Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
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Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
LucaVi ha scritto:Io mi sono appena affidato a un distributore di media grandezza, consorziato con altri dristributori regionali, per il Triveneto: mi ha chiesto il 55% di sconto.
Rivolgersi a distributori più piccoli e ancor meno pretenziosi converrebbe esclusivamente per il territorio a te (piccolo editore) vicino e facilmente raggiungibile.
E tieni presente, Antiche Sere, che i librai da soli chiedono dal 30 al 35% di sconto sul prezzo di copertina.
Non so, io sono esperto di moltiplicatori e ricarichi sul vino e non sui libri, ma a naso mi sembra che la forbice fra il 55% del distributore e il 30-35% del negozio potrebbe lasciare dei margini di manovra per una rete commerciale distributiva accorta, agile ed innovativa. Quello che non so è se un editore piccolo, che non può contare su un alto numero di copie, riesce a stare come costi e profitto nel 45% che rimane.
LucaVi tanto per capirci, mi interessava molto il libro sugli articoli di Rock di Gobetti e l'ho trovato al tempo in una misconosciuta ed alternativa libreria di Torino, peraltro non specializzata in montagna proprio quando stavo per desistere. Ci sta in quanto è un titolo talmente da "inziati" che mi chiedo come sia stato possibile pubblicarlo. Ma qui il tuo ultimo libro è pressochè introvabile, mi toccherà ordinarlo su internet, cosa che odio perchè un libro lo voglio annusare, ho bisogno di sentire dall'incipt se e cosa mi darà. Non voglio arrivare all'eccesso Lucentinesco dell'arte del non leggere ma è difficile per me associare carta e inchiostro ad internet. Sarò un dinosauro ma è così.
Altro aspetto su cui ragionare non è tanto internet che sul libro cartaceo risulterà per me sempre perdente, ma sul futuro degli ebook in cui potrebbe veramente giocarsi la partita del futuro.
Anche i libri di Ansia non sono riuscito a trovare al Salone, ma qui non vi è certezza in quanto non conoscevo gli editori e l'affollamento in alcuni momenti era più mandria che folla..
Piccolo anedotto, molti anni fa, circa il 1990 prestai la mia opera come piccolo socio di capitali in una libreria a Torino che ebbe vita breve. Dopo sei mesi chiudemmo tutto svendendo i libri ad altre librerie. Forse fu il nome che non porto fortuna... si chiamava ZeroLibri..
Comunque consiglio a LucaVi di estendere i suoi interessi oltre le crolloniti. Incominci a ragionare su del sano ed incorruttibile gneiss...
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
Ma scusa, se il libro di luca l'ho visto proprio in via sacchi alla libreria!!!
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
Ma tu alla Libreria della Montagna di Torino, in Via Sacchi 28 bis, non vai? Guarda che lì li hanno tutti.
LucaVi- Messaggi : 3780
Data d'iscrizione : 11.03.12
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Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
Luca, se tu hai un contratto con il distributure del 15, è buono. Mi sembra che mio editore avesse parlato del 20, che si aggiunge al 30 delle librerie fa 50. Inoltre i distributori pagano mesi dopo, e solo ovviamente sul venduto. La vera sfida sarebbe eliminarli vendendo tutto su internet. Ieri mi sembra abbiano pubblicato le percentuali europee e italiane dell'uso di internet. Non mi ricordo quanto era quella dell'acquisto tramite internet, ma comunque la nostra bassissima rispetto a quella europea...
Forse chi fa editoria in proprio dovrebbe consorziarsi e fare una libreria on line
M
Forse chi fa editoria in proprio dovrebbe consorziarsi e fare una libreria on line
M
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
Relativamente a VersanteSud ho la sensazione che abbiano concentrato i loro sforzi in una più marcata presenza al Melloblocco.
E tenendo anche conto delle percentuali indicate da Luca, per cui sostanzialmente ogni libro che riesci a venderti per conto tuo è come se ne vendessi 3 distribuiti per altri canali... meglio essere presenti in un luogo in cui sono concentrati praticamente tutti potenziali clienti a costo basso (non so se avesse un costo - suppongo di si - e quanto esporre al melloblocco, ma credo che si parli di cifre che non hanno nulla a che vedere con quelle del salone del libro di torino) che in un luogo dispersivo a costo alto.
E poi le aziende hanno i loro riscontri.
Magari negli anni passati (non lo so) hanno fatto la prova e si sono ben guardati da ripeterla.
E tenendo anche conto delle percentuali indicate da Luca, per cui sostanzialmente ogni libro che riesci a venderti per conto tuo è come se ne vendessi 3 distribuiti per altri canali... meglio essere presenti in un luogo in cui sono concentrati praticamente tutti potenziali clienti a costo basso (non so se avesse un costo - suppongo di si - e quanto esporre al melloblocco, ma credo che si parli di cifre che non hanno nulla a che vedere con quelle del salone del libro di torino) che in un luogo dispersivo a costo alto.
E poi le aziende hanno i loro riscontri.
Magari negli anni passati (non lo so) hanno fatto la prova e si sono ben guardati da ripeterla.
buzz- Messaggi : 7223
Data d'iscrizione : 25.11.11
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
MauMau ha scritto:Luca, se tu hai un contratto con il distributure del 15, è buono. Mi sembra che mio editore avesse parlato del 20, che si aggiunge al 30 delle librerie fa 50. Inoltre i distributori pagano mesi dopo, e solo ovviamente sul venduto. La vera sfida sarebbe eliminarli vendendo tutto su internet. Ieri mi sembra abbiano pubblicato le percentuali europee e italiane dell'uso di internet. Non mi ricordo quanto era quella dell'acquisto tramite internet, ma comunque la nostra bassissima rispetto a quella europea...
Forse chi fa editoria in proprio dovrebbe consorziarsi e fare una libreria on line
M
Forse che fa editoria di montagna dovrebbe consorziarsi e fare una libreria on line. Non sarebbe una cattiva idea.
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
io l'ho buttata lì seriamente. Perchè il problema è avere qualcuno che gestisce gli ordini, spedisce, si occupa del sito e di verificare i pagamenti paypal etc. Ci potrebbe essere un impiegato per tutti. E con i soldi risparmiati dal distributore pagarlo
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
MauMau ha scritto:io l'ho buttata lì seriamente. Perchè il problema è avere qualcuno che gestisce gli ordini, spedisce, si occupa del sito e di verificare i pagamenti paypal etc. Ci potrebbe essere un impiegato per tutti. E con i soldi risparmiati dal distributore pagarlo
Anch'io ti rispondevo seriamente. Solo che poi le spedizioni le deve fare ogni singolo editore altrimenti si rimette in moto una filiera lunga...
Fra l'altro, un editore, anche piccolo, che vende direttamente on line potrebbe anche permettersi uno sconto (il famoso 15 di Feltrinelli) avendo abbattuto le spese.
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
Credo che ora sia passata una legge che vieta lo sconto più del 10 (15?) per cento. Per evitare che i supermercati diano i libri sottocosto.
Io per esempio vendo per corrispondenza e pago io le spese di spedizione. Cioè vendo al prezzo di copertina senza spese di raccomandata. Pagamento per bonifico.
Altri editori fanno il 10 di sconto nella vendita on line, poi però di fanno pagare le spese...
Va detto che, se hai un buon rapporto con le librerie, non è corretto fare uno sconto eccessivo. Perchè la volta dopo i libri non te li prendono più. Se decidi un prezzo di copertina dev'essere quello, altrimenti è una presa in giro...
Io per esempio vendo per corrispondenza e pago io le spese di spedizione. Cioè vendo al prezzo di copertina senza spese di raccomandata. Pagamento per bonifico.
Altri editori fanno il 10 di sconto nella vendita on line, poi però di fanno pagare le spese...
Va detto che, se hai un buon rapporto con le librerie, non è corretto fare uno sconto eccessivo. Perchè la volta dopo i libri non te li prendono più. Se decidi un prezzo di copertina dev'essere quello, altrimenti è una presa in giro...
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
Io lavoro nel commercio elettronico da oltre dieci anni.
E acquisto libri online da quasi altrettanto.
Per molti anni ho anche venduto libri, facendo un contratto di affiliazione con Internet BookShop ed esponendo sul mio sito delle scelte ragionate di libri in relazione al target di visitatori del sito.
Tenendo conto che mi riconoscevano una percentuale variabile dal 4 al 8% negli anni migliori, quelli in cui seguivo la cosa un po' di più e le librerie online non erano molte (2001-2002-2003) ricavavo circa 250 euro l'anno. Che mi ero messo d'accordo di detrarre dai libri che acquistavo (ma avrei potuto anche incassarli).
Questo per dire che insomma, stiamo parlando di libri essenzialmente tecnici, di nicchia, ingegneria civile, architettura, manualistica...
ma i libri online si vendono eccome. Jeff Bezos non sarebbe diventato il miliardario che è, se Amazon non avesse funzionato.
Il problema della vendita online, in generale, è uno: farsi conoscere.
Molti pensano che basti avere un bel sito per vendere. Niente di più sbagliato. Puoi avere un negozio rutilante, ma se non ci passa davanti la gente è come se non avessi nulla. Devi muoverti velocmente nei canali giusti, essere presente, adattarti ed adeguarti ad una realtà (quella di internet) in continua evoluzione.
Essere nei motori di ricerca non basta. Anche se è essenziale.
Uno che ti cerca sa già cosa vuole. L'utente smagato ti trova, confronta il prezzo, compra se gli conviene.
Se vuoi andare oltre, devi essere una sorta di jolly nella rete, devi avere come i locali i PR... non so se mi spiego.
Dopodiché devi essere concorrenziale.
Chi acquista in rete identifica prima il prodotto che gli interessa, dopodiché dalla sua scrivania confronta i prezzi.
Per un libro stiamo parlando di pochi euro, ma se comincio ad acquistare 5-6 libri, per ammortizzare i costi di spedizione, una differenza del 10% vuol dire un libro in più e allora scegli il più economico.
Per i libri i costi di spedizione sono un problema essenziale.
Se un libro costa 15 euro, metterci sopra 7-8 euro di spedizione è uno sproposito, in percentuale.
Ti blocca l'acquisto.
Se sei costretto, per prendere QUEL libro che ti piace, a spendere 3-4 volte tanto per ammortizzare i costi di spedizione, oggi come oggi ci pensi e soprassiedi. Aspetti. Poi te ne scordi.
E poi lasci stare se nel catalogo non trovi altro che ti interessi abbastanza.
Insomma il venditore deve avere un ampio catalogo.
Per cui è banale, ma se vuoi vendere libri online devi avere un sistema di spedizione assolutamente poco costoso in proprozione percentuale al costo del libro.
Più sei basso col prezzo di spedizione e più puoi permetterti un catalogo asciutto. Favorisci l'acquisto mirato.
Poi non puoi prendere in giro la gente. Se gli dici che consegni in 2 giorni, possono essere 4 ma non 10.
Se dici una settimana, posso aspettare 2 giorni ancora... ma poi ti disdico l'ordine.
Insomma devi avere una buona logistica. L'ordine devi processarlo in giornata. A prodotto disponibile, qualcuno prende il (i) libro(i), l'imbusta e li consegna al corriere. Nelle successive 6 ore lavorative.
Avere un software di gestione magazzino aggiornato via web permette al potenziale cliente di visualizzare in tempo reale la disponibilità.
Al momento in cui immetto i dati della carta di credito voglio avere la certezza dei tempi di spedizione.
Tutte queste cose in genere ancora non si sposano con chi lavora in proprio, che dovrebbe riassumere le conoscenze del proprio lavoro a quelle informatiche necessarie che sono in realtà un'altro mestiere.
Ma se sei piccolo, non puoi permetterti una struttura di supporto di vendita apposita. Inciderebbe troppo sui costi, in percentuale al volume di vendite.
Esperienze di concentratori di negozi online hanno funzionato poco.
Troppi casini di vario genere.
Ebay è una soluzione. Chi la usa bene riesce a fare un buon lavoro. Di fatto funziona come un grande emporio in cui tutti possono vendere. Quindi perché non un piccolo editore?
Ma devi starci sopra in tempo reale.
Insomma: se vuoi vendere online, scordati che le cose si vendano da sole: devi stare affacciato dietro al tuo schermo così come al bancone del negozio.
E acquisto libri online da quasi altrettanto.
Per molti anni ho anche venduto libri, facendo un contratto di affiliazione con Internet BookShop ed esponendo sul mio sito delle scelte ragionate di libri in relazione al target di visitatori del sito.
Tenendo conto che mi riconoscevano una percentuale variabile dal 4 al 8% negli anni migliori, quelli in cui seguivo la cosa un po' di più e le librerie online non erano molte (2001-2002-2003) ricavavo circa 250 euro l'anno. Che mi ero messo d'accordo di detrarre dai libri che acquistavo (ma avrei potuto anche incassarli).
Questo per dire che insomma, stiamo parlando di libri essenzialmente tecnici, di nicchia, ingegneria civile, architettura, manualistica...
ma i libri online si vendono eccome. Jeff Bezos non sarebbe diventato il miliardario che è, se Amazon non avesse funzionato.
Il problema della vendita online, in generale, è uno: farsi conoscere.
Molti pensano che basti avere un bel sito per vendere. Niente di più sbagliato. Puoi avere un negozio rutilante, ma se non ci passa davanti la gente è come se non avessi nulla. Devi muoverti velocmente nei canali giusti, essere presente, adattarti ed adeguarti ad una realtà (quella di internet) in continua evoluzione.
Essere nei motori di ricerca non basta. Anche se è essenziale.
Uno che ti cerca sa già cosa vuole. L'utente smagato ti trova, confronta il prezzo, compra se gli conviene.
Se vuoi andare oltre, devi essere una sorta di jolly nella rete, devi avere come i locali i PR... non so se mi spiego.
Dopodiché devi essere concorrenziale.
Chi acquista in rete identifica prima il prodotto che gli interessa, dopodiché dalla sua scrivania confronta i prezzi.
Per un libro stiamo parlando di pochi euro, ma se comincio ad acquistare 5-6 libri, per ammortizzare i costi di spedizione, una differenza del 10% vuol dire un libro in più e allora scegli il più economico.
Per i libri i costi di spedizione sono un problema essenziale.
Se un libro costa 15 euro, metterci sopra 7-8 euro di spedizione è uno sproposito, in percentuale.
Ti blocca l'acquisto.
Se sei costretto, per prendere QUEL libro che ti piace, a spendere 3-4 volte tanto per ammortizzare i costi di spedizione, oggi come oggi ci pensi e soprassiedi. Aspetti. Poi te ne scordi.
E poi lasci stare se nel catalogo non trovi altro che ti interessi abbastanza.
Insomma il venditore deve avere un ampio catalogo.
Per cui è banale, ma se vuoi vendere libri online devi avere un sistema di spedizione assolutamente poco costoso in proprozione percentuale al costo del libro.
Più sei basso col prezzo di spedizione e più puoi permetterti un catalogo asciutto. Favorisci l'acquisto mirato.
Poi non puoi prendere in giro la gente. Se gli dici che consegni in 2 giorni, possono essere 4 ma non 10.
Se dici una settimana, posso aspettare 2 giorni ancora... ma poi ti disdico l'ordine.
Insomma devi avere una buona logistica. L'ordine devi processarlo in giornata. A prodotto disponibile, qualcuno prende il (i) libro(i), l'imbusta e li consegna al corriere. Nelle successive 6 ore lavorative.
Avere un software di gestione magazzino aggiornato via web permette al potenziale cliente di visualizzare in tempo reale la disponibilità.
Al momento in cui immetto i dati della carta di credito voglio avere la certezza dei tempi di spedizione.
Tutte queste cose in genere ancora non si sposano con chi lavora in proprio, che dovrebbe riassumere le conoscenze del proprio lavoro a quelle informatiche necessarie che sono in realtà un'altro mestiere.
Ma se sei piccolo, non puoi permetterti una struttura di supporto di vendita apposita. Inciderebbe troppo sui costi, in percentuale al volume di vendite.
Esperienze di concentratori di negozi online hanno funzionato poco.
Troppi casini di vario genere.
Ebay è una soluzione. Chi la usa bene riesce a fare un buon lavoro. Di fatto funziona come un grande emporio in cui tutti possono vendere. Quindi perché non un piccolo editore?
Ma devi starci sopra in tempo reale.
Insomma: se vuoi vendere online, scordati che le cose si vendano da sole: devi stare affacciato dietro al tuo schermo così come al bancone del negozio.
buzz- Messaggi : 7223
Data d'iscrizione : 25.11.11
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
LucaVi ha scritto:Ma tu alla Libreria della Montagna di Torino, in Via Sacchi 28 bis, non vai? Guarda che lì li hanno tutti.
Si vede che sono accecato perchè alla libreria della Montagna sono passato sabato scorso e non l'ho visto..... ripasserò domani chiedendo espressamente.
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
un po' come le agenzie di fotografia, che tu dai le foto, loro curano la vendita prendendosi la percentuale. Ci sono per i libri?
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
Buzz ha scritto:Relativamente a VersanteSud ho la sensazione che abbiano concentrato i loro sforzi in una più marcata presenza al Melloblocco.
Magari negli anni passati (non lo so) hanno fatto la prova e si sono ben guardati da ripeterla.
Buzz che Versante Sud sia presente al melloblocco mi sembra naturale, ma il filo del mio ragionamento era legato ad una presenza, fiera del libro o altro, che esca per l'appunto dal contesto "rampicante" alla ricerca di lettori che non entrano in una libreria specializzata in montagna e non sanno nulla del melloblocco o di qualsiasi altra manifestazione...
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
Infatti.
Degli accorgimenti tecnici per essere al passo con i tempi, tipo un uso adeguato di internet o delle vendite on line, sono al corrente e mi do di conseguenza da fare.
Ma il fulcro del problema rimane quello toccato da Antiche Sere e cioè di come far uscire la letteratura che magari ha come sfondo la montagna dalla nicchia di chi compra solitamente i libri cosiddetti di montagna.
All'inizio dell'anno sono stato a discutere un intero pomeriggio con Andrea Gobetti nella mia gloriosa cucina - tante cicche, 6 bottiglie di prosecco, Marinella che non è riuscita a fare i compiti per cui ho dovuto giustificarla il giorno dopo a scuola per "motivi famigliari", Claudia che al ritorno dal lavoro più che farmi il culo se la rideva - su questo problema ben preciso:come aggiungere uno zero alle nostre tirature senza vendere l'anima.
Non due zeri, uno ci basterebbe e avanzerebbe, dato che siamo persone non superbe e che sanno che i nostri sono semplicemente dei buoni libri e non la Divina Commedia o i Promessi Sposi.
Be', alla fine, abbiamo convenuto su un'unica soluzione possibile.
Io l'ho messa in pratica, ma non ho ancora trovato riscontro. E' vero che non è passato molto tempo, però mi sa che non funzionerà: il cercare di rimanere onesti in questo mercato, anche letterario, drogato.
Degli accorgimenti tecnici per essere al passo con i tempi, tipo un uso adeguato di internet o delle vendite on line, sono al corrente e mi do di conseguenza da fare.
Ma il fulcro del problema rimane quello toccato da Antiche Sere e cioè di come far uscire la letteratura che magari ha come sfondo la montagna dalla nicchia di chi compra solitamente i libri cosiddetti di montagna.
All'inizio dell'anno sono stato a discutere un intero pomeriggio con Andrea Gobetti nella mia gloriosa cucina - tante cicche, 6 bottiglie di prosecco, Marinella che non è riuscita a fare i compiti per cui ho dovuto giustificarla il giorno dopo a scuola per "motivi famigliari", Claudia che al ritorno dal lavoro più che farmi il culo se la rideva - su questo problema ben preciso:come aggiungere uno zero alle nostre tirature senza vendere l'anima.
Non due zeri, uno ci basterebbe e avanzerebbe, dato che siamo persone non superbe e che sanno che i nostri sono semplicemente dei buoni libri e non la Divina Commedia o i Promessi Sposi.
Be', alla fine, abbiamo convenuto su un'unica soluzione possibile.
Io l'ho messa in pratica, ma non ho ancora trovato riscontro. E' vero che non è passato molto tempo, però mi sa che non funzionerà: il cercare di rimanere onesti in questo mercato, anche letterario, drogato.
LucaVi- Messaggi : 3780
Data d'iscrizione : 11.03.12
Località : Cimolais
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
quanto "vendi l'anima" rimane pur sempre una cosa relativa
possiamo fare una similitudine, così non tocchiamo tasti personali che possano infastidirci. Prendiamo un musicista che abbia sempre fatto musica di nicchia con scarsissime vendite. E che alla fine decida di fare un disco commerciale, magari sempre di qualità, per guadagnarsi da vivere. E' vendere l'anima? Eppure il pubblico lo percepisce sempre come un tradimento. Prendiamone invece un altro, che preso da stanchezza creativa, speculi facendo raccolte di suoi vecchi successi. Questo come si chiama? E' lecito? Ma poverino, che fa di male, in fondo?
possiamo fare una similitudine, così non tocchiamo tasti personali che possano infastidirci. Prendiamo un musicista che abbia sempre fatto musica di nicchia con scarsissime vendite. E che alla fine decida di fare un disco commerciale, magari sempre di qualità, per guadagnarsi da vivere. E' vendere l'anima? Eppure il pubblico lo percepisce sempre come un tradimento. Prendiamone invece un altro, che preso da stanchezza creativa, speculi facendo raccolte di suoi vecchi successi. Questo come si chiama? E' lecito? Ma poverino, che fa di male, in fondo?
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
Vendere l'anima è fare qualcosa in cui non credi, in cui non sei il tu vero, quello cioè che si è sempre battuto contro certi misfatti, è l'approfittarne disonestamente, e nel nostro caso, quello mio e di Gobetti, era molto più semplice il problema.
LucaVi- Messaggi : 3780
Data d'iscrizione : 11.03.12
Località : Cimolais
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
Ma cosa intendiamo con vendersi l'anima?
Penso che non bisogna scendere a compromessi in fase di produzione della guida, libro o quant'altro. Ma a lavoro finito, a libro pubblicato non sempre è vendere l'anima cercare di promuovere il tuo lavoro.
Per tornare ad un esempio che ho letto sopra, se il bravo musicista non facesse concerti la sua opera resterebbe lì per pochi intimi. Mi vien da dire che non farebbe cultura.
Penso che non bisogna scendere a compromessi in fase di produzione della guida, libro o quant'altro. Ma a lavoro finito, a libro pubblicato non sempre è vendere l'anima cercare di promuovere il tuo lavoro.
Per tornare ad un esempio che ho letto sopra, se il bravo musicista non facesse concerti la sua opera resterebbe lì per pochi intimi. Mi vien da dire che non farebbe cultura.
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
per me un esempio è sottostare a manipolazioni dell'idea che hai di un libro solo perchè l'editore di dice "così non venderà". Però purtroppo sono compromessi che qualche volta occorre accettare a malincuore...
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
MauMau ha scritto:per me un esempio è sottostare a manipolazioni dell'idea che hai di un libro solo perchè l'editore di dice "così non venderà". Però purtroppo sono compromessi che qualche volta occorre accettare a malincuore...
O addirittura costruire un libro "così e cosà" (il passo successivo alla manipolazione).
Ansia Kammerlander- Messaggi : 279
Data d'iscrizione : 19.03.12
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
Sono perfettamente d'accordo, gli esempi di Mau Mau e Ansia è vendere l'anima. E su quello non si dovrebbe cedere.
Ma dopo, una volta pubblicato senza svendersi, ha senso parlare di vendere l'anima cercando il modo migliore per promuovere i propri libri?
Ma dopo, una volta pubblicato senza svendersi, ha senso parlare di vendere l'anima cercando il modo migliore per promuovere i propri libri?
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
AndreaVe ha scritto:Ma dopo, una volta pubblicato senza svendersi, ha senso parlare di vendere l'anima cercando il modo migliore per promuovere i propri libri?
E' una domanda assolutamente sensata. Penso che qualunque autore desideri che il suo libro venga acquistato e letto.
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
AndreaVe ha scritto:Sono perfettamente d'accordo, gli esempi di Mau Mau e Ansia è vendere l'anima. E su quello non si dovrebbe cedere.
Ma dopo, una volta pubblicato senza svendersi, ha senso parlare di vendere l'anima cercando il modo migliore per promuovere i propri libri?
Premesso che io tendo a essere una pessima promotrice, però promuovere i libri in modo efficace non è necessariamente vendersi l'anima. E a volte non lo è affatto. Ti vendi l'anima se ricorri a dei mezzucci, se fai carte false per andare in televisione, se rompi i coglioni a tizio e a caio per estorcere una recensione su un giornale. Un artigiano però i suoi lavori li mostra, mica li nasconde. Altrimenti è un suicidio. Se pensi di aver scritto una buona cosa, speri che la gente la legga. Promuovere un libro non è prostituzione.
Ansia Kammerlander- Messaggi : 279
Data d'iscrizione : 19.03.12
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
Dovreste fare come Alfonso Luigi Marra...Ansia Kammerlander ha scritto:AndreaVe ha scritto:Sono perfettamente d'accordo, gli esempi di Mau Mau e Ansia è vendere l'anima. E su quello non si dovrebbe cedere.
Ma dopo, una volta pubblicato senza svendersi, ha senso parlare di vendere l'anima cercando il modo migliore per promuovere i propri libri?
Premesso che io tendo a essere una pessima promotrice, però promuovere i libri in modo efficace non è necessariamente vendersi l'anima. E a volte non lo è affatto. Ti vendi l'anima se ricorri a dei mezzucci, se fai carte false per andare in televisione, se rompi i coglioni a tizio e a caio per estorcere una recensione su un giornale. Un artigiano però i suoi lavori li mostra, mica li nasconde. Altrimenti è un suicidio. Se pensi di aver scritto una buona cosa, speri che la gente la legga. Promuovere un libro non è prostituzione.
KAZAN1975- Messaggi : 805
Data d'iscrizione : 14.03.12
Età : 49
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
Bene, questa non la sapevo: le grandi catene si fanno pagare fior di quattrini dagli editori per mettere i loro libri in vetrina. Ecco perché spesso in vetrina c'è la spazzatura...
Ansia Kammerlander- Messaggi : 279
Data d'iscrizione : 19.03.12
Re: Salone del libro. Assenti (non) giustificati?
Ansia Kammerlander ha scritto:Bene, questa non la sapevo: le grandi catene si fanno pagare fior di quattrini dagli editori per mettere i loro libri in vetrina. Ecco perché spesso in vetrina c'è la spazzatura...
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