Cos'hanno di tanto speciale gli anni ottanta?
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Cos'hanno di tanto speciale gli anni ottanta?
Sono serio e vorrei capire. Non è mia intenzione aprire l'ennesimo topic celebrativo, anzi
Prima, nessuno li considerava. Erano nel dimenticatoio. Ora tutti ne parlano. Ad esempio su FV c'è quel topic celebrativo, poi hanno anche aperto una pagina su fb con più di 1000 mi piace. E tutte le volte che parli di quegli anni, la gente sgrana gli occhioni e sta ad ascoltarti. I "piccoli" sospirano "peccato non esserci stato"... i nonni mormorano "mi ricordo"... "bei tempi", ed altre cose stucchevoli di questo tipo
Io, che c'ero, che ho respirato appieno quegli anni e quell'aria di rivoluzione, dico che sì, era bello e anche molto stimolante, ma non è che si era tutti amici ed era molto meglio di oggi, eh? C'erano attriti, polemiche, invidie, colpi bassi e personaggi insopportabili anche allora. Di questo bisognerebbe parlare. O almeno, anche. Col filtro del tempo sembrano, sembriamo, tutti santi, ma non era così
Tuttavia oggi tutti paiono ossessionati da quell'epoca "d'oro", e se ne parla secondo me oltre misura. O per lo meno di più che qualche tempo fa. A quando dei bei paginoni sullo "Scarpone", al posto dei soliti su Comici, Maestri, Bonatti? :mrgreen:
Dunque perchè tanto interesse d'improvviso? E cos'hanno avuto, di tanto speciale, quegli anni?
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Prima, nessuno li considerava. Erano nel dimenticatoio. Ora tutti ne parlano. Ad esempio su FV c'è quel topic celebrativo, poi hanno anche aperto una pagina su fb con più di 1000 mi piace. E tutte le volte che parli di quegli anni, la gente sgrana gli occhioni e sta ad ascoltarti. I "piccoli" sospirano "peccato non esserci stato"... i nonni mormorano "mi ricordo"... "bei tempi", ed altre cose stucchevoli di questo tipo
Io, che c'ero, che ho respirato appieno quegli anni e quell'aria di rivoluzione, dico che sì, era bello e anche molto stimolante, ma non è che si era tutti amici ed era molto meglio di oggi, eh? C'erano attriti, polemiche, invidie, colpi bassi e personaggi insopportabili anche allora. Di questo bisognerebbe parlare. O almeno, anche. Col filtro del tempo sembrano, sembriamo, tutti santi, ma non era così
Tuttavia oggi tutti paiono ossessionati da quell'epoca "d'oro", e se ne parla secondo me oltre misura. O per lo meno di più che qualche tempo fa. A quando dei bei paginoni sullo "Scarpone", al posto dei soliti su Comici, Maestri, Bonatti? :mrgreen:
Dunque perchè tanto interesse d'improvviso? E cos'hanno avuto, di tanto speciale, quegli anni?
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Cos'hanno di tanto speciale gli anni ottanta? :: Commenti
Re: Cos'hanno di tanto speciale gli anni ottanta?
ci sono alpinisti come Massarotto, Cozzolino, Libera (i primi che mi vengono in mente) ed altri che non hanno mai detto molto ed è difficile anche parlarci (quando sono ancora vivi, eh? ). Sono gli altri che oggi raccontano di loro. Hanno un sacco di estimatori, in buona parte perchè sono non-comunicatori. Particolarmente al nord-est c'è molto apprezzamento per uno che non grida ai 4 venti ciò che fa. Noi del nord-ovest abbiamo avuto un altro imprinting e sono rari questi personaggi
Però bisogna stare attenti. C'è anche chi è perfettamente consapevole di questi meccanismi e li sfrutta ad arte. Fa filtrare solo alcune notizie, fa parlare lo scudiero di turno, e alimenta il mito. A questi preferisco mille volte un Bubu, con tutti i suoi difetti e la sua ingenuità, ma almeno un personaggio vero, umano
Però bisogna stare attenti. C'è anche chi è perfettamente consapevole di questi meccanismi e li sfrutta ad arte. Fa filtrare solo alcune notizie, fa parlare lo scudiero di turno, e alimenta il mito. A questi preferisco mille volte un Bubu, con tutti i suoi difetti e la sua ingenuità, ma almeno un personaggio vero, umano
Se vivi il presente al passato ci pensi poco.
Più la lista delle cose che fai si assottiglia troppo, e diventa sempre più corposa quella delle cose che facevi, allora è più facile spostare l'attenzione sulla seconda. E sei fregato.
Più la lista delle cose che fai si assottiglia troppo, e diventa sempre più corposa quella delle cose che facevi, allora è più facile spostare l'attenzione sulla seconda. E sei fregato.
Ad_buzz ha scritto:Se vivi il presente al passato ci pensi poco.
Più la lista delle cose che fai si assottiglia troppo, e diventa sempre più corposa quella delle cose che facevi, allora è più facile spostare l'attenzione sulla seconda. E sei fregato.
secondo me non è questione solo di cose che fai, ma anche di una predisposizione, di indole caratteriale, di esperienze di vita
e visto che non è solo un semplice "conto" di cose fatte e da fare ecc ecc, ma, secondo me, molto di più...anche l'ultimo tuo E sei fregato, lo ridimensionerei molto, visto che alcune persone hanno proprio bisogno o si costruiscono questo mondo al passato per sopravvivere meglio il presente o sopportare il futuro e quindi queste, creandoselo o avendone bisogno.....non sono poi tanto "fregate", ma anzi "aiutate"
no...
per me, intendo, per il mio punto di vista, sei fregato.
perché quando avviene hai iniziato a morire.
per me, intendo, per il mio punto di vista, sei fregato.
perché quando avviene hai iniziato a morire.
Drugo Lebowsky ha scritto:sono nato morto.
mi dispiace
mi è venuta in mente la Fiera di San Lazzaro e il retroscena della vecchia Non so perchè, ho questi flesc bec
cosa hanno di speciale?
Quando penso agli anni ottanta ho come un senso di irritazione. Per la brutta musica, per la cultura in genere di quel periodo.
La Rivista della Montagna che era quadrimestrale diventa mensile ... nasce addirittura un'altra rivista, ALP sull'onda degli exploit, dell'immagine... sì, l'immagine prima di tutto... i colori sgargianti, corde e scarpette, le tute fuxia, giallo nitro... abbigliamenti e attrezzature improbabili, i monosci.
E' la fine dell'alpinista 'completo' all round che comincia a diventare uno specialista. Nascono le gare di arrampicata e le federazioni. Si pensa addirittura che non ci siano più problemi alpinistici tanto da inventarsi qualcos'altro.
E la montagna diventa generalista e invasa... come Messner riempie i palazzetti e anche le librerie. Dal nulla è la proliferazione di libri a grande formato e guide. Si fotografano e sezionano i passaggi 'mitici' che vengono scanditi da nuove scale di gradazione.
La montagna fino a quel momento epica ed eroicizzata dai racconti di pochi grandi comincia a svelarsi fin troppo e a perdere di un suo antico fascino, di cose raccontate e mai viste, vissute e irripetibili.
Quando penso agli anni ottanta ho come un senso di irritazione. Per la brutta musica, per la cultura in genere di quel periodo.
La Rivista della Montagna che era quadrimestrale diventa mensile ... nasce addirittura un'altra rivista, ALP sull'onda degli exploit, dell'immagine... sì, l'immagine prima di tutto... i colori sgargianti, corde e scarpette, le tute fuxia, giallo nitro... abbigliamenti e attrezzature improbabili, i monosci.
E' la fine dell'alpinista 'completo' all round che comincia a diventare uno specialista. Nascono le gare di arrampicata e le federazioni. Si pensa addirittura che non ci siano più problemi alpinistici tanto da inventarsi qualcos'altro.
E la montagna diventa generalista e invasa... come Messner riempie i palazzetti e anche le librerie. Dal nulla è la proliferazione di libri a grande formato e guide. Si fotografano e sezionano i passaggi 'mitici' che vengono scanditi da nuove scale di gradazione.
La montagna fino a quel momento epica ed eroicizzata dai racconti di pochi grandi comincia a svelarsi fin troppo e a perdere di un suo antico fascino, di cose raccontate e mai viste, vissute e irripetibili.
Mah... a me sembra che il topic sia partito dal chiedersi come mai si celebra l'arrampicata degli anni '80, non gli anni '80 in toto.
I topic su FV e FB cui MauMau fa riferimento sono delle raccolte di figurine sull'arrampicata, con un po' di storia e curiosità dietro.
Va da sé che chi è un reduce nostalgico le vedrà con quegli occhi, ma chi non lo è no.
Quindi, perché si celebra l'arrampicata degli anni '80?
Mi ripeto, e lo so che la mia è un'analisi da 2 centesimi, ma mi sembra di poter dire che in quel periodo c'è stata la scoperta e lo sviluppo dell'arrampicata in falesia.
E' questo che rende gli anni '80 speciali e irripetibili per l'arrampicata.
Sicuramente sia prima che dopo ci sono stati personaggi ed "imprese" (o prestazioni, o chiamatele come volete) straordinari/e, ma l'arrampicata come la pratichiamo oggi è nata e si è sviluppata in quegli anni.
Sbaglio?
Semplifico troppo?
I topic su FV e FB cui MauMau fa riferimento sono delle raccolte di figurine sull'arrampicata, con un po' di storia e curiosità dietro.
Va da sé che chi è un reduce nostalgico le vedrà con quegli occhi, ma chi non lo è no.
Quindi, perché si celebra l'arrampicata degli anni '80?
Mi ripeto, e lo so che la mia è un'analisi da 2 centesimi, ma mi sembra di poter dire che in quel periodo c'è stata la scoperta e lo sviluppo dell'arrampicata in falesia.
E' questo che rende gli anni '80 speciali e irripetibili per l'arrampicata.
Sicuramente sia prima che dopo ci sono stati personaggi ed "imprese" (o prestazioni, o chiamatele come volete) straordinari/e, ma l'arrampicata come la pratichiamo oggi è nata e si è sviluppata in quegli anni.
Sbaglio?
Semplifico troppo?
funkazzista ha scritto:Mah... a me sembra che il topic sia partito dal chiedersi come mai si celebra l'arrampicata degli anni '80, non gli anni '80 in toto.
I topic su FV e FB cui MauMau fa riferimento sono delle raccolte di figurine sull'arrampicata, con un po' di storia e curiosità dietro.
Va da sé che chi è un reduce nostalgico le vedrà con quegli occhi, ma chi non lo è no.
Quindi, perché si celebra l'arrampicata degli anni '80?
Mi ripeto, e lo so che la mia è un'analisi da 2 centesimi, ma mi sembra di poter dire che in quel periodo c'è stata la scoperta e lo sviluppo dell'arrampicata in falesia.
E' questo che rende gli anni '80 speciali e irripetibili per l'arrampicata.
Sicuramente sia prima che dopo ci sono stati personaggi ed "imprese" (o prestazioni, o chiamatele come volete) straordinari/e, ma l'arrampicata come la pratichiamo oggi è nata e si è sviluppata in quegli anni.
Sbaglio?
Semplifico troppo?
tema tanto interessante quanto il tempo che non ho per seguirlo
"come la pratichiamo" chi ?
perchè se ti riferisci alla maggioranza di chi oggi la pratica e di come la pratica, non è neanche la più lontana fotocopia di quella che si praticava negli anni 80
funkazzista ha scritto:
Quindi, perché si celebra l'arrampicata degli anni '80?
Mi ripeto, e lo so che la mia è un'analisi da 2 centesimi, ma mi sembra di poter dire che in quel periodo c'è stata la scoperta e lo sviluppo dell'arrampicata in falesia.
E' questo che rende gli anni '80 speciali e irripetibili per l'arrampicata.
Semplifico troppo?
Per me hai centrato in pieno l' analisi ............
se la domanda iniziale è riferita specificatamente all'arrampicata, dovrei zittirmi per ignoranza.
si, in generale sono stati anni di merda; di "riflusso" come dice LucaVi.
Il fatto è che sono anni tanto declamati è perchè siamo in periodo di mega-decadenza,
dove addirittura la musica pop degli anni 80 par bella (un attimo, a me no!).
piuttosto penso che sia comodosa nostalgia ricordare quegli anni
dimenticando furbamente quello che successe (in Italia) solo qualche anno prima ;-)
anche se,
proprio negli anni '80 nell'alpinismo mi sembra ci sia stata anche una scoperta di nuovi ambienti:
si citava Grassi giustappunto, la scoperta "giocosa" del ghiaccio occitano di fondovalle...;
una rinascita liberata (o almeno a me pare, leggendo gli scritti di "quella gente lì"...)
ed anche se,
la musica esperimenta proprio negli anni '80 nuove vie di espressione (con l'elettronica di "massa"),
più "individualistiche" ma più libere di prima...
A ha scritto:Quando penso agli anni ottanta ho come un senso di irritazione. Per la brutta musica, per la cultura in genere di quel periodo.
si, in generale sono stati anni di merda; di "riflusso" come dice LucaVi.
Il fatto è che sono anni tanto declamati è perchè siamo in periodo di mega-decadenza,
dove addirittura la musica pop degli anni 80 par bella (un attimo, a me no!).
piuttosto penso che sia comodosa nostalgia ricordare quegli anni
dimenticando furbamente quello che successe (in Italia) solo qualche anno prima ;-)
anche se,
proprio negli anni '80 nell'alpinismo mi sembra ci sia stata anche una scoperta di nuovi ambienti:
si citava Grassi giustappunto, la scoperta "giocosa" del ghiaccio occitano di fondovalle...;
una rinascita liberata (o almeno a me pare, leggendo gli scritti di "quella gente lì"...)
ed anche se,
la musica esperimenta proprio negli anni '80 nuove vie di espressione (con l'elettronica di "massa"),
più "individualistiche" ma più libere di prima...
biemme ha scritto:funkazzista ha scritto:... l'arrampicata come la pratichiamo oggi è nata e si è sviluppata in quegli anni.
Sbaglio?
Semplifico troppo?
tema tanto interessante quanto il tempo che non ho per seguirlo
"come la pratichiamo" chi ?
perchè se ti riferisci alla maggioranza di chi oggi la pratica e di come la pratica, non è neanche la più lontana fotocopia di quella che si praticava negli anni 80
Cosa vuoi dire?
Che oggi lo yo-yo non va più?
Che allora si chiodava più lungo?
Che non c'erano forum dove farsi pippe infinite sulla qualità degli ancoraggi e delle soste?
Non intendevo limitarmi alla battuta che gli 80 fossero stati gli anni del riflusso.
Le novità, rispetto al resto del sociale, vennero certamente dopo, cioè in questo decennio, per quanto riguarda la montagna. Complice il pachidermico Club Alpino, che rallentò il cambiamento e tuttora non si disfa del suo stile democristiano. Ma alla fine degli anni 80, in ogni modo, le cose erano fatte anche nel nostro ambiente. Le speranze del Nuovo Mattino erano belle che tramontate e s'imponeva l'onda lunga del narcisismo, che perdura all'oggi.
Non è più l'uomo che si adatta alla montagna, bensì è quest'ultima che si deve adattare all'uomo. Diventa un suo campo giochi, con i pro liberatori e con i contro invasivi (Le ferreranno e le verniceranno infine tutte, le montagne? C'era più libertà quando ce n'era meno? A vedere i parchi furbi d'oggi, le tutele strumentali dell'UNESCO e l'antropizzazione eccessiva, sì!).
E' una questione di dibattiti infiniti. Scelgo soltanto un piccolo esempio.
Con il mio primo libro, sul Catinaccio, pubblicato nel 1979, cominciai a inserire una o due persone sul lato di alcune foto con i monti nello sfondo. Arturo Tanesini, il vecchio compilatore per l'omonimo gruppo della Guida dei Monti d'Italia, ne era entusiasta: "Finalmente qualche ragazza!".
Be', siamo arrivati a una tale occupazione della presenza umana nelle immagini alpine, che per l'ultima mia guida, sulle Pale di San Martino, ho preferito dieci volte di più la sola montagna ritratta con la sua grandiosità e il suo mistero.
Per non parlare dell'ulteriore uccisione del drago nelle riviste, dove nemmeno l'uomo basta più: s'impongono i bastoncini in una foto di esursionismo, l'attrezzo o il marchio altrove, comunque sia i prodotti.
Ecco perché a questo punto adoro le riprese di Paolo Colombera, la sua montagna vasta e nuda.
Le novità, rispetto al resto del sociale, vennero certamente dopo, cioè in questo decennio, per quanto riguarda la montagna. Complice il pachidermico Club Alpino, che rallentò il cambiamento e tuttora non si disfa del suo stile democristiano. Ma alla fine degli anni 80, in ogni modo, le cose erano fatte anche nel nostro ambiente. Le speranze del Nuovo Mattino erano belle che tramontate e s'imponeva l'onda lunga del narcisismo, che perdura all'oggi.
Non è più l'uomo che si adatta alla montagna, bensì è quest'ultima che si deve adattare all'uomo. Diventa un suo campo giochi, con i pro liberatori e con i contro invasivi (Le ferreranno e le verniceranno infine tutte, le montagne? C'era più libertà quando ce n'era meno? A vedere i parchi furbi d'oggi, le tutele strumentali dell'UNESCO e l'antropizzazione eccessiva, sì!).
E' una questione di dibattiti infiniti. Scelgo soltanto un piccolo esempio.
Con il mio primo libro, sul Catinaccio, pubblicato nel 1979, cominciai a inserire una o due persone sul lato di alcune foto con i monti nello sfondo. Arturo Tanesini, il vecchio compilatore per l'omonimo gruppo della Guida dei Monti d'Italia, ne era entusiasta: "Finalmente qualche ragazza!".
Be', siamo arrivati a una tale occupazione della presenza umana nelle immagini alpine, che per l'ultima mia guida, sulle Pale di San Martino, ho preferito dieci volte di più la sola montagna ritratta con la sua grandiosità e il suo mistero.
Per non parlare dell'ulteriore uccisione del drago nelle riviste, dove nemmeno l'uomo basta più: s'impongono i bastoncini in una foto di esursionismo, l'attrezzo o il marchio altrove, comunque sia i prodotti.
Ecco perché a questo punto adoro le riprese di Paolo Colombera, la sua montagna vasta e nuda.
Corsi e ricorsi... negli anni '80 c'era il revival della musica pop dei '60.solyaris ha scritto:...
Il fatto è che sono anni tanto declamati è perchè siamo in periodo di mega-decadenza,
dove addirittura la musica pop degli anni 80 par bella (un attimo, a me no!).
piuttosto penso che sia comodosa nostalgia ricordare quegli anni
dimenticando furbamente quello che successe (in Italia) solo qualche anno prima ;-)
...
Il revival del "pop anni '80" è iniziato già alla fine dei '90.
E comunque, lasciando perdere la musica mainstream che passavano in TV e in radio, negli anni '80 c'era fior di ottima musica, checché ne dica A
LucaVi ha scritto:Le speranze del Nuovo Mattino erano belle che tramontate e s'imponeva l'onda lunga del narcisismo, che perdura all'oggi.
[leggermente off topic]
si...
come persona in generale, mi sento quasi sempre, nolente o volente,
meschina parte di questo narcisismo,
non riesco a vederne la via d'uscita.
Dunque rendendomi conto di fare una domanda azzardata:
A tuo avviso da dove oggi si dovrebbe re-iniziare...?
LucaVi ha scritto:Be', siamo arrivati a una tale occupazione della presenza umana nelle immagini alpine, che per l'ultima mia guida, sulle Pale di San Martino, ho preferito dieci volte di più la sola montagna ritratta con la sua grandiosità e il suo mistero.
[personal] il Nonno mi ricorda spesso questa Tua prospettiva ... :-)
ormai siamo ossessionati e tutte le volte che facciamo na foto dolomitica ci tocca dire "scansati, che se no, ci rimani dentro e me la rovini!!"
scherzo :-)
LucaVi ha scritto:Ecco perché a questo punto adoro le riprese di Paolo Colombera, la sua montagna vasta e nuda.
è vero, bellissime.
ma allora concordi con Warner Herzog quando parla di terra finalmente rinata senza l'uomo
(nel film di "fantascienza" Wild Blue Yonder) ...?!
mi farebbe piacere sapere qual'è il tuo pensiero su quale può essere oggi una nuova via (d'uscita) per l'uomo (nella montagna)...
solyaris ha scritto:se la domanda iniziale è riferita specificatamente all'arrampicata, dovrei zittirmi per ignoranza.A ha scritto:Quando penso agli anni ottanta ho come un senso di irritazione. Per la brutta musica, per la cultura in genere di quel periodo.
si, in generale sono stati anni di merda; di "riflusso" come dice LucaVi.
Il fatto è che sono anni tanto declamati è perchè siamo in periodo di mega-decadenza,
dove addirittura la musica pop degli anni 80 par bella (un attimo, a me no!).
piuttosto penso che sia comodosa nostalgia ricordare quegli anni
dimenticando furbamente quello che successe (in Italia) solo qualche anno prima ;-)
quoto e anche io a riguardo di montagna sto zitto che non ne so nulla.
comunque io sono stato ragazzo proprio negli anni 80, gli anni della Milano da bere ma nella ricca provincia del Nord Est,
prima guardando Bim Bum Bam, poi Drive In,
i miei non mi compravano le Timerland e mi sentivo sfigato,
come tutte le altre generazioni tra di noi ci si faceva le canne e si beveva come spugne,
ma se negli anni 60 o 70 tra i giovani si parlava di qualcosa o si fantasticava sul cambiare il mondo,
tra di noi lo zero assoluto, la più totale assenza di idee, di contenuti, di condivisione.
O stavi nel branco delle pecore da discoteca, o te ne stavi da solo perso nelle tue crisi esistenziali a cantare le canzoni di Vasco Rossi.
Noi giovani degli anni 80 eravamo così, senza riferimenti o drogati delle frivolezze più inutili e vaghe.
Cantava bene Raf in quella canzone:
"siamo soli nell'immenso vuoto che c'e,
soli in fondo all'universo senza un perché...."
Oggi abbiamo 40 anni e siamo gente un po' vuota, disillusa senza mai essere stata illusa,
io nel mio piccolo quasi invidioso dei giovani di qualche anno prima che trovavano almeno qualche motivo valido per darsi le botte.
P.S. Musicalmente negli anni 70 erano di gran lunga più avanti
Parla per tecinetica ha scritto:...
Noi giovani degli anni 80 eravamo così, senza riferimenti o drogati delle frivolezze più inutili e vaghe.
...
Oggi abbiamo 40 anni e siamo gente un po' vuota, disillusa senza mai essere stata illusa...
Io non ho mai avuto le zimberland, non le ho mai volute, e non mi sono mai sentito uno sfigato fuori dal branco, anzi...
Seee vabbè... se cominciamo a fare i tifosi non si finisce piùcinetica ha scritto:...P.S. Musicalmente negli anni 70 erano di gran lunga più avanti
A ha scritto:
Quando penso agli anni ottanta ho come un senso di irritazione. Per la brutta musica,
ma situ fòra???
quell'iradiddio di musica che fu incasellata nel nome new wave, musica che riusciva a vendere pur restando musica... una marea di gruppi che si facevano e sparivano dopo due album appena le idee sparivano... per te era brutta musica?????
ciò... va ben sentir monate musicali da altri... ma da ti no, eh!
cinetica ha scritto:
P.S. Musicalmente negli anni 70 erano di gran lunga più avanti
stocazzzzo
è una generalizzazione di bassa lega
a prescindere che musica valida ne viene fuori ogni anno, ogni lustro, ogni decade, beh... l'enorme fermento dal '77 allo '85 fu dettato appunto dalla voglia di cambiamento rispetto ai molti gruppi già storici allora (alcuni dei quali esistono ancora e sono zombie della peggior specie) che già si cantavano addosso ripetendo sempre la stessa musica.
Quando vedo quei gruppetti con il cantante piccoletto che urla con una vocina a più non posso mostrandosi incazzatissimo - ma la vocina resta, eh! - penso proprio a te. E ti capisco, poréto. Fuori tempo massimo.
senti Drugo, quando si parla così ci si perde inevitabilmente nel 'ai miei tempi' .... tu parli dell'enorme fermento degli anni 77-85... io parlo di un rinascimento epocale del decennio precedente in cui si elaborarono grammatiche sonore e prototipi di stile che influenzeranno, da qui, tutta la musica a venire
Capisco cosa vuoi dire e di chi parli, tutto sommato gruppi e musica che occuparono una nicchia, com'è giusto con la buona musica e ve ne fosse adesso, ma nel sentire comune e basta chiederlo in giro anche qui è molto probabile che il periodo degli '80 venga associato più ad una musica commerciale neoromantica e decadente e al look piuttosto che ad un periodo di cambiamento, lo specchio proprio di quel periodo.
Ed è proprio sul look che contamina anche il serioso mondo della montagna che mi è venuta l'orticaria... o peggio e al contrario, Sting che in Sinchronicity indossa i Julbo
Capisco cosa vuoi dire e di chi parli, tutto sommato gruppi e musica che occuparono una nicchia, com'è giusto con la buona musica e ve ne fosse adesso, ma nel sentire comune e basta chiederlo in giro anche qui è molto probabile che il periodo degli '80 venga associato più ad una musica commerciale neoromantica e decadente e al look piuttosto che ad un periodo di cambiamento, lo specchio proprio di quel periodo.
Ed è proprio sul look che contamina anche il serioso mondo della montagna che mi è venuta l'orticaria... o peggio e al contrario, Sting che in Sinchronicity indossa i Julbo
Capisco perché soffra, con i testicoli strizzati (e la vocina a mille).
Whole lotta love, tuntuntuntuntuntuntun, whole lotta love, tuntuntuntuntuntuntun, whole lotta love...
Whole lotta love, tuntuntuntuntuntuntun, whole lotta love, tuntuntuntuntuntuntun, whole lotta love...
ma tanto per sapere, di che gruppi new wave parlate? Tipo Talking Heads o più commerciali
A ha scritto:cosa hanno di speciale?
Quando penso agli anni ottanta ho come un senso di irritazione. Per la brutta musica, per la cultura in genere di quel periodo.
La Rivista della Montagna che era quadrimestrale diventa mensile ... nasce addirittura un'altra rivista, ALP sull'onda degli exploit, dell'immagine... sì, l'immagine prima di tutto... i colori sgargianti, corde e scarpette, le tute fuxia, giallo nitro... abbigliamenti e attrezzature improbabili, i monosci.
E' la fine dell'alpinista 'completo' all round che comincia a diventare uno specialista. Nascono le gare di arrampicata e le federazioni. Si pensa addirittura che non ci siano più problemi alpinistici tanto da inventarsi qualcos'altro.
E la montagna diventa generalista e invasa... come Messner riempie i palazzetti e anche le librerie. Dal nulla è la proliferazione di libri a grande formato e guide. Si fotografano e sezionano i passaggi 'mitici' che vengono scanditi da nuove scale di gradazione.
La montagna fino a quel momento epica ed eroicizzata dai racconti di pochi grandi comincia a svelarsi fin troppo e a perdere di un suo antico fascino, di cose raccontate e mai viste, vissute e irripetibili.
infatti, secondo me c'è stata una netta divisione tra i primi cinque anni (80-85) e la fine del decennio, dopo l'avvento delle gare per intenderci, profondamente segnati dal dilagare dell'arrampicata sportiva. Nell'82/83 al nord-ovest, dove paskolavo io, l'atmosfera non era poi diversa dai settanta e non si avvertiva ancora l'aria di cambiamento portato dall'arrampicata sportiva. Conoscere i primi arrampicatori sportivi di allora era un po' come sentire Trespass o Foxtrot dei Genesis sul vinile, reincontrarli 5 anni più tardi equivaleva a ritrovarsi Phil Collins alla radio
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