Libro di Roberto
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Roberto
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Libro di Roberto
Ho preso sabato scorso al gran sasso, il libro di Roberto:
Forse accade così. L'alpinismo: un gioco, ma non uno scherzo.
E' un po' che è uscito, pensavo di incrociarlo prima in qualche presentazione, ma per un motivo o per un altro non l'avevo incontrato.
I libri, per fortuna, non scadono. E non mi è mai importato essere quello che ne sa di più quando tutti ne parlano.
Sapevo che prima o poi lo avrei preso e tanto mi bastava.
Oltretutto, immaginavo di conoscere buona parte degli scritti del libro, vuoi per averli già letti qui e là, vuoi perché comunque conoscevo le storie. Le spedizioni in himalaya e in perù, le grandi solitarie in gran sasso, le vie...
Spesso avevo visto nascere quelle spedizioni, sui forum o parlandone con Roberto. Sempre le avevo seguite durante e poi dopo, dalle sue parole e da quelle di chi lo aveva accompagnato, dai filmati e dalle foto.
Un libro che quindi pensavo di prendere come un atto dovuto ad un amico, e anche perché, io che scrivo tanto e disperdo tutto, mi potessi trovare un giorno, fra dieci, ventanni, questa cosa scritta nella mia libreria che mi ricordasse questi anni, in cui ho vissuto guardandola da vicino o magari condiviso di lato, le storie raccontate da Roberto.
Insomma, pensavo al libro di Roberto anche come a un brogliacco per molti dei miei ricordi, destinati nel tempo a scolorire, inevitabilmente.
L'ho preso in mano domenica sera, senza troppa convinzione. Avevo un altro libro da finire.
Ma volevo dare un'occhiata ala struttura.
Qualche pagina letta a caso qui e là mi ha convinto a iniziarlo dal principio e il libro mi ha preso. Al punto che ieri sera l'ho finito.
Robè, hai scritto un bel libro!
Mi è piaciuto. Anche se molte delle storie come sapevo le conoscevo già, ci hai messo dentro qualcosa in più.
C'è un uomo, dentro quel libro. Un uomo non del tutto decifrabile, con le sue contraddizioni, i suoi nodi aggrovigliati, le sue pulsioni.
E si va avanti nella lettura per capire qualcosa di più della natura di quest'uomo.
Certo è difficile parlarne come se quest'uomo non lo conoscessi già. Solo pensando al libro.
Ma dopotutto non c'è differenza fra quello che Roberto mostra di sé conoscendolo e quello che scrive.
Se io non fossi uno che scala, che va in montagna, mi sarebbe difficile capire il perché di questa spinta che esplode improvvisamente nella sua vita e che poi diventa assolutamente predominante e condizionante anche, per tanti anni.
Ma è forse nel titolo del libro la risposta: un gioco.
La voglia di fuggire dalle responsabilità della vita, di rimanere bambino.
Roberto mette a nudo, impietosamente se vogliamo, mostrando se stesso, questo aspetto dell'alpinismo: l'insostenibilità della pesantezza della vita normale.
E la voglia di spingersi ai limiti, rischiando la vita, perché gli altri, le figure di riferimento, il mondo ma, soprattutto... se stesso, non pensino che sia oltre che un gioco, anche uno scherzo...
Tutte le vie di Roberto hanno nomi che richiamano impegno sociale. Un modo ancora per significare che è più di un gioco, quello che sta facendo nella sua vita.
La condanna, quasi. Il peso. Di dover andare. Un dovere da assolvere verso qualcuno che sembra sempre ci stia guardando.
Verso un se stesso che non accetta che nella vita si giochi e quindi esige che la posta il gioco sia altissima, sia tutto, sia la sofferenza il dolore, possa essere la vita stessa.
E in questa contraddizione l'amore sconfinato per chi condivide con lui questa sorte. I compagni di cordata. Quelli che gli alleviano in qualche modo il fardello da portare. Che nella maggior parte non reggono il ritmo delle sue contraddizioni. Condividono un tratto e poi cedono il passo.
Il demone imperioso che vive dentro Roberto fa selezione, alla fine solo un se stesso recalcitrante e a volte impaurito resiste. E cerca nell'approvazione degli altri, nella piccola gratificazione, nel riconoscimento, un po' di serenità.
Insomma, è una figura di alpinista ben scandagliata quella che viene fuori dal libro. La figura di uomo che fa alpinismo, anzi.
Forse accade così. L'alpinismo: un gioco, ma non uno scherzo.
E' un po' che è uscito, pensavo di incrociarlo prima in qualche presentazione, ma per un motivo o per un altro non l'avevo incontrato.
I libri, per fortuna, non scadono. E non mi è mai importato essere quello che ne sa di più quando tutti ne parlano.
Sapevo che prima o poi lo avrei preso e tanto mi bastava.
Oltretutto, immaginavo di conoscere buona parte degli scritti del libro, vuoi per averli già letti qui e là, vuoi perché comunque conoscevo le storie. Le spedizioni in himalaya e in perù, le grandi solitarie in gran sasso, le vie...
Spesso avevo visto nascere quelle spedizioni, sui forum o parlandone con Roberto. Sempre le avevo seguite durante e poi dopo, dalle sue parole e da quelle di chi lo aveva accompagnato, dai filmati e dalle foto.
Un libro che quindi pensavo di prendere come un atto dovuto ad un amico, e anche perché, io che scrivo tanto e disperdo tutto, mi potessi trovare un giorno, fra dieci, ventanni, questa cosa scritta nella mia libreria che mi ricordasse questi anni, in cui ho vissuto guardandola da vicino o magari condiviso di lato, le storie raccontate da Roberto.
Insomma, pensavo al libro di Roberto anche come a un brogliacco per molti dei miei ricordi, destinati nel tempo a scolorire, inevitabilmente.
L'ho preso in mano domenica sera, senza troppa convinzione. Avevo un altro libro da finire.
Ma volevo dare un'occhiata ala struttura.
Qualche pagina letta a caso qui e là mi ha convinto a iniziarlo dal principio e il libro mi ha preso. Al punto che ieri sera l'ho finito.
Robè, hai scritto un bel libro!
Mi è piaciuto. Anche se molte delle storie come sapevo le conoscevo già, ci hai messo dentro qualcosa in più.
C'è un uomo, dentro quel libro. Un uomo non del tutto decifrabile, con le sue contraddizioni, i suoi nodi aggrovigliati, le sue pulsioni.
E si va avanti nella lettura per capire qualcosa di più della natura di quest'uomo.
Certo è difficile parlarne come se quest'uomo non lo conoscessi già. Solo pensando al libro.
Ma dopotutto non c'è differenza fra quello che Roberto mostra di sé conoscendolo e quello che scrive.
Se io non fossi uno che scala, che va in montagna, mi sarebbe difficile capire il perché di questa spinta che esplode improvvisamente nella sua vita e che poi diventa assolutamente predominante e condizionante anche, per tanti anni.
Ma è forse nel titolo del libro la risposta: un gioco.
La voglia di fuggire dalle responsabilità della vita, di rimanere bambino.
Roberto mette a nudo, impietosamente se vogliamo, mostrando se stesso, questo aspetto dell'alpinismo: l'insostenibilità della pesantezza della vita normale.
E la voglia di spingersi ai limiti, rischiando la vita, perché gli altri, le figure di riferimento, il mondo ma, soprattutto... se stesso, non pensino che sia oltre che un gioco, anche uno scherzo...
Tutte le vie di Roberto hanno nomi che richiamano impegno sociale. Un modo ancora per significare che è più di un gioco, quello che sta facendo nella sua vita.
La condanna, quasi. Il peso. Di dover andare. Un dovere da assolvere verso qualcuno che sembra sempre ci stia guardando.
Verso un se stesso che non accetta che nella vita si giochi e quindi esige che la posta il gioco sia altissima, sia tutto, sia la sofferenza il dolore, possa essere la vita stessa.
E in questa contraddizione l'amore sconfinato per chi condivide con lui questa sorte. I compagni di cordata. Quelli che gli alleviano in qualche modo il fardello da portare. Che nella maggior parte non reggono il ritmo delle sue contraddizioni. Condividono un tratto e poi cedono il passo.
Il demone imperioso che vive dentro Roberto fa selezione, alla fine solo un se stesso recalcitrante e a volte impaurito resiste. E cerca nell'approvazione degli altri, nella piccola gratificazione, nel riconoscimento, un po' di serenità.
Insomma, è una figura di alpinista ben scandagliata quella che viene fuori dal libro. La figura di uomo che fa alpinismo, anzi.
Re: Libro di Roberto
Che dire .... la tua recensione è un' analisi psicologica vera e propria, è quello che volevo raccontare e che senza pudore ho spiattellato tra le pagine del libro. L' alpinismo è un gioco terribilmente serio, un modo per trovare un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l' ha
Grazie
Grazie
Roberto- Messaggi : 217
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Età : 24
Località : Cerveteri (Padania meridionale)
Re: Libro di Roberto
Comunque... :-)
ieri sera c'erano bixio e cri a cena e dopo una (troppo) lauta cena, ci siamo bevuti un goccetto di fernet da una bottiglia che ho in casa. Dopo aver letto il tuo libro sono andato a vedere la gradazione: 45° !
comprato qualche mese fa.
si trova ancora in giro, a quanto pare.
ieri sera c'erano bixio e cri a cena e dopo una (troppo) lauta cena, ci siamo bevuti un goccetto di fernet da una bottiglia che ho in casa. Dopo aver letto il tuo libro sono andato a vedere la gradazione: 45° !
comprato qualche mese fa.
si trova ancora in giro, a quanto pare.
buzz- Messaggi : 7223
Data d'iscrizione : 25.11.11
Re: Libro di Roberto
buzz ha scritto:Comunque... :-)
ieri sera c'erano bixio e cri a cena e dopo una (troppo) lauta cena, ci siamo bevuti un goccetto di fernet da una bottiglia che ho in casa. Dopo aver letto il tuo libro sono andato a vedere la gradazione: 45° !
comprato qualche mese fa.
si trova ancora in giro, a quanto pare.
lauta....forse si ma tutto super buono! alla prossima da noi!
bixio- Messaggi : 125
Data d'iscrizione : 31.05.12
Età : 58
Località : roma
Re: Libro di Roberto
Effettivamente devo raccattare sto libro da qualche parte.. Quello che dice Buzz è vero... Molto indirettamente l'abbiamo vissto sui vari forum che abbiamo girato.. Poi tra scazzi, separazioni, e altro sembra tutto essersi dissolto, ma probabilmente tra quelle pagine si può respirare anche quell'aria di una volta...
Devo solo trovarlo, dove lo raccatto?
Poii robbè te lo devo, la via al cioccolato abbondante in Himalaia è una dedica da onorare!
Devo solo trovarlo, dove lo raccatto?
Poii robbè te lo devo, la via al cioccolato abbondante in Himalaia è una dedica da onorare!
fab- Messaggi : 203
Data d'iscrizione : 16.03.12
Re: Libro di Roberto
fab ha scritto:Effettivamente devo raccattare sto libro da qualche parte.. Quello che dice Buzz è vero... Molto indirettamente l'abbiamo vissto sui vari forum che abbiamo girato.. Poi tra scazzi, separazioni, e altro sembra tutto essersi dissolto, ma probabilmente tra quelle pagine si può respirare anche quell'aria di una volta...
Devo solo trovarlo, dove lo raccatto?
Poii robbè te lo devo, la via al cioccolato abbondante in Himalaia è una dedica da onorare!
Se è per la via "Un cornetto al cioccolato bianco, mi raccomando abbondante!" non mi devi nulla, è già tanto che non mi chiedi tu i i diritti
Roberto- Messaggi : 217
Data d'iscrizione : 22.03.12
Età : 24
Località : Cerveteri (Padania meridionale)
Re: Libro di Roberto
che stralunata compagnia di arrampicatori quella mattina a gaeta...
fab a caccia di cornetti al cioccolato bianco abbondante (e diceva di stare a dieta)
roberto e davide62 sulla lotus!
fab a caccia di cornetti al cioccolato bianco abbondante (e diceva di stare a dieta)
roberto e davide62 sulla lotus!
buzz- Messaggi : 7223
Data d'iscrizione : 25.11.11
Re: Libro di Roberto
Armando Scandellari l'ha recensito per Le Alpi Venete, nel numero Primavera-Estate 2012 appena uscito
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Libro di Roberto
AndreaVe ha scritto:Armando Scandellari l'ha recensito per Le Alpi Venete, nel numero Primavera-Estate 2012 appena uscito
Se continua in questo modo va a finire che mi monto la testa
Grazie Andrea, non avevo letta questa recensione.
Roberto- Messaggi : 217
Data d'iscrizione : 22.03.12
Età : 24
Località : Cerveteri (Padania meridionale)
Re: Libro di Roberto
Hai superato la frontiera del Po, sei internazionale ormai
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Libro di Roberto
Dalla Padania meridionale alla vera PadaniaAndreaVe ha scritto:Hai superato la frontiera del Po, sei internazionale ormai
Roberto- Messaggi : 217
Data d'iscrizione : 22.03.12
Età : 24
Località : Cerveteri (Padania meridionale)
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