Ritratti di Grandi Alpinisti: John Bachar
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Ritratti di Grandi Alpinisti: John Bachar
Diciamolo, non aveva poi così tanti amici. Perlomeno allora, quando contribuì a rivoluzionare la scalata, sposando etiche ferree e il free climbing. Gullich non ne parlò bene, con Henry Barber furono scintille, con Ray Jardine insulti, con Ron Kauk quasi botte.
Però era il re delle scalate in free solo, prima di Croft e poi, oggi, di Potter e Honnold. Tanto da aver scalato migliaia e ...migliaia di tiri così, senza corda. Statisticamente, un record, e statisticamente, un rischio enorme. E ci ha lasciato così, cadendo senza che una corda lo tenesse. Forse non ha mai avuto un cordone ombelicale, uno così.
La prima vera impresa fu del 1975, quando con Kauk, Bridwell e Long salì in libera i primi dieci tiri della Salathé wall, battezzandoli Free Blast. Poco dopo, Henry Barber “stampò” in faccia a lui e Kauk Fish Crack, la fessura psicologica di 5.12b ( almeno 7b, ben poco proteggibile). Ne rimase colpito, accettò la lezione, e si dedicò alla parete est della Washington column, liberandola con Kauk e Long e ri chiamandola Astroman.
Di lui ricordiamo anche che nel 1981 inaugurò, nella Bachar-Yerian, la tecnica di posizionamento di uno spit mentre rimaneva appeso ad un cliff. Già, proprio così, il super etico Bachar, nemico giurato dello sport climbing e maestro del free solo, fu il vero progenitore di quella tecnica poi applicata da Scheel, Kammerlander e via dicendo. Non solo, ha sempre sostenuto che quella via è stata la più psicologica e pericolosa della sua vita. Oggi si sa che certe vie a spit sono assolutamente alpinistiche e più psicologiche di qualsiasi altra via, ma allora la Bachar Yerian fece scalpore.
Con Ron Kauk è stato il primo e vero proprio atleta del free climber, così diverso anche da Barber, che non si allenava mai. No, lui e Kauk, scrisse R. Karl, “si allenano come atleti olimpionici e scalano tutti i giorni”.
Con Peter Croft inventò le corse veloci, i concatenamenti, quelli che poi sono diventati norma, quelli che con Florine, Hirayama, gli Huber, Caldwell e Honnold hanno poi segnato dei record che sono l'anticipazione di quello che avverrà in futuro, corse in montagna per essere veloci e vincere pareti non superabili in lentezza.
Insomma, un personaggio, la storia del free climber non può esimersi da ricordarlo e questa rivista tanto meno, visto che, in fondo, niente più di un free-solo può ricordare lo Stile Alpino.
Foto e testo: proprietà STILE ALPINO
Però era il re delle scalate in free solo, prima di Croft e poi, oggi, di Potter e Honnold. Tanto da aver scalato migliaia e ...migliaia di tiri così, senza corda. Statisticamente, un record, e statisticamente, un rischio enorme. E ci ha lasciato così, cadendo senza che una corda lo tenesse. Forse non ha mai avuto un cordone ombelicale, uno così.
La prima vera impresa fu del 1975, quando con Kauk, Bridwell e Long salì in libera i primi dieci tiri della Salathé wall, battezzandoli Free Blast. Poco dopo, Henry Barber “stampò” in faccia a lui e Kauk Fish Crack, la fessura psicologica di 5.12b ( almeno 7b, ben poco proteggibile). Ne rimase colpito, accettò la lezione, e si dedicò alla parete est della Washington column, liberandola con Kauk e Long e ri chiamandola Astroman.
Di lui ricordiamo anche che nel 1981 inaugurò, nella Bachar-Yerian, la tecnica di posizionamento di uno spit mentre rimaneva appeso ad un cliff. Già, proprio così, il super etico Bachar, nemico giurato dello sport climbing e maestro del free solo, fu il vero progenitore di quella tecnica poi applicata da Scheel, Kammerlander e via dicendo. Non solo, ha sempre sostenuto che quella via è stata la più psicologica e pericolosa della sua vita. Oggi si sa che certe vie a spit sono assolutamente alpinistiche e più psicologiche di qualsiasi altra via, ma allora la Bachar Yerian fece scalpore.
Con Ron Kauk è stato il primo e vero proprio atleta del free climber, così diverso anche da Barber, che non si allenava mai. No, lui e Kauk, scrisse R. Karl, “si allenano come atleti olimpionici e scalano tutti i giorni”.
Con Peter Croft inventò le corse veloci, i concatenamenti, quelli che poi sono diventati norma, quelli che con Florine, Hirayama, gli Huber, Caldwell e Honnold hanno poi segnato dei record che sono l'anticipazione di quello che avverrà in futuro, corse in montagna per essere veloci e vincere pareti non superabili in lentezza.
Insomma, un personaggio, la storia del free climber non può esimersi da ricordarlo e questa rivista tanto meno, visto che, in fondo, niente più di un free-solo può ricordare lo Stile Alpino.
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