Arrampicare nella Città del Vaticaiano
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Arrampicare nella Città del Vaticaiano
Arrampicare nella Città del Vaticaiano
Claudio M. Cremona
http://alpinesketches.wordpress.com/2012/03/30/arrampicare-nella-citta-del-vaticaiano/
Dove le vie del Signore sono infinite, dove è vietato calpestare i preti
e dove lo Spirito è forte ma la carne è meglio quella argentina.
[...]
Il settore del “Colonnato”
Nel settore di destra del cosiddetto “Colonnato” si contano decine di monotiri assai verticali, che sono stati aperti e attrezzati nel corso dei secoli da generazioni di monotiristi. Tuttavia, il merito maggiore va ascritto ai seguaci di tal S.Francesco di Fales, a tutti noti come i “Falesiani”.
Tra i tiri più interessanti vanno menzionati (da dx a sin):
“Santa Tacca da Nunciarìvo”, 25m, 6b+, aperta dall’alto (e te pareva) e con protezioni molto lunghe. La via segue le pronunciate cannelures a fianco dell’evidente salsicciabus color della senape parcheggiato sulla morena dai tempi della scomunica dei comunnisti. La partenza è piuttosto dura, su untume di pellegrini che si appoggiano alla base della via, per poi regalare una bellissima arrampicata fino a tre quarti della via, dove un atletico boulder consente a chi è abbastanza lungo di arrivare a una bella tacca che conclude le difficoltà.
“Santa Madonna del Riposo”, 21 mt, 7a. Via molto verticale, liscia, atletica e faticosa che peraltro attrae gli adepti della sofferenza e dell’espiazione. Parte sulla destra del bussollotto delle indulgenze, sfruttando le debolezze della carne, sale dritta a una fessurina, aggira un pulpito, rimonta una predica e punta a una grotticella subito sotto il passo chiave. Qui una statuina indica che si può riposare senza fare peccato prima di affrontare l’uscita strapiombante davvero impegnativa. Giunti in catena, i più bravi si flagellano la schiena a sangue intonando i Salmi.
“Santo Buchetto da Cala Gonone”, 20m., 5c. Bella via di aderenza su calcare da favola, cosparso di buchetti per le dita. Quando piove molti pii arrampicatori ne approfittano quasi fosse un’acquasantiera.
“Beata Placca Larenzia”, 15 m.6a. Si sviluppa su una liscia colonna rigata da bei rivoli dove si va su di piedi. E’ una delle vie obbligatorie per i seminaristi monotiristi, senza la quale difficilmente si passano gli esami. Per questo è molto ripetuta e la gran parte degli esaminandi se la tiene per ultima e si porta con sé la tesi già rilegata per impietosire il padre esaminatore.
“Santo Strapiombino da Grottaminarda”. 15 m.,7b+. E’ l’altra faccia della colonna della via precedente. La colonna, infatti, pende da una parte. Da questa è una via strapiombante, con appigli al posto giusto per chi ja fa.
“Beate Sorelle della Continuità” 35 m. 6a+. Bella via realizzata unendo con la sika due colonne una sull’altra, tanto per avere un tiro un po’ più lungo del solito. Il tettuccio a metà, punto di unione delle colonne ne rappresenta il passo chiave, superabile peraltro grazie ai buoni appigli offerti dal capitello corinzio appena sotto il tetto medesimo. La seconda parte richiede appunto continuità, e alle sue devote sorelle e ai fratelli dell’omonima Congregazione il tiro è dedicato. Attenzione, è necessaria la corda da settanta metri, altrimenti tocca salire sul terrazzone sopra il Colonnato e dirigersi a sud (ometti, pretini, suorine) per tornare alla base.
“Il martirio di San Sebastiano”, 15m., 8a+. Qui salgono quelli forti. Via breve ma decisamente difficile che va affrontata oltretutto in grande velocità per schivare le frecce dei buontemponi che si divertono a bersagliare i climbers. Ai piedi della via, i resti mortali di molti che non sono stati abbastanza veloci consentono di partire dal secondo spit, ma – come detto – il duro viene dopo.
Al centro della vasta morena, si staglia un magnifico obelisco con elegante arrampicata su geroglifici. Seguire le figurine per individuare le prese buone. Piedi liberi, di sguincio.
Passando al settore di sinistra del “Colonnato”, meritano di essere segnalati:
“Quattro Santi in Padella”, 28mt, 8c+. Via dedicata a quattro missionari finiti fuori via e precisamente in un enorme e bollente padellone messo sul fuoco da indigeni maleducati e colle scorte ridotte al lumicino.
“Autofocus di Sant’Antonio”, via da quasi zero a infinito e diaframma a piacere a seconda della profondità di campo che aggrada all’intrepido scalatore. E’ una classica via del tipo “point and climb”, tu vedi una via, premi un bottone e sei lì già che sali senza farti tanti cazzi di pensieri che grado sarà la corda è abbastanza lunga gli spit sono arrugginiti la catena sarà a posto il moschettone si aprirà ce la farò e così via. Come quasi tutte le vie del gruppo, è piena zeppa di crux. Ha il vantaggio che poi con fotosciòppete te la metti a posto come ti pare e puoi anche raddrizzare l’orizzonte.
L’uso del diaframma al di fuori della fotografia da queste parti è assolutamente vietato.
Vedi per questo la via seguente.
“O Gino o Knaus”, detta anche la “Via dell’Unico Metodo Accettato”, molto praticata dagli arrampicatori credenti in certi giorni fatidici. Si sviluppa lungo una bella fessura obliqua con difficoltà contenute ma continue, stando attenti a non toccare la catena terminale sennò si fa peccato e la famiglia si allarga. Viene chiamata così perché non si sa se l’ha fatta prima Gino (il barbiere del Borgo) o Knaus (una guardia sfizzera).[...]
[...]
La Scala AllelUIAA
Viene usata dai monotiristi per classificare la difficoltà dei pontificati in ambiente. Entrata in uso fin dai primi Vescovi di Roma, utilizzò per questo i numeri romani. Durante la cattività avignonese fu usata una scala differente, perché i francesi non sopportavano (o non avevano ancora capito) i numeri romani e si inventarono la scala santa francese. L’invenzione, che tale era in quanto di essa come di altre cose non si parla affatto nei sacri testi, fu causa di grosse controversie circa l’equivalenza tra scala santa francese e scala AllelUIAA. Ancora se ne discute e a nulla sono valsi sinodi, concilii nonchè le encicliche De Gradibus Sanctissimis, Gradus non mortuus est, De Gradatione Striscta et Lassa.
I francesi ne hanno approfittato come al solito, imponendo una ulteriore classificazione degli itinerari escursionistici:
E = eretico
EE = molto eretico
EEA = eretico assai, quasi apostata
Quando poi l’itinerarium mentis in deum si fa verticale e si cominciano a mettere le mani sulla roccia oltre che su parti decisamente sconce, i gradi sempre secondo i francesi sono:
PD = poco divino, anzi decisamente secolare
AD = abbastanza divino
D = divino
TD = molto divino, decisamente metafisico
ED = estaticamente divino, qui ci vuole un miracolo
EX = exultate homines atque oculum!, quia cascare possum
ABO =manteniamo l’abolizione dell’ICI sui beni ecclesiastici
Per i cultori della Madonna, rinviamo ad alcune sette scozzesi che classificano gli itinerari con una M seguita dal numero di apparizioni avute durante le loro glaciali ascensioni.
Ed ecco (finalmente) la scala AllelUIAA:
Leone I – papato elementare. Ogni tanto ci si china a raccogliere una pietra per lapidare allegramente qualche eretico o libero pensatore incontrato lungo il sentiero. La sera ci si scalda mandando al rogo qualche strega locale o filosofo rompicoglioni.
Giulio II – per superare qualche asperità si fa ricorso alle mani e talvolta alla spada.
Innocenzo III – il papato si fa verticale e la progressione richiede l’uso delle mani. Gli appoggi sono ancora numerosi e comodi come le schiene dei fedeli.
Clemente IV – Appoggi e appigli diminuiscono. Ci si comincia a preoccupare un po’ anche perché l’Imperatore o il Re di Spagna fanno gli schifiltosi e tardano a mandare quelle cazzo di truppe.
Sisto V – taluni passaggi diventano obbligati. Nasce la tentazione di azzerare, ma Lui ti vede.
Paolo VI – papato di movimento. Occorre andare a cercarsi appigli e appoggi dove ci stanno. Se rimani lì e non vai avanti è inutile che te la prendi con il calo delle vocazioni o qualche raro e isolato caso di preti pedofili.
Gregorio VII – papato difficile, spesso strapiombante. Azzerare è ancora peccato.
Bonifacio VIII – La via è decisamente difficile, si prendono schiaffoni.
Pio IX – Papato ai limiti del possibile, il ricorso alla fede aumenta. E se proprio non si passa, basta gridare al compagno “Non possumus !”.
Pio X – Occorre credere fermamente, senza esitazioni. Se poi ci scappa un miracolo, tanto meglio.
[...]
http://alpinesketches.wordpress.com/2012/03/30/arrampicare-nella-citta-del-vaticaiano/
Claudio M. Cremona
http://alpinesketches.wordpress.com/2012/03/30/arrampicare-nella-citta-del-vaticaiano/
Dove le vie del Signore sono infinite, dove è vietato calpestare i preti
e dove lo Spirito è forte ma la carne è meglio quella argentina.
[...]
Il settore del “Colonnato”
Nel settore di destra del cosiddetto “Colonnato” si contano decine di monotiri assai verticali, che sono stati aperti e attrezzati nel corso dei secoli da generazioni di monotiristi. Tuttavia, il merito maggiore va ascritto ai seguaci di tal S.Francesco di Fales, a tutti noti come i “Falesiani”.
Tra i tiri più interessanti vanno menzionati (da dx a sin):
“Santa Tacca da Nunciarìvo”, 25m, 6b+, aperta dall’alto (e te pareva) e con protezioni molto lunghe. La via segue le pronunciate cannelures a fianco dell’evidente salsicciabus color della senape parcheggiato sulla morena dai tempi della scomunica dei comunnisti. La partenza è piuttosto dura, su untume di pellegrini che si appoggiano alla base della via, per poi regalare una bellissima arrampicata fino a tre quarti della via, dove un atletico boulder consente a chi è abbastanza lungo di arrivare a una bella tacca che conclude le difficoltà.
“Santa Madonna del Riposo”, 21 mt, 7a. Via molto verticale, liscia, atletica e faticosa che peraltro attrae gli adepti della sofferenza e dell’espiazione. Parte sulla destra del bussollotto delle indulgenze, sfruttando le debolezze della carne, sale dritta a una fessurina, aggira un pulpito, rimonta una predica e punta a una grotticella subito sotto il passo chiave. Qui una statuina indica che si può riposare senza fare peccato prima di affrontare l’uscita strapiombante davvero impegnativa. Giunti in catena, i più bravi si flagellano la schiena a sangue intonando i Salmi.
“Santo Buchetto da Cala Gonone”, 20m., 5c. Bella via di aderenza su calcare da favola, cosparso di buchetti per le dita. Quando piove molti pii arrampicatori ne approfittano quasi fosse un’acquasantiera.
“Beata Placca Larenzia”, 15 m.6a. Si sviluppa su una liscia colonna rigata da bei rivoli dove si va su di piedi. E’ una delle vie obbligatorie per i seminaristi monotiristi, senza la quale difficilmente si passano gli esami. Per questo è molto ripetuta e la gran parte degli esaminandi se la tiene per ultima e si porta con sé la tesi già rilegata per impietosire il padre esaminatore.
“Santo Strapiombino da Grottaminarda”. 15 m.,7b+. E’ l’altra faccia della colonna della via precedente. La colonna, infatti, pende da una parte. Da questa è una via strapiombante, con appigli al posto giusto per chi ja fa.
“Beate Sorelle della Continuità” 35 m. 6a+. Bella via realizzata unendo con la sika due colonne una sull’altra, tanto per avere un tiro un po’ più lungo del solito. Il tettuccio a metà, punto di unione delle colonne ne rappresenta il passo chiave, superabile peraltro grazie ai buoni appigli offerti dal capitello corinzio appena sotto il tetto medesimo. La seconda parte richiede appunto continuità, e alle sue devote sorelle e ai fratelli dell’omonima Congregazione il tiro è dedicato. Attenzione, è necessaria la corda da settanta metri, altrimenti tocca salire sul terrazzone sopra il Colonnato e dirigersi a sud (ometti, pretini, suorine) per tornare alla base.
“Il martirio di San Sebastiano”, 15m., 8a+. Qui salgono quelli forti. Via breve ma decisamente difficile che va affrontata oltretutto in grande velocità per schivare le frecce dei buontemponi che si divertono a bersagliare i climbers. Ai piedi della via, i resti mortali di molti che non sono stati abbastanza veloci consentono di partire dal secondo spit, ma – come detto – il duro viene dopo.
Al centro della vasta morena, si staglia un magnifico obelisco con elegante arrampicata su geroglifici. Seguire le figurine per individuare le prese buone. Piedi liberi, di sguincio.
Passando al settore di sinistra del “Colonnato”, meritano di essere segnalati:
“Quattro Santi in Padella”, 28mt, 8c+. Via dedicata a quattro missionari finiti fuori via e precisamente in un enorme e bollente padellone messo sul fuoco da indigeni maleducati e colle scorte ridotte al lumicino.
“Autofocus di Sant’Antonio”, via da quasi zero a infinito e diaframma a piacere a seconda della profondità di campo che aggrada all’intrepido scalatore. E’ una classica via del tipo “point and climb”, tu vedi una via, premi un bottone e sei lì già che sali senza farti tanti cazzi di pensieri che grado sarà la corda è abbastanza lunga gli spit sono arrugginiti la catena sarà a posto il moschettone si aprirà ce la farò e così via. Come quasi tutte le vie del gruppo, è piena zeppa di crux. Ha il vantaggio che poi con fotosciòppete te la metti a posto come ti pare e puoi anche raddrizzare l’orizzonte.
L’uso del diaframma al di fuori della fotografia da queste parti è assolutamente vietato.
Vedi per questo la via seguente.
“O Gino o Knaus”, detta anche la “Via dell’Unico Metodo Accettato”, molto praticata dagli arrampicatori credenti in certi giorni fatidici. Si sviluppa lungo una bella fessura obliqua con difficoltà contenute ma continue, stando attenti a non toccare la catena terminale sennò si fa peccato e la famiglia si allarga. Viene chiamata così perché non si sa se l’ha fatta prima Gino (il barbiere del Borgo) o Knaus (una guardia sfizzera).[...]
[...]
La Scala AllelUIAA
Viene usata dai monotiristi per classificare la difficoltà dei pontificati in ambiente. Entrata in uso fin dai primi Vescovi di Roma, utilizzò per questo i numeri romani. Durante la cattività avignonese fu usata una scala differente, perché i francesi non sopportavano (o non avevano ancora capito) i numeri romani e si inventarono la scala santa francese. L’invenzione, che tale era in quanto di essa come di altre cose non si parla affatto nei sacri testi, fu causa di grosse controversie circa l’equivalenza tra scala santa francese e scala AllelUIAA. Ancora se ne discute e a nulla sono valsi sinodi, concilii nonchè le encicliche De Gradibus Sanctissimis, Gradus non mortuus est, De Gradatione Striscta et Lassa.
I francesi ne hanno approfittato come al solito, imponendo una ulteriore classificazione degli itinerari escursionistici:
E = eretico
EE = molto eretico
EEA = eretico assai, quasi apostata
Quando poi l’itinerarium mentis in deum si fa verticale e si cominciano a mettere le mani sulla roccia oltre che su parti decisamente sconce, i gradi sempre secondo i francesi sono:
PD = poco divino, anzi decisamente secolare
AD = abbastanza divino
D = divino
TD = molto divino, decisamente metafisico
ED = estaticamente divino, qui ci vuole un miracolo
EX = exultate homines atque oculum!, quia cascare possum
ABO =manteniamo l’abolizione dell’ICI sui beni ecclesiastici
Per i cultori della Madonna, rinviamo ad alcune sette scozzesi che classificano gli itinerari con una M seguita dal numero di apparizioni avute durante le loro glaciali ascensioni.
Ed ecco (finalmente) la scala AllelUIAA:
Leone I – papato elementare. Ogni tanto ci si china a raccogliere una pietra per lapidare allegramente qualche eretico o libero pensatore incontrato lungo il sentiero. La sera ci si scalda mandando al rogo qualche strega locale o filosofo rompicoglioni.
Giulio II – per superare qualche asperità si fa ricorso alle mani e talvolta alla spada.
Innocenzo III – il papato si fa verticale e la progressione richiede l’uso delle mani. Gli appoggi sono ancora numerosi e comodi come le schiene dei fedeli.
Clemente IV – Appoggi e appigli diminuiscono. Ci si comincia a preoccupare un po’ anche perché l’Imperatore o il Re di Spagna fanno gli schifiltosi e tardano a mandare quelle cazzo di truppe.
Sisto V – taluni passaggi diventano obbligati. Nasce la tentazione di azzerare, ma Lui ti vede.
Paolo VI – papato di movimento. Occorre andare a cercarsi appigli e appoggi dove ci stanno. Se rimani lì e non vai avanti è inutile che te la prendi con il calo delle vocazioni o qualche raro e isolato caso di preti pedofili.
Gregorio VII – papato difficile, spesso strapiombante. Azzerare è ancora peccato.
Bonifacio VIII – La via è decisamente difficile, si prendono schiaffoni.
Pio IX – Papato ai limiti del possibile, il ricorso alla fede aumenta. E se proprio non si passa, basta gridare al compagno “Non possumus !”.
Pio X – Occorre credere fermamente, senza esitazioni. Se poi ci scappa un miracolo, tanto meglio.
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http://alpinesketches.wordpress.com/2012/03/30/arrampicare-nella-citta-del-vaticaiano/
Ospite- Ospite
Arrampicare nella Città del Vaticaiano :: Commenti
bellissimo!!!!
ma gira ancora la guida delle arrampicate romane di claudio?
Claudio
Una delle cose più geniali e divertenti abbia mai letto
E rinfranca venire a sapere che la mia attività in montagna oscilla tra molto eretico (EE) e poco divino (PD) :mrgreen:
Una delle cose più geniali e divertenti abbia mai letto
E rinfranca venire a sapere che la mia attività in montagna oscilla tra molto eretico (EE) e poco divino (PD) :mrgreen:
A ha scritto:Arrampicare nella Città del Vaticaiano
Claudio M. Cremona
Dove le vie del Signore sono infinite, dove è vietato calpestare i preti
e dove lo Spirito è forte ma la carne è meglio quella argentina.
.....
http://alpinesketches.wordpress.com/2012/03/30/arrampicare-nella-citta-del-vaticaiano/
Claudio sei un grande!!!!!!!!!
:mrgreen:
Ah ah ah! Grazie a tutti, mi diverte far fare quattro risate agli amichi. Grazie soprattutto a Stefano per la squisita ospitalità sulle sue bellissime pagine. E adesso mi sa che è meglio che mi vado a battere un po' il petto ...
@ Fabri: le puntate precedenti sono sul mio antiquatissimo www.claudiocremona.it
@ Fabri: le puntate precedenti sono sul mio antiquatissimo www.claudiocremona.it
Manfatti, lo stile mi ricordava qualcosa di altrettanto scompiscante ma non riuscivo a ritrovarlo.claudio1949 ha scritto:Ah ah ah! Grazie a tutti, mi diverte far fare quattro risate agli amichi. Grazie soprattutto a Stefano per la squisita ospitalità sulle sue bellissime pagine. E adesso mi sa che è meglio che mi vado a battere un po' il petto ...
@ Fabri: le puntate precedenti sono sul mio antiquatissimo www.claudiocremona.it
La prossima puntata?
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