi tutto ciò resta cristallizzato in atti che diventano storia. E la storia viene giudicata da lontano, spesso molto superficialmente. Necessariamente.
La riscrittura oggettiva di quegli anni, non si farà, così come non è stata fatta di molti altri anni. Ci saranno molte riscritture.
Un film, in due ore scarse, non può farlo. Per questo non andrò a vedere quel film come non sono mai andato a vedere alcun film che parlasse per dritto o per rovescio di quegli anni.
Nemmeno i libri, in generale, ci riescono.
Però possono esprimere dei punti di vista, e se se ne leggono un po', con mentalità aperta, forse si riesce a farsi un'idea pur vaga.
Io ho vissuto quegli anni da una parte. Poi ho cercato di mettermi nei panni di chi stava dall'altra.
E' chiaro che in tutte le storie, come in tutti noi, c'è il chiaro e lo scuro. Ogni uomo ha una zona d'ombra.
Le motivazioni che ci spingono non sono mai univoche: sono ammassi ingarbugliati di pulsioni, afflati, opportunismi, codardie, inerzie, imitazioni, disperazioni, necessità.
Poi tutto ciò resta cristallizzato in atti che diventano storia. E la storia viene giudicata da lontano, spesso molto superficialmente. Necessariamente.
La riscrittura oggettiva di quegli anni, non si farà, così come non è stata fatta di molti altri anni. Ci saranno molte riscritture.
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