Cos'hanno di tanto speciale gli anni ottanta?
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Cos'hanno di tanto speciale gli anni ottanta?
Sono serio e vorrei capire. Non è mia intenzione aprire l'ennesimo topic celebrativo, anzi
Prima, nessuno li considerava. Erano nel dimenticatoio. Ora tutti ne parlano. Ad esempio su FV c'è quel topic celebrativo, poi hanno anche aperto una pagina su fb con più di 1000 mi piace. E tutte le volte che parli di quegli anni, la gente sgrana gli occhioni e sta ad ascoltarti. I "piccoli" sospirano "peccato non esserci stato"... i nonni mormorano "mi ricordo"... "bei tempi", ed altre cose stucchevoli di questo tipo
Io, che c'ero, che ho respirato appieno quegli anni e quell'aria di rivoluzione, dico che sì, era bello e anche molto stimolante, ma non è che si era tutti amici ed era molto meglio di oggi, eh? C'erano attriti, polemiche, invidie, colpi bassi e personaggi insopportabili anche allora. Di questo bisognerebbe parlare. O almeno, anche. Col filtro del tempo sembrano, sembriamo, tutti santi, ma non era così
Tuttavia oggi tutti paiono ossessionati da quell'epoca "d'oro", e se ne parla secondo me oltre misura. O per lo meno di più che qualche tempo fa. A quando dei bei paginoni sullo "Scarpone", al posto dei soliti su Comici, Maestri, Bonatti? :mrgreen:
Dunque perchè tanto interesse d'improvviso? E cos'hanno avuto, di tanto speciale, quegli anni?
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Prima, nessuno li considerava. Erano nel dimenticatoio. Ora tutti ne parlano. Ad esempio su FV c'è quel topic celebrativo, poi hanno anche aperto una pagina su fb con più di 1000 mi piace. E tutte le volte che parli di quegli anni, la gente sgrana gli occhioni e sta ad ascoltarti. I "piccoli" sospirano "peccato non esserci stato"... i nonni mormorano "mi ricordo"... "bei tempi", ed altre cose stucchevoli di questo tipo
Io, che c'ero, che ho respirato appieno quegli anni e quell'aria di rivoluzione, dico che sì, era bello e anche molto stimolante, ma non è che si era tutti amici ed era molto meglio di oggi, eh? C'erano attriti, polemiche, invidie, colpi bassi e personaggi insopportabili anche allora. Di questo bisognerebbe parlare. O almeno, anche. Col filtro del tempo sembrano, sembriamo, tutti santi, ma non era così
Tuttavia oggi tutti paiono ossessionati da quell'epoca "d'oro", e se ne parla secondo me oltre misura. O per lo meno di più che qualche tempo fa. A quando dei bei paginoni sullo "Scarpone", al posto dei soliti su Comici, Maestri, Bonatti? :mrgreen:
Dunque perchè tanto interesse d'improvviso? E cos'hanno avuto, di tanto speciale, quegli anni?
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Cos'hanno di tanto speciale gli anni ottanta? :: Commenti
Re: Cos'hanno di tanto speciale gli anni ottanta?
flaviop ha scritto:Una cosa che mi ricorda gli anni 80 era l'abbigliamento, ognuno se lo faceva , le case provavano a seguire l'onda...riuscivano solo a vendere ai "rigidi".
Io ho avuto la "fortuna" di avere uno stop di un po di anni, questo mi ha permesso di vedere le cose con un'ottica piu libera, che shock, quando salito in Giannetti ho trovato questa gente vestita uguale con quella specie di X da tutte le parti e.....quelle scarpe oh oh scarponi gialli e rossi al pensiero che si andava con una "salopette" da meccanico e i ramponi sulle EB da via.... bohh
valore aggiunto degli anni 80
flaviop ha scritto:
Una cosa che mi ricorda gli anni 80 era l'abbigliamento, ognuno se lo faceva , le case provavano a seguire l'onda...riuscivano solo a vendere ai "rigidi".
Io ho avuto la "fortuna" di avere uno stop di un po di anni, questo mi ha permesso di vedere le cose con un'ottica piu libera, che shock, quando salito in Giannetti ho trovato questa gente vestita uguale con quella specie di X da tutte le parti e.....quelle scarpe oh oh scarponi gialli e rossi al pensiero che si andava con una "salopette" da meccanico e i ramponi sulle EB da via.... bohh
le x le usano solo 2 tipi di persone. gli sponsorizzati e gli sfigati...
ognuno si metta dove ritiene meglio
La visione (francese) di Bernard Vaucher (da Les Fous du Verdon, edito in Italia come Quei pazzi del Verdon):
Mutanti, extraterrestri: sono questi i soprannomi di Edlinger e Berhault. C'è davvero stata una mutazione: l'inizio degli anni '80 segna la separazione tra l'arrampicata e la montagna, il suo ambiente originario. E' un'operazione dolorosa per gli ambienti tradizionalisti, come alcune frange del Club Alpino, per esempio, che faticano molto ad accettarla. Veicolata dai mass media, l'immagine dell'angelo biondo a mani nude influenza anche le riviste. Sino alla fine degli anni '70 esisteva un'unica pubblicazione, La Montagne & Alpinisme, la rivista molto ortodossa del Club Alpino Francese. [...] Quasi in contemporanea appaiono AlpiRando e Montagnes Magazine, seguite alcuni anni dopo da Vertical. Nonostante il carattere eclettico, Vertical nelle ultime pagine propone ai lettori un fumetto, oltre che la cronaca delle ascensioni che ricorda gli anni migliori di LM&A. Inoltre, l'iconografia è spettacolare e i primi numeri sono spesso arricchiti da una 'Vertical girl' seducente in tenuta succinta. L'aspetto umoristico affianca le informazioni più serie, con grande gioia dei lettori. E' interessante vedere come Michel Parmentier (alpinista, scialpinista e giornalista francese scomparso sull'Everest nel 1988) valuti questa evoluzione:
"Fine degli anni '70. Meno petrolio, molti progetti. Gli editori si lanciano. La moda, però, è il cheap. Lo slogan: la clientela c'è, ma si accontenterà di poco. Inoltre la base dei nostri militanti è costituita da piccoli borghesi e scout. Per loro il lusso continua a essere un peccato. Bisogna creare qualcosa di poco costoso. E' l'era della carta straccia.
Inizi degli anni '80. La tendenza si inverte. I grandi settimanali aumentano la grammatura. Lui e Playboy sono i più apprezzati. La clientela vuole sognare e per questo è anche disposta a pagare. Un brivido per i professionisti dell'editoria alpina. Nasce Vertical, e sulla scia di quella bella nave la concorrenza cambia rotta. Direzione: il bello. [...] Cambiano anche i modelli. E' finito il tempo degli zotici e degli scout capelloni. Meglio il divertimento, gli strass, i muscoli longilinei."
Mutanti, extraterrestri: sono questi i soprannomi di Edlinger e Berhault. C'è davvero stata una mutazione: l'inizio degli anni '80 segna la separazione tra l'arrampicata e la montagna, il suo ambiente originario. E' un'operazione dolorosa per gli ambienti tradizionalisti, come alcune frange del Club Alpino, per esempio, che faticano molto ad accettarla. Veicolata dai mass media, l'immagine dell'angelo biondo a mani nude influenza anche le riviste. Sino alla fine degli anni '70 esisteva un'unica pubblicazione, La Montagne & Alpinisme, la rivista molto ortodossa del Club Alpino Francese. [...] Quasi in contemporanea appaiono AlpiRando e Montagnes Magazine, seguite alcuni anni dopo da Vertical. Nonostante il carattere eclettico, Vertical nelle ultime pagine propone ai lettori un fumetto, oltre che la cronaca delle ascensioni che ricorda gli anni migliori di LM&A. Inoltre, l'iconografia è spettacolare e i primi numeri sono spesso arricchiti da una 'Vertical girl' seducente in tenuta succinta. L'aspetto umoristico affianca le informazioni più serie, con grande gioia dei lettori. E' interessante vedere come Michel Parmentier (alpinista, scialpinista e giornalista francese scomparso sull'Everest nel 1988) valuti questa evoluzione:
"Fine degli anni '70. Meno petrolio, molti progetti. Gli editori si lanciano. La moda, però, è il cheap. Lo slogan: la clientela c'è, ma si accontenterà di poco. Inoltre la base dei nostri militanti è costituita da piccoli borghesi e scout. Per loro il lusso continua a essere un peccato. Bisogna creare qualcosa di poco costoso. E' l'era della carta straccia.
Inizi degli anni '80. La tendenza si inverte. I grandi settimanali aumentano la grammatura. Lui e Playboy sono i più apprezzati. La clientela vuole sognare e per questo è anche disposta a pagare. Un brivido per i professionisti dell'editoria alpina. Nasce Vertical, e sulla scia di quella bella nave la concorrenza cambia rotta. Direzione: il bello. [...] Cambiano anche i modelli. E' finito il tempo degli zotici e degli scout capelloni. Meglio il divertimento, gli strass, i muscoli longilinei."
- Verdon -
Jerry Moffat on "Septieme Sot" 7b/c (first onsight)
Chamonix 1988 - Aiguille du midi - "L'enfer du décor" 7b+
buzz ha scritto:
Tony Yaniro e il suo movimento
è capitato di parlane da poco in falesia con un paio di amici, gli altri presenti manco sapevano cosa fosse; inutile dire ci siamo subitamente qualificati come "VECCHI & OBSOLETI"
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