60° Festival di Trento
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60° Festival di Trento
VERTICALMENTE DEMODE' di Davide Carrari http://davidecarrari.it/Sitodavidecarrari/gallery.html
LA VOIE BONATTI di Bruno Peyronnet
altri trailers
https://www.youtube.com/user/TrentoFilmFestival
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Re: 60° Festival di Trento
Verticalmente demodé, il film firmato dal regista torinese Davide Carrari, ha fatto il pieno di premi alla 60a edizione del Trento Filmfestival. Un grande successo, con il regista e Manolo, il protagonista del film, stupiti ed emozionati (il Mago, per l’occasione, indossava addirittura una giacca elegante), e accolti da un’ovazione sulla ribalta del Teatro Sociale di Trento. Ma eccoli, tutti in fila, i riconoscimenti vinti del lungometraggio di Carrari: Genziana d’oro del Club Alpino Italiano per il miglior fil di alpinismo, Premio Mario Bello e Premio Città di Imola. Tra le motivazioni, riportiamo quella della Genziana d’oro, che recita: «Nonostante l’alto livello dei film in questa categoria, la Giuria è stata unanime nell’attribuire la Genziana d’Oro per il miglior film di alpinismo ad un film che incarna la pura idea del free climbing. Vivere, sognare la scalata attraverso lo studio e la progettazione meticolosa, sino all’ultima coraggiosa ascesa; questo film dimostra che l’arrampicata libera non è soltanto uno sport ma un’arte creativa. Manolo spinge costantemente le sue capacità oltre i propri limiti, in un’opera profondamente legata alle Dolomiti».
Assai lusinghiero anche l’apprezzamento dei giurati del Premio Città di Imola, presieduto da Reinhold Messner: «A questo breve ma intenso ed emozionante cortometraggio va riconosciuto il grande merito di aver saputo raccontare, senza fronzoli retorici ed inutili divagazioni epico-romantiche, il senso più profondo di una sfida che ha due protagonisti essenziali: la montagna, qui rappresentata dalla bellissima falesia del Baule (Vette Feltrine), e un uomo, Maurizio “Manolo” Zanolla, che con le sue mani magiche e i suoi occhi penetranti affronta una via con cui molti anni prima aveva ritenuto ”impossibile“ confrontarsi e che lo stesso Manolo definisce “Una via incredibile. Completamente naturale ma soprattutto assolutamente verticale”. Caratteristica che la rende anomala e Verticalmente demodé fra le vie estremamente strapiombanti dell’arrampicata odierna. Fin dalle prime immagini del film la parete e le mani di Manolo occupano la scena e diventano elementi sostanziali del racconto. Davide Carrari, grazie ad una fotografia in bianco e nero incisiva e di altissima qualità estetica, fa rivivere allo spettatore quanto più possibile dall’interno l’avventura della scalata: dalla lentezza della progressione sulla roccia, alle difficoltà di identificare le rughe, le tacche e gli appigli che rendono possibile l‘impresa. Nella parte conclusiva del film Manolo confessa che per realizzare un progetto così arduo e complesso bisogna esser consapevoli delle difficoltà e della necessità di andare oltre i propri limiti. “Ho dovuto mettere più di tutto me stesso” dice il grande freeclimber in modo straordinariamente suggestivo ed efficace. Carrari con le sue splendide immagini è riuscito a farci comprendere meglio il senso di quelle parole».
Il nostro parere? Il cortometraggio (18’) è assolutamente da vedere. La collaborazione tra Carrari e Manolo ha dato vita a un prodotto d’altissimo livello, e la scelta del bianco e nero per le sequenze del film si è rivelata vincente, perché esalta la struttura e la grana della roccia, regala paesaggi e atmosfere da favola e rende al massimo sui primi piani e i dettagli. Il video racconta la progettazione e la scalata di una via nuova, Eternit. «Non si tratta della via più difficile del mondo», ha spiegato il Mago, «ma è semplicemente la via sportiva più difficile che ho scalato. Ha una storia lunga ed è cominciata quando mi sono chiesto per la prima volta come potevano essere quei luoghi dove ogni sera andava a morire il sole. Eternit (il nome della via) è nascosta proprio lassù, in un ambiente dimenticato e solitario di queste montagne, piccole e “verticalmente demodé”, a metà fra i luoghi dove sono nato, e quelli dove sono “vissuto”».
Assai lusinghiero anche l’apprezzamento dei giurati del Premio Città di Imola, presieduto da Reinhold Messner: «A questo breve ma intenso ed emozionante cortometraggio va riconosciuto il grande merito di aver saputo raccontare, senza fronzoli retorici ed inutili divagazioni epico-romantiche, il senso più profondo di una sfida che ha due protagonisti essenziali: la montagna, qui rappresentata dalla bellissima falesia del Baule (Vette Feltrine), e un uomo, Maurizio “Manolo” Zanolla, che con le sue mani magiche e i suoi occhi penetranti affronta una via con cui molti anni prima aveva ritenuto ”impossibile“ confrontarsi e che lo stesso Manolo definisce “Una via incredibile. Completamente naturale ma soprattutto assolutamente verticale”. Caratteristica che la rende anomala e Verticalmente demodé fra le vie estremamente strapiombanti dell’arrampicata odierna. Fin dalle prime immagini del film la parete e le mani di Manolo occupano la scena e diventano elementi sostanziali del racconto. Davide Carrari, grazie ad una fotografia in bianco e nero incisiva e di altissima qualità estetica, fa rivivere allo spettatore quanto più possibile dall’interno l’avventura della scalata: dalla lentezza della progressione sulla roccia, alle difficoltà di identificare le rughe, le tacche e gli appigli che rendono possibile l‘impresa. Nella parte conclusiva del film Manolo confessa che per realizzare un progetto così arduo e complesso bisogna esser consapevoli delle difficoltà e della necessità di andare oltre i propri limiti. “Ho dovuto mettere più di tutto me stesso” dice il grande freeclimber in modo straordinariamente suggestivo ed efficace. Carrari con le sue splendide immagini è riuscito a farci comprendere meglio il senso di quelle parole».
Il nostro parere? Il cortometraggio (18’) è assolutamente da vedere. La collaborazione tra Carrari e Manolo ha dato vita a un prodotto d’altissimo livello, e la scelta del bianco e nero per le sequenze del film si è rivelata vincente, perché esalta la struttura e la grana della roccia, regala paesaggi e atmosfere da favola e rende al massimo sui primi piani e i dettagli. Il video racconta la progettazione e la scalata di una via nuova, Eternit. «Non si tratta della via più difficile del mondo», ha spiegato il Mago, «ma è semplicemente la via sportiva più difficile che ho scalato. Ha una storia lunga ed è cominciata quando mi sono chiesto per la prima volta come potevano essere quei luoghi dove ogni sera andava a morire il sole. Eternit (il nome della via) è nascosta proprio lassù, in un ambiente dimenticato e solitario di queste montagne, piccole e “verticalmente demodé”, a metà fra i luoghi dove sono nato, e quelli dove sono “vissuto”».
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Re: 60° Festival di Trento
Intervista a Manolo da MountainBlog
nei giorni del 60° TrentoFilmfestival - nella baita dove vive, ai piedi delle Pale di San Martino....
Intervista di Andrea Bianchi
Riprese e montaggio di Tommaso Brentari - Mountainblog.it
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Intervista di Andrea Bianchi
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Re: 60° Festival di Trento
Intervista a Davide Carrari
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Re: 60° Festival di Trento
Bello sentirlo raccontare. io lo trovo interessante... e anche carismatico.Buzz ha scritto:Intervista a Manolo da MountainBlog
nei giorni del 60° TrentoFilmfestival - nella baita dove vive, ai piedi delle Pale di San Martino....
Intervista di Andrea Bianchi
Riprese e montaggio di Tommaso Brentari - Mountainblog.it
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Re: 60° Festival di Trento
c'entra un po' ... il manifesto del 60° Trento film festival dell'artista trentino Gianluigi Rocca.
disegno dal vero di un alpinismo retrò...
disegno dal vero di un alpinismo retrò...
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Re: 60° Festival di Trento
Sì, piace molto anche a me questo Manolo.
LucaVi- Messaggi : 3780
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Località : Cimolais
Re: 60° Festival di Trento
Per chi non ci avesse niente da fare questa sera,
per chi ha un deca(10) di avanzo in gasolio,
per chi cerca un paio d'ore di decompressione da chi gli pare........,
questa sera a Frascati c'è il Cinema di Montagna (2° serata), avremo quindi:
Il Dritto e il Rovescio
Regia di Alberto Sciamplicotti | Italia 2012
Il Dritto e il Rovescio: i momenti belli e quelli difficili di una vita, la giovinezza e l’età adulta, gli amori e lo sci, i “Giorni Grandi”, le montagne più belle della terra salite e discese con gli sci ai piedi secondo una antica tecnica - il telemark - e provare a raccontare tutto questo seguendo i pensieri di Giorgio Daidola.
e poi,
E’ successo a Pam Island
Regia di Eliza Kubarska | Polonia 2010
Una coppia di alpinisti polacchi, Eliza Kubarska e David Kaszlikowski, intraprende un viaggio attraverso i fiordi della Groenlandia meridionale per scalare la più alta scogliera del modo: la parete di Qaqarsuassi, raggiungibile solamente dal mare. I due decidono di avvicinarsi a bordo di un kayak, ma l’impresa si rivela ben presto pericolosa: sorpresi da una tempesta, con l’acqua che sfiora i O° centigradi, potrebbero capovolgersi, rischiando l’ipotermia e la morte in pochi minuti. La piccola e disabitata isola di Pam si trasforma nel loro rifugio. La cronaca della spedizione però rappresenta solo il pretesto per raccontare una grande storia d’amore.
INGRESSO GRATUITO ORE 19.000
http://www.caifrascati.it/Doc/Depliant_UnaMontagnadiPellicole_2013.indd.pdf
per chi ha un deca(10) di avanzo in gasolio,
per chi cerca un paio d'ore di decompressione da chi gli pare........,
questa sera a Frascati c'è il Cinema di Montagna (2° serata), avremo quindi:
Il Dritto e il Rovescio
Regia di Alberto Sciamplicotti | Italia 2012
Il Dritto e il Rovescio: i momenti belli e quelli difficili di una vita, la giovinezza e l’età adulta, gli amori e lo sci, i “Giorni Grandi”, le montagne più belle della terra salite e discese con gli sci ai piedi secondo una antica tecnica - il telemark - e provare a raccontare tutto questo seguendo i pensieri di Giorgio Daidola.
e poi,
E’ successo a Pam Island
Regia di Eliza Kubarska | Polonia 2010
Una coppia di alpinisti polacchi, Eliza Kubarska e David Kaszlikowski, intraprende un viaggio attraverso i fiordi della Groenlandia meridionale per scalare la più alta scogliera del modo: la parete di Qaqarsuassi, raggiungibile solamente dal mare. I due decidono di avvicinarsi a bordo di un kayak, ma l’impresa si rivela ben presto pericolosa: sorpresi da una tempesta, con l’acqua che sfiora i O° centigradi, potrebbero capovolgersi, rischiando l’ipotermia e la morte in pochi minuti. La piccola e disabitata isola di Pam si trasforma nel loro rifugio. La cronaca della spedizione però rappresenta solo il pretesto per raccontare una grande storia d’amore.
INGRESSO GRATUITO ORE 19.000
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Data d'iscrizione : 28.01.13
Località : Dalla vaccareccia nazionale!
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