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Messaggio  alessandro Mar Mar 10, 2015 9:37 am

I piccoli maestri, Il partigiano Johnny, Il sentiero dei nidi di ragno...

Tre modi diversi, in un certo senso anche opposti, di raccontare la Resistenza, tre piccoli capolavori... Wink
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Messaggio  Drugo Lebowsky Mar Mar 10, 2015 1:08 pm

due bei libri e basta

che I piccoli maestri è una palla mortale.
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Messaggio  Topocane Lun Mar 23, 2015 2:30 pm

appassionati... cultori...  bibliofili...
semplici lettori....
avete letto/sentito di Erri de Luca, ieri a gaeta???? Biblioteca Virtuale - Pagina 17 Icon_pale 

un in bocca al lupo anche da qua... 
per quel che serve Biblioteca Virtuale - Pagina 17 Icon_wink
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Messaggio  alessandro Lun Mar 23, 2015 2:36 pm

Topocane ha scritto:appassionati... cultori...  bibliofili...
semplici lettori....
avete letto/sentito di Erri de Luca, ieri a gaeta???? Biblioteca Virtuale - Pagina 17 Icon_pale 

un in bocca al lupo anche da qua... 
per quel che serve Biblioteca Virtuale - Pagina 17 Icon_wink
Speriamo bene va'! Neutral Neutral Neutral

Con tutta la m...a che gli hanno tirato adesso ultimamente poi...
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Messaggio  virgy Lun Mar 23, 2015 2:56 pm

saputo saputo di Erri Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad

forzaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!




ora che aveva avuto anche l'appoggio del presidente francese e di molti intellettuali europei per la questione Tav  Rolling Eyes


http://www.repubblica.it/esteri/2015/03/22/news/_non_si_processa_un_intellettuale_hollande_in_difesa_di_erri_de_luca-110173114/?ref=fbpr
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Messaggio  virgy Mer Mag 20, 2015 7:16 am

"Qualcuno tiene alla tua vita mantenendo una corda.
Qualcuno assicura la salita, sorveglia la discesa.
E' pericoloso sporgersi, dice il cartello ufficiale dei tempi correnti.
E' necessario farlo."





Auguri Erri e forzaaaa! Very Happy
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Messaggio  Ad_adri Mer Mag 20, 2015 9:10 am

Vai Erri Very Happy 

L' opinione non puo essere un reato.
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Messaggio  alessandro Mer Mag 20, 2015 9:53 am

ok
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Messaggio  virgy Mar Giu 16, 2015 9:17 pm

di Sergio Di Cori Modigliani

Qualche giorno fa a Torino, al Politecnico, al prof. Umberto Eco è stata offerta la laurea honoris causa in comunicazione. Per l’occasione, a una domanda di un giornalista che gli chiedeva che cosa pensasse di facebook, di twitter, whatsapp, i selfie, e l’ultima nata periscope, Eco ha risposto: I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. E’ l’invasione degli imbecilli.

Si è aperta una polemica, apparentemente lecita, dividendo la massa tra detrattori del professore e sostenitori. Tra coloro che si sono gettati a difendere l’acume sottile del professore, brilla una sua alunna e assistente, la quale nel suo blog su Il Fatto Quotidiano ricorda che Eco “ha sempre anticipato i tempi e i trend…..”. L’argomentazione di Eco non appartiene all’imbecillità corrente, la sua poderosa intelligenza, infatti, è certificata dalla sua biografia, così come la sua abilità e ambizione senza confini. Umberto Eco è noto per essere una persona molto ma molto intelligente per davvero, questo aspetto non è in discussione. Ma l’intelligenza non è sufficiente per avere ragione. La sua tesi (che non è una tesi, ma la sintesi di una chiacchiera) può suscitare commenti e reazioni in Italia, dove la cultura, l’istruzione e, di conseguenza, l’informazione reale sui dibattiti reali attivi nel mondo, è svilita e non esiste.

Imbecilli forse no, ignoranti come capre, questo sì.

Anche per responsabilità di Umberto Eco. Il professore appartiene a quella schiera di intellettuali italiani latitanti che dal 1992 al 12 Giugno 2015 non hanno mai speso né investito neppure un grammo di energia per dare il proprio solido contributo a cambiare questo Paese, a renderlo più solido, più evoluto, più istruito, forse perché troppo preso dalla sua bulimia narcisista, dotata di una potenza d’impatto pari a quella della sua fulminante intelligenza. Gli analfabeti non hanno alcuna colpa e nessuna responsabilità, se non quella di essere ignoranti. Ben altra colpa è quella di coloro che avendo gli strumenti -proprio perché colti, intelligenti, informati, talentosi e in gamba come Umberto Eco- e avendo un potere assoluto da autentico monarca nel campo mediatico, universitario ed editoriale, (dato che Prima Comunicazione seguita a metterlo al primo posto nelle classifiche dell’intellettuale più potente d’Italia, dal 1998) hanno scelto di abdicare alla propria funzione pedagogica e hanno stabilito che era meglio stare fuori. Non ricordo neppure una parola da lui detta, scritta, suggerita, a proposito dello scandalo delle nomine universitarie, della vergogna dei finanziamenti pubblici all’editoria che contribuiscono ad affondare il bilancio della spesa pubblica per mantenere, sostenere, finanziare un branco di sedicenti giornalisti, scrittori, attori, registi, questi sì, in larga parte, ahimè, imbecilli veri. Non considero Umberto Eco un pensatore di avanguardia ma un ottimo divulgatore di teorie complesse altrui, essendo l’Italia un territorio coloniale dove le informazioni arrivano sempre con tragico e allarmante ritardo: se si parla della questione XYZ quando si sa che sta per sbarcare da noi, allora si fa un gran figurone e si ottiene audience. Ma il pensiero originale creativo è tutta un’altra cosa -soprattutto in campo filosofico – perché si basa sul concetto di “avanguardia anticipatrice”, è un pensiero profetico (vedi Pasolini, Calvino, Sciascia, Moravia, Berto, ecc.) e nella società attuale MacLuhan, Morin, Rawls,  Szazs, Putman, Rorty, Baumann, Rifkin, ecc. Quando Baumann ha iniziato a parlare di “società liquida” la rete neppure esisteva, così come quando il prof. Rifkin ha cominciato a parlare di condivisione dell’informazione e di open source almeno dieci anni prima che esistessero facebook e i blog personali. Questo significa prevedere trend. Il più grande studioso italiano di semiotica e di estetica, il prof. Emilio Garroni, diede una trentina di anni fa una meravigliosa definizione di Umberto Eco. “Il prof. Eco? Sì, so chi è: è un’eco”. E per lui la storia e il dibattito finiva lì.

Da almeno 4 anni si sta sviluppando a macchia d’olio la denuncia, l’allerta e il pericolo per l’intelligenza sia individuale che collettiva, dell’avvilente appiattimento che produce l’uso di facebook e di twitter, che in altre nazioni d’occidente sono considerati ormai  strumenti di comunicazione potenzialmente tossici oltre che obsoleti. Quando in Usa e Francia nel 1993 esplode la rete e nascono le chat room e il web diventa il centro propulsore di incontri erotici, in Italia nessuno sapeva neppure che esistessero. I primi timidi bloggers in lingua italiana arrivano quando, soltanto in Europa Occidentale, ce n’erano già 45 milioni. Facebook si affaccia nel nostro paese colonizzato e periferico quando in Usa si raggiunge il picco e inizia la fase discendente, così come avviene con twitter, motore propulsore di occupywallstreet nel settembre del 2012, oggi decaduto e abbandonato. Arriva adesso da noi, con passi da lumaca, l’e-book, battuto -squisito miracolo e successo dell’intelligenza collettiva pensante dell’intera civiltà occidentale- dal prorompente ritorno dell’editoria cartacea, la nuova moda delle librerie indipendenti, l’affermazione dei contenuti e della sostanza a danno del narcisismo e della visibilità. Non in Italia. Talmente prorompente, il trend, che Amazon, a New York, ha annunciato sei mesi fa l’apertura della sua prima libreria indipendente perché c’è di nuovo il pubblico: l’editoria e la narrativa autoctona in Usa, Australia, Argentina, Cile, Brasile, Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Olanda e paesi scandinavi macina consensi e vendite, mentre in Italia crolla ai minimi storici l’indice di lettura, di diffusione del libro e l’editoria non esiste più se non come apparenza.

Tra coloro che si sono affacciati negli ultimi anni alla frontiera del pensiero innovativo, si distingue la figura del più importante filosofo della comunicazione (definito il Baumann asiatico) un sudcoreano, un giovane di 55 anni di età, che si è conquistato la cattedra di Filosofia Morale e Scienze della Comunicazione in Germania, dove insegna. Si chiama Byung Chul Han.

Un suo succoso squisito testo, uscito in Italia nel 2013, è passato -per l’appunto- in silenzio. Quasi nessuno ne ha parlato. Si chiamava “Eros in agonia” pubblicato da Nottetempo. Qui di seguito vi presento in copia e incolla la recensione di una giornalista curiosa e attenta, Stefania Berbenni, che su Panorama parlava del filosofo sudcoreano.

http://www.panorama.it/cultura/libri/eros-agonia-byung-chul-nan/
“Eros in agonia” di Byung-Chul Han: troppo narcisi per godere l’eros. Esce un nuovo saggio, perfetto per chi cerca l’amore o rischia la depressione
di Stefania Berbenni

La prima volta che Byung-Chul Han è apparso sulla scena culturale italiana ha coniato l’espressione “società della stanchezza” (titolo anche del suo saggio) argomentando che siamo sempre oberati, bersagliati di informazioni, sollecitati a consumare svaghi, prodotti, emozioni. Perciò ci ritroviamo spossati, scarichi. E questo è il cuore del malessere contemporaneo. Ora il filosofo coreano, ribattezzato il “Bauman d’Oriente” (in onore al sociologo che spiegò che la nostra è una “società liquida” senza punti fermi), si è fermato a ragionare sull’Eros in agonia, titolo del suo nuovo saggio (Nottetempo, 96 pagine, 7 euro). “L’eros riguarda l’altro” scrive. La differenza fra due individui è un bene, ma purtroppo viviamo nell'”Inferno dell’uguale”, l’altro funge solo da specchio del nostro narcisismo. È in corso una razionalizzazione dell’amore; c’è troppa offerta; e soprattutto siamo tutti concentrati su noi stessi. Se le dosi del narcisismo sono troppo alte, è un attimo sprofondare nella depressione: “Il soggetto narcisistico-depressivo è esaurito e logorato da se stesso” scrive. Concentrato sul proprio ombelico (triste) è impossibilitato ad amare. E a godere: “Eros e depressione sono contrapposti… l’eros strappa il soggetto da se stesso e lo volge verso l’altro”. Sempre che ci sia un “Altro” perché Han è sconfortato nel vedere una società “ad altissima intensità acustica, con una crescente massa di informazioni” ma che non si misura con la negatività (polo positivo, polo negativo) e che non prevede alterità. Non gira energia. Non gira eros. “Il sesso è una prestazione. Il corpo non può essere amato ma solo consumato… L’amore non è più una trama, una narrazione, un dramma”. E l’eros agonizza.





E raccomando anche la lettura di questa intervista recente (tre mesi fa) allo studioso di Seoul, comparsa sul quotidiano la Repubblica, ricca di spunti illuminanti.



http://www.repubblica.it/cultura/2015/04/22/news/byung-chul_han_io_apocalittico_contro_gli_integrati_di_internet_-112583291/

“La folla che tante conquiste ha ottenuto in passato oggi è soltanto uno sterile sciame. Il mondo virtuale ha perso ogni distanza e quindi rispetto. L’anonimato e la trasparenza sul web sono un male assoluto. La cultura della “condivisione” è la commercializzazione radicale della nostra vita. Internet non unisce, ma divide. Genera un venefico narcisismo digitale. La sua estrema personalizzazione restringe, paradossalmente, i nostri orizzonti. E divora le fondamenta stesse della democrazia rappresentativa“.

A dirlo è Byung-Chul Han: 55 anni, filosofo tedesco-sud coreano con un passato nella metallurgia e brutale critico della Rete e del globo interconnesso. Se per alcuni è solo un catastrofico luddista, per altri Han è un lucido visionario del “mondo nuovo”. E, dopo i fortunati “La società della stanchezza” e “La società della trasparenza” , nel suo ultimo saggio, “Nello sciame. Visioni del digitale” ( ed. Nottetempo), Han affetta, con taglienti anatemi, i pilastri di Internet e della società digitale. “Quale democrazia è oggi possibile”, accusa Han, “rispetto a una sfera pubblica che scompare di fronte a una crescente trasformazione egotica e narcisistica? Forse una democrazia con il tasto “mi piace”?”. Se nel 1895 Gustave Le Bon profetizzava “l’età delle folle”, per “l’apocalittico” Han oggi abbiamo a che fare “con uno sciame digitale, e cioè un insieme di individui” ottimisticamente “integrati” nella Rete (per dirla alla Umberto Eco) ma allo stesso tempo isolati. Allo sciame manca l’anima e lo spirito della vecchia folla, perché se la prima “marciava in un’unica direzione, formando massa e dunque potere “, oggi lo sciame non si raduna fisicamente e “non sviluppa un’unica voce, un Noi”. Se per Marshall McLuhan l’homo electronicus era Nessuno, per Han l’homo digitalis è un Qualcuno anonimo. Che con i suoi simili riesce a plasmare soltanto una misera moltitudine.

E quindi che ruolo ha oggi questo sciame, professor Han?

“Lo sciame digitale non crea un “pubblico”. Non conduce al dialogo o al discorso, che è il cuore di una democrazia. Una vera comunità democratica non è né massa né sciame, ma un pubblico che discute. Non a caso, il Partito Pirata in Germania si è liquefatto. Volevano essere un anti-partito, ma poi si sono dovuti organizzare come i vecchi partiti. Il mezzo digitale distrugge le basi della comunità e della cittadinanza“.

Che rapporto c’è tra lo sciame e le ondate di indignazione online o, peggio, di offese gratuite che lei chiama “shitstorm” (“tempeste di sterco”), spesso generate da utenti anonimi?

“Il mezzo digitale è strettamente legato a uno stato di eccitazione. In passato, se si voleva contestare qualcuno, bisognava procurarsi carta e francobollo, scrivere una lettera, imbustarla, eccetera. Un lungo processo che scaricava l’eccitazione. Oggi, invece, basta un clic per indignarsi e scatenare online “shitstorm” diffamatorie. Spesso la comunicazione digitale ha un enorme frastuono di sottofondo e ci fa perdere la capacità di ascoltare, facoltà cruciale della democrazia. Eppure, solo nel silenzio possiamo trovare “l’altro”. La crisi dello spirito è anche una crisi di comunicazione, scriveva Michel Butor. Inoltre il web, mescolando pubblico e privato, abbatte ogni distanza e, conseguentemente, il rispetto, che sussiste solo quando è legato a un nome, a un’identità. Tuttavia, vietare l’anonimato online non è una soluzione: faciliterebbe di molto la sorveglianza totale dei cittadini“.

A questo proposito, lei negli anni ha criticato molto la “trasparenza”, anche in politica. Perché?

“La trasparenza agevola senz’altro lo scambio di informazioni. Ma quando le informazioni sono eccessive e troppo facili da reperire, ecco che il sistema sociale passa dalla fiducia al controllo. La società della trasparenza si regge su una struttura molto simile alle società della sorveglianza. E quando diventa tutto così aperto, anche la politica e la democrazia rappresentativa vanno in affanno, si riducono al chiacchiericcio. L’ansia della trasparenza totale costringe la politica a una caducità temporale che rende impossibile programmi a lungo termine“.

E perché secondo lei la trasparenza online appiattisce, oltre alla politica, anche la lingua e la cultura?

“Perché la trasparenza è di per sé pornografica. Vuole spogliare qualsiasi cosa, trasformare tutto in informazioni. Per questo non ha niente a che fare con l’arte, cui appartengono il segreto e il nascosto, o con la bellezza“.

Bellezza che, invece, online si riduce secondo lei a puro narcisismo, se solo pensiamo ai selfie. Come mai?

“Il mezzo digitale incarna autorappresentazione e autoesibizione. Il narcisismo di oggi è sintomo di un abissale e intrinseco vuoto dell’io, in crisi d’identità e sempre più irrequieto. Del resto, nella nostra epoca nulla ha durata e stabilità. E così, questo Io ansiogeno genera la dipendenza dai selfie. Qui non c’entra la vanità. Non abbiamo a che fare con un io stabile e narciso che ama se stesso, bensì con un narcisismo negativo“.

Ma non teme di avere una considerazione troppo negativa dei nuovi mezzi digitali? Ci hanno facilitato la vita, oltre a favorire lo scambio di idee e informazioni.

“Il mezzo digitale ha un enorme potenziale di emancipazione. Però, secondo me, sta diventando sempre più uno strumento di sorveglianza. Questo è preoccupante“.

Nel suo libro c’è un’immagine sontuosa: dall'”agire” siamo passati a “giocare con le dita”. Con gli smartphone, ma paurosamente anche nel lavoro.

“Se con i nuovi mezzi digitali il lavoro diventa sempre più un gioco, il gioco viene a sua volta sfruttato per aumentare sempre più efficienza e produttività. Ma c’è di più: in questo contesto, il lavoro diventa totalizzante. E, visto che siamo sempre raggiungibili, esclude assolutamente l’ozio e il tempo libero. Contempla solo una pausa. Che però è un prodotto stesso del lavoro. Il tempo libero è ben altra cosa“.

E allora cos’è oggi la libertà?

“Il potere alla base del neoliberismo non è repressivo, ma ammaliante. E soprattutto, a differenza del passato, invisibile. Quindi non c’è un nemico concreto che limita la nostra libertà. Le figure di lavoratore sfruttato e libero imprenditore spesso coincidono. Ognuno è padrone e servo di se stesso. Anche la lotta di classe è diventata una lotta contro se stessi. Il neoliberismo fa sì che la libertà si esaurisca da sola: la società della prestazione prepone la produttività alla repressione proprio grazie a un eccesso di libertà, che viene sfruttata in tutte le sue forme ed espressioni, dalle emozioni alla comunicazione. Oggi la libertà è una costrizione. Il compito del futuro sarà proprio quello di trovare una nuova libertà“.
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Messaggio  alessandro Mer Giu 17, 2015 9:37 am

Interessante Virgy Wink

soprattutto la prima parte dove ci si chiede cosa abbia fatto finora Eco per questo paese Twisted Evil Twisted Evil Twisted Evil
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Messaggio  Ad_adri Mer Giu 17, 2015 10:02 am

Come cosa ha fatto per il nostro paese eco ? Shocked

Senza di lui gli jodel come faremmo a farli ? asd



Seriamente, molto interessante anche questa parte, Italia oramai territorio di conquista coloniale...



Non considero Umberto Eco un pensatore di avanguardia ma un ottimo divulgatore di teorie complesse altrui, essendo l’Italia un territorio coloniale dove le informazioni arrivano sempre con tragico e allarmante ritardo: se si parla della questione XYZ quando si sa che sta per sbarcare da noi, allora si fa un gran figurone e si ottiene audience. Ma il pensiero originale creativo è tutta un’altra cosa -soprattutto in campo filosofico – perché si basa sul concetto di “avanguardia anticipatrice”, è un pensiero profetico (vedi Pasolini, Calvino, Sciascia, Moravia, Berto, ecc.) e nella società attuale MacLuhan, Morin, Rawls,  Szazs, Putman, Rorty, Baumann, Rifkin, ecc. Quando Baumann ha iniziato a parlare di “società liquida” la rete neppure esisteva, così come quando il prof. Rifkin ha cominciato a parlare di condivisione dell’informazione e di open source almeno dieci anni prima che esistessero facebook e i blog personali. Questo significa prevedere trend.

e anche...


Da almeno 4 anni si sta sviluppando a macchia d’olio la denuncia, l’allerta e il pericolo per l’intelligenza sia individuale che collettiva, dell’avvilente appiattimento che produce l’uso di facebook e di twitter, che in altre nazioni d’occidente sono considerati ormai  strumenti di comunicazione potenzialmente tossici oltre che obsoleti.


Ultima modifica di Ad_adri il Mer Giu 17, 2015 10:06 am - modificato 1 volta.
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Messaggio  alessandro Mer Giu 17, 2015 10:06 am

Appunto Adriano... Sciascia, Pasolini, Calvino, rispetto ad un'eco mrgreen mrgreen mrgreen

P.S. niente da dire nel suo campo (ho divorato quasi tutto della produzione di Eco), ma un intellettuale, per me, vuol dire altro. ciao Wink
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Messaggio  LucaVi Mer Giu 17, 2015 4:55 pm

Letto tutto... e sono cose che comunque avverto.
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Messaggio  alessandro Gio Giu 18, 2015 10:29 am

Ad_adri ha scritto:


Da almeno 4 anni si sta sviluppando a macchia d’olio la denuncia, l’allerta e il pericolo per l’intelligenza sia individuale che collettiva, dell’avvilente appiattimento che produce l’uso di facebook e di twitter, che in altre nazioni d’occidente sono considerati ormai  strumenti di comunicazione potenzialmente tossici oltre che obsoleti.
Comunque rimango convinto che lo strumento di rincoglionimento primario rimanga sempre e comunque la televisione...

Da quando mi son trasferito in casa nuova ne ho trovata una e dopo un anno e mezzo che non vedevo la tv italiana mi sono rimesso -con l'occhio del naturalista che osserva un fenomeno naturale- a guardarla...

Beh... da paura. Il livello di falsità, demagogia, stravolgimento della realtà e creazione di paure irrazionali mi ha lasciato sbigottito. Vedere sempre le stesse persone (dalla Gruber a Vespa, da Sallusti a Giordano), a recitare sempre il copione scritto dal padrone (che può cambiare, l'importante è orientarsi dove tira il vento)... adesso il problema dei migranti è oro che cola, dalle tv nazionali, pubbliche e non, alle emittenti locali... solo ieri sera si potevano seguire una decina di programmi dedicati a questo... se si pensa alla popolazione italiana, la meno istruita a livello europeo, con la popolazione più anziana etc... vien voglia di emigrare di nuovo Rolling Eyes Rolling Eyes mrgreen
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Messaggio  LucaVi Gio Giu 18, 2015 11:02 am

Tipo Nanni Moretti in Aprile, sull'isola, con Beautiful.
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Messaggio  alessandro Gio Giu 18, 2015 11:44 am

LucaVi ha scritto:Tipo Nanni Moretti in Aprile, sull'isola, con Beautiful.
Caro Diario non Aprile Laughing Laughing

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Messaggio  LucaVi Gio Giu 18, 2015 2:18 pm

E' vero!
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Messaggio  alessandro Ven Lug 24, 2015 12:35 pm

Che mi consigliate da leggere, cercavo qualcosa di veramente *potente*, qualcosa da farmi dimenticare il caldo e immergermi totalmente nella lettura indipendentemente da tutto il resto. Ormai in casa ho letto e riletto tutto e il contrario di tutto (e sono stufo!), vorrei qualcosa di nuovo (per me, van bene anche i classici dell'Ottocento francese mrgreen ), di coinvolgente, psicologico e visionario! Ricordo che partendo da queste pagine del forum mi indirizzai prima sulla Kristof, poi su Foster Wallace e i contemporanei americani: ecco, qualcosa di questo tipo, non m'importa il genere letterario, ho fame di letture impegnative...
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Messaggio  giangi4 Ven Lug 24, 2015 10:48 pm

io ho appena letto Q ...non è superimpegnativo ma non è male...visto che si parlava anche di eco...
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Messaggio  giangi4 Ven Lug 24, 2015 10:52 pm

anzi dopo ho letto pastorale americana....ma forse già l'hai letto
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Messaggio  virgy Mer Ago 05, 2015 6:59 am

Non posso obbedirti, non faccio più in tempo. Sta per capitare proprio ora e in questo strano posto. "Non ora, non qui". Avevi ragione, molte delle cose che mi sono accadute furono errori di tempo e di luogo, cose da dire: non ora, non qui. Però a questo vetro d'autobus mi accorgo di essere in un'ora e in un posto a me riservato da tempo.
Intorno ferve il movimento. Le porte si sono aperte, la gente sale e scende da tutte le parti urtandosi. Mi tengo vicino al vetro, c'è trambusto, ma tu e io siamo fermi. Vengono il tempo e l'occasione, vengono quando due persone si fermano: allora si incontrano.
Se uno si muove sempre, impone un verso, una direzione al tempo. Ma se uno si ferma, si impunta come un asino in mezzo al sentiero, lasciandosi prendere da una distrazione, allora anche il tempo si ferma e non è più la soma che sagoma la schiena.


Erri De Luca
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Messaggio  alessandro Mar Ago 25, 2015 4:21 pm

giangi4 ha scritto:io ho appena letto Q ...non è superimpegnativo ma non è male...visto che si parlava anche di eco...
Letto Wink Mi son fatto prestare nel frattempo quello che mi mancava dei WuMing (Altai, 54 e Il sentiero degli dei). Invece lettura sorprendente di questa settimana è stato "Todo Modo" di Sciascia: mi aveva incuriosito dopo aver visto la restaurazione della trasposizione cinematografica poco tempo fa... il libro merita (si legge velocemente). Incredibile l'attualità del testo, con riferimento alle vicende politiche di oggi (il libro è del 1974). Se vi capita o l'avete sotto mano dateci una letta/riletta cià cià
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Messaggio  kala Ven Ago 28, 2015 7:48 pm

Per la vostra biblioteca, scusate se vado OT.

Da un'intervista a tal Ramella Sergio, su PlanetMountain, di oggi --> http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=43002

Sergio Ramella è un alpinista. Ha realizzato il sito web http://www.ramellasergio.it che contiene descrizioni, schizzi e foto di circa ottocento itinerari alpinistici.

Forte, nè?

bast
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Messaggio  Drugo Lebowsky Ven Ago 28, 2015 10:01 pm

se non lo facevi notare tu, manco me ne accorgevo
beh
le smanfrinate sulla sua attività sono lecite; stronzate, ma lecite
ma le citazioni al suo sito sono un insulto a chi le relazioni le ha scritte
questo intendevi sottolineare, credo
e hai ragione perdio
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Messaggio  Pet1992 Sab Ago 29, 2015 9:13 am

kala ha scritto:
Forte, nè?

bast

si certo; forte è forte! 
Il suo sito un po' meno però.
Già il semplice fatto di appropriarsi del lavoro degli altri fa girare le palle, manda in bestia, autorizza repressioni col fuoco;
fosse, poi, almeno un sito decente meritevole di un po' di pubblicità... bah  beamerda
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