Biblioteca Virtuale
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:: Fotografia, musica, libri, pittura, racconti, cinema :: Libri, cinema, musica, media, pittura e disegno
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Re: Biblioteca Virtuale
Brava Virgy, e appena puoi passa a All'ombra delle fanciulle in fiore, il secondo volume della "Recherche".
In francese: À l'ombre des jeunes filles en fleurs. Se conosci la lingua, meglio. Altrimenti, grosso modo si pronuncerebbe così, pressoché tutto attaccato: Alombr dejenfilsonfler. Con la s dolce e le e chiuse, non è una straordinaria musica fin dal titolo?
Parigi, Père Lachaise, 1985.
In francese: À l'ombre des jeunes filles en fleurs. Se conosci la lingua, meglio. Altrimenti, grosso modo si pronuncerebbe così, pressoché tutto attaccato: Alombr dejenfilsonfler. Con la s dolce e le e chiuse, non è una straordinaria musica fin dal titolo?
Parigi, Père Lachaise, 1985.
LucaVi- Messaggi : 3780
Data d'iscrizione : 11.03.12
Località : Cimolais
Re: Biblioteca Virtuale
Fulvio Ervas, Se ti abbraccio non aver paura, Marco y marcos 2012.
Di Ervas ho letto L'amore idrosolubile, su consiglio di un'amica.
Poi succede che questa amica conosce Ervas personalmente e un mesetto fa lo invita a presentare il suo nuovo libro presso la saletta della struttura dove lavoro. Capita che in quella saletta presentiamo libri più disparati, è capitato anche di parlare di montagna
Fatto sta che quest'ultimo libro, che racconta la storia (vera) di un viaggio attraverso l'america di un padre col figlio autistico, è piaciuto e grazie ad alcune recensione pubblicate sui quotidiani giusti (non so se ci siano state anche apparizioni televisive) ha preso il volo e oggi è terzo nella classifica delle vendite.
Ora mi trovo a dover gestire un'oretta e mezza di chiacchierata pubblica con lui, sul tema della diversità (la struttura dove lavoro ospita i senza dimora). Io il libro devo ancora leggerlo, spero di riuscire a farlo in tempo per il 28...
Qualcuno l'ha letto?
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Biblioteca Virtuale
non l'ho letto ma ho visto un servizio in tv su questa bellissima storia.
mi ha colpito molto,molto coinvolgente
mi ha colpito molto,molto coinvolgente
elcanlapo- Messaggi : 79
Data d'iscrizione : 27.03.12
Re: Biblioteca Virtuale
LucaVi ha scritto:Brava Virgy, e appena puoi passa a All'ombra delle fanciulle in fiore, il secondo volume della "Recherche".
In francese: À l'ombre des jeunes filles en fleurs. Se conosci la lingua, meglio. Altrimenti, grosso modo si pronuncerebbe così, pressoché tutto attaccato: Alombr dejenfilsonfler. Con la s dolce e le e chiuse, non è una straordinaria musica fin dal titolo?
non conosco il francese e la sua musicalità, ma adesso conosco Proust e il mio desiderio di non "abbandonarlo"...
con calma leggerò il secondo volume (anche perchè mio figlio mi ha già comprato All'ombra delle fanciulle in fiore)
suggestiva e antica la foto, bella!
virgy- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Biblioteca Virtuale
Musicali e poetici i suoi libri.
" Ogni lettore,quando legge,legge se stesso.L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza un libro non avrebbe forse visto in se stesso" M. Proust
" Ogni lettore,quando legge,legge se stesso.L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza un libro non avrebbe forse visto in se stesso" M. Proust
luna- Messaggi : 99
Data d'iscrizione : 20.03.12
Re: Biblioteca Virtuale
Ciao, dopo un po' di assenza ritorno volentieri a parlare di libri
(mica di arrampicata... )
Ieri ho finito di leggere Hunger Games di Suzanne Collins.
Forse avete sentito parlare del film o l'avete visto, se
avete figli adolescenti è probabile che abbiate anche il libro in casa. Io di solito
non frequento il genere, men che meno se si tratta di prodotti di marketing, ma
la verità è che ho dovuto fare un patto con mia figlia. Per cercare di
convincerla ad affrontare letture più impegnative facciamo degli scambi… rigorosamente
a parità di pagine. Io leggo qualcuno dei libri fantasy che la entusiasmano
tanto e lei si sorbisce qualche mattone di sana letteratura.
In cambio di questo le ho proposto 1984 di Orwell: scelta non
casuale, visto che gli hunger games non sono nient'altro che una versione del
Grande Fratello, il reality, ambientata in un futuro remoto. Mia figlia
ovviamente non sa che il "grande fratello" non era affatto un reality
ma, nel mondo immaginato da Orwell, un terrificante sistema di controllo e di
annichilimento della libertà personale. Solo dopo l'industria tv si è
appropriata del nome per batezzare il format che tutti conoscono.
Anche gli hunger
games sono un reality quasi del tutto simile al GF, ma, in sintonia con
il clima brutalmente totalitario di 1984, c'è una piccola differenza. Intanto non
si svolge in una casa ma in una gigantesca arena che racchiude al suo interno
un pezzo di territorio: un ambiente naturale ma solo in apparenza, essendovi
celata anche tutta la tecnologia necessaria per controllare lo spettacolo e trasmetterlo
in tv. Un'altra differenza è che i partecipanti, tutti adolescenti, devono sì "eliminarsi"...
ma non in senso figurato, bensì fisicamente! Devono uccidersi l'un l'altro
finché non ne rimane uno solo. (Tra parentesi: non sarebbe una buona idea anche
per il GF di oggi? )
La vicenda si inscrive in una storia più generale, alla cui
soluzione prevedibilmente sono dedicati i successivi volumi della saga. La
popolazione del nord america è riunita in dodici Distretti sottomessi ad una
Capitale. La Capitale
prospera sfruttando i Distretti: in quelli messi meglio non si vive neanche
tanto male ma nella maggior parte si fa la fame, i più poveri sono l'11 e il 12
ovvero, manco a dirlo, l'agricolo e il minerario. Naturalmente la capitale è
ricchissima.
E' scoppiata un'insurrezione ma i Distretti hanno perso la
guerra; il trattato di pace è un giro di vite, tra le altre cose impone che ogni anno si svolgano questi giochi, ai
quali ogni Distretto deve contribuire sorteggiando due "tributi" tra
i giovanissimi.
Il reality è trasmesso in tutta la nazione: nei Distretti è
soprattutto un monito a ricordo della loro condizione, nella Capitale è la più gettonata forma di intrattenimento, proprio come il GF di Canale 5 ma con i
morti ammazzati.
Inevitabile pensare ai giochi dei gladiatori nell'antica
Roma, e i riferimenti infatti si sprecano. Panem è il nome della grande
nazione, come Panem et circenses, la
formula romana per il benessere e la pace sociale; non a caso il pane ritorna
continuamente nel racconto (uno dei protagonisti è il figlio del fornaio) e il
cibo ricco ed elaborato che si può mangiare nella Capitale sembra il simbolo
dell'opulenza che vi regna. E poi ci sono i giochi, i circenses appunto, che tengono
la Capitale incollata
alla tv, in attesa che il sangue scorra. Se l'azione rallenta e compare lo
spettro della noia televisiva, una squadra di "strateghi" ha il
compito di movimentare il gioco. Uno stuolo di personaggi con nomi non proprio
nordamericani ci ricorda da dove viene questa storia: Cato, Lux, Portia,
Cinna, Octavia, Claudius. C'è persino Caesar, degradato a condottiero di un programma televisivo. Pare che negli altri libri ci sia anche Brutus: chissà che intenzioni nutre
verso Caesar…
Contrariamente alle aspettative non mi è dispiaciuto. Pur rimanendo
un libro per ragazzi non è privo di aspetti interessanti, e in ogni caso è un
buon intrattenimento anche per chi non è più giovanissimo: se si ha la pazienza
di superare la prima parte, il racconto dei giochi non è male.
Scritto in forma
di resoconto in prima persona e al tempo presente, per cui l'azione si svolge
nel momento in cui la protagonista la compie o la subisce, e noi vediamo e sentiamo in
diretta quello che lei sente e vede, e leggiamo i suoi pensieri nel momento in
cui li pensa. E' come stare dentro il suo cervello, e provare la concitazione
dell'azione insieme all'elaborato dei dati sensoriali, in una continua suspence
alimentata dai pensieri di contorno: il ragionamento, l'angoscia dei dubbi,
l'incertezza dei sentimenti, il susseguirsi delle ipotesi, il prendere corpo
delle strategie.
Questa forma peculiare, che è il punto di forza del libro, è
però anche il suo punto debole, perché non permette di raccontare l'universo
degli altri, se non quando interseca quello della narratrice e sempre
attraverso il filtro realista della sua soggettiva. Ostacolo che nei racconti
in prima persona si può superare raccontando al passato, in modo da
giustificare quel po' di onniscienza necessaria a riferire tutti i fatti e le
circostanze di cui non si è stati diretti protagonisti, conosciuti in seguito per vie traverse
variamente configurabili. Ma se Katniss avesse raccontato al passato, i suoi
giovani lettori avrebbero capito troppo facilmente che era lei la vincitrice
dei giochi, e il suo racconto avrebbe perso gran parte del suo fascino.
(mica di arrampicata... )
Ieri ho finito di leggere Hunger Games di Suzanne Collins.
Forse avete sentito parlare del film o l'avete visto, se
avete figli adolescenti è probabile che abbiate anche il libro in casa. Io di solito
non frequento il genere, men che meno se si tratta di prodotti di marketing, ma
la verità è che ho dovuto fare un patto con mia figlia. Per cercare di
convincerla ad affrontare letture più impegnative facciamo degli scambi… rigorosamente
a parità di pagine. Io leggo qualcuno dei libri fantasy che la entusiasmano
tanto e lei si sorbisce qualche mattone di sana letteratura.
In cambio di questo le ho proposto 1984 di Orwell: scelta non
casuale, visto che gli hunger games non sono nient'altro che una versione del
Grande Fratello, il reality, ambientata in un futuro remoto. Mia figlia
ovviamente non sa che il "grande fratello" non era affatto un reality
ma, nel mondo immaginato da Orwell, un terrificante sistema di controllo e di
annichilimento della libertà personale. Solo dopo l'industria tv si è
appropriata del nome per batezzare il format che tutti conoscono.
Anche gli hunger
games sono un reality quasi del tutto simile al GF, ma, in sintonia con
il clima brutalmente totalitario di 1984, c'è una piccola differenza. Intanto non
si svolge in una casa ma in una gigantesca arena che racchiude al suo interno
un pezzo di territorio: un ambiente naturale ma solo in apparenza, essendovi
celata anche tutta la tecnologia necessaria per controllare lo spettacolo e trasmetterlo
in tv. Un'altra differenza è che i partecipanti, tutti adolescenti, devono sì "eliminarsi"...
ma non in senso figurato, bensì fisicamente! Devono uccidersi l'un l'altro
finché non ne rimane uno solo. (Tra parentesi: non sarebbe una buona idea anche
per il GF di oggi? )
La vicenda si inscrive in una storia più generale, alla cui
soluzione prevedibilmente sono dedicati i successivi volumi della saga. La
popolazione del nord america è riunita in dodici Distretti sottomessi ad una
Capitale. La Capitale
prospera sfruttando i Distretti: in quelli messi meglio non si vive neanche
tanto male ma nella maggior parte si fa la fame, i più poveri sono l'11 e il 12
ovvero, manco a dirlo, l'agricolo e il minerario. Naturalmente la capitale è
ricchissima.
E' scoppiata un'insurrezione ma i Distretti hanno perso la
guerra; il trattato di pace è un giro di vite, tra le altre cose impone che ogni anno si svolgano questi giochi, ai
quali ogni Distretto deve contribuire sorteggiando due "tributi" tra
i giovanissimi.
Il reality è trasmesso in tutta la nazione: nei Distretti è
soprattutto un monito a ricordo della loro condizione, nella Capitale è la più gettonata forma di intrattenimento, proprio come il GF di Canale 5 ma con i
morti ammazzati.
Inevitabile pensare ai giochi dei gladiatori nell'antica
Roma, e i riferimenti infatti si sprecano. Panem è il nome della grande
nazione, come Panem et circenses, la
formula romana per il benessere e la pace sociale; non a caso il pane ritorna
continuamente nel racconto (uno dei protagonisti è il figlio del fornaio) e il
cibo ricco ed elaborato che si può mangiare nella Capitale sembra il simbolo
dell'opulenza che vi regna. E poi ci sono i giochi, i circenses appunto, che tengono
la Capitale incollata
alla tv, in attesa che il sangue scorra. Se l'azione rallenta e compare lo
spettro della noia televisiva, una squadra di "strateghi" ha il
compito di movimentare il gioco. Uno stuolo di personaggi con nomi non proprio
nordamericani ci ricorda da dove viene questa storia: Cato, Lux, Portia,
Cinna, Octavia, Claudius. C'è persino Caesar, degradato a condottiero di un programma televisivo. Pare che negli altri libri ci sia anche Brutus: chissà che intenzioni nutre
verso Caesar…
Contrariamente alle aspettative non mi è dispiaciuto. Pur rimanendo
un libro per ragazzi non è privo di aspetti interessanti, e in ogni caso è un
buon intrattenimento anche per chi non è più giovanissimo: se si ha la pazienza
di superare la prima parte, il racconto dei giochi non è male.
Scritto in forma
di resoconto in prima persona e al tempo presente, per cui l'azione si svolge
nel momento in cui la protagonista la compie o la subisce, e noi vediamo e sentiamo in
diretta quello che lei sente e vede, e leggiamo i suoi pensieri nel momento in
cui li pensa. E' come stare dentro il suo cervello, e provare la concitazione
dell'azione insieme all'elaborato dei dati sensoriali, in una continua suspence
alimentata dai pensieri di contorno: il ragionamento, l'angoscia dei dubbi,
l'incertezza dei sentimenti, il susseguirsi delle ipotesi, il prendere corpo
delle strategie.
Questa forma peculiare, che è il punto di forza del libro, è
però anche il suo punto debole, perché non permette di raccontare l'universo
degli altri, se non quando interseca quello della narratrice e sempre
attraverso il filtro realista della sua soggettiva. Ostacolo che nei racconti
in prima persona si può superare raccontando al passato, in modo da
giustificare quel po' di onniscienza necessaria a riferire tutti i fatti e le
circostanze di cui non si è stati diretti protagonisti, conosciuti in seguito per vie traverse
variamente configurabili. Ma se Katniss avesse raccontato al passato, i suoi
giovani lettori avrebbero capito troppo facilmente che era lei la vincitrice
dei giochi, e il suo racconto avrebbe perso gran parte del suo fascino.
Re: Biblioteca Virtuale
Secondo ma Hunger Games ha fatto una fusione tra 1984 e il fumetto Battle Royale.
In sostanza non inventano piu nulla da un bel po al cinema.
In sostanza non inventano piu nulla da un bel po al cinema.
Ospite- Ospite
Re: Biblioteca Virtuale
Non saprei, il film lo devo ancora vedere. Per il libro lei dice di averlo pensato mentre guardava due programmi tv: mi sembra che uno era il GF e l'altro un documentario sulla guerra in Iraq, ma potrei sbagliarmi.
Re: Biblioteca Virtuale
Questa la trama di Battle Royale
Ambientato in un futuro prossimo, il livello di violenza e teppismo nelle scuole giapponesi è diventato insopportabile. I professori non riescono più a controllare gli alunni ed il governo decide l'attuazione di provvedimenti "radicali", organizzando un crudele e cinico gioco al massacro! Il visionario sistema di repressione della violenza prevede, ogni anno, il sorteggio di una classe di liceo. I componenti di questa, trasportati a forza su un`isola deserta, dovranno partecipare al "gioco"...
Le regole sono semplici:
1) Ad ogni studente sarà applicato un collare-bomba che esploderà in caso di manomissione.
2) Ad ogni studente sarà fornita una borsa a caso contenente un`arma (una pistola, un fucile, una balestra, un pugnale ma anche una... forchetta!), una bottiglia di acqua e altri oggetti che possono essere utili durante la partita, in più, ad ognuno una mappa dell`isola e una bussola.
3) il gioco dura 3 giorni, durante i quali gli studenti dovranno uccidersi fra loro. Se alla fine dei tre giorni rimarrà vivo più di uno studente, allora a tutti i partecipanti sarà fatta esplodere la testa tramite il collare-bomba. Se al termine dei tre giorni invece ci sarà un solo superstite, questo sarà graziato e potrà tornare a casa.
Così ha inizio il gioco! Chi riuscirà a sopravvivere? O saranno tutti a morire
Ospite- Ospite
Re: Biblioteca Virtuale
Il primo numero,
30 novembre del 2000
non hanno un cazzo di fantasia.
30 novembre del 2000
non hanno un cazzo di fantasia.
Ospite- Ospite
Re: Biblioteca Virtuale
Già...
ma tenendo presente che stiamo parlando di letteratura di genere, il che significa schemi narrativi, eroi e antagonisti, simbologie e tematiche tutto abbastanza codificato;
io non me ne intendo ma è probabile che il gioco sanguinario come forma di regolazione sociale stia diventando (o sia già diventato) un topos ricorrente: uno schema in cui inserire minime variazioni per confezionare nuove storie
cmq cercherò di procurarmi qualche numero, mia figlia ne sarà shokkata
ma tenendo presente che stiamo parlando di letteratura di genere, il che significa schemi narrativi, eroi e antagonisti, simbologie e tematiche tutto abbastanza codificato;
io non me ne intendo ma è probabile che il gioco sanguinario come forma di regolazione sociale stia diventando (o sia già diventato) un topos ricorrente: uno schema in cui inserire minime variazioni per confezionare nuove storie
cmq cercherò di procurarmi qualche numero, mia figlia ne sarà shokkata
Re: Biblioteca Virtuale
non so quanti anni abbia tua figlia ma occhio
è uno dei fumetti più truculenti e bastardi che ho in collezione
è uno dei fumetti più truculenti e bastardi che ho in collezione
Ospite- Ospite
Re: Biblioteca Virtuale
tummu ha scritto:va per i 17
ma si trova ?
o è roba rara e cara?
Gli americani fanno una fatica enorme ad essere originali
C'è anche il film, giapponese.
e il libro
http://www.ibs.it/code/9788804586876/takami-koushun/battle-royale.html
baldazzar- Messaggi : 1441
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Biblioteca Virtuale
sì l'avevo letto anch'io, ho ordinato il libro per ora
e ho preso anche questo da un collezionista, già letto decenni fa
un classico del gioco al massacro targato 1982
e ho preso anche questo da un collezionista, già letto decenni fa
un classico del gioco al massacro targato 1982
Re: Biblioteca Virtuale
LucaVi ha scritto:e appena puoi passa a All'ombra delle fanciulle in fiore, il secondo volume della "Recherche". . .
ieri sera ho ricevuto un regalo, un regalo un pò, diciamo, impegnativo
mio figlio mi ha regalato TUTTA la "Recherche"
non contento della sola "All'ombra delle fanciulle in fiore" di qualche giorno fa, ieri sera, al ritorno dall'università, mi consegna un pacco più grosso contenente La Priginiera, Sodoma e Gomorra, La parte di Guermantes Albertine scomparsa ecc ecc
mi consegna, insomma, Proust
ecco, adesso
...chi mi regala Tempo e Vista buona????
virgy- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Biblioteca Virtuale
sono ottimi i libri della recherche, perché di forma uguale ma di spessore differente, si offrono come tacchie perfette, laddove occorre.
buzz- Messaggi : 7223
Data d'iscrizione : 25.11.11
Re: Biblioteca Virtuale
tummu ha scritto:....bla bla bla.. urania
ah belli URANIA
ogni tanto guardo se vedo qualcosa su qualche bancarella poi costano poco pure.
Ci stanno una marea di siti di appassionati della collana
http://www.mondourania.com/
http://www.uraniamania.com/
http://www.mondourania.com/urania/uraniaelencopagine.htm
.- Messaggi : 3987
Data d'iscrizione : 15.03.12
Età : 73
Re: Biblioteca Virtuale
tummu ha scritto:virgy ha scritto:
bla bla bla ... Proust
quale edizione, Mondadori o Einaudi?
Mondadori
(è migliore come zeppa????)
virgy- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Biblioteca Virtuale
per quello scopo è la migliore soprattutto se è il Meridiano, bello solido ...
anch'io ho letto quella, ho scoperto Proust proprio quando Raboni stava iniziando (o concludendo) l'impresa di una nuova traduzione tutta di uno stesso autore; credo che ora ce ne siano anche altre, ma al tempo c'era solo quella Einaudi di più autori
l'avevano invitato a un programma a radio 3 che seguivo ogni tanto, io Proust non l'avevo mai sentito nominare e ascoltavo con poco interesse
ma a un certo punto un attore ha iniziato a leggere la scena della madeleine...
anch'io ho letto quella, ho scoperto Proust proprio quando Raboni stava iniziando (o concludendo) l'impresa di una nuova traduzione tutta di uno stesso autore; credo che ora ce ne siano anche altre, ma al tempo c'era solo quella Einaudi di più autori
l'avevano invitato a un programma a radio 3 che seguivo ogni tanto, io Proust non l'avevo mai sentito nominare e ascoltavo con poco interesse
ma a un certo punto un attore ha iniziato a leggere la scena della madeleine...
Re: Biblioteca Virtuale
ieri sera ho iniziato Bianco
faust- Messaggi : 128
Data d'iscrizione : 30.03.12
Età : 54
Località : veneto orientale
Re: Biblioteca Virtuale
....me lo lo voglio.....
fantaprofetico
TRAMA:
La vita per Valentine è una continua sorpresa, ai suoi occhi di tredicenne sempre nuove meraviglie continuano ad apparire, la vita sembra sorriderle e il futuro appare pieno di promesse e di felicità.
Ma tutto questo ha bruscamente fine mentre la bambina sta sperimentando l'ultima meravigliosa novità, un cinema destinato a diventare la tomba per molte delle sue piccole amiche.
Un esercito nemico ha attaccato la sua città, Valentine ben presto sperimenta come la vita possa diventare dura e violenta, mentre le risorse iniziano a scarseggiare sotto il ferreo assedio delle truppe nemiche.
Prima la madre e poi il padre di Valentine partono per il fronte, e la bambina resta sola con il fratellino, mentre la penuria di viveri e una terribile malattia che trasforma le persone in zombie flagellano la città.
Subito dopo la morte di suo padre Valentine incontra un uomo che sembra essere al riparo dalle miserie della guerra, un misterioso personaggio chiamato "Il Mago", che possiede ancora una "stampante" perfettamente funzionante.
Proprio questi miracolosi apparecchi nanotecnologici sono stati la causa della guerra, il nemico vuole impedirne l'uso gratuito, e considera la città un covo di criminali e ladri, da estirpare senza pietà.
Valentine non riesce a capire chi sia e cosa voglia il Mago, prima sospetta che sia una spia, poi scopre che è un reporter di guerra, e diventa rabbiosa al suo rifiuto di aiutare in modo attivo la città.
La storia di Valentine e del Mago si intrecceranno più volte, mentre l'assedio diventa ogni giorno più duro e i combattenti resistono a prezzo di azioni terribili, la città riuscirà a mantenere la propria indipendenza o sarà schiacciata nel fango e nel sangue?
Recensione contestualizzata....(è un pò lunga )
Mentre gli attacchi al file sharing e alla libertà di scambio in rete dei prodotti della conoscenza si fanno sempre più ravvicinati, in un’inutile quanto vana corsa contro la fine del tempo dei diritti d’autore, su Pirate Bay, una delle piattaforme di condivisione più famose nel mondo, compare una nuova categoria di file scaricabili: Physibles.
Di fatto si tratta di file contenenti dati per la fabbricazione di oggetti reali attraverso l’utilizzo di stampanti tridimensionali.
Il risultato dovrebbe consistere nella produzione di oggetti concreti (per adesso modellini, forme e strumenti) la cui varietà è per ora estremamente limitata dalla tecnologia e dai costi.
Un comunicato apparso su Pirate Bay spiega e anticipa, però, che:”Una delle cose che sappiamo è che la società condividerà sempre le conoscenze. L'era digitale ha reso tutto più facile e ora è tempo di fare il passo successivo. Oltre ai consumi culturali, libri, musica, film, che nascono nel digitale, anche gli oggetti di uso comune hanno origine da progettazioni software. Così abbiamo deciso di lanciare una categoria di file che chiameremo Physibles, capaci di produrre oggetti reali con l'opportuno hardware. Entro 20 anni, potrete fare il download delle scarpe da ginnastica […]I benefici saranno enormi: non più distribuzione fisica, non più resi, niente più lavoro minorile […]Potremo fare una copia di tutto ”.
Su queste basi, proiettate in un futuro prossimo in cui tale tecnologia si è evoluta al punto di poter ottenere gratuitamente qualsiasi tipo di prodotto, si basa il lungo racconto di Cory Doctorow pubblicato recentemente da Delos Books.
Qui si raccontano le disavventure di una ragazzina, Valentine, che all’inizio del testo vive in una “zona liberata” in cui è possibile ottenere dalle macchine gran parte di ciò di cui la popolazione ha bisogno, anche sul piano del divertimento.
Già c’è stata una rivoluzione, per arrivare a questo risultato, e la madre della giovanissima protagonista è un’eroina di un mondo in cui tutti si chiamano “compagni”.
Poi, senza motivo, nelle prime pagine del racconto scattano i bombardamenti.
Le bombe e gli aerei sono americani e del blocco occidentale, ma, nella sostanza, l’attacco diretto contro questa specie di isola comunista è operato dai difensori della proprietà privata dei mezzi di produzione e dei diritti d’autore.
La guerra sarà lunga e crudele e strapperà alla giovane Valentine l’udito, i due genitori e l’innocenza, ma è meglio lasciare al lettore tutte le sorprese contenute nelle novanta pagine del testo.
Va qui soltanto detto che lo scenario è quello, realistico, delle ultime guerre balcaniche e dei bombardamenti su Belgrado e altre città. Le trincee, la mancanza di cibo e di armi rinviano anche all’assedio di Sarajevo e il clima tra gli assediati non è sempre così piacevole, anche sul piano dei rapporti umani destinati, obbligatoriamente, a incupirsi con il peggioramento delle condizioni di vita.
Cory Doctorow vive a Londra da diversi anni ed è nato in Canada nel 1971 e, oltre che autore di romanzi e racconti di fantascienza, spesso insigniti di premi prestigiosi, è anche curatore e fondatore di uno dei blog più celebri: Boing Boing (boingboing.net).
Da sempre si batte per la libertà di software e copyright, è stato coordinatore per l’Europa dell’Electronic Frontier Foundation, che proprio a favore del primo fronte si batte, e sia in pubblico che su Boing Boing ha sempre difeso la libertà di file sharing.
Fedele a questo assunto Doctorow, dopo la pubblicazione, ha sempre rilasciato, con licenza Creative Commons, il download gratuito dei suoi romanzi e racconti.
E’ evidente che questo percorso, già iniziato idealmente in una famiglia di tendenze trotzkiste e con una educazione superiore portata a termine in una “free school” anarchica di Toronto, si riflette per intero nel racconto che in origine si intitolava “After the Siege”.
“Dopo l’assedio” non rinvia soltanto alla trama vera e propria, ma, simbolicamente, anche alla fine dell’assedio dei diritti d’autore e dei copyright alla libertà di circolazione del prodotto intellettuale e non solo. Ma il titolo scelto per l’edizione italiana sembra voler sottolineare un altro e non secondario aspetto contenuto all’interno della narrazione: quello della vera e propria guerra che si combatte intorno e dentro all’informazione.
Qui, chiaramente, l’informazione assume il doppio significato del dato-informazione digitalizzato trasmesso per via elettronica e di informazione intesa come trasmissione e comunicazione di notizie. Ecco, quest’ultima, ci sembra dire Doctorow, è sempre embedded, anche e soprattutto, forse, quando si vuole “indipendente”.
Il racconto, nella figura del Mago, che può rifornire la piccola Valentine di ogni ben di dio perché, a differenza degli assediati, può effettivamente avere a disposizione tutto ciò che vuole, si riflette l’immagine della CNN e di tutte le finte corrispondenze democratiche dai teatri di guerra.
Ce l’abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni: giornalisti e cronisti in abito da guerra che, spesso senza alcuna reale partecipazione alle sofferenze e ai motivi dei conflitti, cercano lo scoop ad ogni costo; senza, comunque, mai cercare o spiegare le reali fondamenta di classe o economiche dei conflitti di cui sono tutt’altro che imparziali testimoni. E’ sicuramente un discorso delicato che, però, Doctorow pone all’attenzione di chi legge in maniera significativa ed efficace.
Persecuzione del file sharing e controllo dei media appartengono allo stesso ordine di idee, agli stessi valori da difendere come, in maniera non del tutto disinteressata, sembra aver voluto sottolineare, in una recente intervista al Guardian, anche Sergey Brin, uno dei due cofondatori di Google.
Il quale si è spinto a denunciare non solo gli interventi di vari stati in chiave di censura delle informazioni e del file sharing, ma anche i social network chiusi come Facebook.
Il testo, interessante per la storia e falsamente adolescenziale nella forma, stimola anche una riflessione sul reale ruolo letterario e sociale della fantascienza che trova nell’autore canadese un valido difensore del genere come letteratura d’anticipazione e non di regressione come tante tendenze fasciste nella fantascienza, non solo italiana, sembrano invece voler dimostrare.
Anni fa fu coniata la definizione della fantascienza come “ambigua utopia”.
Credo che funzioni proprio per quest’opera di Doctorow, dove si dimostra che effettivamente la scienza e lo sviluppo tecnologico hanno già creato le basi per una società più libera ed egualitaria , ma che proprio la stessa società che le ha create tende a reprimerle negandone la potenzialità, preferendo le distruzione della guerra alla liberazione della specie dalla schiavitù del mercato e del lavoro. Ma non è forse questa la base materiale su cui si fonda critica comunista dell’esistente?
fantaprofetico
TRAMA:
La vita per Valentine è una continua sorpresa, ai suoi occhi di tredicenne sempre nuove meraviglie continuano ad apparire, la vita sembra sorriderle e il futuro appare pieno di promesse e di felicità.
Ma tutto questo ha bruscamente fine mentre la bambina sta sperimentando l'ultima meravigliosa novità, un cinema destinato a diventare la tomba per molte delle sue piccole amiche.
Un esercito nemico ha attaccato la sua città, Valentine ben presto sperimenta come la vita possa diventare dura e violenta, mentre le risorse iniziano a scarseggiare sotto il ferreo assedio delle truppe nemiche.
Prima la madre e poi il padre di Valentine partono per il fronte, e la bambina resta sola con il fratellino, mentre la penuria di viveri e una terribile malattia che trasforma le persone in zombie flagellano la città.
Subito dopo la morte di suo padre Valentine incontra un uomo che sembra essere al riparo dalle miserie della guerra, un misterioso personaggio chiamato "Il Mago", che possiede ancora una "stampante" perfettamente funzionante.
Proprio questi miracolosi apparecchi nanotecnologici sono stati la causa della guerra, il nemico vuole impedirne l'uso gratuito, e considera la città un covo di criminali e ladri, da estirpare senza pietà.
Valentine non riesce a capire chi sia e cosa voglia il Mago, prima sospetta che sia una spia, poi scopre che è un reporter di guerra, e diventa rabbiosa al suo rifiuto di aiutare in modo attivo la città.
La storia di Valentine e del Mago si intrecceranno più volte, mentre l'assedio diventa ogni giorno più duro e i combattenti resistono a prezzo di azioni terribili, la città riuscirà a mantenere la propria indipendenza o sarà schiacciata nel fango e nel sangue?
Recensione contestualizzata....(è un pò lunga )
Mentre gli attacchi al file sharing e alla libertà di scambio in rete dei prodotti della conoscenza si fanno sempre più ravvicinati, in un’inutile quanto vana corsa contro la fine del tempo dei diritti d’autore, su Pirate Bay, una delle piattaforme di condivisione più famose nel mondo, compare una nuova categoria di file scaricabili: Physibles.
Di fatto si tratta di file contenenti dati per la fabbricazione di oggetti reali attraverso l’utilizzo di stampanti tridimensionali.
Il risultato dovrebbe consistere nella produzione di oggetti concreti (per adesso modellini, forme e strumenti) la cui varietà è per ora estremamente limitata dalla tecnologia e dai costi.
Un comunicato apparso su Pirate Bay spiega e anticipa, però, che:”Una delle cose che sappiamo è che la società condividerà sempre le conoscenze. L'era digitale ha reso tutto più facile e ora è tempo di fare il passo successivo. Oltre ai consumi culturali, libri, musica, film, che nascono nel digitale, anche gli oggetti di uso comune hanno origine da progettazioni software. Così abbiamo deciso di lanciare una categoria di file che chiameremo Physibles, capaci di produrre oggetti reali con l'opportuno hardware. Entro 20 anni, potrete fare il download delle scarpe da ginnastica […]I benefici saranno enormi: non più distribuzione fisica, non più resi, niente più lavoro minorile […]Potremo fare una copia di tutto ”.
Su queste basi, proiettate in un futuro prossimo in cui tale tecnologia si è evoluta al punto di poter ottenere gratuitamente qualsiasi tipo di prodotto, si basa il lungo racconto di Cory Doctorow pubblicato recentemente da Delos Books.
Qui si raccontano le disavventure di una ragazzina, Valentine, che all’inizio del testo vive in una “zona liberata” in cui è possibile ottenere dalle macchine gran parte di ciò di cui la popolazione ha bisogno, anche sul piano del divertimento.
Già c’è stata una rivoluzione, per arrivare a questo risultato, e la madre della giovanissima protagonista è un’eroina di un mondo in cui tutti si chiamano “compagni”.
Poi, senza motivo, nelle prime pagine del racconto scattano i bombardamenti.
Le bombe e gli aerei sono americani e del blocco occidentale, ma, nella sostanza, l’attacco diretto contro questa specie di isola comunista è operato dai difensori della proprietà privata dei mezzi di produzione e dei diritti d’autore.
La guerra sarà lunga e crudele e strapperà alla giovane Valentine l’udito, i due genitori e l’innocenza, ma è meglio lasciare al lettore tutte le sorprese contenute nelle novanta pagine del testo.
Va qui soltanto detto che lo scenario è quello, realistico, delle ultime guerre balcaniche e dei bombardamenti su Belgrado e altre città. Le trincee, la mancanza di cibo e di armi rinviano anche all’assedio di Sarajevo e il clima tra gli assediati non è sempre così piacevole, anche sul piano dei rapporti umani destinati, obbligatoriamente, a incupirsi con il peggioramento delle condizioni di vita.
Cory Doctorow vive a Londra da diversi anni ed è nato in Canada nel 1971 e, oltre che autore di romanzi e racconti di fantascienza, spesso insigniti di premi prestigiosi, è anche curatore e fondatore di uno dei blog più celebri: Boing Boing (boingboing.net).
Da sempre si batte per la libertà di software e copyright, è stato coordinatore per l’Europa dell’Electronic Frontier Foundation, che proprio a favore del primo fronte si batte, e sia in pubblico che su Boing Boing ha sempre difeso la libertà di file sharing.
Fedele a questo assunto Doctorow, dopo la pubblicazione, ha sempre rilasciato, con licenza Creative Commons, il download gratuito dei suoi romanzi e racconti.
E’ evidente che questo percorso, già iniziato idealmente in una famiglia di tendenze trotzkiste e con una educazione superiore portata a termine in una “free school” anarchica di Toronto, si riflette per intero nel racconto che in origine si intitolava “After the Siege”.
“Dopo l’assedio” non rinvia soltanto alla trama vera e propria, ma, simbolicamente, anche alla fine dell’assedio dei diritti d’autore e dei copyright alla libertà di circolazione del prodotto intellettuale e non solo. Ma il titolo scelto per l’edizione italiana sembra voler sottolineare un altro e non secondario aspetto contenuto all’interno della narrazione: quello della vera e propria guerra che si combatte intorno e dentro all’informazione.
Qui, chiaramente, l’informazione assume il doppio significato del dato-informazione digitalizzato trasmesso per via elettronica e di informazione intesa come trasmissione e comunicazione di notizie. Ecco, quest’ultima, ci sembra dire Doctorow, è sempre embedded, anche e soprattutto, forse, quando si vuole “indipendente”.
Il racconto, nella figura del Mago, che può rifornire la piccola Valentine di ogni ben di dio perché, a differenza degli assediati, può effettivamente avere a disposizione tutto ciò che vuole, si riflette l’immagine della CNN e di tutte le finte corrispondenze democratiche dai teatri di guerra.
Ce l’abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni: giornalisti e cronisti in abito da guerra che, spesso senza alcuna reale partecipazione alle sofferenze e ai motivi dei conflitti, cercano lo scoop ad ogni costo; senza, comunque, mai cercare o spiegare le reali fondamenta di classe o economiche dei conflitti di cui sono tutt’altro che imparziali testimoni. E’ sicuramente un discorso delicato che, però, Doctorow pone all’attenzione di chi legge in maniera significativa ed efficace.
Persecuzione del file sharing e controllo dei media appartengono allo stesso ordine di idee, agli stessi valori da difendere come, in maniera non del tutto disinteressata, sembra aver voluto sottolineare, in una recente intervista al Guardian, anche Sergey Brin, uno dei due cofondatori di Google.
Il quale si è spinto a denunciare non solo gli interventi di vari stati in chiave di censura delle informazioni e del file sharing, ma anche i social network chiusi come Facebook.
Il testo, interessante per la storia e falsamente adolescenziale nella forma, stimola anche una riflessione sul reale ruolo letterario e sociale della fantascienza che trova nell’autore canadese un valido difensore del genere come letteratura d’anticipazione e non di regressione come tante tendenze fasciste nella fantascienza, non solo italiana, sembrano invece voler dimostrare.
Anni fa fu coniata la definizione della fantascienza come “ambigua utopia”.
Credo che funzioni proprio per quest’opera di Doctorow, dove si dimostra che effettivamente la scienza e lo sviluppo tecnologico hanno già creato le basi per una società più libera ed egualitaria , ma che proprio la stessa società che le ha create tende a reprimerle negandone la potenzialità, preferendo le distruzione della guerra alla liberazione della specie dalla schiavitù del mercato e del lavoro. Ma non è forse questa la base materiale su cui si fonda critica comunista dell’esistente?
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