Mazeno Ridge

ancora foto stupende e il racconto della cresta

http://mazenoridge.com/mazeno-ridge-in-photos-days-4-6/

lontana, la cima del Nanga PArbat


poco spazio per campeggiare...


il vento al tramonto

buzz ha scritto:...
lontana, la cima del Nanga PArbat

...

lontana, puttana se è lontana....

una cosa, strana, che traspare guardando queste foto
è, a dispetto delle solite (IMO pallosissimee monotone) foto delle spedizioni di alta quota,
la *situazione* alpina della progressione

sembra stiano facendo una qualsiasi cresta delle nostre alpi, o altre montagne simili

di sicuro si, una cosa appassionante rispetto alla noia di qualsiasi altra salita in quei posti

adesso che ci penso ricordo di averlo visto da ben vicino pure io il Nanga Parbat
ciò pure delle bellissime foto fatte da sud, a 4000erottimetri, probably proprio di quella cresta
(si vede dal kashmir??? )

Topocane ha scritto:una cosa, strana, che traspare guardando queste foto....

un'altra cosa strana che traspare da quest'altra foto, è che ovunque userò la mia ev2, d'ora in poi proverò sempre come un moto di vergogna e imbarazzo

celò pureme una tendina simile, della TNF....

...presa in un raptus in un negozio fallito che svendeva tutto

la notte più *estrema* là passata sulla cresta di rochefort

ma la foto migliore è sicuramente questa



"'Scolta... e domani che fai?"
"Boh no so, vediamo..."

Se gli togli la roba tennica di dosso e li metti su una panchina al parco potrebbero sembrare tranquillamente due pensionati di Sua Maestà ... e invece ....

Topocane ha scritto:
celò pureme una tendina simile, della TNF....

...presa in un raptus in un negozio fallito che svendeva tutto

la notte più *estrema* là passata sulla cresta di rochefort

nel senso del formaggio

Tengri ha scritto:Se gli togli la roba tennica di dosso e li metti su una panchina al parco potrebbero sembrare tranquillamente due pensionati di Sua Maestà ... e invece ....

roba tennica, oddio...

è da quando l'ho vista su una delle primefoto che mi chiedo cazzè quella tutona beigiolina

sembra tanto l'abbigliamento e le prime tende delle spedizioni himalayane di cassin&soci

cmq, sempre da quella foto, interessante anche vedere come stanno, al campobase probabilmente al caldino, uno in pile e ciabatte, l'altro sempre co'tutona e sotto il piumone che aveva addosso da 20gg ahh, e ciabatte a piedinudi, ovvio

può darsi pure, farei notare, che forse forse... non è che avessero molto altro da mettersi e/o forse anche avevano altro da pensare eh... appena scesi dopo diversi giorni in cui avevano bevuto e mangiato niente... senza considerare lo stato di prostrazione fisica in cui terminato il supporto della motivazione probabilmente si sono ritrovati...

ammazza che lavannara che sei topokà

buzz ha scritto:può darsi pure, farei notare, che forse forse... non è che avessero molto altro da mettersi e/o forse anche avevano altro da pensare eh... appena scesi dopo diversi giorni in cui avevano bevuto e mangiato niente... senza considerare lo stato di prostrazione fisica in cui terminato il supporto della motivazione probabilmente si sono ritrovati...

ammazza che lavannara che sei topokà

ma lo dicevo appunto per quello!!

che mi pare avessero in mente solo di
A) togliersi gli scarponi e i guanti
B) mangiare e bere!

....uno *s'è ricordato* di svestirsi un po'
l'altro era troppo abbagliato da cibo&liquidi

a piedi nudi certo .... ma l'hai mai visti i britannici? le donne vanno a ballare senza calze e in sandali pure a gennaio ... quelli mica c'hanno il sangue, c'hanno il tè caldo ...

Topocane ha scritto:
roba tennica, oddio...

è da quando l'ho vista su una delle primefoto che mi chiedo cazzè quella tutona beigiolina

sembra tanto l'abbigliamento e le prime tende delle spedizioni himalayane di cassin&soci
...

probabilmente sarà tecnicissima... ma altrettanto inguardabile

biemme ha scritto:

Topocane ha scritto:una cosa, strana, che traspare guardando queste foto....

un'altra cosa strana che traspare da quest'altra foto, è che ovunque userò la mia ev2, d'ora in poi proverò sempre come un moto di vergogna e imbarazzo

più che altro...

Le gioie delle piccole tende a telo singolo: ghiaccio ovunque al mattino. Non si poteva stare seduti senza spazzolare il tessuto del lato della tenda e ogni spazzolata portava giù una doccia ghiacciata.

buzz ha scritto:.... Le gioie delle piccole tende a telo singolo: ghiaccio ovunque al mattino. Non si poteva stare seduti senza spazzolare il tessuto del lato della tenda e ogni spazzolata portava giù una doccia ghiacciata.

beh ok che questi due so' marziani, ma portarsi un doppio telo x fare camping sulla mazeno, nemmanco superman ... e cmq dubito che over 7000 ci siano tende che danno gioie mentre la gioia è sapere quanto (non) pesa sulle spalle, quanto resiste al vento e quanto poco spazio richiede una monotelo come la ev2 o anche la bibler di BD

E poi comunque anche una doppio telo non è che la condensa non la fa eh ...

confermo tuto, anche a *modeste quote*

ghiaccio, doccia e discorso peso

ma del resto, quando sei li... chissenefrega, è bello pure per quello

D'accordo sulle considerazioni su peso e ingombro, ovviamente. Ma una doppio telo la condensa gelata la fa, ma la fa nella faccia interna del telo esterno, su quello interno no.


(e poi ti piove addosso dopo i primi minuti di sole, ma questo è un altro discorso )

da 16:20 circa intervista a Sandy Allan

foto del 7/8 luglio
col superamento del Pic Mazeno e del punto di non ritorno (discesa in doppia obliqua di una parete)
il resto dell foto http://mazenoridge.com/

Giorno dieci

Il decimo giorno della salita abbiamo affrontato quello che sapevamo avrebbe dovuto essere il punto cruciale della cresta, i pinnacoli. Questo è l'ultimo tratto prima del Gap Mazeno, il colle tra la dorsale e il massiccio principale del Nanga Parbat. Sapevamo dalla relazione dei due americani che per primi avevano salito tutto il percorso lungo il crinale che hanno impiegato 12 ore per l'attraversamento dei pinnacoli ed era questa sezione che li aveva portati a dare il grado VI M4 A13 alla salita. Alla fine alla nostra squadra di sei la salita ha richiesto 11 ore e vorremmo dare un grado notevolmente inferiore, forse forse abbiamo avuto condizioni di neve migliori di quando l'hanno fatta gli americani.













altre foto a http://mazenoridge.com/mazeno-ridge-in-photos-day-10/

Simone Moro da MontagnaTv

“Conosco Sandy Allan, penso di averlo visto al Kendal film festival l’ultima volta. Il suo compagno Rick Allen forse l’ho già incontrato ma non ricordo dove. Sono stati Bravi, dannatamente tenaci ed hanno portato a casa una salita storica e prestigiosa in un modo di fare alpinismo che non esiste più e che è quasi l’opposto di quello di punta”. Queste le parole di Simone Moro sull’epica impresa alla Mazeno Ridge dei due scalatori inglesi. L’alpinista bergamasco, oltre ad essere stato al Nanga Parbat l’inverno scorso, è sicuramente uno dei massimi conoscitori dell’Himalaya, nonché esponente di punta di un alpinismo esplorativo e con la A maiuscola. Per questo gli abbiamo chiesto un parere su quella scalata che nelle scorse settimane ha tenuto tutti col fiato sospeso.
“Non è stata una salita rapida, neppure così leggera, per lo meno fino al giorno prima del loro arrivo in vetta. Erano in 6 in tutto, di cui tre sherpa e dunque un team che definirei abbastanza “classico”, tipico di un alpinismo di qualche decennio fa. I diciotto giorni di permanenza sono dannatamente tanti, tantissimi e sapendo che determinazione serve per resistere così a lungo e così in alto, non posso che esserne ammirato e rinnovare i complimenti. Non mi sento però di esortare ad emulare questo tipo di alpinismo, perchè l’accettazione dei rischi derivanti da quasi 3 settimane sulla montagna sono davvero alti. Tante e troppe cose possono cambiare e se non si è fortunati e preparati le possibilità che ci scappi il morto sono alte”.
“Sandy e Rick hanno dimostrato che quella cresta era possibile – prosegue Moro -. Lo hanno fatto senza ossigeno, in stile alpino e credendoci fino in fondo. Quello che ora si potrebbe fare sulla Mazeno ridge è ripetere quella loro grande impresa in sole due persone, senza sherpa ed in tempi più umani, rapidi. Sono pochissimi quelli che saprebbero resistere come hanno fatto loro due, e ridurre i tempi di due terzi conterrebbe anche i rischi. Poi magari quando arriverà anche la prima salita del Nanga in Inverno si penserà alla Mazeno ridge in quella stagione…ma stiamo parlando di un futuro lontano”.
“Questa vuole essere un analisi ed una proiezione verso il futuro e non una volontà di sminuire questa loro salita titanica che rimane grandiosa. Spero di incontrarli presto e stringergli la mano e farmi raccontare quella loro infinita cavalcata”.

sembava pure a me un commento politically correct con una vena sotile di "va beh l'avete fatto ma si poteva fare meglio. ovvero mcome lo farei io" ...

Ma poi ci metto pue che i giornalisti li conosco fin troppo bene. E a far suonare una cosa come qualcosalto estrapolando frasi dal contesto ci vuole nulla.

Loro lo avevano detto fin dall'inizio, avendo avuto altre esperienze sulla Mazeno, e basandosi sull'esperienza degli americani, che secondo loro la soluzione era quella di muoversi con una squadra abbastanza numerosa. Da cui la scelta dei 3 sherpa. Che non sono ovviamente "portatori" di un alpinismo di altri tempi, bensì ottimi alpinisti, cui quello che è mancato, rispeto a Alla e Allen, è stata la feroce motivazione.


Per il resto condivido il commento di Simone Moro.
Non credo siano elementi di una rosicata, dai...

La realtà è che a tutta la loro esperienza, bravura, tenacia... si è aggiunta anche una incredibile fortuna.
Va benissimo per carità.

Hanno passeggiato a lungo nella gabbia delle tigri e quelle li hanno lasciati passare.

Assolutamente non per sminuire. Ci hanno messo tantissimo del loro.

Ma 18 giorni lassù in quelle condizioni, con due discese da entrambi i versanti mentre infuriavano valanghe, bivacchi in buchi nella neve e all'aperto senza bere e mangiare... c'è chi per molto, molto meno... ci ha lasciato le penne.

A volte si dice che la montagna sembra accanirsi...
questa volta è sembrato come se per un incantesimo la montagna abbia trattenuto il fiato lasciandoli arrivare giù sani e salvi.

Per questo, come dice Moro, è un alpinismo che non indica una strada.
E' qualcosa di irripetibile e sospeso, al di fuori del tempo.

Non puoi partire progettando 18 giorni in cresta sul nanga parbat.

Io penso che questo intendesse dire Simone Moro.