Biblioteca Virtuale
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Re: Biblioteca Virtuale
divorato in due giorni
vista diminuita di due gradi
quando una storia banale viene scritta bene.......
Stoner di John Williams
virgy- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Biblioteca Virtuale
Se posso, vi consiglierei questo:
Gordon Gekko- Admin
- Messaggi : 145
Data d'iscrizione : 14.03.12
Località : A metà piramide
Re: Biblioteca Virtuale
Ho letto quasi tutto di Cormack McCarthy. Un libro che mi mancava era “Il buio fuori” e l’ho finito nei giorni scorsi.
Non avevo fatto caso alla cronologia delle sue opere. Pensavo che “Suttree” fosse quello che aveva segnato il suo esordio nella maturità. Anche perché in “Suttree” avevo trovato tutti i suoi temi, in una forma meno cruda, meno scolpita all’essenzialità se vogliamo. Più morbida, più sopportabile.
Pensavo che i suoi personaggi, levigati dall’usura della vita come come manici di piccone da calli e sudore, fossero andati via via indurendosi nell’evolversi della sua opera. E invece li ho trovati già belli e fatti, presenti fin dall’inizio. “Il Buio fuori” è del 67, circa.
Quando McCarthy era sconosciuto.
Mi sbagliavo. Certi “colpi ad effetto” avevo il vago sospetto potessero essere ricercati appositamente. Una concessione alla spettacolarità e al business. “La strada” mi aveva dato questa sensazione, in particolare.
Insomma avevo una certa idea che mi ronzava in testa, che un po’ di astuzia da costruttore di best seller fosse stata distribuita nelle sue opere, nel tempo.
Ma “Il buio fuori” è del 67. E già c’è tutto McCarthy.
I suoi personaggi sono “forme di vita”, più che “esseri umani” così come noi tendiamo a pensare all’essere umano. Forme di vita il cui fine è arrivare al prossimo pasto, al prossimo riposo, al prossimo sorgere del sole, al prossimo paese. Cui al massimo è concessa un’ossessione stanca, vagamente senza senso.
Già in “Il buio fuori” il lettore si becca bei pugni nello stomaco per l’inquietante sensazione di prossimità con le sue forme di vita abiette e brulicanti, non dissimili da scarafaggi e che spesso come scarafaggi vivono, e muoiono.
Quello che turba è la sensazione che l’abiezione è lì, appena sotto la patina superficiale. Che ci sia un "fondo di bontà" - o di malvagità - in tutti e non sai mai come, quando e perchè, uscirà. Pensi che alcuni hanno molta più facilità di altri a lasciarla emergere. Quasi non se ne accorgono. Seguono solo l’istinto “animale” e questo li porta in territori dove la semplice istintualità non può arrivare.
Perché l’istinto guidato da una forma di intelligenza superiore, in grado di immaginare e progettare, sia pure rozzamente, può rappresentarsi in forme infinitamente più malvage di quanto può fare la pura bestialità. L’uomo ha la bestia dentro ma a questa aggiunge la sottigliezza, e la malignità, dell'intelligenza superiore. E la bestia è in tutti noi, più o meno forte e feroce... ma...
... l’idea gira che ti rigira non convince. Non è il solito concetto dell’uomo come essere capace di grandi slanci e di grandi abiezioni. Il male e il bene entrambi dentro di noi. Grandezza e caduta. E non è una questione di patina superficiale che viene grattata o di circostanze che fanno emergere il meglio, o il peggio.
E’ che nell’universo di McCarthy esistono i demoni, le incarnazioni del male puro. Che non vanno oltre la mera essenzialità del vivere e morire nella maggior parte dei casi, e che raramente, per fortuna, hanno la freddezza di perseguire uno scopo. Questi demoni non sono solo dei predatori. Sono degli assassini. Si nutrono del male. Si placano, ma solo momentaneamente, col male.
E poi esistono le vittime. A testa bassa, ignari dell’orrore che li circonda, vivono per non morire. Fino a che non entrano nella visuale degli assassini da cui difficilmente troveranno scampo. Sono altre forme di vita che cercano disperatamente di sopravvivere. Come topi.
E mentre gli assassini vanno in branco, le vittime sono sempre sole. La morte di una è la sopravvivenza dell’altra.
Sono proprio due razze diverse, quelle che vivono sulla terra, per McCarthy.
Non è la dualità presente nell’uomo. L’ambiguità. Le vette e gli abissi dell’anima. No, non è la patina.
Se scavi, se togli la patina, non trovi l’assassino sotto la vittima. La vittima resta vittima.
Quasi sempre. Sono pochi quelli che riescono a opporsi al male.
No, sono proprio due forme di vita diverse. Esteriormente simili, ma che vengono da mondi separati. In noi non c’è l’angelo e il demone. C’è l’uomo. Oppure il demone.
Non avevo fatto caso alla cronologia delle sue opere. Pensavo che “Suttree” fosse quello che aveva segnato il suo esordio nella maturità. Anche perché in “Suttree” avevo trovato tutti i suoi temi, in una forma meno cruda, meno scolpita all’essenzialità se vogliamo. Più morbida, più sopportabile.
Pensavo che i suoi personaggi, levigati dall’usura della vita come come manici di piccone da calli e sudore, fossero andati via via indurendosi nell’evolversi della sua opera. E invece li ho trovati già belli e fatti, presenti fin dall’inizio. “Il Buio fuori” è del 67, circa.
Quando McCarthy era sconosciuto.
Mi sbagliavo. Certi “colpi ad effetto” avevo il vago sospetto potessero essere ricercati appositamente. Una concessione alla spettacolarità e al business. “La strada” mi aveva dato questa sensazione, in particolare.
Insomma avevo una certa idea che mi ronzava in testa, che un po’ di astuzia da costruttore di best seller fosse stata distribuita nelle sue opere, nel tempo.
Ma “Il buio fuori” è del 67. E già c’è tutto McCarthy.
I suoi personaggi sono “forme di vita”, più che “esseri umani” così come noi tendiamo a pensare all’essere umano. Forme di vita il cui fine è arrivare al prossimo pasto, al prossimo riposo, al prossimo sorgere del sole, al prossimo paese. Cui al massimo è concessa un’ossessione stanca, vagamente senza senso.
Già in “Il buio fuori” il lettore si becca bei pugni nello stomaco per l’inquietante sensazione di prossimità con le sue forme di vita abiette e brulicanti, non dissimili da scarafaggi e che spesso come scarafaggi vivono, e muoiono.
Quello che turba è la sensazione che l’abiezione è lì, appena sotto la patina superficiale. Che ci sia un "fondo di bontà" - o di malvagità - in tutti e non sai mai come, quando e perchè, uscirà. Pensi che alcuni hanno molta più facilità di altri a lasciarla emergere. Quasi non se ne accorgono. Seguono solo l’istinto “animale” e questo li porta in territori dove la semplice istintualità non può arrivare.
Perché l’istinto guidato da una forma di intelligenza superiore, in grado di immaginare e progettare, sia pure rozzamente, può rappresentarsi in forme infinitamente più malvage di quanto può fare la pura bestialità. L’uomo ha la bestia dentro ma a questa aggiunge la sottigliezza, e la malignità, dell'intelligenza superiore. E la bestia è in tutti noi, più o meno forte e feroce... ma...
... l’idea gira che ti rigira non convince. Non è il solito concetto dell’uomo come essere capace di grandi slanci e di grandi abiezioni. Il male e il bene entrambi dentro di noi. Grandezza e caduta. E non è una questione di patina superficiale che viene grattata o di circostanze che fanno emergere il meglio, o il peggio.
E’ che nell’universo di McCarthy esistono i demoni, le incarnazioni del male puro. Che non vanno oltre la mera essenzialità del vivere e morire nella maggior parte dei casi, e che raramente, per fortuna, hanno la freddezza di perseguire uno scopo. Questi demoni non sono solo dei predatori. Sono degli assassini. Si nutrono del male. Si placano, ma solo momentaneamente, col male.
E poi esistono le vittime. A testa bassa, ignari dell’orrore che li circonda, vivono per non morire. Fino a che non entrano nella visuale degli assassini da cui difficilmente troveranno scampo. Sono altre forme di vita che cercano disperatamente di sopravvivere. Come topi.
E mentre gli assassini vanno in branco, le vittime sono sempre sole. La morte di una è la sopravvivenza dell’altra.
Sono proprio due razze diverse, quelle che vivono sulla terra, per McCarthy.
Non è la dualità presente nell’uomo. L’ambiguità. Le vette e gli abissi dell’anima. No, non è la patina.
Se scavi, se togli la patina, non trovi l’assassino sotto la vittima. La vittima resta vittima.
Quasi sempre. Sono pochi quelli che riescono a opporsi al male.
No, sono proprio due forme di vita diverse. Esteriormente simili, ma che vengono da mondi separati. In noi non c’è l’angelo e il demone. C’è l’uomo. Oppure il demone.
buzz- Messaggi : 7223
Data d'iscrizione : 25.11.11
Re: Biblioteca Virtuale
vi consiglio questo libro che mi è piaciuto tantissimo: semplice ma duro, che colpisce al centro senza tanti fronzoli. Non la solita sciroppata di dati sulla crisi ecologica, economica ed etica, ma le possibili strade da intraprendere per cambiare. "Strade" che sento sempre più spesso a incontri o tra associazioni, ma che occorre diffondere di più.
un libro citati quasi altri 100 libri-articoli-statistiche-dati da approfondire e da leggere
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zietta- Messaggi : 927
Data d'iscrizione : 13.03.12
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Re: Biblioteca Virtuale
ciao zietta !
non vedo foto dall'ufficio, che libro è per favore ???
non vedo foto dall'ufficio, che libro è per favore ???
Silvio- Messaggi : 2507
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zietta- Messaggi : 927
Data d'iscrizione : 13.03.12
Località : BZ-forse torno a RE
Re: Biblioteca Virtuale
anche questo merita...
http://www.freebear.eu/letteratura-orgasmica-ovvero-come-ti-leggo-un-libro-con-un-vibratore-tra-le-gambe/
Tornando seri... sto andando avanti (un po' lentamento rispetto i miei standard ma sono sempre molto stanco la sera... ) con Point Lenana.
Italiani brava gente... non che caschi dalle nuvole, ma fa un certo che leggere delle innumerevoli atrocità perpetrate dagli italiani prima in Libia e poi durante l'invasione dell'Etiopia...
http://www.freebear.eu/letteratura-orgasmica-ovvero-come-ti-leggo-un-libro-con-un-vibratore-tra-le-gambe/
Tornando seri... sto andando avanti (un po' lentamento rispetto i miei standard ma sono sempre molto stanco la sera... ) con Point Lenana.
Italiani brava gente... non che caschi dalle nuvole, ma fa un certo che leggere delle innumerevoli atrocità perpetrate dagli italiani prima in Libia e poi durante l'invasione dell'Etiopia...
Ospite- Ospite
Re: Biblioteca Virtuale
Ho finito Point Lenana e già che c'ero ho subito ripreso a leggerlo una seconda volta perchè c'è veramente tanta carne al fuoco e in prima lettura tante cose si perdono, soprattutto se non si è assidui ma un po' distratti come il sottoscritto...
Comunque lettura che merita assolutamente! Ne viene fuori un ritratto importante sulla figura di Benuzzi, sul suo compagno di fuga e medico Giovanni Balletto... e su tutta l'avventura coloniale fascista in Africa: non male e spunto di riflessioni, anche sulle vicende odierne...
Nel frattempo mi sono reimmerso nella lettura del capolavoro di Kundera "Nesnesitelná lehkost bytí"
ciao!
Comunque lettura che merita assolutamente! Ne viene fuori un ritratto importante sulla figura di Benuzzi, sul suo compagno di fuga e medico Giovanni Balletto... e su tutta l'avventura coloniale fascista in Africa: non male e spunto di riflessioni, anche sulle vicende odierne...
Nel frattempo mi sono reimmerso nella lettura del capolavoro di Kundera "Nesnesitelná lehkost bytí"
ciao!
Ospite- Ospite
Re: Biblioteca Virtuale
Qualcuno conosce Raymond Carver o hai mai letto qualcosa?
Da letture disparate negli ultimi tempi, mi è arrivata per ben tre volte un aggancio a questo autore americano, e mi ha parecchio ispirato: volevo quindi leggermi qualcosa (lunedì ho 5 ore di treno a/r da impiegare al meglio ).
Da letture disparate negli ultimi tempi, mi è arrivata per ben tre volte un aggancio a questo autore americano, e mi ha parecchio ispirato: volevo quindi leggermi qualcosa (lunedì ho 5 ore di treno a/r da impiegare al meglio ).
Ospite- Ospite
Re: Biblioteca Virtuale
Regalo di Natale molto azzeccato... mi sono divertito a leggerlo. Autobiografia semi-seria, dove la vita dell'autore scorre a fianco degli avvenimenti dell'Italia, da Berlinguer al sequestro Moro, da Craxi a Berlusconi (il libro è proprio diviso di due sezioni: io e Berlinguer, io e Berlusconi). Prima parte molto piacevole, ironica e divertente. Nella seconda qualcosa si spezza: nonostante l'autore (dichiaratamente "di sinistra") parta con una condivisibile autocritica degli errori commessi dalla sinistra italiana nei confronti del "fenomeno" berlusconi, si perde però nel ragionamento e finisce col darmi comunque l'impressione di una puzza di "radical chic(isimo)" che tradisce un po' tutto il ragionamento... comunque si legge volentieri e senza affanni. ciao!
Il titolo prende origine da uno scritto di Natalia Ginzburg.
Ospite- Ospite
Re: Biblioteca Virtuale
"Amare è un verbo scatenato.
Non risparmia niente di se stessi.
Chi ama è stato pronto per una volta almeno
a smettere di vivere per stare con quel verbo,
altrimenti non lo conosce né lo sa annunciare."
Erri De Luca, da " Bizzarrie della Provvidenza"
Non risparmia niente di se stessi.
Chi ama è stato pronto per una volta almeno
a smettere di vivere per stare con quel verbo,
altrimenti non lo conosce né lo sa annunciare."
Erri De Luca, da " Bizzarrie della Provvidenza"
virgy- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Biblioteca Virtuale
Segnàlo per questo sabato 5 aprile (per i forumisti del NE e limitrofi)
http://www.paroleaconfine.it/edizione-2014/il-programma/giovanni-lindo-ferretti-in-bella-gente-dappennino-3/
http://www.paroleaconfine.it/edizione-2014/il-programma/giovanni-lindo-ferretti-in-bella-gente-dappennino-3/
Ulrich Anders- Messaggi : 9
Data d'iscrizione : 24.03.14
Re: Biblioteca Virtuale
Ospite ha scritto:Qualcuno conosce Raymond Carver o hai mai letto qualcosa?
Da letture disparate negli ultimi tempi, mi è arrivata per ben tre volte un aggancio a questo autore americano, e mi ha parecchio ispirato: volevo quindi leggermi qualcosa (lunedì ho 5 ore di treno a/r da impiegare al meglio ).
ho letto tutta la narrativa, di Carver, più qualcosa di saggistica.
è specializzato nel racconto breve. i suoi libri sono quindi raccolte di racconti.
"il difficile è togliere" il concetto sulla scrittura che lo ha reso famoso.
i suoi racconti sono sprazzi di ordinaria vita vissuta, in cui fa passare senzazioni, più che descriverle.
Le sue storie sono banali, senza colpi di scena, scritte in una prosa piana, minimalista.
Frasi breve. Spesso prive del verbo. Il più possibile simili al parlato o al "pensato".
Lavora di cesello veramente, leggendolo ci si rende conto. Dietro l'apparente semplicità c'è un lavoro certosino, una cura maniacale per dare il massimo con il minimo.
E' un impressionista delle parole, ma le sue pennellate non sono per niente casuali.
da wikipedia:
Carver procede secondo la teoria dell'omissione che esclude tutto quello che non è fondamentale enunciare:
« "È difficile essere semplici. La lingua dei miei racconti è quella di cui la gente fa comunemente uso, ma al tempo stesso è una prosa che va sottoposta a un duro lavoro prima che risulti trasparente, cristallina. Questa non è una contraddizione in termini. Arrivo a sottoporre un racconto persino a quindici revisioni. A ogni revisione il racconto cambia. Ma non c'è nulla di automatico; si tratta piuttosto di un processo. Scrivere è un processo di rivelazione."
da leggere
"Cattedrale"
"Vuoi star zitta per favore?"
buzz- Messaggi : 7223
Data d'iscrizione : 25.11.11
Re: Biblioteca Virtuale
Grazie Buzz!buzz ha scritto:
ho letto tutta la narrativa, di Carver, più qualcosa di saggistica.
è specializzato nel racconto breve. i suoi libri sono quindi raccolte di racconti.
"il difficile è togliere" il concetto sulla scrittura che lo ha reso famoso.
i suoi racconti sono sprazzi di ordinaria vita vissuta, in cui fa passare senzazioni, più che descriverle.
Le sue storie sono banali, senza colpi di scena, scritte in una prosa piana, minimalista.
Frasi breve. Spesso prive del verbo. Il più possibile simili al parlato o al "pensato".
Lavora di cesello veramente, leggendolo ci si rende conto. Dietro l'apparente semplicità c'è un lavoro certosino, una cura maniacale per dare il massimo con il minimo.
E' un impressionista delle parole, ma le sue pennellate non sono per niente casuali.
da wikipedia:
Carver procede secondo la teoria dell'omissione che esclude tutto quello che non è fondamentale enunciare:
« "È difficile essere semplici. La lingua dei miei racconti è quella di cui la gente fa comunemente uso, ma al tempo stesso è una prosa che va sottoposta a un duro lavoro prima che risulti trasparente, cristallina. Questa non è una contraddizione in termini. Arrivo a sottoporre un racconto persino a quindici revisioni. A ogni revisione il racconto cambia. Ma non c'è nulla di automatico; si tratta piuttosto di un processo. Scrivere è un processo di rivelazione."
da leggere
"Cattedrale"
"Vuoi star zitta per favore?"
non fai che confermare le mie impressioni positive circa Carver... e grazie anche per le dritte narrative.
Tra le tante cose da fare mi ispirava anche vedere Short Cuts, l'adattamento cinematografico di Robert Altman basato sui racconti dell'autore americano... non deve essere male!
Saluti.
Ulrich Anders- Messaggi : 9
Data d'iscrizione : 24.03.14
Re: Biblioteca Virtuale
Ciao Gabriel......
Se per un istante Dio si dimenticherà che
sono una marionetta di stoffa e
mi regalerà un poco di vita, probabilmente non
direi tutto quello che penso,
ma in definitiva penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose, non per quello che valgono,
ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più,
capisco che per ogni minuto che chiudiamo gli
occhi, perdiamo sessanta secondi di luce.
Andrei avanti quando gli altri si fermano,
starei sveglio quando gli altri dormono,
ascolterei quando gli altri parlano e
come gusterei un buon gelato al cioccolato!!
Se Dio mi regalasse un poco di vita,
vestirei semplicemente,
mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente
il mio corpo ma anche la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei
il mio odio sul ghiaccio e
aspetterei che si sciogliesse al sole.
Dipingerei con un sogno di Van Gogh
sopra le stelle un poema di Benedetti
e una canzone di Serrat sarebbe la serenata
che offrirei alla luna.
Innaffierei con le mie lacrime le rose,
per sentire il dolore delle loro spine
e il carnoso bacio dei loro petali...
Dio mio, se io avessi un poco di vita...
Non lascerei passare un solo giorno
senza dire alle persone che amo,
che le amo.Convincerei tutti gli uomini e le donne
che sono i miei favoriti e
vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini proverei
quanto sbagliano al pensare
che smettono di innamorarsi
quando invecchiano, senza sapere
che invecchiano quando smettono di innamorarsi.
A un bambino gli darei le ali,
ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Agli anziani insegnerei
che la morte non arriva con la vecchiaia
ma con la dimenticanza.
Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
Ho imparato che tutto il mondo ama vivere
sulla cima della montagna,
senza sapere che la vera felicità
sta nel risalire la scarpata.
Ho imparato che
quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno,
per la prima volta, il dito di suo padre,
lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo
ha il diritto di guardarne un altro
dall'alto al basso solamente
quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose
che ho potuto imparare da voi,
ma realmente,
non mi serviranno a molto,
perché quando mi metteranno
dentro quella valigia,
infelicemente starò morendo.
virgy- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Biblioteca Virtuale
scusate ma i libri del ciclo della fondazione di asimov non erano 7?
preludio alla fondazione
fondazione anno zero
fondazione
fondazione e impero
seconda fondazione
l'orlo della fondazione
fondazione e terra
preludio alla fondazione
fondazione anno zero
fondazione
fondazione e impero
seconda fondazione
l'orlo della fondazione
fondazione e terra
flicker- Messaggi : 251
Data d'iscrizione : 23.03.12
Re: Biblioteca Virtuale
l'edizione (oscar mondadori) che ho tra le mani contiene questi 4. ciao!flicker ha scritto:
fondazione
fondazione e impero
seconda fondazione
l'orlo della fondazione
Ospite- Ospite
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