[Greppismo] Monte Pinzat 2061 m.

Immaginatevi due greppisti. Di quelli tosti, integralisti. Di quelli che si guardano intorno, individuano una cima (la più selvaggia possibile) e ne studiano i fianchi.



A quel punto individuano un canale, o una cengia o una piega qualsiasi del fianco del monte che possa somigliare ad una possibile via per la vetta. E senza stare troppo a pensarci su cominciano il loro viaggio. In fondo 1100 metri di dislivello lungo un canale, qualche mugo e una cresta cosa vuoi che siano?
Ecco, se siete riusciti ad immaginarlo capirete che questi due tanto a posto non sono e cercherete di evitarli quando vi propongono qualche facile escursione.

Se invece non te lo immagini e decidi di andare a vedere dove sta il trucco.... beh, buon divertimento

Report dettagliato a Faust (capogita, la mente che ha proposto la salita di ieri) e Gongo, il guru del greppismo. Oppure al bocìa del gruppo: insomma qualcuno lo farà

Li anticipo comunque con qualche foto










E alla prossima

Chissà perchè vestiti in chiaro ?




Zecche a manetta ?

Adriano ha scritto:Chissà perchè vestiti in chiaro ?

Perchè ringiovanisce

Adriano ha scritto:Zecche a manetta ?

Faust lo aveva predetto, ma di zecche nemmeno l'ombra

ciao

...ma cuanta neve ciera?!? visto leghette e gli scarpononi dalta cuota al ginòcio?!?

Topocane ha scritto:...ma cuanta neve ciera?!? visto leghette e gli scarpononi dalta cuota al ginòcio?!?

Zecche a manetta

se non sai informati

brutta gente

ma una fotina del versante di salita?

Adriano ha scritto:

Topocane ha scritto:...ma cuanta neve ciera?!? visto leghette e gli scarpononi dalta cuota al ginòcio?!?

Zecche a manetta

se non sai informati

...in nuovia zielandia giràn co' le ghette in piena estate (estate... laggiù... )
pantaloncini corti e ghette
ché dicon che piove e ciè bagniato

bahh...

Per il versante di salita ci penserà Faust o Gongo con le indicazioni che riterranno opportuno rendere note al popolino

Intanto in questa foto il primo tratto di discesa: nuotata pura su mughi quasi verticali

Zecche manco l'ombra.

Il look del perfetto greppista prevede le ghette. Sempre e comunque .

AndreaVe ha scritto:Per il versante di salita ci penserà Faust o Gongo con le indicazioni che riterranno opportuno rendere note al popolino

Intanto in questa foto il primo tratto di discesa: nuotata pura su mughi quasi verticali

Ma io due righe le scrivo anche volentieri (se mi fate avere le foto )

Bella quell'immagine, didattica: in quel preciso istante ero indeciso se continuare la traversata o interromperla lì


ciao

devo farmi spiegare bene una cosa che una volta mi raccontò uno, dei suoi vari peregrinaggi per cime improbabili e sconosciute ai più...

una volta mi raccontò di un prato di mughi strapiombante, ché l'aveva respinto ad un centinaio di metri da una cima
continuava raccontando che, secondo lui, sarebbe stato da affrontare con le piccozze, in piolét.

solo che cuàndo arrivava a quel punto dei racconti io avevo già sforato da qlc ora la mia soglia di attenzione... combattendo contro il sonno e risvegliato spesso da cuéste uscite, tipo appunto "prato strapiombante" o cose del genere

daffi di solito riesce a seguirlo di più nelle sue esternazioni....

AndreaVe ha scritto:Zecche manco l'ombra.

Il look del perfetto greppista prevede le ghette. Sempre e comunque .

Ghette e maglietta a manica corta? Mah...

Michelasso ha scritto:

AndreaVe ha scritto:Zecche manco l'ombra.

Il look del perfetto greppista prevede le ghette. Sempre e comunque .

Ghette e maglietta a manica corta? Mah...

E' la combinazione tra 2 teorie...

la prima è quella del "mi metto le ghette e mi controllo alla fine"

la seconda è quella del "non mi metto nulla e mi controllo man mano che salgo"



Bravi! Gran bel rumego

Adriano ha scritto:Chissà perchè vestiti in chiaro ?




Zecche a manetta ?

no è che il nero snellisce e questo non è buono

Il pensiero ricorrente che mi passava per la testa nella giornata di sabato, o che mi ripetevo a voce parlando da solo nei tanti momenti in cui mi trovavo magari un po’ in ritardo rispetto alla testa del gruppo era una cosa del tipo – se lo racconto in giro non ci crede nessuno - una cosa del genere bisogna provarla – è impossibile da descrivere con le parole –

Perché calarsi quasi verticalmente da un pendio completamente ricoperto di mughi è una esperienza indescrivibile, nel vero senso della parola.




Com’è possibile infatti far rivivere la sensazione di trovarsi sospesi da terra, perché i piedi poggiano sui rami flessuosi del pino, e dover raggiungere ad ogni modo quella forcelletta di cresta che si vede nella foto, lottando spesso invano contro i capricci della pianta che graffia, sbilancia e spinge nella direzione opposta a quella di avanzamento, mettendo un piede dopo l’altro sui rami che garantiscono maggiore tenuta, ma senza essere risucchiati verso il basso, che il ramo dove è poggiato il piede alle volte si flette fino a farti sprofondare, e contemporaneamente tenersi in equilibrio con le braccia, aggrappandosi quasi a peso morto ai rami nei tratti più ripidi, o facendo breccia nella vegetazione, faticosamente (quanto è resistente il mugo è altrettanto flessuoso, elastico, avvolgente) lungo i traversi, tirando alle volte verso il basso, altre verso l’alto la vegetazione nell’illusione di ricavarsi una spazio sufficiente per passare senza incastrare prima lo zaino, o i bastoncini, o quella gamba che ci eravamo dimenticati di estrarre da quell’infernale groviglio verde.

La seconda riflessione è più sottile, quasi etimologica, e si riferisce al significato pratico, concreto da dare alla parola greppismo. Anche in questo caso più di ogni possibile descrizione a tavolino è la prova sul campo, pardon greppo, a dare il senso di questa attività.




Come è possibile infatti far rivivere la sensazione di arrampicarsi avendo come unici appigli per le mani ciuffi d’erba, oppure dover risalire un viscido colatoio gocciolante acqua, o ancora effettuare un ripido traverso, con i piedi disperatamente alla ricerca di un possibile attrito tra le suole degli scarponi e l’erba bagnata, e le braccia in alto ad afferrare rami e radici di mugo per issarsi sopra il passaggio, e infine, lei, la temutissima arrampicata vegeto-minerale, metà roccia (per lo più marcia), metà un mix di erba, muschi, terra e quando va bene il provvidenziale pino mugo a lato (ma come appiglio per le mani, in ordine di preferenza, ci si accontenta anche del rododendro, del ginepro e in ultima del mirtillo).

Ma è inutile continuare a girarci attorno con le parole: bisogna andare a provare, a vedere, a sentire. Certo, questione di attitudini, capacità, esperienza. Che chi si trova a proprio agio in questo tipo di terreno, e chi come il sottoscritto invece arranca impietosamente. Ma altre considerazioni mi spingono a tentare questo tipo di salita. Tra queste la libertà, di muoversi in un ambiente da decifrare passo dopo passo…




o la curiosità, di scoprire il passaggio più semplice, seguendo l’intuito, la fortuna o le peste dei camosci…




e ancora lo stupore, di affacciarsi improvvisamente da una forcelletta sospesa sul vuoto…




oppure di trovare uno slargo prativo dopo un’interminabile battaglia con i mughi.




O molto più semplicemente la gioia di muoversi lungo una cresta, liberi e felici solamente per il fatto di trovarsi lì.




Ma soprattutto la possibilità di poter condividere tutto questo, ora e qui, su questo cimotto inutile assediato dalla vegetazione, per un momento lontani dalle inquietudini e dalle preoccupazioni quotidiane. E non c’è allora lotta con il mugo o insidioso greppo che tenga: un sorriso, una parola o uno sguardo scambiato, anche un silenzio, da soli valgono molto e più della soddisfazione di aver comunque salito il Pinzat per un versante finora inaccesso.

Bello il greppismo vero Alessandro ?








Per chi se lo puo permettere.........testa , gambe e braccia a posto

Ecco, sulla testa c'è chi non giurerebbe..

Belle parole, Ale., che condivido in pieno

Alessandro, la roccia marcia è ben altro. Quella che abbiamo trovato era roccia buona, a tratti ottima.

Bello leggerti

ora ho capito finalmente che significa "greppista".

questa foto basta per l'iscrizione?



"via del trattore" pendolo su betulla con acchiappo dinamico di tronco svaso...

Ho scoperto sulla mia pelle che il circolo dei greppisti è mooooolto chiuso.

Mi spiace, ma temo che una foto non basti. Al limite sarà sufficiente per essere ammesso ad una prova sul campo.

Alessandro ha omesso alcuni particorali: 1100 metri di dislivello e 5 ore di tempo per quatto persone discretamente allenate per arrivare in cima . A sentire Gongo quella di sabato era una gita di medio impegno (e qui un bel ci sta tutto).

va bè alla faccia del politically correct rimango ff

AndreaVe ha scritto:Ho scoperto sulla mia pelle che il circolo dei greppisti è mooooolto chiuso.

Mi spiace, ma temo che una foto non basti. Al limite sarà sufficiente per essere ammesso ad una prova sul campo.

Alessandro ha omesso alcuni particorali: 1100 metri di dislivello e 5 ore di tempo per quatto persone discretamente allenate per arrivare in cima . A sentire Gongo quella di sabato era una gita di medio impegno (e qui un bel ci sta tutto).

Curiosità: discesa per il Ciol de la Ghalina o per la normale al Domanzon?
In entrambi i casi

per il Ciol de la Ghalina (nostalgia, vero?)

faust ha scritto:per il Ciol de la Ghalina (nostalgia, vero?)

Ora più che mai dato che pure la socia plasticara è tornata in Rep. Ceca..

cavriul ha scritto:

faust ha scritto:per il Ciol de la Ghalina (nostalgia, vero?)

Ora più che mai dato che pure la socia plasticara è tornata in Rep. Ceca..

Ueh, si è parlato anche di te su e giù per i Ciol!